Il predicatore della Casa Pontificia: «I fratelli ebrei sanno cosa significa essere vittime di violenza collettiva» Ma il paragone non piace ai gruppi ebraici: «Vergogna».
Padre Raniero Cantalamessa, il predicatore della Casa Pontificia, ha citato durante una cerimonia a San Pietro alla presenza di papa Ratzinger una lettera di un suo amico ebreo che esprime solidarietà al pontefice e afferma che gli attacchi collettivi alla Chiesa per gli scandali di pedofilia gli ricordano «gli aspetti più vergognosi dell'antisemitismo». «Per una rara coincidenza, quest'anno la nostra Pasqua cade nelle stessa settimana della Pasqua ebraica che ne è l'antenata e la matrice dentro cui si è formata», ha ricordato padre Cantalamessa nell'omelia durante il rito della «Passione del Signore». «Questo - ha aggiunto il frate - ci spinge a rivolgere un pensiero ai fratelli ebrei. Essi sanno per esperienza cosa significa essere vittime della violenza collettiva e anche per questo sono pronti a riconoscerne i sintomi ricorrenti».
«ATTACCO CONCENTRICO» - «Ho ricevuto in questi giorni - ha proseguito - la lettera di un amico ebreo e, con il suo permesso, ne condivido qui una parte. Dice: "Sto seguendo con disgusto l'attacco violento e concentrico contro la Chiesa, il Papa e tutti i fedeli da parte del mondo intero. L'uso dello stereotipo, il passaggio dalla responsabilità e colpa personale a quella collettiva mi ricordano gli aspetti più vergognosi dell'antisemitismo. Desidero pertanto esprimere a lei personalmente, al Papa e a tutta la Chiesa la mia solidarietà di ebreo del dialogo e di tutti coloro che nel mondo ebraico (e sono molti) condividono questi sentimenti di fratellanza"».
LE REAZIONI DEI GRUPPI EBRAICI - La citazione, che ha presto fatto il giro del mondo, non è però piaciuta a diversi gruppi ebraici che considerano inaccettabile il paragone con le vittime dell'Olocausto. «E’ ripugnante, osceno e soprattutto offensivo nei confronti di tutte le vittime degli abusi così come nei confronti di tutte le vittime del’olocausto - ha commentato con l'Associated press il segretario generale del consiglio centrale degli ebrei tedeschi, Stephan Kramer -. Sinora non ho visto San Pietro bruciare né ci sono stati scoppi di violenza contro preti cattolici. Sono senza parole. Il Vaticano sta tentando di trasformare i persecutori in vittime». Il rabbino statunitense Gary Greenebaum, responsabile delle relazioni interreligiose per l’American Jewish Committee, hainvece bollato le affermazioni di Cantalamessa come «un uso sfortunato del linguaggio. La violenza collettiva contro gli ebrei - ha detto - ha avuto come effetto la morte di sei milioni di persone, mentre la violenza collettiva di cui si parla qui non ha condotto a uccisioni o distruzioni». Il sermone di Cantalamessa ha conquistato, tra le altre, le home page di Haaretz e del Jerusalem Post in Israele, del sito della BBC e del New York Times. Il rabbino della Comunità di Roma, Riccardo Di Segni, ha sorriso quando gli è stato chiesto un commento sul sermone e ha pregato Dio che «illumini i loro cuori» nel giorno in cui «loro pregano che il Signore illumini i nostri affinchè riconosciamo Gesù», con riferimento alla preghiera per la conversione degli ebrei prevista proprio dal cerimoniale della messa del venerdì santo.
LA SMENTITA DELLA SANTA SEDE - «Smentisco nel modo più assoluto che ci sia un paragone di iniziativa vaticana tra l’antisemitismo e la situazione attuale relativa alla pedofilia» ha però detto in serata il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. «La citazione del predicatore pontificio - ha spiegato Lombardi all'Apcom - voleva anzi essere la testimonianza dell’amicizia con cui un ebreo, ricordando la situazione di sofferenza del suo popolo, intendeva portare un messaggio di solidarietà alla Chiesa». Il Papa, dal canto suo, all’avvicinarsi della Pasqua, non affronta direttamente lo scandalo nel corso delle cerimonie religiose e, a conclusione della Via Crucis al Colosseo, invita a guardare oltre alle difficoltà che sembrano «far crollare tutto».
VIOLENZA SULLE DONNE - Cantalamessa aveva parlato anche di altre forme di violenza, sottolineando che una di quelle particolarmente «odiose», è quella contro le donne, che avviene spesso all'interno della mura domestiche, ed è innescata soprattutto dall«insicurezza» e dalla «vigliaccheria» dei maschi. Il religioso, un frate cappuccino, ha esortato gli uomini a un mea culpa collettivo. Giovanni Paolo II - ha spiegato - ha inaugurato la pratica delle richieste di massa di perdono. «Una di esse, tra le più giuste e necessarie, è il perdono che una metà dell'umanità deve chiedere all'altra metà, gli uomini alle donne». «Essa - ha proseguito il frate - non deve rimanere generica e astratta. Deve portare, specie per chi si professa cristiano, a concreti gesti di conversione, a parole di scusa e di riconciliazione all'interno delle famiglie e della società». «Cari colleghi uomini - ha detto padre Cantalamessa - creandoci maschi, Dio non ha inteso darci il diritto di arrabbiarci e pestare i pugni sul tavolo per ogni
minima cosa. La parola rivolta ad Eva dopo la colpa: 'Egli (l'uomo) ti dominerà ', era un'amara previsione, non una autorizzazione».
«Attacchi al Papa come l'antisemitismo» - Corriere della Sera