User Tag List

Pagina 1 di 9 12 ... UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 81
  1. #1
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Un odio furioso contro la Chiesa cattolica: la prova che è la VERA CHIESA DI CRISTO

    "Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me.
    Il mondo vi amerebbe se foste suoi; ma non lo siete, perché scegliendovi, io vi ho liberati dal mondo. Per questo il mondo vi odia.

    Ricordate cio che vi dissi? Un servo non è più importante del suo padrone, percio, se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno ascoltato me, ascolteranno anche voi.

    Quelli del mondo vi perseguiteranno, perché voi siete miei e perché non conoscono colui che mi ha mandato.

    Se non fossi venuto in mezzo a loro ad insegnare, non avrebbero colpa, ma ora non hanno più scuse per i loro peccati.

    Chi odia me, odia anche mio Padre
    " (Gv 15, 18-23)

  2. #2
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Quanti insospettabili dietro gli insulti al Papa

    No Vatican. Fanatici in doppio petto. I guerriglieri anti-Bagnasco. Ecco dove nascono e si alimentano le minacce e l’odio contro vescovi e Papa. Con la copertura di personaggi insospettabili.


    di Luigi Santambrogio

    [Da «Libero», 5 maggio 2007]

    Inchiesta tra i No Vatican

    Ci mancavan pure loro a dar fuoco alle micce della crociata anticlericale, dopo i murales blasfemi e i proiettili per posta al capo dei vescovi italiani. E a pochi giorni dal D-day cattolico. Il "Più famiglia" voluto da vescovi e movimenti per dire no ai Dico, gay, coppie di fatto e matrimoni disfatti. Loro rispondono con una campagna per lo sbianchettamento delle anime, per il no all’imprinting religioso e per l’abolizione del Vaticano. Prendete il quotidiano Liberazione di ieri: in prima pagina un appello ai cattolici democratici perché reagiscano contro il nuovo oscurantismo; in ultima uno spottone per promuovere 4 film in offerta speciale col foglio rifondarolo e tutti rigorosamente No-Vat . Si fa presto a dire anticlericali, laicisti, mangiapreti, sconsacratori, gnostici fissati con vescovi e Papa. Epperò con questi signori non si scherza. Qui siamo nell’occhio del ciclone, nel cuore del diamante, nell’avanguardia dura e impura del movimento anti-Bagnasco.
    Anzi, se volete sapere da dove spuntano i responsabili (se non materiali, almeno morali) di quelle scritte sui muri delle città contro il cardinale presidente, seguite questo viaggio né mondo dei senzadio italiani. Perché le sorprese non mancheranno.

    La Carta di autodifesa

    L’Associazione Italiana per lo Sbattezzo informa che sul suo sito si può scaricare il modulo appositamente preparato da presentare a parroci e monsignori. Che serve a chiedere l’atto di sbattezzo e sventare «l’inaccettabile ostruzionismo clericale» contro il diritto a cancellare dall’anima e dal certificato parrocchiale il battesimo ricevuto da neonati.

    A sentire i responsabili dell’associazione, che rivendica con orgoglio di essere anarchica, sono almeno 10mila gli sbattezzi già andati a buon fine, nonostante le resistenze dei parroci. E altre migliaia sono state effettuate in clandestinità, senza dare notizia all’associazione, per comprensibili ragioni di privacy.

    Sul sito, invece, di anticlericali.it (quelli che ogni anno a Fano organizzano il meeting anti-clericale) il piatto forte è costituito dalla Carta delle libertà contro il TRIO, Trattamento Religioso Obbligatorio. «Le Chiese», si legge nell’introduzione alla Carta, «con la loro invadenza e con la promessa di una felicità ultraterrena, hanno sempre imposto regole etiche nel tentativo di tenere sotto controllo le popolazioni e i flussi di denaro».

    Questo è solo l’antipasto: il resto del sito descrive la Chiesa cattolica come una piovra mondiale che controlla la vita di ciascuno e si alimenta di sangue e denaro. Il linguaggio è quello del “resistenti”, dei guerriglieri che si battono contro l’impero mostruoso della fede. Da qui, una serie di consigli per l’autodifesa. Nella assoluta convinzione che: «La tolleranza non è il contrario dell’intolleranza, ma è l’anticamera del razzismo; accettare la tolleranza è subire la sottomissione». È chiaro qual è l’istituzione con la quale sarebbe da razzisti essere tolleranti. Beh, fino a questo punto, neppure Lenin si era spinto nelle sue teorie sul nemico di classe.

    Ruini su Marte

    Il gregge dei No Vatican è in continuo aumento: lo si capisce dai contatti e dalle visite ai siti agnostici e miscredenti. Sono almeno un centinaio quelli italiani. Tra questi, il No God (Niente Dio). Il sito fa da link ad altre trenta associazioni dello stesso genere. Ce n’è addirittura una che si chiama Ruini su Marte ed è illustrata da un’animazione che mostra il cardinale a cavalcioni di un missile lanciato nello spazio.

    Sotto lo sberleffo, viene spiegata l’iniziativa. «L’idea di inviare il cardinale Ruini su Marte nasce dalla volontà fortemente simbolica di inviare entro il 2007 quale primo uomo sul suolo di un altro pianeta un soggetto che racchiuda in sé le migliori qualità umane, quali la tolleranza, la volontà di confronto e l’apertura mentale». Il sito sarà probabilmente aggiornato nelle prossime settimane e Ruini sarà sostituito da Bagnasco, che comunque già gode di una certa fama tra questi spiritosoni. Il forum di discussione è invece impubblicabile a meno di rischiare una denuncia per vilipendio.
    No God ci informa che c’è pure il sito degli Atei e degliAgnostici della Sinistra Non Stalinista (Associazione Althea). Insomma, anticristi si, ma tendenza riformista.

