L'Inno di Mameli è ormai radicato nella nostra sensibilità: non sono tanto i versi, che, come del resto in inni di altre nazioni, risentono della cultura dell’epoca in cui fu composto, quanto il complesso della poesia ed il suo insuperabile connubio con la musica, tramandataci da generazione in generazione a far sì che esso faccia ormai parte del DNA di ognuno di noi.
L’inno è stata la colonna sonora della nostra storia, ne ha accompagnato gli eventi lieti e tristi e rappresenta il logico legame tra passato, presente e futuro.
Cambiare, come qualcuno propone,l’inno, significherebbe cancellare il patrimonio storico lasciatoci dai nostri padri.
Conosciamo il testo esatto e il significato del nostro Inno Nazionale? In quale momento storico fu composto? Rispondendo a queste domande ci renderemo conto perché la musica di Novaro e le parole di Mameli costituiscono l’inno insostituibile per tutti gli Italiani. Possiamo considerare come redazione, definitiva del testo dell’Inno la sua prima edizione a stampa poiché la stessa fu rivista e corretta con note a penna dal suo autore, Goffredo Mameli!
Leo Morabito
E’ curioso come il canto che tutti riconosciamo come inno nazionale, non sia mai stato ratificato come tale dal Governo italiano. La Monarchia adottava ufficialmente la “Marcia reale”; la Repubblica, dopo il referendum costituzionale del 1946 adottò “provvisoriamente” il canto di Mameli, che era il più amato dal popolo. Sino ad oggi non si è ancora provveduto ad ufficializzare con un decreto questa consuetudine.
Questo fatto provoca curiosi incidenti diplomatici in occasioni ufficiali, specialmente all’estero; poiché nessuno ha provveduto a dare informazioni sul nostro inno alle diverse diplomazie, è successo che il nostro Capo di Stato sia stato salutato... con la Marcia Reale, cioè con l’ultimo inno, regolarmente statuito da una legge.
L'Istituto Mazziniano