Nel 2010 morirà la rete?
Di Marina Rossi
20/11/2007 - 12:23
Nemertes indica il 2010 come termine della rete come la conosciamo: se non verranno stanziati nuovi finanziamenti per 137 miliardi di dollari nei collegamenti ad alta velocità, le informazioni supereranno la capacità dell'internet. Previsione o incentivo per le telco?
Secondo lo studio sulla rete condotto dal gruppo di ricerca Nemertes, l'internet avrebbe davanti a sé ancora pochissimi anni di vita serena, dopodiché si troverebbe a dover trasportare più dati di quanti in realtà le infrastrutture non possano fare. I termini sono chiari: se non verranno investiti 137 miliardi di dollari in nuove linee di comunicazioni backbone, nel 2010 i contenuti potrebbero superare la capacità delle reti.
L'eccesso delle informazioni non è solo un problema per l'utente che deve imparare a gestire la quantità crescente di stimoli, ma è una problematica che coinvolge, per prime, le reti fisiche e tutti i componenti del network come la banda larga, gli switch, i router e i terminali. Al centro dell'attenzione sono – in questo specifico studio – i collegamenti dorsali (backbone) che collegano tra loro e ad alta velocità le reti a distribuzione regionale, nazionale e continentale, attraverso cavi in fibra ottica sottomarini posti sul fondo degli oceani.
I gestori delle dorsali sono quindi chiamati a investire più del doppio di quanto non abbiano previsto per i prossimi anni, in modo da poter soddisfare la richiesta crescente di trasferimento di nuove informazioni: solo quest'anno sono stati prodotti dati per un totale di 161 trilioni di byte (exabytes). Inoltre, le informazioni sono ormai articolate e multimediali, con la conseguente richiesta di migliori infrastrutture per il trasferimento e per la fruizione dei contenuti.
Nel 2010 la crescente richiesta di servizi non riuscirà più a essere soddisfatta – sempre secondo lo studio di Nemertes Research Group – e gli utenti assisteranno a rallentamenti e problemi di connessione tali da poter mandare in crisi l'intero sistema. Dopo anni di consolidamento delle abitudini degli utenti, la possibilità di assistere al declino dei servizi potrebbe scoraggiare persone e aziende, fruitori e produttori.
Al di là delle valutazioni sulla bontà dello studio, Techdirt sottolinea la ciclicità di simili dichiarazioni e l'allarme di un possibile collasso che periodicamente viene lanciato da diverse fonti. Non è la prima volta, quindi, che si pensa al futuro della rete come una scommessa per le infrastrutture e per la gestione dell'enorme quantità di informazioni, ma ogni volta si supera brillantemente la preannunciata crisi. Allarmare utenti e governi su una possibile fine dell'internet è infatti un modo per richiamare nuovi investimenti e incentivi, alleggerendo i costi dei provider. E proprio questo rapporto condotto da Nemertes, infatti, è stato svolto per conto della Internet Innovation Alliance, di cui fa parte anche il carrier At&t.
http://www.visionpost.it/index.asp?C=4&I=2653