    Il dio degli spaghetti

    Sulla rete andava forte qualche tempo fa, una follia di nome Flying Spaghetti Monster. È una finta religione nata per prendere per i fondelli quelle vere, con tanto di adepti che si fanno chiamare Pastafariani (vuoi vedere che la catena di ristoranti Pastarito ha copiato da questi qui?). Il Dio creatore e cristiano è bestemmiato e parodiato: al suo posto c’è un Mostro Volante. «Ricordiamoci che ci sono teorie multiple sul disegno intelligente» è il monito del fondatore, un certo Henderson. «Io e molti altri nel mondo crediamo fermamente che l’universo sia stato creato da un Mostro di Spaghetti Volante», scrive nella lettera ai soci. «Egli ha creato tutto ciò che vediamo e percepiamo intorno a noi».
    Ecco da dove lo sciamannato Andrea Rivera si è ispirato per lanciare le sue invettive contro Ratzinger sul palco del primo maggio cantante e anche un po’ fumante.
    È l’ossessione dell’Unione Atei Agnostici Razionalisti, sì quello di Margherita astropsicofisica Hack. Lo sbattezzo. Il sito, Uaar.it, ha registrato almeno 300mila contatti nell’ultimo anno, due milioni di pagine scaricate. Con una crescita di iscritti e simpatizzanti dopo l’elezione di Papa Ratzinger.
    Tra le altre cosette, l’Unione fornisce consigli gratuiti per impedire riti religiosi nelle scuole, per tutelare la miscredenza sui luoghi di lavoro e altre laiche amenità. Una delle campagne lanciate dagli Atei razionalisti è proprio quella dello sbattezzo, che viene definito «il più importante riconoscimento giuridico ottenuto dall’Uaar».

    La guerra dello sbattezzo

    La guerra, iniziata nel 1999, si è di nuovo accesa dopo che il Vaticano ha inviato ai parroci una lettera dove si avverte che «l’atto di separazione deve essere manifestato dall’interessato in forma scritta davanti alla competente autorità: ordinario o parroco». E questo perché, lo sbattezzo è un atto di vera apostasia, di eresia o di scisma, e come tale «costituisce un delitto nell’ordinamento ecclesiastico, per il quale viene comminata la scomunica».

    La vicenda, dicono alla Cei, è soltanto l’ultimo episodio di quella campagna radicale di attacco ella presenza materiale della Chiesa cattolica e della sua cultura nella società italiana. Forse è la sorella minore e un po’ demente della grande famiglia dei No Vatican. Ma non per questo, meno pericolosa. «A costoro non basta starsene liberamente fuori della Chiesa», dice un parroco, «avvertono il sadico bisogno di infierire contro di essa e contro tutto ciò che costituisce il depositum fidei».
    Per la Chiesa il battesimo è un sacramento e come tale non può essere annullato per volontà dell’interessato. E anche chi non crede, non dovrebbe neppure sentire il bisogno di cancellare il fatto avvenuto.

    Lucio Colletti, un laico d’oro, mica un baciapile, aveva visto giusto: l’ateo che vuole farsi sbattezzare «è uno sciocco, anzi un fanatico. Il battesimo è un atto compiuto in nome del neonato dai suoi genitori. Non si può pretendere di estendere il proprio imperio su atti compiuti da altri, anche se si tratta dei genitori». Sciocchi e fanatici, una miscela delle più esplosive e pericolose. Il loro linguaggio, infatti, non ricorda affatto Voltaire; semmai assomiglia ai proclami deliranti delle cellule armate rivoluzionarie (rosse o nere). Chi la pensa in altro modo diventa il nemico, il mostro oppressore, il tiranno sanguinario da abbattere.

    Diamo infatti un’occhiata al sito dell’Uaar e alla discussione tra i fans sul problema dello sbattezzo. Prendiamo il blog del 23 aprile scorso. Ecco alcuni stralci edificanti del dibattito che manderebbero in estasi Berlicche e Malacoda. Al confronto le scritte contro monsignor Bagnasco sono graziose cortesie da educanda.

    Nemico in gonnella nera

    «Sono delle bestie», scrive un tizio, riferendosi ai vescovi, «in tonaca, ma sempre bestie». Al tizio replica una certa Daniela M. che avverte: «Stai offendendo le bestie!». Un altro denuncia i «metodi fascisti» di alcuni parroci che intervengono sull’aspirante allo sbattezzo per convincerlo a desistere (e che dovrebbero fare? Offrirgli tè e pasticcini?). Un certo Fay, invece, la butta sul comico: «La recente soppressione del limbo toglie qualsiasi carattere di urgenza al battesimo: fino a 18 anni si va comunque in Paradiso. Bisogna perciò insistere con i genitori perché rimandino questa funzione fino a quell’età e non ci sarà più bisogno di sbattezzarsi. Però è urgente», conclude il pagliaccio, «chiarire se all’Inferno ci si possa andare solo dopo aver compiuto i 18 anni, cioè se la maggior età infernale coincida con quella legale. Ma a che età si può cominciare a peccare sul serio?». Giuseppe lancia anche lui la battutona: «Forse i preti vogliono che il fedele stia inginocchiato sui ceci e, a capo chino, reciti l’atto di dolore al cospetto dei probiviri della parrocchia».

    Passiamo agli insulti seri. «Merde senza ritegno», dice dei preti Gio; Dv64 conferma («Sì, sono proprio degli stronzi») e promette solennemente che «non entrerà mai più in una chiesa, neanche da turista o da morto». Gli risponde Guidus: «Ad un apostata non viene consentito in un funerale cattolico neppure di fare il morto». Segue sghignazzo. C’è anche il sottile analista, quello che ha capito tutto: «La Chiesa pensa di avere il diritto a perseguitarci violando la legge e causandoci il maggior danno possibile. Come ha detto il loro personaggio immaginario preferito: o con me o contro di me. Se ti metti contro di loro si comportano da bravi mafiosi per farti rientrare nei ranghi e non perdere la pecunia».

    Basta? No, c’è dell’altro. Lo scrive Mstatus: «I preti hanno solo paura che qualcuno gli tolga la sedia da sotto il culo e fanno di tutto per cercare di evitare il crollo che avverrà comunque. I loro fedeli sono sempre in meno e composti in maggioranza da vecchie bigotte, e sempre meno approvano i loro improponibili e anacronistici comportamenti».
    Con Lorenzo, il linguaggio si fa duro, da militante armato: «Il pretume parassitario ha bisogno di una mazzata. È il momento giusto per lottare. Nessuna pietà per il nemico in gonnella nera, mai dimenticare e mai perdonare. Si lotti senza sosta». E con Pietro siamo nel paradiso proletario: «Questi preti non hanno capito con chi hanno a che fare! Quanta gente ho visto trasformarsi da spavalda a impaurita davanti al dolore e alla morte, ma io no. Lo so che anche davanti alla morte bisogna invocare la lotta proletaria, l’unica cosa che può salvarci».

