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  1. #11
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    Tornando seri

    Cuba, Venezuela strengthen economic ties
    Mon Oct 15, 2007 33pm EDT


    By Marc Frank

    HAVANA (Reuters) - Revolutionary allies Cuba and Venezuela signed a raft of economic accords on Monday aimed at furthering cooperation, including plans for nickel and oil development and a billion-dollar petrochemical complex in Cuba.

    Venezuelan President Hugo Chavez and acting Cuban President Raul Castro presided over the signings, the latest in a series of such events as the two countries cement their political and economic ties in fierce opposition to the U.S. presence in the region.

    Ailing President Fidel Castro and Chavez in 2004 founded the Bolivian Alternative for the Americas, under which Monday's accords were signed, as an alternative to U.S.-led free trade initiatives.

    So far just Bolivia and Nicaragua have joined the pact.

    The two countries have already formed 19 joint ventures in many different sectors, especially energy where they are upgrading a Cuban super-tanker port, operating oil tankers and putting into operation a long dormant oil refinery in central Cienfuegos province abandoned when the Soviet Union collapsed.

    The new plans signed on Monday call for building a plant to turn liquefied natural gas back into gas and study the potential to build a fertilizer plant and other petrochemical plants around the refinery.

    The countries also plan to upgrade Cuban low-quality crude oil, and explore for oil in four offshore blocks in Cuba's Gulf of Mexico waters and two blocks along the north coast in western Cuba.

    A joint venture to mine nickel waste and turn it into ferro-nickel and letters of intent for the construction and fishing industries were also signed. Continued...

    http://www.reuters.com/article/world...Name=worldNews

  2. #12
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    Questa si chiama "cooperazione atta a metterla in quel posto agli yankee".

    Credo che siano queste le esatte parole usate dalla Treccani.

  3. #13
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    L'embargo ora lo faranno i cubani agli stati uniti.

  4. #14
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    Propongo anche qui la traduzione all'ansa Reuters


    Avana: Gli alleati rivoluzionari, Cuba e Venezuela, hanno firmato Lunedì un trattato di massima su accordi economici allo scopo di proseguire la cooperazione, incluso piani di sviluppo/crescita di produzione di nickel e petrolio, oltre ad un polo petrolchimico da un miliardo di dollari, con sede a Cuba.

    Il presidente venezuelano Hugo Chavez e l'attuale in capo Presidente Cubano Raul Castro erano presenti al momento della firma, l'ultimo di una serie di eventi atti a cementificare i loro legami politici ed economici in strenua opposizione alla presenza USA nella regione.

    Il dolorante Presidente Fidel Castro e Chavez fondarono nel 2004 l'Alternativa Bolivariana per le Americhe, alla luce del quale l'accordo di Lunedì è stato firmato, come un'alternativa alle iniziative di libero scambio statunitense.

    Fino ad ora si sono già unite Bolivia e Nicaragua.

    I due paesi hanno già costituito 19 joint-ventures in molti differenti settori, specialmente quello energetico, in cui stanno ampliando un super-porto di stoccaggio, rendendo operative cisterne petrolifere e mettendo in azione un raffineria a lungo inattiva nella provincia centrale del Cienfuegos, abbandonata quando l'Unione Sovietica si ritirò.

    I paesi inoltre hanno in progetto di migliorare la bassa qualità dell'olio grezzo Cubano, ed andare alla ricerca di quattro nuovi giacimenti fuori costa nelle acque territoriali Cubane del Golfo del Messico, oltre a due giacimenti nella costa settentrionale della Cuba occidentale.

    Sono state firmate anche una joint-venture per estrarre nickel grezzo e trasformarlo in ferro-nickel, e lettere di propositi per industrie edili e per la pesca (ma si dice peschive?...boh).

  5. #15
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    Il gas spinge Chavez e Uribe
    Maurizio Matteuzzi

