Una nuova guerra dell’Ogaden? In Etiopia i separatisti somali dell’Onlf attaccano un pozzo petrolifero cinese: 74 morti.
All’alba di martedì, 200 uomini armati hanno attaccato un’istallazione petrolifera cinese nella zona di Abole, località a circa 120 chilometri da Jijiga, capoluogo della regione orientale del Somali. Il bilancio finale di questo raid è pesantissimo: 74 dipendenti uccisi, di cui 9 cinesi e 65 etiopi. Altri sette cinesi e un numero imprecisato di etiopi sono stati rapiti. A nulla è servita la resistenza opposta dai soldati dell’esercito etiope di guardia al complesso.
Il governo di Addis Abeba ha immediatamente inviato rinforzi militari nella zona.

Effetto della guerra in Somalia. Berekat Simon, portavoce del primo ministro etiope Meles Zenawi, ha dichiarato che l'attacco è stato opera di “terroristi” legati ai ribelli separatisti somali del Fronte Nazionale di Liberazione dell'Ogaden (Onlf) che dagli anni Novanta lottano per l’indipendenza di questa regione, abitata da somali di religione islamica.
Il gruppo non ha rivendicato l’azione, ma più volte in passato l’Onlf aveva minacciato il governo etiope di colpire le compagnie petrolifere straniere che sfruttano i ricchi giacimenti petroliferi locali.
Non è un caso che abbia deciso di farlo proprio ora che l’Etiopia, su richiesta di Washington, è intervenuta militarmente in Somalia contro le Corti Islamiche. Corti che sono in contatto con l’Onlf e che, tramite esso, hanno voluto colpire il nemico etiope sul suo territorio.

Indietro di trent’anni. Questo sanguinoso attacco rischia di far propagare in Etiopia l’incendio che già brucia in Somalia, riproponendo in chiave “anti-terrosirmo” la Guerra dell’Ogaden che Etiopia e Somalia combatterono nel 1977-’78, in piena guerra fredda, con un costo di oltre centomila morti.
In seguito a quel conflitto “nazionalista”, scatenato e perduto dalla Somalia di Siad Barre (che chiamava l’Ogaden “Somalia Occidentale”), l’indipendentismo somalo nell’Ogaden rimase come movimento politico. Quando però l’Onlf, negli anni ’90, organizzò e vinse elezioni regionali autonome, il governo di Addis Abeba reagì militarmente scatenando l’esercito non solo contro l’Onlf, ma contro l’intera popolazione dell’Ogaden. Una pressione militare che il regime di Zenawi ha aumentato negli ultimi anni, in coincidenza con l’inizio delle prospezioni petrolifere condotte in questa zona da compagnie malesi e ora soprattutto cinesi.

A luta continua