    Ce n’è pure per monsignor Bagnasco: «Può il generale Bagnasco attenzionato e scortato per un paio di cartelli puntare il dito contro gli altri, se prima non lo punta contro se stesso?».

    Qualcuno ha preso sul serio l’amico, e al paio di cartelli ci ha aggiunto anche un paio di pallottole e le ha spedite al capo dei vescovi. Un bel successo, no? Da ultimo, c’è il brindisi di Ciceraccio. Che scrive ai compagni atei: «Nella mia cantina c’è una riserva doc, Brunello anno 1991. Lo stappo sempre quando un cardinale o un vescovo o meglio un Papa rende l’anima al suo Dio. Spero di stapparne una prestissimo. Così contento lui che va in Paradiso, contento io e i miei amici che si brinda».

    I nomi illustrissimi

    I messaggi sono ancora centinaia e ci vorrebbe un’enciclopedia per raccoglierli tutti. Ma quello che è ancora più stupefacente, è che tale linciaggio e violenza (verbale) avvengono sotto le ali protettrici di personaggi che non appaiono certo in pubblico con la divisa da terrorista. Il sito, dove avviene questo scempio infatti porta ben in evidenza i personaggi della scienza e della cultura che ne fanno da garanti. E sono tutti personaggi da cento carati. L’Osservatore Romano li definirebbe «terroristi in doppio petto». Terroristi no, ma fanatici eccome. Alla faccia del loro materialismo razionalista e scientifico.

    Vediamoli, ‘sti maestrini che, guarda caso, han tutti la penna rossa. Laura Balbo, sociologa, ex ministro nel governo D’Alema; Carlo Flamini, ginecologo e opinionista plurigettonato dai giornali; Margherita Hack, astrofisica (già la conosciamo); Danilo Mainardi, etologo, già presidente Lipu (lega protezione uccelli), scrive su Corriere e Sole 24Ore; Piergiorgio Odifreddi, matematico, scrittore (il suo ultimo libro è dedicato alla tesi che tutti i cattolici sono cretini), scrive su Espresso e Repubblica. Due giorni fa, il pitagorico ha scritto un articolo su Repubblica per solidarizzare con Bagnasco. Schizofrenia? Mah. Continuiamo con la bella lista: Pietro Omodeo, biologo, zoologo e evoluzionista; Floriano Papi (con quel cognome…), etologo, nella presidenza dell’Accademia dei Lincei; Valerio Porcar, sociologo, ex presidente della Consulta di Bioetica; Emilio Rosini, avvocato, è stato assessore e vice-sindaco nella prima giunta Cacciari; Sergio Staino, disegnatore, vignettista dell’Unità (suo il personaggio di Bobo), sceneggiatore e regista. Bene, sappiano i signori che i loro rispettabilissimo nomi appaiono un pochino più su delle invettive dei fuoriditesta iscritti al loro club che chiedono una «bella mazzata al pretume in gonnella nera». Margherita, oh che tu dici?

    Fonte: Contro la leggenda nera

  3. #3

  4. #4
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Una prova del fallimento dell'ecumenismo!!!!

    Cresce nei media l’ostilità al Cristianesimo

    Riproposti vecchi attacchi contro la Chiesa

    Di Padre John Flynn


    ROMA, mercoledì, 30 maggio 2007 (ZENIT.org).- Il mix tra notizie su abusi sessuali e notizie di presunti abusi da parte della Chiesa produce una formula mediatica esplosiva, come si è potuto constatare in Italia. La rete televisiva pubblica RAI ha innescato un dibattito dopo aver annunciato di voler comprare i diritti di trasmissione dell'inchiesta-reportage di un anno fa della BBC, “Sex Crimes and the Vatican”.

    Martedì 22 maggio, la RAI ha annunciato di aver acquistato il documentario, ma a causa delle forti proteste in cui sono emersi dubbi sulla credibilità del programma, il Direttore generale Claudio Cappon ha affermato che il talk show “AnnoZero”, che ospiterà la trasmissione, dovrà assicurare un tempo adeguato anche ai rappresentanti della Chiesa per poter controbattere.

    Oltre a presentare una storia di pedofilia, il programma della BBC sostiene accuse in merito ad un presunto ordine del Vaticano di mettere a tacere la questione. Il documentario accusa inoltre Benedetto XVI di complicità per aver coperto abusi sessuali in passato quando era Cardinale.

    La natura tendenziosa del programma della BBC è stata evidenziata in una dichiarazione dello scorso anno dell’Arcivescovo inglese Vincent Nichols, il quale presiede il Catholic Office for the Protection of Children and Vulnerable Adults.

    In un comunicato stampa del 2 ottobre, ovvero il giorno successivo alla messa in onda del programma della BBC in Inghilterra, l’Arcivescovo ha riconosciuto il fatto allarmante degli abusi contro i minori. Egli ha tuttavia precisato che la parte del programma che attacca il Vaticano e il Papa “è falsa e totalmente fuorviante”.

    La falsità, secondo il presule, riguarda in particolare due documenti del Vaticano citati dal programma della BBC. Si tratta del documento “Crimen Sollicitationis” del 1962, che – spiega l’Arcivescovo Nichols – non riguarda direttamente la pedofilia, ma il cattivo uso del confessionale. Il secondo documento, “Ad Exequendam”, del 2001, non ostacola le indagini sugli abusi contro i minori, ma, al contrario, è “la misura della serietà con cui il Vaticano considera queste offese”.

    La tendenziosità della BBC

    Questa peraltro non è la prima volta in cui i programmi della BBC si sono scagliati contro la Chiesa cattolica. In passato vi è stato, per esempio il cartone animato “Popetown”, che poneva in ridicolo il Papa Giovanni Paolo II e la Chiesa. Dopo forti critiche la BBC aveva alla fine deciso di non mandarlo più in onda.

