Pensioni, scontro nel governo
L'APERITIVO
Damiano propone lo "scalino" a 58 anni
Pensioni, si riparte con il confronto tra il governo e i sindacati. Nel pomeriggio di oggi esecutivo e rappresentanti dei lavoratori si incontreranno per discutere sulla proposta del ministro del Lavoro Cesare Damiano: età pensionabile a 58 anni e tre anni di sperimentazione con gli incentivi per chi vuole restare a lavorare dopo questa soglia. L'idea piace ai sindacati, mentre Padoa-Schioppa è scettico.
L'incontro sarà al ministero del Lavoro e vedrà al primo punto il tema delle pensioni più basse, allo scopo di quantificare i soggetti destinatari dell'una tantum prevista dal Consiglio dei ministri. L'altro punto caldo è quello dello scalone e su questo potrebbe esserci un'accelerazione visto che la proposta formulta da Damiano è stata accolta molto positivamente da Cgil, Cisl Uil.
Nell'incontro, ha spiegato Damiano, "dobbiamo individuare la platea dei pensionati a cui erogare l'anticipo da 900 milioni di euro" previsto per il prossimo ottobre. Damiano ha spiegato che tale platea "può variare da due a tre milioni di pensionati". Quanto ai riscontri ottenuti dalla proposta su un ammorbidimento dello scalone, Damiano ha dichiarato che "è importante che ci sia un buon punto di partenza" con cui avviare le trattative.
Insomma, sembra che le distanze tra governo e sindacati si stiano accorciando. E la proposta di Damiano potrebbe mettere in soffitta lo scalone, che prevede il brusco passaggio da 57 a 60 anni per andare in pensione dal 2008 previsto dalla legge Maroni. Ma Prc insiste nella richiesta di escludere anche dall'eventuale "gradino" a 58 anni gli operai, chi fa tre turni e i lavoratori che svolgono attività usuranti. "Se la decisione non è compresa da chi lavora in fabbrica non è positiva", ha detto il ministro di Rifondazione, Paolo Ferrero.
Decisamente scettico il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, che ribadisce come "avere un sistema pensionistico che penalizza i giovani significa rompere un equilibrio, che non esiterei a definire ambientale".
E anche Silvio Berlusconi è intervenuto nel dibattito: mantenere lo scalone per le pensioni, secondo il leader di Forza Italia "è già poco". Quando era al governo, ha rivelato, fu costretto "a quello scalone", facendo intendere che doveva essere più elevato.// fine escludi banner --></H3>
"Abolire lo scalone è doveroso. Non si possono fare questi giochi per cui in un minuto solo vanno in pensione tre classi di età insieme. Non è giusto". Così il premier Romano Prodi nel corso di un'intervista. Il premier ha poi indicato come intende reperire i fondi: "Troveremo i soldi per abolire lo scalone con i risparmi nella pubblica amministrazione". Dimunuire le tasse resta l'obiettivo prioritario del governo.
"Milioni di italiani sono onesti, hanno il diritto che si taglino le imposte e questo è cominciato ora" ha sottolineato Prodi.
E sul lungo braccio di ferro con le parti sociali, non si scoraggia, nonostante le evidenti diversità di vedute: "Ho consultato tutti, continuerò e terminerò le consultazioni. Le diversita' ci sono. Poi, come è già accaduto in passato, il governo prenderà una decisione e a quella si sta. Non ho paura del futuro".
IL SECONDO
Padoa-Schioppa: spesa troppo alta
"Ma le critiche Ue vengono da ultrà"
L'Italia ha rispettato gli impegni presi con Bruxelles ed è uscita dall'emergenza, ma l'andamento della spesa pubblica superiore alle stime ha peggiorato la situazione dei nostri conti. Lo dice il ministro dell'Economia Tommaso Padoa-Schioppa, intervenuto sulla salute delle finanze pubbliche durante un'audizione al Senato.
"Siamo usciti dall'emergenza e nel rapporto deficit/Pil siamo sotto il 3%, le entrate sono buone ma l'andamento della spesa non ci soddisfa ed è superiore alle stime di marzo, a causa della modifica dei ticket, per la decisione di riaprire la negoziazione del contratto sul pubblico impiego, ma anche per gli aumentati tassi di interesse", ha detto il ministro. Che ha rincarato la dose nella sua "risposta" alle critiche arrivate da Bruxelles definendo "ortodossi ultrà" quelli che stanno lanciando gravi accuse contro l'Italia.
"Non toccare e non fare nulla nel 2007 e fare aggiustamento di 10 miliardi del 2008": questo l'imperativo dela "ortodossia ultrà, integrale" di Bruxelles, ha detto il ministro illustrando gli obiettivi di deficit/pil rivisti nel Dpef e che prevedono per il 2007 un risultato del 2,5%.
Non siamo nell'ultraortodossia - ha sottolineato Padoa-Schioppa - perchè dal punto di vista del Patto di stabilità sarebbe meglio raggiungere il pareggio di bilancio più rapido e non tenere conto di altro a parte le esigenze di pareggio di bilancio ma è altrettanto vero che abbiamo interamente rispettato gli impegni, non abbiamo cambiato direzione, non ci siamo fermati, abbiamo rallentato il passo". Il ministro ha precisato che "non si è sciolto il legame con Bruxelles, non siamo venuti meno agli impegni presi". Il titolare di Via XX Settembre ha infine assicurato che "non sono cambiati gli obiettivi: avevamo previsto un pareggio di bilancio nel 2011 e abbiamo mantenuto le previsioni".
