Gli aforismi vedici
"Tat tvam asi"
La terza sentenza filosofica è Tat tvam asi, "Io sono Quello". Tat è ciò che rimane immutato prima e dopo la creazione, ed è privo di nome e di forma. Per questo viene definito "tat", ossia (indefinitamente) "quello", ed è immutabile; quindi, viene chiamato "essere", ossia ciò che è senza modificazioni e trascende le categorie di tempo e spazio.
Il secondo termine, tvam, si riferisce a ciò che ha nome e forma; è dotato di corpo, mente, intelletto e antahkarana, ed appartiene al mondo fenomenico. Esiste un legame comune tra il Senza-forma e l'oggetto con forma. In tutti gli oggetti dotati di forma è presente il principio-Prâjña o principio dell'Io. Di conseguenza anche tvam acquisisce l'attributo di tat.
Un esempio lo può spiegare. Uno scultore scolpì una statua di Krishna ricavandola da un blocco di roccia. Durante la lavorazione eliminò le schegge indesiderate, essendo interessato unicamente alla formazione della statua. Ultimato l'idolo, venne collocato in un tempio, dove divenne ogni giorno oggetto di culto. Dopo il trasporto della statua, gli altri frammenti di pietra senza nome né forma rimasero sulla collina a protestare: "Noi siamo la stessa cosa di Quello (l'idolo di Krishna). Una volta eravamo uniti in una roccia, ma poiché all'altra pietra sono stati attribuiti un nome e una forma, ci siamo distinti da quella. Ma la divinità presente in tutti noi è una e medesima".
Così pure, è dal Principio Puro (Shuddha tattva), il Tat, che sono partiti il corpo, la mente, ecc. Con la separazione dall'elemento sattvico, il corpo e le altre parti sono diventati inutili. Come mai sono inutili? Finché si ha a che fare con la vita del mondo, tutti gli elementi del corpo, mente, ecc., sono essenziali. Il primo requisito per compiere una disciplina spirituale è avere un corpo; per pensare a qualcosa, occorre una mente; per andare a fondo in qualsiasi argomento, vi serve un intelletto (buddhi).
Così, per vivere la vostra vita quotidiana, corpo, mente e intelletto sono requisiti fondamentali, che, però, sono solo degli strumenti, mentre l'agenzia che li ha posti all'opera è diversa. Quell'agenzia è il Tat, che, dimorando nel corpo, nella mente, nell'intelletto e nell'antahkarana, li fa assolvere ai loro rispettivi doveri. Tuttavia, non c'è alcuna differenza che li separi l'uno dall'altro.
Prendiamo un altro esempio: un oceano sconfinato. Da esso sorgono innumerevoli onde, che sembrano diverse l'una dall'altra, ma in realtà non lo sono. Sono espressioni della stessa acqua dell'oceano ed è soltanto la loro forma che sembra variare. Dalle onde emerge anche della schiuma, che è inseparabile da esse. Non esiste schiuma senza onde, né le onde possono essere disgiunte dall'acqua dell'oceano. L'oceano, dunque, è presente sia nelle onde che nella schiuma. L'unità di questi tre elementi - onde, schiuma e oceano - nel Vedânta viene definita Kûtastha, ossia "Base Immutabile", e si riferisce al Tat che è presente in tutte le cose differenti per nome e forma. Questo principio di unità viene dal Vedânta proclamato nell'aforisma Tat Tvam asi.