KIEV
Braccio di ferro tra il presidente ucraino Viktor Yushenko e il Parlamento di Kiev. Dopo mesi di contrasti con la maggioranza filo-russa, Yushenko ha oggi deciso di sciogliere il Parlamento, che però rifiuta la decisione definendola "un passo verso la realizzazione di un colpo di stato".
Il presidente ucraino ha dato l'annuncio in diretta tv e ha affermato di aver indetto nuove elezioni, fissate per lunedì 27 maggio. Yushenko ha spiegato di essere stato obbligato a sciogliere la Rada a causa di azioni che, a suo dire, avrebbero violato la Costituzione. E ha inoltre aggiunto che comunque tutte le attività del Paese sono "sotto controllo".
Ma il decreto presidenziale è stato respinto dal Parlamento ucraino che si è anche rifiutato di finanziare le elezioni anticipate. Con una risoluzione approvata al termine di una seduta straordinaria, il Parlamento ha sfidato apertamente il presidente Viktor Yushenko decidendo anche lo scioglimento della commissione elettorale centrale. A favore di questa risoluzione, secondo le cifre fornite dall'agenzia russa Interfax, hanno votato 261 deputati su un totale di 450. Testualmente, il documento afferma che il decreto presidenziale sullo scioglimento del Parlamento è "un passo verso la realizzazione di un colpo di stato e non deve essere attuato".
Secondo alcune indiscrezioni, il presidente aveva già firmato due giorni fa il decreto per lo scioglimento della Rada, dopo mesi di braccio di ferro con il governo della vecchia guardia del premier Victor Yanukovic, salito al potere grazie ai dissidi interni alla "coalizione arancione". In precedenza l'Unione europea aveva esortato maggioranza e opposizione alla calma e al negoziato, lanciando un appello per evitare un aggravamento della crisi.
Sabato scorso - sfidando il divieto di un tribunale - si erano fronteggiate in piazza a Kiev decine di migliaia di sostenitori di Yushenko e quelli di Yanukovic, rispettivamente a favore e contro lo scioglimento del Parlamento. Uno scioglimento minacciato poche ore prima da Yushenko "se il lavoro della maggioranza non riprenderà - aveva intimato - sulla base della Costituzione".
La crisi politica ucraina va avanti dalle elezioni del marzo 2006, che avevano sancito un risultato ambiguo, con la maggioranza relativa al Partito delle Regioni di Yanukovic, un risicato vantaggio per la vecchia coalizione arancione e il sorpasso di Timoshenko sul partito Nostra Ucraina di Yushenko.
Da repubblica.it