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    Predefinito Papa: «Relativismo morale domina Onu»

    Benedetto XVI critica le organizzazioni internazionali

    Papa: «Relativismo morale domina Onu»
    «Discussioni internazionali spesso segnate da logica relativistica». La replica: «Difesa dei diritti dell'uomo»


    ROMA - Un duro attacco. Papa Benedetto XVI ha denunciato la logica del «relativismo morale» che domina ormai l'Onu e gli altri organismi internazionali. C'è un rifiuto, ha detto, a riconoscere la centralità della «legge morale naturale» e della difesa della «dignità dell'uomo». Le regole internazionali - si è lamentato - si basano solo su una ragione politica e non etica, e ciò porta ad «amari risultati». Di ciò Ratzinger ha parlato ricevendo, nel Palazzo Apostolico, un centinaio di rappresentanti dell'Ong cattoliche più importanti del mondo e accreditate presso le istituzioni delle Nazioni Unite.

    LA REPLICA: «DIRITTI DELL'UOMO» - Le Nazioni Unite nascono «da un accordo tra Stati» e «si fondano sui diritti dell'uomo»: per le Nazioni Unite «una delle pietre miliari della sua storia è la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo». In questi termini il portavoce del Palazzo di Vetro, Farhan Haq, ha replicato al Papa Benedetto XVI, secondo il quale l'Onu e altri fori internazionali sono segnati da una logica di «relativismo morale».

    INTERPRETAZIONI FORZATE - Padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa vaticana, ha comunque cercato di stemperare le polemiche. E ha definito «forzate» le interpretazioni, secondo cui il Papa avrebbe denunciato un «dominio» del relativismo morale sull'Onu e su altre organizzazioni internazionali. In realtà, spiega padre Lombardi, Benedetto XVI ha testualmente detto «che spesso il dibattito internazionale appare segnato da una logica relativistica».

    ONG - I rappresentanti delle Ong cattoliche sono stati convocati venerdì in Vaticano dal segretario di Stato , card. Tarcisio Bertone, in un summit destinato a creare una rete internazionale di coordinamento e pressione cattolica per sostenere, nell'Onu e negli altri organismi associati, la politica internazionale della Santa Sede a difesa della vita e dei diritti umani. «Questa unità di obiettivi può essere raggiunta solo con una varietà di azioni e ruoli», ha spiegato Benedetto XVI. Pur lodando i progressi fatti in materia di diritti umani dalla comunità mondiale, Papa Ratzinger ha osservato che «le discussioni internazionali sembrano spesso segnate da una logica relativistica e il rifiuto di ammettere la verità sull'uomo e la sua dignità viene considerata come la sola garanzia di una coesistenza pacifica tra i popoli». «Per tacere - ha aggiunto il Pontefice - della possibilità di un'etica basata sul riconoscimento della legge naturale morale». Ciò ha portato - ha ammonito il Papa - all'imposizione di «una nozione di legge e di politica che in definitiva fa del consenso tra gi Stati la sola reale base delle norme internazionali».

    DIRITTI UMANI - «Gli amari frutti della logica relativistica - ha detto - sono tristemente evidenti: per esempio il tentativo di considerare i diritti umani come la conseguenza di stili di vita autoreferenziali; la mancanza di preoccupazione per i bisogni economici e sociali delle nazioni più povere; il disprezzo per la legge umanitaria, e una difesa selettiva dei diritti umani». I principi etici «non sono negoziabili», ha ribadito con forza, esortando le Ong cattoliche a un impegno «adeguato» sulla scena internazionale. Le parole del Papa riecheggiano le recenti polemiche tra Chiesa Cattolica e alcuni organismi internazionali, tra cui Amnesty, che vorrebbero inserire il diritto all'aborto tra i diritti umani riconosciuti a livello mondiale. All'indomani dell'enciclica "Spe Salvi", (La speranza ci rende liberi), Benedetto XVI ha voluto poi ribadire che anche le Nazioni Unite non possono agire come se Dio non ci fosse. Un tema che probabilmente riprenderà nell'aprile 2008, quando, nell'ambito di una visita negli Stati Uniti, pronuncerà un discorso davanti all'Assemblea Generale dell'Onu, nel Palazzo di Vetro a New York.