    Il cartone animato è poi riemerso in Germania lo scorso anno, dove la MTV ha acquistato i diritti per poterlo trasmettere giusto prima del Venerdì Santo, secondo quanto riferito da Deutsche Welle il 12 aprile 2006. Tuttavia, nonostante le proteste, la MTV ha mandato in onda l’intero cartone animato, composto di 10 puntate, dopo una prima prova di trasmissione, come riferito dalla Reuters il 9 maggio 2006.

    L’atteggiamento della BBC nei confronti della religione è stato preso in esame dal quotidiano Daily Mail, in un articolo pubblicato il 23 ottobre. In seguito ad un incontro di vertice definito “imparziale”, il giornale ha riferito che alcuni “esponenti anziani” avrebbero ammesso che l’emittente aveva assunto una faziosità anticristiana.

    Inoltre, secondo il Daily Mail, durante l’incontro, i responsabili della BBC hanno ammesso che avrebbero volentieri mandato in onda immagini di chi getta via la Bibbia, ma che non avrebbero fatto lo stesso qualora si fosse trattato del Corano.

    Attacchi contro Maria

    La BBC non è la sola a manifestare ostilità nei confronti della religione e della Chiesa cattolica. Un altro programma riciclato, questa volta un cartone animato americano, “South Park”, è stato oggetto di critiche in Nuova Zelanda. Un comunicato stampa del 23 maggio, dell’organizzazione neozelandese Family life International, ha reso nota la denuncia da parte dei vescovi cattolici relativa ad un episodio del cartone animato, mandato in onda lo scorso anno, in cui viene insultata la Vergine Maria.

    I vescovi hanno poi fornito gli elementi di prova in un ricorso contro la decisione presa lo scorso anno dall’Autorità sulle comunicazioni, in cui quest'ultima si era rifiutata di dare corso alla denuncia sugli insulti a Maria e sulle altre lamentele relative ad altri episodi.

    L’avvocato difensore dei vescovi, Richard Laurenson, ha riferito al Tribunale di Wellington il 23 maggio che il programma violava il dovere dell’emittente di assicurare il buon gusto, la decenza e l’imparzialità. La sentenza deve essere ancora emessa.

    Un altro caso recente arriva dal Canada, dove un programma pilota della Canadian Broadcasting Corporation (CBC), che ritrae chierichetti come tossicodipendenti e l’ostia della comunione come cibo per la merenda, ha sollevato proteste, come riportato dal quotidiano Ottawa Citizen del 16 maggio.

    Il programma dal titolo “The Altar Boy Gang”, è stato denunciato dalla Catholic Civil Rights League: “Con questo programma la CBC è entrata nel campo della blasfemia contro i rituali sacri”. L'organizzazione ha anche accusato la CBC di adottare due pesi e due misure, in quanto le ingiurie contro la Chiesa cattolica sono state pubblicate dopo che questa aveva assunto, lo scorso anno, un consulente musulmano per assicurare il rispetto dell’Islam nel programma “Little Mosque on the Prairie”.

    Qualche mese fa era stata la volta della riedizione di una produzione italiana contraria alla Chiesa, questa volta negli Stati Uniti. Si tratta della commedia scritta dall’italiano Dario Fo, dal titolo “Il Papa e la strega” che l’Università del Minnesota ha deciso di rappresentare.

    Secondo un articolo del 22 aprile di Catholic Spirit, il quotidiano dell’Arcidiocesi di St. Paul e Minneapolis, i vescovi del Minnesota e alcune organizzazioni cattoliche si sono opposti alla rappresentazione teatrale.

    L’articolo spiega che la commedia, tra le altre cose, rappresenta un “anonimo e invasato Pontefice”. Essa rappresenta inoltre il Vaticano come complice nel commercio di stupefacenti e termina con l’assassino del Papa.

    Un editoriale pubblicato sulla stessa edizione di Catholic Spirit, sostiene che consentire la messa in scena di simili lavori “inquina l’atmosfera del reciproco rispetto e promuove il tipo di pregiudizi e di intolleranze che la stessa Università dice di voler contrastare”.

    Infestazioni anticristiane

    Il crescente numero di programmi ostili al Cristianesimo è stato oggetto dei commenti del vescovo Arthur Roche of Leeds, in Inghilterra, nella sua lettera pastorale per il Nuovo Anno. Nella sua lettera del 31 dicembre, il vescovo Roche deplora la diffusione dell’abuso del nome di Gesù nei programmi televisivi.

    “È come se la mia televisione si fosse infestata con sentimenti anticristiani e profondamente irrispettosi e licenziosi”, ha dichiarato, parlando della sua recente esperienza personale davanti al televisore.

    “Vi è una rilassatezza e una trascuratezza oggi, tale da permettere, senza alcuna resistenza, di mettere in ridicolo Gesù, la sua Chiesa e i suoi discepoli”, ha osservato il vescovo Roche. Il presule ha poi proseguito invitando i credenti a non lasciarsi contagiare da questa tendenza e a rispettare il nome di Gesù nelle conversazioni di tutti i giorni.

    L’ostilità contro la religione è stato uno degli argomenti trattati dal cardinale Cormac Murphy-O'Connor nel suo intervento durante una lezione del 28 marzo, presso la Westminster Cathedral Hall di Londra.

    L’Arcivescovo di Westminster ha dichiarato di temere che la società contemporanea sia segnata in modo crescente dal “cinismo o dal dogmatismo laicista” nei confronti dei cristiani. Egli ha affermato: “Così, quando i cristiani vivono secondo la loro fede, vengono definiti dogmatisti intolleranti. Quando peccano, vengono invece considerati ipocriti. Quando prendono le difese dei poveri, sono progressisti superficiali. Mentre quando cercano di difendere la famiglia, sono reazionari di destra.”

    Intolleranza laicistica

    La lezione si è svolta nel contesto di un aspro dibattito sulla legislazione che ha imposto alle agenzie cattoliche per l’adozione, l’obbligo di svolgere il loro servizio anche per le coppie omosessuali. Il cardinale Murphy-O’Connor ha sostenuto che non è un caso che la crescente tendenza antireligiosa nello Stato sia avvenuta in un’epoca di “nuova intolleranza laicistica nei confronti della religione” che caratterizza sempre di più le nostre società.

