I cristiani: chiuse le porte di Gerusalemme
La Chiesa denuncia le misure di sicurezza imposte dal governo israeliano
Corriere.com - Corriere Canadese Online
GERUSALEMME - La settimana santa della Pasqua cristiana si avvia al culmine, ma Gerusalemme, cuore di una solennità che quest’anno cade negli stessi giorni per cattolici e ortodossi, non potrà aprire le porte a tutti. Ai palestinesi cristiani - denunciano le chiese locali - non sarà consentito entrare fra le mura della Città Vecchia per alcuni dei riti più importanti, a causa delle misure di sicurezza precauzionali imposte dalle autorità d’Israele in un clima di tensione che nulla pare riuscire a sciogliere davvero. Tra i vicoli che contornano la basilica del Santo Sepolcro - laddove secondo chi crede tutto si compì - la presenza dei pellegrini stranieri è visibile, come sempre e più di sempre. Sono europei, sudamericani, russi, statunitensi.
Ma gli arabi cristiani, minoranza d’una minoranza, si sentono soli: «Ricordo in passato le comitive dei miei confratelli che arrivavano dalla Siria, dal Libano o dall’Egitto; oggi entrano con il contagocce persino dalla Cisgiordania, a pochi chilometri da qui», rimpiange un vecchio gerosolimitano palestinese di fede cattolica. Una lamentela che risuona anche nei corridoi del Patriarcato latino (cattolico) come di quello greco (ortodosso). Le restrizioni decise da Israele - si recrimina - sono di fatto un ostacolo invalicabile per molti palestinesi.
Stando a fonti ecclesiastiche, proprio ieri le autorità dello Stato ebraico hanno comunicato che il rito del Sacro Fuoco, una delle liturgie più suggestive della tradizione ortodossa a Gerusalemme, in calendario sabato, sarà aperta solo ai “fedeli stranieri”. E che i permessi riservati ai cristiani di Cisgiordania saranno ridotti al minimo.