    Fonte: Corriere della sera, 1.12.2007
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  2. #2
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    che io stia sognando....
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    Benedetto XVI riceve i rappresentanti delle ong cattoliche accreditate presso le Nazioni Unite
    "Basta con il relativismo morale che domina gli organismi internazionali"

    Duro attacco del Papa all'Onu
    "Dimentica la dignità dell'uomo"


    Stizzita replica del palazzo di Vetro: "Il nostro è un accordo tra Stati. Siamo fondati sui diritti umani e cerchiamo di parlare con il più alto numero di interlocutori


    ROMA - Papa Benedetto XVI denuncia la logica del "relativismo morale" che a suo avviso domina l'Onu e gli altri organismi internazionali. C'è un rifiuto, ha detto, a riconoscere la centralità della "legge morale naturale" e la difesa della "dignità dell'uomo". Le regole internazionali - ha proseguito il Pontefice - si basano solo su una ragione politica e non etica e ciò porta ad "amari risultati". E con il palazzo di Vetro si apre una lacerazione che se non è una frattura poco ci manca. Lo staff del segretario generale Ban Ki-Moon ci ha pensato su quasi mezza giornata e in serata è stato mandato avanti il portavoce dell'Onu Farhan Haq per precisare che "le Nazioni Unite nascono da un accordo tra Stati e si fondano sui diritti dell'uomo".

    Un botta e risposta inedito, pesante, polemico. Una gaffe, un fraintendimento oppure il Pontefice ha veramente voluto attaccare il Palazzo di Vetro? Certo, se non intervengono precisazioni e correzioni, l'odierno scambio di vedute non è un bel viatico per la visita del Pontefice alle Nazioni Unite prevista per il prossimo 18 aprile.

    Ricevendo nel Palazzo Apostolico un centinaio di rappresentanti delle più importanti ong cattoliche accreditate presso le istituzioni delle Nazioni Unite, Ratzinger ha detto che la cooperazione internazionale non può "imporre stili di vita" che calpestano il valore della vita.

    Il forum delle organizzazioni non governative di ispirazione cattolica inaugurato stamane a Villa Aurelia, costituisce il primo passo del Vaticano verso la creazione di una sorta di task force per sostenere l'azione della Santa Sede sulla scena internazionale in difesa della dignità umana.

    Dopo le polemiche con l'Unicef e Amnesty ha messo in guardia le ong dal rischio di perdere di vista nella loro azione assistenziale il riferimento ai valori etici. "Le discussioni internazionali - denuncia il Papa - sembrano caratterizzate da una logica relativistica che considera come sola garanzia di una pacifica coesistenza tra i popoli un rifiuto di ammettere la verità sull'uomo e la sua dignità".

    Papa Ratzinger ha sottolineato invece la necessità di "un'etica fondata sul riconoscimento di una legge morale naturale". Ignorarla, afferma, "ha condotto, in realtà, all'imposizione di una nozione della legge e della politica che alla fine genera sì un consenso tra gli Stati, ma condizionato da interessi di breve termine o manipolato dalla pressione ideologica, l'unica vera base delle norme internazionali".

    Secondo il Papa, "i frutti amari di questa logica relativistica sono purtroppo evidenti: pensiamo, ad esempio, al tentativo di considerare come diritti umani le conseguenze di certi stili di vita auto-centrati; la mancanza di preoccupazione per i bisogni economici e sociali delle nazioni più povere; il disprezzo per la legge umanitaria e la difesa selettiva dei diritti umani".

    "Vi incoraggio - ha concluso il Pontefice rivolto alle ong cattoliche - a combattere il relativismo in modo creativo, presentando la grande verità sull'innata dignità dell'uomo e i diritti derivati da questa dignità come un insieme di principi etici che, per la loro natura e il loro ruolo di fondamento della vita sociale, rimangono non negoziabili".

    Era ancora mattina presto quando queste parole sono rimbalzate oltre oceano per arrivare sulla First avenue e risalire i piani del Palazzo di Vetro. La replica è arrivata dopo averci pensato su tutta la mattina. Significativo che la replica - praticamente un ripasso di storia - sia stata affidata al numero 3 della sala stampa Farhan Haq e non direttamente allo staff di Ban KI-Moon. Il prossimo 18 aprile il Pontefice è atteso proprio all'Onu e questo scambio di opinioni non è un bel precedente.