    La questione di come i media trattano la religione è stata affrontata dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali, in un documento del 2000 dal titolo “Etica nelle comunicazioni sociali”. Il Consiglio ha riconosciuto i numerosi contributi positivi per la vita quotidiana apportati dai media e anche come la gente tragga beneficio dalla trasmissione di notizie e idee di natura religiosa.

    Ciò nonostante, il documento sull’etica osserva anche come talvolta la religione debba ingiustamente subire i soprusi dei media, dovuti ad incomprensioni o persino al disprezzo. Spesso le mode religiose vengono lodate, mentre i gruppi religiosi tradizionali vengono trattati con ostilità, spiega il Consiglio al n. 18 del documento.

    Il Dicastero vaticano fa appello, inoltre, ad una più estesa applicazione dei principi etici nel mondo della comunicazione. “La comunicazione deve essere sempre veritiera, perché la verità è essenziale alla libertà individuale e alla comunione autentica fra le persone”, esorta il documento (n. 20). Uno spirito di verità che troppo spesso manca in molti servizi giornalistici sulla religione.

    Fonte: Zenit, 30.5.2007

  5. #5
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Più religione e meno secolarizzazione per una nuova Europa

    Risultati del Congresso internazionale all'Università Europea di Roma


    ROMA, mercoledì, 30 maggio 2007 (ZENIT.org).- La secolarizzazione rischia di far decadere la civiltà europea, mentre la Chiesa cattolica propone una nuova Europa rafforzata nel patrimonio di valori e identità cristiane. Questo è quanto è emerso dal Congresso internazionale che si è svolto alla Università Europea di Roma (UER) martedì 29 maggio.

    Nell’introdurre il Congresso internazionale dal titolo “Cristianesimo e Secolarizzazione. Sfide per la Chiesa e per l'Europa”, Padre Paolo Scarafoni, Rettore della UER ha spiegato che il proposito dell'incontro è stato quello di presentare “uno studio che faccia luce sui problemi causati dalla secolarizzazione, e suggerisca vie di soluzione”.

    Entrando subito nel tema, il Cardinale Tarcisio Bertone, Segretario di Stato di Sua Santità, ha sostenuto che “chiudendosi ai valori trascendenti, la secolarizzazione si chiude alla verità e la surroga con la ideologia, lo scetticismo o il nichilismo”.

    Tuttavia, ha precisato, “tutto ciò, a differenza della verità, non nutre ma intossica; non illumina l’intelletto, ma lo depista; non alimenta la vita interiore, ma la mortifica o finanche la soffoca; non rafforza i valori, ma li rende più incerti o, addirittura, li svuota”.

    Per questo motivo il Segretario di Stato ha indicato il compito dei Cristiani che “non si concepiscono come il resto di un’Europa che scompare, ma come l’avanguardia di una nuova Europa, che - lo ha sottolineato di recente Papa Benedetto XVI - può essere realistica ma non cinica, ricca d’ideali e libera da ingenue illusioni, ispirata alla perenne e vivificante verità del Vangelo”.

    Secondo il Cardinale Antonio Cañizares Llovera, Arcivescovo di Toledo, “Gesù rappresenta il sì di Dio all’uomo. A partire da Cristo, se si crede in Dio non si può che valorizzare l’uomo, ed affermare Dio è affermare l’uomo”.

    “Per converso – ha aggiunto il Primate di Spagna – l’uomo non può essere pienamente riconosciuto fuori o contro Dio. Ecco perché l’immanentismo che caratterizza la secolarizzazione, la inclina all’egoismo, nonostante si parli molto di solidarietà e di fraternità. La fede in Cristo, invece, postula il rifiuto dell’intolleranza e induce a lavorare per la dignità umana”.

    Il cardinale Cañizares ha concluso sottolineando che “in Europa il cristianesimo ha contribuito a forgiare un insieme di valori universali, incentrati sul concetto di dignità della persona umana, e ha acquisito così un ruolo fondativo per questo continente. Per fare di esso un’autentica casa comune a tutti i Popoli, bisogna allora rispettare tale identità cristiana”.

    Monsignor Dominique Mamberti, Segretario dei Rapporti della Santa Sede con gli Stati, ha spiegato che quando “le Autorità ecclesiastiche avanzano proposte o manifestano riserve rispetto a decisioni legislative o a provvedimenti amministrativi, ciò non va considerato come forma d’intolleranza o d’ingerenza, ma, innanzitutto, di libera manifestazione delle proprie opinioni, che compete ad ogni cittadino, e poi di una forma di esercizio del compito proprio della Chiesa di illuminare le coscienze per il bene comune”.

    “Sarebbe invece una manifestazione d’intolleranza della società o delle Autorità civili – ha precisato il 'Ministro degli Esteri' vaticano – quella di cercare d’impedire che la Chiesa compia tale missione specifica, o di denigrarla perché non condivide determinate scelte”.

    Monsignor Mamberti ha quindi affermato che “la democrazia non può essere intesa in un senso meramente procedurale, ha bisogno di valori e, di conseguenza, ha bisogno della religione, in quanto essa è capace di ispirarne di consoni ad una convivenza pacifica e rispettosa della dignità umana”.

    “In Europa, poi, il cristianesimo offre un insieme, originale ed insostituibile, di idee e di esperienze concrete di cui è storicamente portatore e rivitalizza quei valori che hanno forgiato l’identità del continente e che sono nati proprio da esso”, ha proseguito.

    Il professor Robert Spaemann, docente di Filosofia presso l'Università di Monaco, ha spiegato che “il principio sancito dalla pace di Westfalia ('cuius regio eius et religio'), in forza del quale solo il sovrano aveva la libertà religiosa, mentre il popolo doveva professare la fede del proprio Re, era del tutto relativistico. La verità della confessione di fede terminava ai confini di ogni Paese. Ma la verità non conosce confini di Stato”.

    Il professor Roberto de Mattei, Vice presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e coordinatore del Corso di Laurea in Scienze Storiche della Università Europea di Roma, ha ricordato che “nessuno può essere costretto a credere”, come affermò sant’Agostino, perché “la fede è un libero atto della volontà”.

