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  1. #1
    Siamo solo noi
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    Thumbs down Morto bimbo sopravvissuto ad aborto terapeutico

    Morto bimbo sopravvissuto ad aborto
    Il decesso nella notte all'ospedale pediatrico Meyer

    (ANSA)-FIRENZE,
    8 MAR- E' morto il piccolo che era sopravvissuto all'aborto terapeutico della madre effettuato venerdi' scorso all'ospedale fiorentino di Careggi. Il decesso e' nella notte. Il piccolo, ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale dell'ospedale pediatrico Meyer di Firenze, sarebbe deceduto per complicazioni cardiocircolatorie: pesava appena 500 grammi. L'aborto era stato autorizzato dopo i dubbi di una grave malformazione ma al momento della nascita il bambino e' risultato sano.
    NIHIL DIFFICILE VOLENTI

  2. #2
    Siamo solo noi
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    Predefinito FN risponde...

    INCRIMINATELI PER OMICIDIO !

    (Firenze) Aborto alla 22 settimana di gravidanza all’ospedale di Careggi. Una donna ha deciso di mettere fine alla vita del proprio figlio a causa di due esami che davano la possibilità di una malformazione all’esofago. I medici dopo averle consigliato di sottoporsi ad ulteriori accertamenti hanno operato l’aborto ai limiti della legge dopo la decisione senza appello della donna. Eseguito l’aborto gli stessi medici si sono accorti che il bimbo non presentava alcuna malformazione e che il suo cuore continuava a battere. Il bimbo è ora in terapia intensiva; ha una emorragia celebrale e pesa mezzo chilo. I medici non credono di riuscire a salvarlo.
    Vorremmo sapere come si sentono adesso tutti quelli con le loro lotte ciniche e incoscienti hanno portato a questo, dando la libertà a chiunque di decidere della vita e della morte di creature innocenti.
    Adesso che una piccola vita sta combattendo per riuscire ad ottenere il proprio diritto ad esistere, vorremmo sapere come si sentono coloro che, fregandosene delle leggi naturali che da milleni guidano il nostro piccolo pianeta, hanno ottenuto la legalità del genocidio aborto. In nome di quale assurdità poi il diritto delle donne di decidere quando e se avere un figlio, il diritto di decidere se vogliono o no un figlio non pefettamente sano.
    Gli stessi partiti politici hanno una responsabilità immensa in tutto questo, essendosi rifiutati da sempre di proporre una politica per la famiglia atta a premiare economicamente chi fa figli invece di mettere a questi un cappio al collo.
    Forza Nuova è contro questo scempio e si batte per l' abrogazione dell' aborto e l'introduzione di leggi favorevoli alla maternità ed alla famiglia tradizionale.

    Fonte: www.fnfirenze.blogspot.com
    NIHIL DIFFICILE VOLENTI

  3. #3
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    maledetti assassini!!!
    Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui.

  4. #4
    legio_taurinensis
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    Citazione Originariamente Scritto da milite Visualizza Messaggio
    INCRIMINATELI PER OMICIDIO !

    (Firenze) Aborto alla 22 settimana di gravidanza all’ospedale di Careggi. Una donna ha deciso di mettere fine alla vita del proprio figlio a causa di due esami che davano la possibilità di una malformazione all’esofago. I medici dopo averle consigliato di sottoporsi ad ulteriori accertamenti hanno operato l’aborto ai limiti della legge dopo la decisione senza appello della donna. Eseguito l’aborto gli stessi medici si sono accorti che il bimbo non presentava alcuna malformazione e che il suo cuore continuava a battere. Il bimbo è ora in terapia intensiva; ha una emorragia celebrale e pesa mezzo chilo. I medici non credono di riuscire a salvarlo.
    Vorremmo sapere come si sentono adesso tutti quelli con le loro lotte ciniche e incoscienti hanno portato a questo, dando la libertà a chiunque di decidere della vita e della morte di creature innocenti.
    Adesso che una piccola vita sta combattendo per riuscire ad ottenere il proprio diritto ad esistere, vorremmo sapere come si sentono coloro che, fregandosene delle leggi naturali che da milleni guidano il nostro piccolo pianeta, hanno ottenuto la legalità del genocidio aborto. In nome di quale assurdità poi il diritto delle donne di decidere quando e se avere un figlio, il diritto di decidere se vogliono o no un figlio non pefettamente sano.
    Gli stessi partiti politici hanno una responsabilità immensa in tutto questo, essendosi rifiutati da sempre di proporre una politica per la famiglia atta a premiare economicamente chi fa figli invece di mettere a questi un cappio al collo.
    Forza Nuova è contro questo scempio e si batte per l' abrogazione dell' aborto e l'introduzione di leggi favorevoli alla maternità ed alla famiglia tradizionale.

