Il giudice Robert Bork, nel suo “The Antitrust Paradox”, aveva cercato di porre un limite alle contraddizioni del diritto antitrust, mettendovi al centro il concetto di benessere del consumatore. Ma in questi giorni le contraddizioni sembrano esplodere, non scomparire.
In Francia Amazon sarà multata di mille euro al giorno, per “concorrenza sleale”: copre gratuitamente le spese di spedizione dei libri, esibendo così un’antipatica capacità di diversificare l’offerta, rispetto al consumatore.
A Bruxelles, per la prima volta un’indagine della Commissione europea ha inizio non richiedendo informazioni alle imprese, ma presentandosi alla porta delle ditte con ispettori indesiderati. Le vittime sono alcune aziende farmaceutiche, rispetto alle quali il commissario Neelie Kroes nutro un sospetto di collusione. Perché? Perché potrebbero essersi messe d’accordo per restringere l’offerta, ovvero tenere in stand by nuove medicine. Le Kroes ha detto che un mercato farmaceutico dinamico è nell’interesse dei cittadini europei - e si è detta scontenta della relatività difficoltà con cui nuovi farmaci approdano sul mercato.
Tre punti di domanda. Primo, uno studio del Journal of Health Economics del 2003 stimava il costo dello sviluppo di una nuova medicina in 850 milioni di dollari. Perché mai i produttori dovrebbero accordarsi, per non ricavare un ritorno dai loro investimenti?
Secondo, la Kroes ha parlato di “barriere all’ingresso artificiali”, nel mercato del farmaco. L’espressione è curiosa, se consideriamo che si tratta di un mercato che ha barriere all’accesso con nome e cognome: i processi autorizzativi (dipendenti dal pubblico), e, in Europa, la rimborsabilità dei prodotti, comunque d’appannaggio dello Stato. Quando ci si chiede come mai è tanto difficile che medicine nuove arrivino al paziente, si può mettere del tutto tra parentesi il ruolo di attori, gli Stati, che decidono cosa può e cosa non può essere venduto in farmacia?
In terzo luogo, la Kroes adombra accordi di dubbio gusto fra imprese “innovatrici” e “genericisti”. Ma allora parliamoci chiaro: o c’è un problema di spesa, e pertanto di disponibilità di farmaci-copie a prezzo inferiore, oppure parliamo di innovazione, che è altra cosa. Perché mettere assieme le due questioni, e in modo così irrituale, piombando in casa delle aziende a tradimento, adombrando così una presunzione di colpevolezza? Forse perché, per l’Ue, l’antitrust è il regno delle eccezioni, non delle regole.
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