ETIMOLOGIA, OPERE E QUOZIENTE DEI CREDENTI (E NO)


Perché non possiamo non dirci cretini leggendo Odifreddi


C’È UN BESTSELLER CHE VUOLE FARCI PASSARE (QUASI) TUTTI PER EBETI DA MILLENNI. CHISSÀ CHE TIPO DI EXIT POLL HA FATTO

Chrétien de Troyes, chi era costui? Il cantore
di Parsifal, tra l’altro. Un cretino di
nome e di fatto (par di capire) secondo Piergiorgio
Odifreddi, logico/matematico e autore
del bestseller “Perché non possiamo essere
cristiani”. La sua brillante introduzione
s’intitola serenamente “Cristiani e cretini”,
e prende le mosse dall’etimologia. La
parola “cretino” deriva proprio da “cristiano”,
poiché, secondo l’Enciclopedia (1754)
“cotali individui erano considerati come
persone semplici e innocenti, ovvero perché,
stupidi e insensati quali sono, sembrano
quasi assorti nella contemplazione delle
cose celesti”. Del resto, aggiunge Odifreddi,
lo stesso Cristo, nel Discorso della Montagna,
iniziò l’elenco delle beatitudini con:
“Beati i poveri in spirito, perché di essi è il
Regno dei Cieli”. Dove i poveri in spirito sono
(evidentemente!) i cretini. Infine, l’autore
spiega che la religione dei cretini s’è molto
diffusa “perché, come insegna la statistica,
metà della popolazione mondiale ha un’intelligenza
inferiore alla media(na)”.
Non riesco a capire come sia stato possibile
eseguire una simile statistica. Misurando
(e come, e per quanti secoli?) tutti i QI
del pianeta? Esaminando campioni, come
per gli exit polls? E con quali criteri si pesano,
i livelli intellettuali? Chi li determina?
A quali parametri debbono conformarsi?
Forse a quelli scolpiti dai logici/matematici
dell’occidente? E con chi fa media la media(
na), se la metà risulta inferiore alla media?
E se la media non fosse la maggioranza
(come presumono molti cretini), che senso
avrebbe disprezzare la metà del mondo?
Qui s’è inceppata la mia lettura: invece
d’andare avanti, mi sono impelagato in queste
futili domande, cui certamente Odifreddi
potrebbe rispondere con una semplice
formula. A me viene in mente l’apice sublime
della divulgazione scientifica, la spiegazione
che Superman dava di una sua impresa,
quando (meno niccianamente) si chiamava
Nembo Kid: “Faccio leva con una putrella,
come il famoso Archimede”. Ecco, la sentenza
sulla metà inferiore alla media(na) mi
sembra meno limpida di quella che sfreccia(
va) nel cielo di Metropolis.
Patrimoni di bellezza così poco intelligenti
Malgrado l’etimologia, poi, è ovviamente
riduttivo decretare che soltanto i cristiani
siano cretini. Per equità, questa condanna
non può colpire esclusivamente coloro che
credono alla verginità della Madonna, alla
resurrezione di Cristo, all’Eucaristia, eccetera,
ma anche (volterrianamente) tutti gli
altri fedeli d’ogni religione, abbeverati da
promesse non verificabili e, spesso, più
sconcertanti di quelle contenute nel cristianesimo.
Insomma: da millenni siamo (quasi)
tutti cretini. Possiamo secolarizzarci, ma diventeremo
politeisti: adoreremo il Denaro
& il Successo, i Divi & le Dive. Possiamo
marxistizzarci e costruire (come in Urss) i
grotteschi musei dell’ateismo, ma persisterà
il bisogno d’un qualsiasi culto: quello del
Partito e del Leader, per esempio. I soldati
del Führer pagano conservavano sulle pance
il motto “Gott mit uns”. Di quale Gott si
trattava? Non di quello degli ebrei, certo.
Ma un Dio risultava indispensabile perfino
a Hitler, che segretamente dava la caccia al
Graal, proprio come Parsifal. Nemmeno per
i regimi sedicenti atei è mai scomparsa la
necessità di rimandare la conquista di un
Paradiso a un indomani remotissimo. Secondo
Mao, la Rivoluzione si sarebbe realizzata
“tra diecimila anni”: una cifra che, per
i cinesi, è vicina all’infinito.
Miliardi e miliardi di credenti hanno calpestato
l’orbe terracqueo. Come mai? “Credo
quia absurdum”, predica una sentenza
dedotta e/o attribuita (Tertulliano? Agostino?
Due cretini, comunque). Mi sembra molto
difficile negare che l’umanità abbia fame
e sete di assurdo, di sogni impossibili, di
sperare in una vita al di là della vita, nelle
forme più diverse, dalla reincarnazione al
purgatorio. E trovo piuttosto infantile schiaffare
nell’inferno dei cretini tutti i geni che le religioni hanno prodotto. Quel che mi sorprende,
tuttavia, non è soltanto il fatto che,
nella storia dell’uomo, non sia mai esistita
una società completamente atea, bensì la
coincidenza dell’astrattezza presunta dei
credenti (compresi gli ebeti “assorti nella
contemplazione delle cose celesti”) con le
loro formidabili realizzazioni pratiche e visibili.
Nessuno nega che singoli atei abbiano
prodotto risultati eccellenti nei territori immateriali
delle scienze, delle letterature e
delle filosofie (spesso accollandosi l’onere
della pars destruens). Ma è curioso osservare
che gli imbambolati religiosi hanno costruito
(quasi?) tutto ciò che abbellisce la
crosta del pianeta, dalla Cappella Sistina ad
Angkor Wat. Insomma: i cretini hanno lasciato
tracce solidissime e patrimoni di bellezza
che ancora stupiscono il mondo. Gli atei/intelligenti,
invece, hanno edificato soprattutto
nobili cattedrali di parole, spesso confutate
dai loro posteri, spesso effimere. Ciò mi
fa sospettare che i superstiziosi con le teste
tra le nuvole abbiano più esperienza delle
opere concrete di quanta ne abbiano alcuni
cultori (materialisti?) delle logiche matematiche.
I cultori, si sa, coltivano. Ma quando la
coltivazione diventa un culto, finisce con l’imitare
una qualsiasi religione, compresa
quella dei cristiani/cretini.
Giuliano Zincone