Gen. Petraeus: Iraq, no a un ritiro affrettato

WASHINGTON - No a un ritiro affrettato perché comporterebbe troppi rischi, alcuni risultati militari sono stati raggiunti, ma quelli politici sono ancora in alto mare. E quindi prima di prendere la decisione di una riduzione significativa delle truppe Usa dall'Iraq (ora ci sono 168 mila soldati), è meglio riparlarne tra sei mesi. È il succo delle raccomandazioni che, secondo le anticipazioni del New York Times, il generale David Petraeus ha inviato alla Casa Bianca e che il comandante delle truppe americane in Iraq ha illustrato in un'audizione alle commissioni Difesa ed Esteri della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti. Petraeus ha suggerito al presidente George W. Bush che una prima e parziale riduzione delle truppe (per riportarle al livello della primavera 2007) potrebbe iniziare a metà dicembre con il ritiro di una delle venti brigate, circa 4 mila soldati. Entro agosto 2008 le forze americane in Iraq potrebbero tornare a quindici brigate, cioè al livello precedente (circa 135 mila uomini) l’invio di rinforzi voluto da Bush in primavera. SITUAZIONE INSTABILE - Secondo Petraeus i tempi del ritiro parziale, che lascerebbe comunque in Iraq circa 130 mila soldati, possono variare e dipendono dalle condizioni sul campo in quanto, nonostante i progressi militari, la situazione è ancora instabile e in continua evoluzione. Il presidente della commissione Esteri, il democratico Tom Lantos, ha detto di non vedere i progressi militari evidenziati da Petraeus dopo l'invio di ultriori truppe nella scorsa primavera: «Ci sono stati forse successi tattiti, ma non strategici». L'audizione di Petraeus e dell'ambasciatore americano a Bagdad, Ryan Crocker, proseguirà martedì alle commissioni del Senato Usa. Prima dell'inizio dell'udienza ci sono state proteste di alcuni fautori del ritiro dell'Iraq.
AL-MALIKI: NON SIAMO PRONTI - Poche ore prima dell'audizione di Petraeus, al Parlamento di Bagdad il premier iracheno Nouri al-Maliki, aveva riconosciuto che negli ultimi mesi ci sono stati «tangibili progressi» sul fronte della sicurezza, ma «non sufficienti». Al-Maliki ha ribadito che le forze di sicurezza irachene non sono pronte a ricevere dagli americani la responsabilitàpiena della sicurezza. «Abbiamo bisogno ancora di maggiori sforzi e tempo perché le nostre forze armate siano in grado di assumere la responsabilità della sicurezza in tutte le province irachene».

10 settembre 2007