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PRC-Enna
Cuoghi si dimette e Carrara fa un passo indietro. Niente campagna per i Verdi
Soffritti capolista e la Sinistra Arcobaleno si divide
Il “terremoto Soffritti” non si è fermato alla prima scossa. Dopo le dichiarazioni congiunte delle segreterie regionali di Prc, Verdi e Sinistra democratica contro la decisione di far correre il deputato Pdci capolista in Emilia-Romagna, da Roma è arrivata l'ìufficialità, politica, della notizia tanto temuta dagli alleati dei comunisti italiani.
Barbara Diolaiti, dopo aver detto che i
Verdi di Ferrara non presenteranno propri candidati nelle liste, rincara la dose e annuncia che per la campagna elettorale il Sole che Ride starà alla finestra: “Dispiace moltissimo che sia finita così per causa della meschinità e degli egoismi individuali; noi Verdi siamo gente seria e da vent'anni facciamo politica in un certo modo. Anche questa volta agiremo di conseguenza”.
Chi invece è già andato oltre è Tito Cuoghi che ha già presentato le dimissioni da coordinatore provinciale di Sinistra democratica. Un gesto il suo contro chi vuole “riproporre vecchi meccanismi della politica funzionali solo a tutelare luoghi e posizione di potere e confermare ai cittadini che nello squallido “cosi fan tutti” c'è anche la sinistra”. “La scelta del Capolista alla Camera per l'Emilia Romagna – continua Cuoghi - risponde essenzialmente a questi criteri; è aggravata dal fatto che ha fronte di una pressione, non solo ferrarese, ma anche di livello regionale e nazionale, si è risposto, da parte del Pdci, con sorda arroganza negando ragioni e motivazioni. Non le ragioni dell'unità di sinistra arcobaleno e della credibilità nei confronti degli elettori ha prevalso, bensì, l'ottusa ed inquietante difesa del proprio status”.
Alla delusione del consigliere provinciale fa eco quella di Diego Carrara, secondo il quale quella proposta è “demenziale per una Sinistra che si vuole rinnovare”. L’assessore provinciale si riserva di prendere decisioni nei prossimi giorni, ma già ammette di pensare “ad altre collocazioni”. Probabile a questo punto un suo passo indietro verso il Pd, “dal quale preciso che non sono mai uscito”. Questo il suo mezzo sì.
Più realista Rifondazione che di fronte al fatto compiuto “prende atto dello stato di cose – afferma il segretario Tonino Zanni -; ora dobbiamo rimboccarci le maniche in vista della campagna elettorale per i nostri candidati”.
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