    "Le Nazioni Unite nascono da un accordo tra Stati - ha ribadito Farhan Haq - ma non dimenticano che una delle pietre miliari dell'Onu è la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo". Nel dna dell'Onu, che pure è un'organizzazione dove "i popoli sono protagonisti" ci sono quegli principi etici di cui parla il Papa, e che secondo Benedetto XVI "non sono negoziabili per loro natura e per il loro ruolo di fondamento della vita sociale. Ascoltiamo i popoli, le ong, gli attivisti per i diritti umani e i singoli parlamentari". E' possibile fare anche di più "ma l'Onu cerca sempre di includere il maggior numero possibile di interlocutori".

    Il prossimo 18 aprile il Pontefice visiterà il Palazzo di Vetro. "Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon vuole parlare con il Papa di una grande varietà di argomenti" ha riferito Haq. L'agenda dell'incontro deve essere ancora discussa in dettaglio. E' possibile che sia posto anche per il "relativismo morale" delle organizzazioni internazionali.

    Fonte: Repubblica, 1.12.2007

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    Papa accusa l'Onu di relativismo etico

    La dichiarazioni di Benedetto XVI scaturiscono dalle polemiche tra la Chiesa e Amnesty sull'inclusione dell'aborto tra i diritti umani


    CITTA' DEL VATICANO

    Le discussioni in seno all’Onu e alle altre organizzazioni internazionali e regionali sono carenti perché sono improntati al «relativismo» etico e cercano un consenso «manipolato dalla pressione ideologica». Lo sostiene il Papa che, dopo le recenti polemiche tra la Chiesa cattolica e Amnesty international sull’inclusione, o meno, dell’aborto tra i diritti umani.

    Secondo Benedetto XVI, che ha ricevuto questa mattina in Vaticano le organizzazioni non governative (ong) di ispirazione cattolica, «le discussioni internazionali sembrano caratterizzate da una logica relativistica che vorrebbe considerare come sola garanzia di una pacifica coesistenza tra i popoli un rifiuto di ammettere la verità sull’uomo e la sua dignità, senza dire nulla sulla possibilità di un’etica fondata sul riconoscimento di una legge morale naturale. Ciò ha condotto, in realtà, all’imposizione di una nozione della legge e della politica che alla fine genera consenso tra gli Stati - un consenso condizionato da interessi di breve termine o manipolato dalla pressione ideologica - considerato l’unica vera base delle norme internazionali».

    «I frutti amari di questa logica relativistica - secondo il Papa - sono purtroppo evidenti: pensiamo, ad esempio, al tentativo di considerare come diritti umani le conseguenze di certi stili di vita auto-centrati», ha detto Benedetto XVI con trasparente riferimento all’interruzione di gravidanza, «la mancanza di preoccupazione per i bisogni economici e sociali delle nazioni più povere; il disprezzo per la legge umanitaria e la difesa selettiva dei diritti umani». Benedetto XVI ha poi incoraggiato le ong cattoliche a «combattere il relativismo in modo crativo, presentando la grande verità sull’innata dignità dell’uomo e i diritti derivati da questa dignità». Per il Papa bisogna «promuovere come un insieme quei principi etici che, per la loro natura e il loro ruolo di fondamento della vita sociale, rimangono non-negoziabili».

    Fonte: La Stampa, 1.12.2007

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    Citazione Originariamente Scritto da catholikos Visualizza Messaggio
    che io stia sognando....
    Spero che non vada a finire alla solita maniera ratzingeriana, a cui l'attuale Papa ci ha abituati: prima fa la sparata e poi torna sui suoi passi, chiedendo scusa o dicendo di esser stato frainteso
    E' capitato ormai moltissime volte. Questo Papa, dopo aver detto una verità, dinanzi alle critiche - talora montate ad arte - è stato sempre costretto a tornare indietro. Mi auguro che non accada pure in questo caso .... ma che rimanga saldo e fermo nella Verità.