    “Questo fu, e resta, l’insegnamento della Chiesa. Eppure, fin dall’impero romano, ma poi anche in seguito nella storia (basti pensare a Voltaire), chiunque crede in una verità oggettiva e non negoziabile è bollato come fanatico, fondamentalista, in fin dei conti come intollerante”, ha continuato.

    Secondo il professor De Mattei “l’intolleranza contro i Cristiani si esprime oggi attraverso la profanazione di chiese cristiane, siti e luoghi sacri di culto e il dileggio verso simboli e oggetti religiosi, come il crocifisso; gli attacchi verbali e le minacce a rappresentanti religiosi e civili delle religioni cristiane; le offese e gli scherni espressi nei confronti del cristianesimo da libri, film, canzoni, pubblicità, siti internet”.

    “Un’atmosfera – ha spiegato – di irrisione, talvolta di intimidazione e di aggressione verbale, che istiga alla violenza”.

    Dopo aver constatato che “la società contemporanea è una società che rinnega il Cristianesimo dopo averne conosciuto tutti i benefici spirituali e morali, ma anche quelli culturali e sociali”, il professor De Mattei ha quindi sottolineato che “per lo stesso motivo, le responsabilità dei Cristiani di oggi sono più gravi di quelle dei Cristiani dei primi secoli”.

    “Questi ultimi annunciavano una fede e costruivano un mondo nuovo. I Cristiani di oggi hanno il compito non solo di rinnovare il messaggio antico e perenne del Vangelo, ma anche quello di sottolineare pubblicamente i frutti storici che di questo messaggio ancora sopravvivono nella società contemporanea”, ha quindi concluso.

    Fonte: Zenit, 30.5.2007

  6. #6
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Ultimo appello: salvate il cristiano d'Iraq

    È l'unico paese dove ancora si celebrano le liturgie in aramaico, la lingua di Gesù. Ma lì la cristianità rischia di morire. Uccisioni, aggressioni, sequestri. E ora anche la "jiza", la tassa storicamente imposta dai musulmani ai sudditi "infedeli", quelli che ancora non sono fuggiti all'estero

    di Sandro Magister


    ROMA, 28 maggio 2007 – Nella guerra che insanguina l'Iraq, combattuta principalmente da gruppi musulmani contro altri musulmani e gli "infedeli", i cristiani iracheni sono gli unici che non utilizzano né armi né bombe, nemmeno per difendersi. Non esistono in Iraq milizie cristiane armate. Di fatto essi sono il gruppo più vulnerabile e perseguitato. Nel 2000 erano più di un milione e mezzo, il 3 per cento della popolazione. Oggi si stima che siano rimasti in meno di 500 mila.

    In un comunicato ufficiale diffuso il 24 maggio, il governo iracheno ha promesso protezione alle famiglie cristiane minacciate e cacciate da gruppi terroristici islamici. Anche alcuni esponenti musulmani hanno espresso solidarietà. Il passo del governo – privo però di iniziative concrete – fa seguito al drammatico appello lanciato domenica 6 maggio da Emmanuel III Delly, patriarca dei caldei, la più cospicua comunità cattolica irachena, nell'omelia della messa celebrata nella chiesa di Mar Qardagh, ad Erbil, nel Kurdistan.

    La regione curda, a settentrione di Baghdad, è la sola in Iraq dove oggi i cristiani vivono in relativa sicurezza. Ad Erbil è stato trasferito il seminario caldeo di Baghdad, il Babel College con la biblioteca, i cui edifici, nella capitale, sono divenuti piazzaforte delle truppe americane, nonostante le proteste del patriarcato.

    Nelle città curde di Erbil, Zahu, Dahuk, Sulaymaniya, Ahmadiya e nei villaggi cristiani del circondario affluiscono i profughi cristiani dal centro e dal sud del paese.

    Poco più a nord, però, nella regione di Mosul e nella piana di Ninive, il pericolo si fa di nuovo palpabile. Qui è la culla storica del cristianesimo in Iraq. Vi sono chiese e monasteri che risalgono ai primissimi secoli. In alcuni villaggi si parla ancora un dialetto aramaico chiamato sureth e nelle liturgie si usa l'aramaico, che era la lingua di Gesù. Sono presenti comunità di vari riti e dottrine: caldei, siro-cattolici, siro-ortodossi, assiri d'Oriente, armeni cattolici e ortodossi, greco-melchiti.

    I villaggi cristiani sono però circondati da popolazioni musulmane ostili. E ancor più pericolosa è la vita dei cristiani nella capitale della regione, Mosul. I sequestri di persona sono frequentissimi. Il rilascio avviene dopo che i famigliari hanno versato una somma tra i 10 e i 20 mila dollari, oppure hanno accettato di cedere le loro case e lasciare la città. Ma il sequestro può anche finire nel sangue. Nel settembre del 2006, dopo il discorso di Benedetto XVI a Ratisbona, un gruppo denominato "Leoni dell'islam" sequestrò padre Paulos Iskandar, siro-ortodosso. I rapitori pretesero che trenta fogli di scuse per le offese arrecate all'islam fossero affissi sulle chiese di Mosul. Poi lo decapitarono. Lo stesso giorno, a Baghdad, fu ucciso un altro sacerdote, padre Joseph Petros. Disse una suora all'agenzia vaticana Fides: "Gli imam nelle moschee predicano che uccidere un cristiano non è reato. È una caccia all'uomo".

    Pascale Warda, una cristiana assira, ministro dell'immigrazione nel penultimo governo iracheno, crede che sia necessario creare una provincia autonoma nella piana di Ninive, una specie di area protetta non solo per i cristiani ma anche per altre minoranze religiose come gli yazidi, cultori di un'antichissima religione prezoroastriana. Ma l'intensificarsi delle aggressioni da parte di musulmani che vivono nella stessa regione rende l'ipotesi impraticabile. Lo scorso aprile, 22 yazidi sono stati fatti scendere da un bus e uccisi su una strada vicino a Mosul. Nel 2005, un assalto terrorista massacrò i quattro assiri che scortavano la ministro.

    A Mosul gruppi islamici hanno cominciato ad esigere dai cristiani il pagamento di una tassa, la jiza, il tributo storicamente imposto dai musulmani ai loro sudditi cristiani, ebrei e sabei che accettavano di vivere in regime di sottomissione, come "dhimmi".

