Signor Presidente noi liberali partiamo dall'assetto parlamentare per la nostra riflessione e non dal nome da indicare, perchè ciò spetta solo a lei. Nella Costituzione ai partiti si chiede di parlare della loro disponibilità a sostenere dei Governi, non di dire un solo nome. Nell'illustre compagnia di Luigi Einaudi -Presidente che procedette all'incarico di un premier senza neppure consultare i partiti, cosa che purtroppo qui su PIR non è possibile- noi riteniamo che sia assolutamente giusto che sia il Presidente di POL a pensare un nome, senza imbeccate dei partiti, tenendo tuttavia sotto controllo la possibilità che i partiti stessi sostengano tale nome e che non si verifichi dunque una posizione passiva del Presidente come semplice ricettacolo delle decisioni delle segreterie di partito.
Le elezioni non hanno visto una prevalenza del centrodestra o del centrosinistra a causa della tripolarizzazione del sistema con l'exploit del Partito Cristiano delle Famiglie, un partito "Cristiano e Fascista" guidato da una foglia di fico democristiana di sinistra da poco eletta Presidente della Camera che nasconde il suo benaltrismo e doppiofornismo dietro il paravento di una ispirazione religiosa.
In queste condizioni riteniamo che l'assenza di una maggioranza politica dovrebbe determinare in automatico i lavori per un governo di tipo tecnico in cui siano rappresentate tutte le forze politiche e che si occupi prima di tutto di produrre un lavoro di mediazione certosina e aperta a tutti per il rattoppamento delle falle che il nuovo ordinamento costituzionale, pensato male e scritto peggio, presenta.
La necessità di un Governo tecnico è per noi palese perchè nè al senato nè alla Camera ci sono numeri per governi "tranquilli" stante l'eterogeneità estrema. Potrebbe anche nascere un qualche governo sulla falsariga del Prodi II, ma farebbe la stessa convulsa fine in breve e produrrebbe solo liti nella sua breve vita. Tutto il contrario degli alti obbiettivi che come liberali ci poniamo.
Se il Governo tecnico non fosse possibile sarebbe meglio di un governo politico vero e proprio anche semplicemente un governo "non troppo politicizzato". Su eventuali appoggi ad esso, tuttavia, noi potremmo al massimo concedere delle desistenze, e solo in cambio di precise garanzie in ordine al lavoro della Camera dei Deputati. Resta in ogni caso escluso un appoggio di PL a Governi politici palesemente di sinistra infarciti di socialismo, perchè noialtri siamo persone coerenti con i nostri valori.
Quel che è certo insomma è che non tratteremo appoggi al Governo in cambio di posizioni al Senato circa la politica reale diverse da quelle che ci sono proprie come movimento LIBERALE, LIBERISTA E LIBERTARIO, tuttavia una mediazione potrebbe darsi benissimo per quanto riguarda la Camera che non occupandosi di politica reale ma di regole comuni del gioco virtuale dovrebbe essere terreno di mediazione costante.Le nostre posizioni politiche sul gioco virtuale (quelle su cui siamo disponibili a mediazioni) sono note da tempo:
- - riscrivere stilisticamente la costituzione secondo canoni di correttezza giuridica e formale
- - rafforzare la divisione fra poteri, specie riguardo al rapporto fra parlamento ed esecutivo
- - rendere funzionante il potere giudiziario per un autentico governo della legge, integrando le norme con quelle mancanti, facendo ricorso anche all'esperienza costituzionale italiana
- - risolvere i guasti di un sistema bicamerale con competenza sulle regole ripartita anzichè attribuita alla sola camera
- ed infine ma non per importanza introdurre un bill of rights nella Costituzione che oggi parla solo di burocrazia e mai di Libertà e di diritti dei cittadini, costruendo un ordinamento in cui la legge potrebbe fare astrattamente tutto
Riteniamo che per noi il lavoro nel perseguire alla Camera questi obbiettivi pragmatici debba andare oltre le contrapposizioni ideologiche, per cui in accordi su queste basi (anche solo alcune) saremmo pronti a collaborare con chiunque alla Camera. Di conseguenza (solo a causa della natura bicamerale dell'istituto della fiducia al Governo) saremmo pronti anche a mercanteggiare sostegni a Governi non politicamente connotati in modo eccessivo (i.e. nessun Governo a preminenza socialista), magari tramite desistenze al Senato.
Conclusa questa prima parte della nostra posizione riteniamo di aggiungere che nel caso non si possano produrre un Governo tecnico e neppure uno "non troppo politico" la Costituzione prevede un esito Presidenziale Sartoriano che a nostro avviso potrebbe essere il più desiderabile fra le ipotesi di fronte alla situazione imbarazzante dell'aula.Esortiamo il presidente Cabraizinho a non aver paura di procedere scientemente verso il fallimento di tre premier incaricati necessari per attivare il sartorismo costituzionale che vedrebbe il mandato attribuito a lui in prima persona. Questo ci leverebbe il problema di dover scendere a patti di Governo con forze socialiste (a noi invise) e ci permetterebbe di mantenere la linea ideale di confronto alla camera e rivendicazione politica al senato che i nostri istinti politici ci consigliano come la migliore senza l'ingombro della fiducia.
"La fiducia al Governo deve essere abolita!"
On. Ronnie
Presidente di Progetto Liberale