dopo Martini, un altro importante rappresentante del cattolicesimo progressista difende il Papa...
si vede che quando è troppo è troppo...
Il priore della comunità di Bose difende Benedetto XVI e padre Cantalamessa: «ma che cosa ha detto di male? Voleva solo fare un esempio, banalmente ed avidamente strumentalizzato, siamo seri»
Davanti agli attacchi mediatici contro Benedetto XVI occorre «seguire la linea del Papa: prudenza e silenzio. Se nessuno replica alle critiche, queste da sole decadono e il gioco finisce, i provocatori si stancano. Ma non si deve chiedere perdono per colpe che non si hanno». Lo afferma il priore di Bose, Enzo Bianchi, per il quale «la Chiesa di ’mea culpà ne ha fatti fin troppi e forse - spiega sul sito Pontifex - oggi siamo perseguitati proprio a causa di un eccesso di trasparenza scambiata per debolezza o senso di colpa». «La Chiesa Cattolica - ricorda - non è responsabile collettivamente delle colpe di qualche ministro o figlio infedele che, del resto, esiste dappertutto e in ogni categoria». Enzo Bianchi ritiene che «i cattolici abbiano già troppe volte chiesto scusa. Ora - dice il pensatore cattolico - spero che lo facciano anche gli altri». Quanto alle parole di padre Cantalamessa il venerdì santo, Bianchi si chiede: «ma che cosa ha detto di male?». «Voleva - conclude - solo fare un esempio, banalmente ed avidamente strumentalizzato, siamo seri».
Enzo Bianchi: basta mea culpa - LASTAMPA.it