Anche Big Blue contribuirà allo sviluppo della suite open source. Con Sun, Ibm e Google a vario titolo impegnati nello sviluppo e nella distribuzione, il fronte anti-Microsoft si coalizza per sfidare Bill Gates anche sul versante dei prodotti per la produttività in ufficio.
La comunità OpenOffice.org accoglie un altro pezzo da novanta: Ibm. Secondo quanto annunciato ieri, Big Blue contribuirà allo sviluppo della suite open source che punta a rivaleggiare con Microsoft nei prodotti per la produttività in ufficio. I primi contributi della società di Armonk si concentreranno sul miglioramento dell'accessibilità del software, una questione assai cara a quegli utenti pubblici, come lo stato del Massachusetts, che utilizzano il software. Ibm offrirà alla comunità porzioni di codice sviluppate per Lotus Notes e contribuirà all'arricchimento della suite sul piano delle funzionalità. Secondo ciò che riferisce Cnet, saranno 35 i programmatori dell'azienda americana impegnati sul codice di OpenOffice.org.
Tra le righe delle dichiarazioni di rito che esprimono soddisfazione per la decisione, si può cogliere la più ampia ratio della mossa. "Siamo particolarmente contenti di associarci alla comunità per accelerare il tasso di innovazione del mercato della produttività in ufficio. [...]. Crediamo anche che la collaborazione porterà a un più ampio spettro di applicazioni che supportano Odf e a soluzioni che si basano sulla tecnologia di OpenOffice.org", ha detto Mike Rhodin, General Manager della divisione Lotus di Ibm. Il che, tradotto dal "diplomachese" in cui sono scritti i comunicati stampa, significa che anche Ibm pensa che l'unica possibile alternativa allo strapotere di Office di Microsoft può venire da un progetto open source che si fondi sui contributi del più ampio spettro possibile di concorrenti dell'azienda di Redmond. Laddove il nemico è troppo forte, l'unica strada è rinunciare agli steccati e provare a unire le forze con quelli che in altri campi sono i nostri concorrenti.
Il che è quello che è accaduto in questi anni. Fu Sun Microsystems nel 2000 a rilasciare pubblicamente il codice (o almeno la maggior parte di esso) della suite StarOffice (acquistata l'anno prima) e a coordinare la comunità di sviluppo di OpenOffice.org. Il risultato, sette anni più tardi, è un prodotto completo, stabile e, soprattutto, gratuito che aziende private e pubblicche iniziano a sperimentare come alternativa alle licenze di Office. Un software che inizia a raccogliere i contributi di altri big del settore. Oltre all'annuncio di ieri, va ricordato che il mese scorso StarOffice, vale a dire la versione commerciale di OpenOffice distribuita da Sun (da cui differisce solo in alcuni particolari) è stata inserita nel Google Pack, il pacchetto di software promosso da Google, segno di quanto anche la grande G sia interessata alla diffusione di alternative a Gates.
Ma la dichiarazione di Rhodin ci ricorda anche che c'è un terreno di battaglia parallelo alle applicazioni: quello dei formati. Come è noto, OpenOffice supporta Odf, formato aperto e standard Iso, appoggiato da un consorzio di aziende che racchiude tutto il fronte anti-Microsoft. Nella diffusione di questo formato (e dei formati aperti in generale) i concorrenti di Bill Gates vedono un'altra possibilità di infrangere il monopolio dell'avversario. La speranza è che per il futuro sempre più governi e agenzie pubbliche ricorrano a formati standard per il salvataggio dei propri documenti e che scelgano Odf aprendo così il mercato delle applicazioni oltre il dominio di Office.
Microsoft, da parte sua, è ben conscia di questa strategia e, come è noto, è già corsa ai ripari. Dopo avere fatto di OOXML il formato di default in cui si salvano i documenti nell'ultima versione di Office sta premendo perché l'Iso lo certifichi come standard. L'approvazione, molto contestata dagli avversari, potrebbe arrivare a febbraio.
Autore: Raffaele Mastrolonardo
Fonte: http://www.visionpost.it/index.asp?C=9&I=2400
Sito: http://www.visionpost.it
Data: 11/09/2007 - 11:52