  6. #6
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    BENEDETTO XVI

    UDIENZA AI PARTECIPANTI AL FORUM DI ORGANIZZAZIONI NON GOVERNATIVE DI ISPIRAZIONE CATTOLICA


    1° dicembre 2007

    Your Excellencies,
    Representatives of the Holy See to International Organizations,
    Dear Friends,

    I am pleased to greet all of you who are assembled in Rome to reflect on the contribution which Catholic-inspired Non-governmental Organizations can offer, in close collaboration with the Holy See, to the solution of the many problems and challenges associated with the various activities of the United Nations and other international and regional organizations. To each of you I offer a cordial welcome. In a particular way I thank the Substitute of the Secretariat of State, who has graciously interpreted your common sentiments, while at the same time informing me of the goals of your Forum. I also greet the young representative of the Non-governmental Organizations present.

    Taking part in this important meeting are representatives of groups long associated with the presence and activity of the Catholic laity at the international level, along with members of other, more recent groups which have come into being as part of the current process of global integration. Also present are groups mainly committed to advocacy, and others chiefly concerned with the concrete management of cooperative projects promoting development. Some of your organizations are recognized by the Church as public and private associations of the lay faithful, others share in the charism of certain institutes of consecrated life, while still others enjoy only civil recognition and include non-Catholics and non-Christians among their members. All of you, however, have in common a passion for promoting human dignity. This same passion has constantly inspired the activity of the Holy See in the international community. The real reason for the present meeting, then, is to express gratitude and appreciation for what you are doing in active collaboration with the papal representatives to international organizations. In addition, this meeting seeks to foster a spirit of cooperation among your organizations and consequently the effectiveness of your common activity on behalf of the integral good of the human person and of all humanity.

    This unity of purpose can only be achieved through a variety of roles and activities. The multilateral diplomacy of the Holy See, for the most part, strives to reaffirm the great fundamental principles of international life, since the Church’s specific contribution consists in helping "to form consciences in political life and to stimulate greater insight into the authentic requirements of justice as well as greater readiness to act accordingly" (Deus Caritas Est, 28). On the other hand, "the direct duty to work for a just ordering of society is proper to the lay faithful" – and in the context of international life this includes Christian diplomats and members of Non-governmental Organizations – who "are called to take part in public life in a personal capacity" and "to configure social life correctly, respecting its legitimate autonomy and cooperating with other citizens according to their respective competences and fulfilling their own responsibility" (ibid., 29).

    International cooperation between governments, which was already emerging at the end of the nineteenth century and which grew steadily throughout the last century despite the tragic disruption of two world wars, has significantly contributed towards the creation of a more just international order. In this regard, we can look with satisfaction to achievements such as the universal recognition of the juridical and political primacy of human rights, the adoption of shared goals regarding the full enjoyment of economic and social rights by all the earth’s inhabitants, the efforts being made to develop a just global economy and, more recently, the protection of the environment and the promotion of intercultural dialogue.

    At the same time, international discussions often seem marked by a relativistic logic which would consider as the sole guarantee of peaceful coexistence between peoples a refusal to admit the truth about man and his dignity, to say nothing of the possibility of an ethics based on recognition of the natural moral law. This has led, in effect, to the imposition of a notion of law and politics which ultimately makes consensus between states – a consensus conditioned at times by short-term interests or manipulated by ideological pressure – the only real basis of international norms. The bitter fruits of this relativistic logic are sadly evident: we think, for example, of the attempt to consider as human rights the consequences of certain self-centred lifestyles; a lack of concern for the economic and social needs of the poorer nations; contempt for humanitarian law, and a selective defence of human rights. It is my hope that your study and reflection during these days will result in more effective ways of making the Church’s social doctrine better known and accepted on the international level. I encourage you, then, to counter relativism creatively by presenting the great truths about man’s innate dignity and the rights which are derived from that dignity. This in turn will contribute to the forging of a more adequate response to the many issues being discussed today in the international forum. Above all, it will help to advance specific initiatives marked by a spirit of solidarity and freedom.

