Si sono svolte le elezioni politiche ma agli oppositori del regime è stata negata la posibilità di parteciparvi in tutte circoscrizioni, su 260 seggi disponibili è stato concesso solo a 102 candidati riformisti la possibilità di contenderli falsando totalmente il risultato che in ogni caso visto l'inganno infame è stato un successo straordinario per gli oppositori riformisti. Oggi possiamo dire che l'Iran è di fatto dominato da un regime dittatoriale neonazista e non sono più rispettati i diritti umani e politici del suo popolo, le elezioni farsa hanno in ogni caso evidenziato il fatto che il Popolo iraniano non è assolutamente rappresentato dal 70% dei neonazisti che oggi cantano vittoria, quello che si è visto poi rispetta il copione dei regimi che negli anni 20 e 30 del secolo scorso presero il potere grazie al sistema democratico per poi stravolgerlo e trasformarlo in dittature.
Iran al voto, conservatori in testa
ma i riformisti non cedono
Uffici elettorali a Teheran
TEHERAN - I conservatori marciano verso una scontata vittoria nelle elezioni iraniane, ma a sorpresa i riformisti non scompaiono dal parlamento, nonostante agli esponenti più di spicco sia stato impedito di candidarsi. Le autorità parlano di una "gloriosa" affluenza alle urne, pari a oltre il 65 per cento.
Il ministro dell'Interno, Mostafa Pur-Mohammadi, sulla base di una conta parziale delle schede, ha annunciato che i conservatori si sono aggiudicati il 71 per cento dei seggi del Majilis, il Parlamento iraniano. L'agenzia Irna ha riferito che l'esito del conteggio è stato finora annunciato ufficialmente per 30 circoscrizioni su un totale di 207 e qui i candidati eletti sono "per il 70 per cento conservatori e per il 15 per cento riformisti". Il resto sono indipendenti.
Alla principale coalizione riformista è stato permesso di presentare solo 102 candidati per i 260 seggi in palio al di fuori della circoscrizione di Teheran e nonostante questo dovrebbero averne conquistati 44. Se il risultato fosse confermato rappresenterebbe una consistente affermazione anche rispetto al parlamento uscente, dove i riformisti occupavano 40 seggi.
Per quanto riguarda l'affluenza alle urne, il ministero dell'Interno ha annunciato che è stata del 65 per cento in tutto il Paese, ma solo del 40 per cento a Teheran. Si tratterebbe comunque di un incremento rispetto alle legislative di quattro anni fa, quando i riformisti persero la maggioranza: in quell'occasione, sempre secondo i dati ufficiali, i partecipanti in tutto il Paese erano stati poco più del 50 per cento e a Teheran il 30 per cento. I dati finali saranno resi noti entro questa sera per tutte le circoscrizioni esclusa Teheran. L'esito del voto nella capitale sarà annunciato domani.
L'ex negoziatore sul nucleare iraniano, Ali Larijani, considerato un possibile rivale del presidente Mahmud Ahmadinejad nelle presidenziali del 2009, è stato eletto in Parlamento con il maggior numero di voti nella città santa sciita di Qom. Larijani, scrive l'agenzia Irna, è stato eletto con altri due altri candidati conservatori, l'hojatoleslam Mohammad Reza Ashtiani e Ali Banai. I conservatori, sostenuti dall'Associazione degli insegnanti del seminario locale, si aggiudicano quindi tutti e tre i seggi in palio nella città santa.
A Qom l'affluenza alle urne è stata del 57 per cento, più bassa quindi della media nazionale del 65 per cento di cui ha parlato il ministero dell'Interno. Un altro importante esponente conservatore che risulta ufficialmente eletto è il presidente della commissione Esteri e sicurezza nazionale del Parlamento uscente, Alaeddin Borujerdi.
Qualche incidente è stato segnalato nella città di Garmi, nel nord-ovest dell'Iran, dove, scrive l'agenzia Irna, i sostenitori di uno dei candidati locali hanno preso a sassate la scorsa notte la sede del governatore. Non si conosce il motivo della protesta. La polizia è intervenuta e ha disperso i dimostranti.
(15 marzo 2008)
http://www.repubblica.it/2008/03/sez...-in-testa.html