    Ma è soprattutto a Baghdad che la jiza è imposta ai cristiani in modo sempre più generalizzato. Nel quartiere di Dora, 10 chilometri a sud-ovest della capitale, ad alta concentrazione di cristiani, gruppi legati ad al Qaeda hanno instaurato un sedicente "Stato islamico nell'Iraq" e riscuotono sistematicamente la tassa, fissata tra i 150 e i 200 dollari l'anno, l'equivalente del costo vita di un mese per una famiglia di sei persone. L'esazione del tributo si sta estendendo ad altri quartieri di Baghdad, verso al-Baya'a e al-Thurat.

    Ad alcune famiglie cristiane di Dora è stato detto che possono restare solo se danno in sposa una figlia a un musulmano, in vista di una progressiva conversione all'islam dell'intera famiglia. Una fatwa vieta di portare al collo la croce. Quanto alle chiese, avvertimenti a colpi di granata hanno imposto di togliere le croci dalle cupole e dalle facciate. A metà maggio, la chiesa assira di San Giorgio è stata data alle fiamme. Sette sacerdoti sono stati finora sequestrati nella capitale. L'ultimo, nella seconda metà di maggio, è stato padre Nawzat Hanna, cattolico caldeo.

    Secondo una stima del governo iracheno, la metà dei cristiani hanno lasciato Baghdad e i tre quarti se ne sono andati via da Bassora e dal sud. Chi non si ferma nel Kurdistan se ne va all'estero. Si calcola che in Siria vi siano fino a 700 mila cristiani arrivati dall'Iraq, altrettanti in Giordania, 80 mila in Egitto, 40 mila in Libano. I più restano lì bloccati, senza assistenza né diritti, in attesa di un improbabile visto per l'Europa, l'Australia, le Americhe.

    In Iraq i cristiani sono tradizionalmente presenti nelle professioni. Molti sono medici e ingegneri. Nelle scuole sono – erano – il 20 per cento degli insegnanti. Sono attivi nei settori informatico, edilizio, alberghiero, agricolo specializzato. Gestiscono radio e tv. Fanno i traduttori e gli interpreti, professione particolarmente vulnerabile che ha già contato trecento vittime.

    La costituzione irachena stabilisce per tutte le religioni una parità di diritti che non ha eguali nelle legislazioni degli altri paesi arabi e musulmani. Ma la realtà è opposta. Ha scritto la rivista di geopolitica "Limes" in un servizio sul suo ultimo numero, il terzo del 2007:

    "L'annientamento del piccolo grande popolo cristiano iracheno, erede della speranza dei profeti, corrisponderebbe alla fine della possibilità che il nuovo Iraq diventi una nazione libera e democratica".

    E sarebbe una drammatica sconfitta anche per la Chiesa.

    FONTE

  7. #7
    email non funzionante
    Data Registrazione
    16 Oct 2009
    Messaggi
    2,022
     Likes dati
    0
     Like avuti
    1
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Allora, è finalmente giunto il giorno fatidico. Santoro metterà in onda il famigerato servizio-sola della BBC. Tatne polemiche, tanto fumo... alla fine l'ha spuntata: con i MIEI soldi di abbonato ha comprato un falso clamoroso.
    Questo è il punto. Non è che, cambiando canale, cambio il nocciolo della situazione. Anche se vedrò Vespa ed i film di Alvaro Vitali o di Edwige Fenech (molto meno immorali degli spettacoli infami a cui ci ha abituato Sant'oro) comunque con i MIEI soldi verrà messo in onda un documentario che dice clamorosamente il falso. Al di là delle infinite discussioni, del fatto che ogni singola parola di quel documentario è stata smontata pezzo pezzo, dimostrando che è una colossale montatura, comunque è stato affermato un surrettizio diritto da parte dell'opinione pubblica a conoscere il documentario.
    In base allo stesso ragionamento dovrebbero essere messi in onda anche documentari di storici negazionisti, ostracizzati o di marxisti irriducibili, proprio in base al succitato "diritto".
    Il problema è l'opportunità della scelta. Tra decine di argomenti sui quali Sant'oro poteva impostare la sua trasmissione infame, poteva metterci la solita tiritera su Dell'Utri e Previti, con Travaglio a cui brillano gli occhi al solo nominare gli atti di processi. Poteva invitare Beppe Grillo per parlare delle energie rinnovabili, argomento veramente interessante. Invece no.
    A Santoro non interessa divenire un CASO giornalistico.
    A Santoro interessa scegliere un argomento col quale colpire il suo nemico ed insistere su quello, ripetendo migliaia di volte la menzogna, pura scuola goebbelsiana, fino a quando la menzogna non sia recepita come verosimile.
    A Santoro interessa chiamare interlocutori deboli per aggredirli e sottoporli al suo tribunale del popolo, ma non per il semplice gusto di umiliare il Mastella di turno, tra il Travaglio che snocciola dati e cifre, la Borromeo tanto bella quanto acida, e Vauro che sfotte insultando nelle maniere più volgari.
    Il vero scopo di Annozero è di EDUCARE gli ascoltatori, di farli assistere al linciaggio morale dei nemici di Sant'oro.
    Nei pochi casi in cui Sant'oro ha invitato gente capaci di rispondergli per le rime e smontare l'impostazione del suo programma, lui è montato su tutte le furie, o ha utilizzato i soliti trucchetti del conduttore, togliendo la parola per mancanza di tempo al suo scomodo interlocutore, o cambiando argomento.
    Avrei voluto vedere stasera Introvigne che smontava uno ad uno i dati di Travaglio, mentre Sant'oro, Agnoletto e la Borromeo, assistevano schiumanti di rabbia alla loro sconfitta morale. Sant'oro non ha avuto le palle di invitare INtrovigne, perchè, ricordiamo, questa gente è pavida, e più i loro argomenti sono inconsistenti, più loro diventano aggressivi e timorosi del vero confronto.
    Nulla contro Mons. Fisichella, che bonariamente risponderà ma verrà surclassato dall'odio degli astanti (cosa che il telespettatore percepisce più della forza degli argomenti del Monsignore).
    Io stasera andrò al Cinema, a vedere l'ennesimo film anticattolico, il labirinto del Fauno. Perchè ANCHE IL CINEMA HORROR diviene strumento di rieducazione anticlericale.
    Scopriamo gli altarini a questi incompetenti. In modo da farli rimanere nudi dinanzi alla loro ignoranza e mancanza totale di argomenti validi.