    What is needed, in fact, is a spirit of solidarity conducive for promoting as a body those ethical principles which, by their very nature and their role as the basis of social life, remain non-negotiable. A spirit of solidarity imbued with a strong sense of fraternal love leads to a better appreciation of the initiatives of others and a deeper desire to cooperate with them. Thanks to this spirit, one will always, whenever it is useful or necessary, work in collaboration either with the various non-governmental organizations or the representatives of the Holy See, with due respect for their differences of nature, institutional ends and methods of operation. On the other hand, an authentic spirit of freedom, lived in solidarity, will help the initiative of the members of non-governmental organization to create a broad gamut of new approaches and solutions with regard to those temporal affairs which God has left to the free and responsible judgement of every individual. When experienced in solidarity, legitimate pluralism and diversity will lead not to division and competition, but to ever greater effectiveness. The activities of your organizations will bear genuine fruit provided they remain faithful to the Church’s magisterium, anchored in communion with her pastors and above all with the successor of Peter, and meet in a spirit of prudent openness the challenges of the present moment.

    Dear friends, I thank you once again for your presence today and for your dedicated efforts to advance the cause of justice and peace within the human family. Assuring you of a special remembrance in my prayers, I invoke upon you, and the organizations you represent, the maternal protection of Mary, Queen of the World. To you, your families and your associates, I cordially impart my Apostolic Blessing

    *******
    Traduzione:

    Eccellenze,
    Rappresentanti della Santa Sede presso gli Organismi Internazionali,
    cari amici,

    sono lieto di dare il mio benvenuto a tutti voi che siete convenuti a Roma per riflettere insieme sul contributo che le Organizzazioni non Governative (ONG) di ispirazione cattolica possono offrire, in stretta collaborazione con la Santa Sede, alla soluzione delle tante problematiche e sfide che affronta la molteplice attività delle Nazioni Unite e delle altre organizzazioni internazionali e regionali. A ciascuno di voi rivolgo il mio cordiale saluto. Ringrazio in particolare il Sostituto della Segreteria di Stato che si è fatto cortese interprete dei comuni sentimenti, delineandomi nel contempo gli obbiettivi del vostro Forum. Saluto, inoltre, il giovane rappresentante delle Organizzazioni non Governative, qui presente.

    Ai lavori di quest’importante riunione prendono parte rappresentanti di realtà nate negli anni in cui sbocciava per la prima volta l’azione del laicato cattolico a livello internazionale, come pure membri di altre associazioni sorte recentemente, di pari passo con l’attuale processo di integrazione globale. Vi è poi chi si dedica prevalentemente all’azione di advocacy, e chi si occupa principalmente della gestione concreta di progetti di cooperazione allo sviluppo. Alcune vostre organizzazioni si configurano nella Chiesa come Associazioni Pubbliche e Private di Fedeli o partecipano al carisma di taluni Istituti di Vita Consacrata, altre hanno solo un riconoscimento giuridico nell’ordine civile e annoverano fra i loro membri anche non cattolici e non cristiani. Tutti, però, vi accomuna l’unica passione per la dignità dell’uomo, quella stessa passione che ispira costantemente l’azione della Santa Sede presso le diverse istanze internazionali. Ed è proprio per questo che si è voluto promuovere l’incontro di questi giorni: per esprimervi cioè gratitudine e apprezzamento per quanto già fate, collaborando attivamente con i Rappresentanti Pontifici presso gli Organismi Internazionali. Allo stesso tempo si intende rendere ancor più stretta e, dunque, più efficace questa comune azione al servizio del bene integrale della persona umana e dell’umanità.

    Non bisogna, del resto, dimenticare che questa unità di scopi è possibile realizzarla attraverso ruoli e modalità diverse. Infatti, mentre la diplomazia multilaterale della Santa Sede deve, prevalentemente, affermare i grandi principi fondamentali della vita internazionale, perché il contributo specifico della Gerarchia Chiesa è "servire la formazione della coscienza, affinché le esigenze della giustizia diventino comprensibili e politicamente realizzabili" (Deus Caritas est, 28, a), dall’altra parte "il compito immediato di operare per un giusto ordine nella società è invece proprio dei fedeli laici - nel caso della vita internazionale, dei diplomatici cristiani e dei membri delle ONG - che sono chiamati a partecipare in prima persona alla vita pubblica... a configurare rettamente la vita sociale, rispettandone la legittima autonomia e cooperando con gli altri cittadini secondo le rispettive competenze e sotto la propria responsabilità (Ibid., 29).