DOLCE FRUTTA E CAFFE'
Visco: pronti a ridurre le tasse
"Recupero evasione, questione di tempo"
Il viceministro dell'Economia Vincenzo Visco dice di essere pronto a ridurre le tasse. Assicura che recuperare i cento miliardi evasi è solo una questione di tempo. Quindi ora il governo è nelle condizioni di ridurre il carico fiscale per i cittadini, "sempre che si contenga la spesa pubblica e si proceda al recupero dell'evasione". L'annuncio è arrivato a Genova, a margine di un convegno sui dieci anni dell'Agenzia delle Entrate.
"Recuperare i 100 miliardi evasi è una questione solo di tempo, di volontà politica e di capacità organizzativa. Fin dall'inizio abbiamo detto che il recupero dell'evasione era finalizzato alla riduzione delle tasse. Adesso siamo in grado di cominciare a farlo, sempre che si contenga la spesa pubblica e si proceda al recupero dell'evasione". Così ha detto il vice di Padoa-Schioppa.
"Bisogna decidere - ha aggiunto - se si vuole fare il recupero: la cosa è possibile. Lo stiamo dimostrando con quello che è successo quest'anno. Nello stesso tempo è evidente che, essendo l'evasione un fenomeno di massa, l'opposizione al contrasto è fortissima".
Quanto alla riduzione delle tasse, Visco ha ribadito: "Speriamo di cominciarlo a fare fin da subito". "Prima - ha precisato - abbiamo dovuto rimettere in equilibrio il bilancio devastato da cinque anni di malagestione".
E alla domanda se il nostro Paese sia vicino a chiudere la deregulation fiscale di cui sono protagonisti grandi e piccole imprese, il viceministro ha risposto: "Non è questione di deregulation, è una questione di tolleranza dell'evasione e, ancora peggio, di incitamento all'evasione". Alla domanda poi se sarà ridotta l'Ici, Visco ha risposto: "E' un'imposta comunale ci devono pensare i Comuni".
CAMERIERE........IL CONTO PREGO
5/7/2007
L'Istat: in Italia consumi fermi
Spesi 63 euro in più al mese
Consumi fermi in Italia secondo l'Istat. Il Rapporto annuale dell'Istituto di statistica segnala un aumento delle uscite delle famiglie italiane pari al 2,6% nel 2006 rispetto al 2005. Abbiamo quindi speso in media 63 euro in più al mese. Ma l'aumento viene sostanzialmente annullato dal tasso di inflazione, che l'anno scorso era stato del 2,1%. Molto più alta la spesa delle famiglie del Nord rispetto a quelle meridionali.
Per i beni non alimentari in effetti un nucleo che vive nelle regioni settentrionali spende in media 2.326 euro al mese, contro i 1.480 del Sud. Il Centro e il Mezzogiorno confermano le stesse cifre del 2005 sia per i beni alimentari sia per quelli non alimentari mentre al Nord si segnalano incrementi nelle spese per l'abitazione comprensive di affitto e utenze, nei trasporti, nell'istruzione e nell'abbigliamento-calzature.
In media la spesa per i beni alimentari è identica in tutte le zone del Paese, ed è pari al 19% della spesa complessiva mensile. E anche la spesa per alimentari e bevande è leggermente cresciuta (467 euro contro 456), attestandosi al 19% del totale, mentre ad aumentare sensibilmente sono state le uscite familiari per generi non alimentari, passate tra il 2005 e il 2006 da 1.941 euro mensili a 1.994 euro. In crescita anche i consumi di combustibili e energia elettrica, che hanno raggiunto il 5% del totale.
La spesa risulta poi molto differente in rapporto alla composizione della famiglia, tanto che la spesa media di un nucleo composto da quattro persone arriva anche a 3.167 euro. Il lieve aumento della spesa media mensile in percentuale evidenzia comunque come a un leggero aumento della spesa media per consumi interni nominali sia corrisposta una sostanziale stabilità in termini reali.
Secondo l'indagine dell'Istat poi rimangono sostanzialmente stabili le spese delle famiglie per abbigliamento, altri beni e servizi e comunicazione, istruzione e tabacchi. E' scesa la quota di spesa per elettrodomestici, tempo libero e cultura e quella per i servizi sanitari mentre è cresciuta la quota di spesa per l'abitazione che ha raggiunto in media i 639 euro al mese. Se a queste spese si aggiungono anche le utenze, anche queste in leggero aumento (124 euro mensili) le spese per la casa hanno raggiunto il 31% della spesa complessiva.
Dall'indagine risulta inoltre che le famiglie di anziani hanno avuto livelli di spesa decisamente più bassi di quelle delle famiglie con a capo un giovane o un adulto: i single, addirittura, hanno speso un terzo in più delle stesse famiglie dalla stessa tipologia con a capo un ultrasessantaquattrenne. Ovviamente i bassi livelli di spesa degli anziani si sono tradotti in una forte concentrazione sulle spese necessarie: un anziano solo ha destinato il 45,3% della sua spesa mensile alla abitazione e alle utenze domestiche e ha speso il 22% per i generi alimentari. Per gli anziani, insomma, due terzi della spesa famigliare sono stati spesi per cibo e casa mentre un ulteriore 5% è andato alle spese per la salute e i servizi sanitari.
CARO GOVERNO DOPO LE FERIE MEGLIO TORNARE A CASA.
wooff...wooff...