  8. #8
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Beh .... con una RAI dominata dai comunisti-radicali, che cosa ti aspettavi? E' tutta opera di "indottrinamento" popolare. Orwell docet.

  9. #9
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    Ennesimo attacco contro la minoranza cristiana nel Paese mediorientale

    Iraq: Al Sadr «impone» velo alle cristiane

    Lettera dell'imam radicale sciita: le donne cristiane irachene devono indossare il velo se no saranno obbligate a stare in casa


    BAGDAD (IRAQ) - Un nuovo attacco alla minoranza cristiana in Iraq. Le donne cristiane irachene saranno costrette a indossare il velo pena gravi conseguenze come la segregazione in casa. È quanto affermano gli estremisti islamici dell'esercito del Mhadi che fa capo all'imam radicale Moqtada al Sadr. A dare la notizia è l'agenzia mediorientale Aina che riporta la traduzione di una lettera firmata dall'esercito del Mahdi, la milizia di Moqtada al-Sadr, l'imam radicale sciita iracheno, diffusa in questi giorni nella capitale irachena.

    LA LETTERA - Nella lettera vengono riportate le parole del martire Mohammad Sadiq al-Sadr. «La Vergine Maria - afferma - era senza velo, così che alle donne cristiane sia concesso la stessa cosa? E Fatima al-Zahara era senza velo? E le spose dei Califfi nel primo Califfato e dei successivi erano senza velo? No e poi no? Allah lo vieta». La lettera prosegue affermando che la donna che non indossa il velo «è un'adultera» che «sfida Allah e il suo Profeta e ignora e nega la religione». Le misure da prendere contro costoro, si legge nel testo, sono che il padre o il marito «le ordinino, in modo cortese, di astenersi da ciò che è proibito». «Se rifiuta - continua - allora sia guidata ed educata così da essere convinta. Se non convinta, allora deve essere segregata in casa e non esposta a contatti proibiti con uomini». La lettera termina con l'avviso che «sono stati creati dei comitati speciali per seguire la vicenda». Si tratta dell'ennesimo attacco alla minoranza cristiana presente nel Paese che giá da tempo sta subendo attacchi, vessazioni, persecuzioni a causa della propria fede. Una situazione che è stata denunciata ripetutamente in queste settimane dai leader della Chiesa cattolica irachena, fra l'altro sono stati giá rapiti e poi rilasciati diversi sacerdoti mentre le chiese sono state oggetto di aggressioni e di attacchi mirati, di intimidazioni. Un'ampia parte dei circa 800 mila cristiani presenti in Iraq prima dello scoppio delle ostilitá nel 2003 ha giá lasciato il Paese scegliendo la via dell'emigrazione o nei Paesi confinanti o verso l'Europa.

    Fonte: Corriere della sera, 30.5.2007

  10. #10
    **********
    Data Registrazione
    04 Jun 2003
    Messaggi
    23,775
     Likes dati
    18
     Like avuti
    35
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    In piena persecuzione, la Chiesa caldea convoca un Sinodo in Iraq

    ROMA, giovedì, 31 maggio 2007 (ZENIT.org).- Si aprirà questo venerdì ad Al Qosh, a 25 chilometri da Mosul, il Sinodo della Chiesa caldea irakena.

    Tra i temi principali che verranno trattati, figurano il problema della sicurezza della comunità cristiana in Iraq – ormai dimezzata dall'emigrazione forzata –, il futuro del seminario Babel College (unica facoltà teologica del Paese, trasferito da Baghdad in Kurdistan) e la condizione delle diocesi dentro e fuori l’Iraq.

    Ha confermato la notizia il procuratore caldeo presso la Santa Sede, padre Philip Najim che, come riferisce l’agenzia SIR, ha espresso la preoccupazione dei Vescovi per le dure persecuzioni messe in atto contro la minoranza cristiana.

    Padre Najim ha detto all’agenzia del Pontificio Istituto Missioni Estere “AsiaNews.it” che “nonostante la scarsa sicurezza, il Patriarca stesso e i Vescovi hanno scelto di tenere il Sinodo in patria e non all’estero, per dare un forte segno di solidarietà al nostro popolo, per dire loro che siamo presenti e ci sono a cuore le loro vite”.

    L’ultimo Sinodo caldeo si era tenuto a Roma nel novembre 2005.

    Ad al Qosh saranno presenti i Vescovi caldei della diaspora, che “arriveranno da Stati Uniti, Canada, Australia e Libano”. Sarà presente anche il nunzio vaticano in Iraq, monsignor Francis Chullikat.

    L’incontro di al Qosh sarà anche un momento per riportare all’attenzione pubblica mondiale la tragica condizione dei cristiani in Iraq, bersaglio di una vera e propria pulizia etnica.

    Per questo motivo, mercoledì a Stoccolma (Svezia), dove risiede una consistente comunità di caldei della diaspora, circa mille persone hanno marciato nel centro cittadino fino al Parlamento svedese, esponendo striscioni con scritto “Non uccidete i cristiani in Iraq”. Alla manifestazione hanno partecipato anche alcuni deputati svedesi, che hanno lanciato un appello per una maggiore protezione dei cristiani.

    Fonte: Zenit, 31.5.2007

 

 
Pagina 1 di 9 12 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. La Chiesa Cattolica è l'unica Chiesa di Cristo
    Di Augustinus nel forum Tradizionalismo
    Risposte: 5
    Ultimo Messaggio: 20-01-16, 22:49
  2. Cristo e la sua Chiesa: la Cattolica
    Di Haxel nel forum Cattolici
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 26-06-13, 00:15
  3. Risposte: 2
    Ultimo Messaggio: 25-02-11, 11:15
  4. Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 02-09-05, 09:50
  5. Basta finanziamenti alla Chiesa cattolica, la Chiesa deve essere povera...
    Di Ichthys nel forum La Filosofia e il Pensiero Occidentale
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 02-01-04, 23:58

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito