Originariamente Scritto da
fede2377
Si tratta di manufatti (o complessi dei medesimi) posti in mare al fine di influenzare i processi fisici, biologici e socioeconomici legati alle risorse viventi acquatiche. Comprendono sia corpi adagiati sul fondale (barriere), sia sospesi (filiere per maricoltura) che galleggianti (FAD). Possono essere classificate in “accidentali” (relitti), “strutturali” (a scopo di ricerca o per incentivare le risorse marine) o “secondarie” (a scopi diversi dai precedenti, come ad esempio moli, dighe, impianti di maricoltura, etc.).
Le prime testimonianze dell’impiego di barriere artificiali risalgono al 1700 in Giappone e al 1800 negli Stati Uniti. Avevano lo scopo di incrementare la pesca. Mimano infatti alcune caratteristiche delle barriere naturali: l’effetto tigmotropico sulla fauna ittica è favorito dalla disponibilità di cibo e riparo agli stessi organismi ed alla loro progenie.
Al giorno d’oggi l’impiego di tali manufatti ha anche altri propositi: conservazione della biodiversità, protezione o ripristino di habitat di particolare pregio, impedendo localmente la pesca a strascico o rendendo impossibile l’accesso alla zona, protezione di oggetti sommersi (condotte, cavi, etc.), difesa costiera (pannelli, scogliere frangiflutti, scogliere radenti, etc), creazione di siti per diving turistico.
Vi sono pareri discordanti per quanto riguarda l’incremento della produttività ittica in quanto, accertata la presenza dei nutrienti, la produttività dipende solo dall’energia utilizzabile a fini fotosintetici e, quindi, più che parlare di un aumento di produzione, è più giusto parlare di deviazione della produzione verso risorse utilizzabili dall’uomo.
La presenza di substrati duri offerti dalle barriere, nonché lo sviluppo verticale delle stesse, permettono lo sfruttamento dei vari habitat secondo gradienti fotici e termici e l’innesco di reti trofiche che, partendo dagli organismi sessili arrivano ai pesci o ai macroinvertebrati. Inoltre, su fondali mobili ed incoerenti hanno la funzione di attrarre flora e fauna di fondi rocciosi, inducendo l’aumento della diversità specifica.
Da un punto di vista bionomico il piano d’elezione è quello infralitorale, dove si esercita prevalentemente la piccola pesca e dove è più facile un controllo tecnico-scientifico.
Numerosi sono i criteri per la scelta del sito in cui la struttura verrà deposta in relazione agli scopi prefissati: caratteristiche biologiche di benthos, plancton e ittiofauna, caratteristiche fisiche, chimiche ed idrologiche (profondità, tipo di substrato, geomorfologia, etc.), vicinanza di reefs naturali, protezione di aree dalla sovrappesca.
Le caratteristiche di una barriera artificiale sono molto importanti. Il materiale di cui è fatta non deve essere inquinante e deperibile e da esso dipende il tipo di benthos colonizzante. Più la sua struttura è complessa (ricca di anfrattuosità), più la comunità insediante sarà diversificata. Deve essere robusta e pesante, ossia inamovibile, perché altrimenti il suo spostamento, ad opera di moto ondoso, correnti o pesca a strascico, distruggerebbe l’area circostante. La pianificazione ed il design delle barriere artificiali si rende quindi necessaria per valutare l’impatto ambientale e garantire la loro efficacia.
Le barriere “strutturali” vengono appositamente progettate per la ricerca usando substrati come calcestruzzo, fibra di vetro o metallo. Le loro forme e dimensioni ed i loro orientamenti devono tener conto delle caratteristiche del luogo in cui verranno posizionate. In genere sono composte da elementi modulari di forma piramidale o cubica, variamente sovrapposti a formare delle strutture che possano sfruttare al meglio i diversi gradienti di luce e temperatura o le diverse forze idrodinamiche presenti. Per esempio, in un ambiente ad alta sedimentazione, queste strutture vengono costruite con piani inclinati per evitare che la componente bentonica venga soffocata dall’eccesso di deposito. Ancora, possono essere inserite cavità per aumentare l’idrodinamismo o per creare zone di rifugio e riparo per molte specie di pesci e di invertebrati.