    Articolo da dividere in due parti

    Questione energetica


    1. La grande spinta del venezuelano Hugo Chavez per portare avanti il processo d'integrazione dell'America latina - a cominciare da quello energetico - ha avuto ieri il primo risultato concreto, minore rispetto ai progetti più ambiziosi ma importante visto che è stato raggiunto con il presidente colombiano Alvaro Uribe, forse il suo nemico più ferrigno nella regione sul piano politico-ideologico: anti-americanissimo l'uno, filo-americanissimo l'altro.
    Ieri mattina nel campo gassifero colombiano di Ballenas, nel municipio di Manaure, nel dipartimento della Guajira, la penisola nel mar dei Caraibi che fa da confine fra Colombia e Venezuela, Chavez e Uribe, con l'ecuadoriano Rafael Correa come ospite, hanno inaugurato il gasdotto trans-guajiro o trans-caribeño. Il gasdotto corre per 89 km in Colombia e 136 in Venezuela e all'inizio rifornirà di gas colombiano Maracaibo, la seconda città del Venezuela, poi - fra tre anni- il senso di marcia s'invertirà e sarà il gas venezuelano a rifornire la Colombia.
    Nelle intenzioni di Chavez, che è l'ideatore dell'iniziativa, dovrebbe poi scendere verso l'Ecuador - ciò che spiega la presenza di Correa -, arrivare poi fino al Perù e alla Bolivia, completando così il braccio occidentale di quella rete energetica proposta ai suoi partner dell'America latina. Il braccio orientale dovrebbe essere il gasdotto da 10 mila chilometri e 20 miliardi di dollari che porterà il gas venezuelano attraverso l'Amazzonia (ma gli ambientalisti storcono il naso) in Brasile, Argentina e Uruguay: l' «Hugoducto», che però per il momento resta solo sulla carta e chissà se e quando vedrà la luce.
    Il trans-guajiro, costato 460 milioni di dollari, è una joint-venture fra l'Ecopetrol colombiana e la Pdvsa venezuelana.
    Grandi nemici sul piano politico, Chavez e Uribe si ritrovano spesso in sintonia su quello economico-commerciale, anche perché l'interscambio Colombia-Venezuela è grosso e non consente colpi di testa ideologici.


    Questione Farc

    2. Ma il vertice informale di Ballenas per l'inaugurazione del gasdotto è stato anche un ottimo pretesto per parlare di politica. Fra i due attualmente c'è molta carne al fuoco. La proposta di Chavez di fungere da «facilitador» nel complicato «scambio umanitario» fra ostaggi delle Farc e guerriglieri detenuti; il lancio, il 3 novembre a Caracas, del Banco del Sur; la possibilità di un rientro del Venezuela nella Can, la Comunità andina de Naciones (da cui Chavez è uscito rumorosamente per via dell'adesione di Colombia e Perù a trattati di libero scambio con gli Usa).
    Lo scambio proposto fra 45 ostaggi delle Farc - fra cui la richiestissima (da Sarkozy) ex candidata presidenziale Ingrid Betancourt - e 500 guerriglieri detenuti è complicato e Chavez proponendosi come broker si è assunto un grosso rischio. Anche perché Uribe, al di là del suo conclamato appoggio allo scambio umanitario, non è disposto a cedere nulla sul piano politico alle Farc né a rinunciare alla sua opzione preferita - il riscatto degli ostaggi manu militari - quasi sempre destinata a finire con la loro morte. La mediazione non è facilitata neppure delle Farc che sembra chiedano l'inclusione nello scambio di due loro leader - Simon Trinidad e Sonia -, estradati da Uribe negli Usa dopo l'arresto dove stanno scontando condanne pesantissime. Chavez ha già dovuto rinviare l'appuntamento fissato a Caracas con qualche leader delle Farc ma ieri si è detto ottimista e garantito l'incontro sarà «nei prossimi giorni».
    Chavez si è mostrato possibilista rispetto al rientro nella Can, anche perché glielo chiede il suo amico boliviano Evo Morales. A sorpresa è arrivara la richiesta di Uribe di entrare fra i paesi firmatari della Banca del Sud - Venezuela, Argentina, Brasile, Bolivia, Ecuador, Uruguay, Paraguay -, anche se si è affrettato a dire che questo non va letto come un «rifiuto» all'Fmi, Banca mondiale e Banco inter-americano di sviluppo, dalla cui morsa invece tutti (o quasi) i 7 firmatari vogliono liberarsi. Forse la mossa di Uribe si deve anche al fatto che il suo rapporto ombelicale con Bush non è nel momento il migliore, per via delle resistenze del Congresso Usa all'approvazione del tlc con la Colombia (sollecitata ieri a Miami da Bush) e delle insistenze di Washington sull'estradizione dei paramilitari-narcos che a Bogotà stanno mettendo con le spalle al muro il loro amicone Uribe da cui si sentono traditi.

    http://www.ilmanifesto.it/Quotidiano...007/art31.html

  6. #16
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    bene bene-....qst accordi sono molto importanti secondo me

 

 
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