    La cooperazione internazionale tra i Governi, nata già alla fine del secolo XIX e sviluppatasi sempre più nel secolo scorso, nonostante le tragiche interruzioni delle due guerre mondiali, ha contribuito significativamente alla creazione di un ordine internazionale più giusto. A tale riguardo, possiamo osservare con soddisfazione ai risultati ottenuti, quali il riconoscimento universale del primato giuridico e politico dei diritti umani, la fissazione di obiettivi condivisi per il pieno godimento dei diritti economici e sociali da parte di tutti gli abitanti della terra, la promozione della ricerca di un sistema economico mondiale giusto e, ultimamente, la salvaguardia dell’ambiente e la promozione del dialogo interculturale.

    Tuttavia, spesso il dibattito internazionale appare segnato da una logica relativistica che pare ritenere, come unica garanzia di una convivenza pacifica tra i popoli, il negare cittadinanza alla verità sull’uomo e sulla sua dignità nonché alla possibilità di un agire etico fondato sul riconoscimento della legge morale naturale. Viene così di fatto ad imporsi una concezione del diritto e della politica, in cui il consenso tra gli Stati, ottenuto talvolta in funzione di interessi di corto respiro o manipolato da pressioni ideologiche, risulterebbe essere la sola ed ultima fonte delle norme internazionali. I frutti amari di tale logica relativistica nella vita internazionale sono purtroppo evidenti: si pensi, ad esempio, al tentativo di considerare come diritti dell’uomo le conseguenze di certi stili egoistici di vita, oppure al disinteresse per le necessità economiche e sociali dei popoli più deboli, o al disprezzo del diritto umanitario e ad una difesa selettiva dei diritti umani. Auspico che lo studio e il confronto di questi giorni permetta di individuare modi efficaci e concreti per far recepire a livello internazionale gli insegnamenti della dottrina sociale della Chiesa. In tale senso, vi incoraggio ad opporre al relativismo la grande creatività della verità circa l’innata dignità dell’uomo e dei diritti che ne conseguono. Una tale creatività consentirà di dare una risposta più adeguata alle molteplici sfide presenti nell’odierno dibattito internazionale e soprattutto permetterà di promuovere iniziative concrete, che vanno vissute in spirito di comunione e libertà.

    Occorre uno spirito di solidarietà che conduca a promuovere uniti quei principi etici non "negoziabili" per la loro natura e per il loro ruolo di fondamento della vita sociale. Solidarietà intrisa di forte senso di amore fraterno che porti ad apprezzare le iniziative altrui, a facilitarle e a collaborare con esse. In forza di questo spirito non si mancherà, ogni volta che sia utile o necessario, di coordinarsi sia tra le diverse ONG sia con i Rappresentanti della Santa Sede, sempre nel rispetto della diversità di natura, di fini istituzionali e dei metodi operativi. D’altra parte, un autentico spirito di libertà, vissuto nella solidarietà, spingerà l’iniziativa dei membri delle ONG ad espandersi in una vasta pluralità di orientamenti e di soluzioni circa le questioni temporali che Dio ha lasciato al libero e responsabile giudizio di ciascuno. Infatti, se vissuti nella solidarietà, il legittimo pluralismo e la diversità non solo non diventano motivo di divisione e concorrenza, ma sono condizione di maggiore efficacia. L’azione delle Organizzazioni che voi rappresentate sarà dunque veramente feconda se resterà fedele al Magistero della Chiesa, ancorata nella comunione con i suoi Pastori e soprattutto con il Successore di Pietro, ed affronterà con un’apertura prudente le sfide dell’ora presente.

    Cari amici, vi rinnovo il mio grazie per l’odierna vostra presenza e per il vostro impegno nel promuovere la causa della giustizia e della pace all’interno dell’umana famiglia. Mentre vi assicuro il mio speciale ricordo nella preghiera, invoco su di voi e sulle Organizzazioni che rappresentate la protezione materna di Maria, Regina Mundi, imparto con affetto la mia Benedizione Apostolica a voi, alle vostre famiglie e a quanti sono membri delle vostre Associazioni.


 

 

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