Intanto il Partito democratico perde un altro pezzo. Si tratta di Franco Grillini, deputato Ds, aderente alla mozione Angius, presidente onorario dell'Arcigay e storica bandiera del movimento omosessuale. Partecipando a Bologna al congresso regionale dell'Emilia-Romagna (Fassino era assente per un'influenza), nel corso di un applauditissimo intervento, Grillini ha di fatto sancito il suo divorzio dal partito. «Non capisco - ha detto Grillini - e quindi non mi adeguo». Grillini ha accusato Fassino di scarsa chiarezza. «Non sono riuscito a capire - ha aggiunto - perché si debba fare il Partito Democratico, nella mozione di Fassino non c'è chiarezza. Dopo le elezioni 2001 anziché cambiare il gruppo dirigente responsabile di quell'insuccesso si è deciso di cambiare il partito. I Ds non hanno nemmeno avuto il coraggio di dire che questo sarà l'ultimo congresso del partito, quello che ne sancisce lo scioglimento. Oggi lo ha detto con chiarezza Prodi. Anche Rutelli è stato chiaro, dicendo che non entrerà mai nel Pse. Dopo che nel referendumsulla legge 40 ha scelto Ruini, la Margherita è un partito confessionale e noi ci stiamo per unificare». Grillini ha però voluto lasciare una porta aperta, lanciando una sfida: «Se nei prossimi tre mesi - ha detto - in Parlamento passerà almeno una legge sui diritti civili, di quelle che in Europa sono principi sacrosanti, allora parteciperò alla costituzione del Pd. Voglio una prova di laicità».