Siete fuori dal mondo...l'immigrazione è un fenomeno di massa...non è una singola persona invitata in una singola proprietà...quando non esitevano gli stati l'immigrazione si chiamava invasione...e per difendere la propria terra che voi ora chiamate proprietà...si sguainavano le spade...roba da matti...
1) a parte che le "migrazioni" un tempo non erano di persone che cercavano lavoro, ma di razziatori.
2) i vari "proprietari" chiamiamoli così, duchi, conti, marchesi o quello che vuoi tu, vedendo arrivare sulle loro proprietà degli ospiti sgraditi rispondevano come dicevi tu.
Ma tutto questo ricade nel discorso di Block, secondo me.
No secondo me Block butta il bambino con l'acqua sporca...abbattere lo Stato non significa abbattere la società e la sua cultura...essere libertari non deve per forza portare alla negazione di una visione complessa, olistica della vita...quella roba lì lasciamola a Popper...pare evidente che migratori e razziatori, in epoche così diverse, coincidano in termini di funzione...
Ascolta questi discorsi li fai a chi crede alla mistica della società. Un senegalese che arriva a fare il muratore, un rumeno che viene a fare l'operaio, un marocchino che viene a pulire le strade non aggrediscono la vita, la libertà o la proprietà di nessuno. Un longobardo, un ungaro o un vichingo invece arrivavano con la precisa intenzione di rubare il rubabile, violentare il violentabile e una volta ammazzato l'ammazzabile prendersi le terre dei malcapitati.
Quindi dire che coincidano mi sembra veramente uno di quegli azzardi dettati dall'ignoranza della storia. I nostri antenati avrebbero messo la firma per avere "invasioni" come le abbiamo noi.
imho può escludersi che un immigrato abbia titolo di proprietà sulle strade pubbliche o sui soldi che le hanno pagate, quindi può considerarsi legittimo un divieto che piaccia al 51% dei possibili pretendenti a quelle strade "più" di un permesso che non piaccia al 51%... quindi se l'immigrazione crea problemi lo stato la regoli se piace così al 51%, se no non lo faccia
mi sta benissimo il sistema per cui può entrare chi è assunto, perchè credo che renda meno illegittima la cosa visto che ha un patrono fra i pretendenti sull'indiviso pubblico a garantire per lui... se invece il tizio non piace a nessuno si può escludere che possa entrare perchè nessun pretendente legittimo a quei beni se lo chiama a lavorare, quindi certo è "più" giusto vietargli di rompere i coglioni ai residenti piuttosto che farlo entrare senza nessuno che lo apprezzi
lo so è gradualista, ma io sono gradualista, ed è anche poco qualitativo, ma io non sono mai stato uno da torre d'avorio, a me sta benissimo che chi non ha proprietari patroni se ne stia a casa sua, la divisione dei beni pubblici dovrà farsi solo tra chi può averli pagati o vantar titolo su essi, quindi solo sui residenti (o i residenti del passato, cioè gli antenati di quelli presenti oggi)
_
P R I M O_M I N I S T R O_D I _P O L
* * *
Presidente di Progetto Liberale
Quello che dici tu è proprio identico a quello che sostiene Hoppe. Te lo sei proprio letto bene, vero Ronnie?
Sai quale potrebbe essere il problema? Che a furia di sostenere che, comunque sia, ora come ora, i proprietari della cosa pubblica siamo noi, si finisce per dimenticare in che direzione deve andare il gradualismo a cui tanto pensiamo con tutti i buoni propositi. Personalmente non mi ritengo ne gradualista ne intransigente.
Credo che tutte le cose che ci hanno spiegato gli Anarcocapitalisti, Agoristi compresi, siano tutte soluzioni complementari.
Quello che sto facendo io è vivere la situazione con un po' di pazzia: faccio finta che lo Stato non ci sia più. Non lo cerco, non prendo mezzi pubblici, non voto, i politici sono niente di niente e portano sfiga, non vado alle poste, e pago le tasse, tutte, cercando di farmi derubare il meno possibile, a norma di legge, non denuncio un cazzo e trato i privati per quello che sono: sovrani di se stessi e della loro proprietà.
Prima o poi cadrà a furia di non cagarlo.
Farò anche un'altra pazzia: ho un terreno in campagna, piccolo, appena duemila metriquadri e al più presto lo recinterò. Dichiarerò l'indipendenza e metterò pure una bandiera nel mio "Stato" secessionario, nella mia proprietà sovrana. Lo Stato pian pianino si dovrà abituare a questo. E tutto sarà fatto molto pacificamente.