    Fonte: www.fnfirenze.blogspot.com
    .

  5. #5
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    l'azienda sanitaria fiorentina, ha già dichiarato che da parte dei suoi medici non vi è stato alcun errore nella valutazione della disfunzione del bambino poi rivelatasi inesistente.
    E così, anche questo caso di malasanità passerà come se niente fosse.
    Mi sembra tra l'altro che non sia stata neanche aperta una qualche forma d'inchiesta, e già questo la dice lunga sulla volontà di scaricare sui genitori tutte le responsabilità.

    Ricordate che i medici di oggi, sono gli universitari sprangatori di 25 anni fa

  6. #6
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    vedi come si arriva a considerare certe battaglie "di retroguardia"...

    ...la solita logica di dare la mano e prendersi tutto il braccio.

    comunque la legislazione italiana prevede l'aborto fino alla 12 settimana, o sbaglio?
    Resta il fatto che è stato abortito proprio un feto, a quanto pare. Se non è omicidio...

  7. #7
    nessun errore di prospettiva
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    Citazione Originariamente Scritto da RibelleDiVandea Visualizza Messaggio
    vedi come si arriva a considerare certe battaglie "di retroguardia"...

    ...la solita logica di dare la mano e prendersi tutto il braccio.

    comunque la legislazione italiana prevede l'aborto fino alla 12 settimana, o sbaglio?
    Resta il fatto che è stato abortito proprio un feto, a quanto pare. Se non è omicidio...
    purtroppo la legge italiana prevede l'aborto terapeutico fino alla 22sima settimana in caso di malformazione del feto. bisogna aggiungere che se la gravidanza è a rischio di morte per la madre, anche in quel caso si può legittimare l'interruzione alla 22sima settimana.
    purtroppo è così.

  8. #8
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    Dio lo abbia in gloria.

  9. #9
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    Leggete qui:

    Al San Camillo di Roma
    Una firma per non curare il feto nato vivo
    Tre mesi fa un caso simile a quello fiorentino. Ora il modulo per il consenso informato

    ROMA — Anche lui non sarebbe dovuto nascere. Anche i suoi genitori avevano scelto di rinunciare a lui, colpito da due gravi malformazioni cardiache che, secondo chi le aveva diagnosticate durante la gravidanza, erano incompatibili con la vita. Invece il bambino quando ha lasciato l'utero della mamma si muoveva, era vitale. Aveva poco più di 23 settimane. A quel punto i ginecologi hanno dovuto curarlo con tutte le terapie disponibili: tubi, farmaci per spalancare i polmoni e favorirne la maturazione, culle speciali. E' morto dopo circa una settimana. Senza quegli aiuti se ne sarebbe andato in poche ore. Un precedente molto simile al caso Careggi, avvenuto tre mesi fa al San Camillo-Forlanini di Roma. E per questo, da allora, a chi chiede un aborto terapeutico tardivo si chiede di firmare il consenso informato per rinunciare alle cure intensive nel caso il piccolo sopravviva al parto. In questo modo riceve solo le cure cosiddette compassionevoli. Niente tubi, né macchinari, né accanimento farmacologico.

    «Quel giorno non ero in ospedale, quando ho saputo sono rimasta sconvolta, non ho dormito quattro notti», racconta Giovanna Scassellati, responsabile del centro per le interruzioni volontarie di gravidanza della grande azienda romana, una che alla legge 194 ha sempre creduto e l'ha applicata con convinzione. Il risultato della sua insonnia è stato appunto il modulo per rinunciare alle cure intensive. Iniziativa unica in Italia con cui si è cercato di trovare una soluzione per i casi estremi, fornendo un supporto scritto al neonatologo e al ginecologo: «Per noi è una grande responsabilità — continua la Scassellati —. Il nostro è diventato un mestiere difficilissimo. La tecnologia oggi consente di rianimare feti molto prematuri. Non vorrei mai trovarmi nei panni del collega di Firenze. Nel '78 quando è arrivata la legge lo spirito era diverso. Non piace a nessuno fare questo mestiere ora che ogni giorno il Papa parla di tutela della vita. Anche i non obiettori hanno sentimenti. Quando ho cominciato, il mio primario mi chiamava Attila. Oggi ho dei cedimenti». La necessità di formulare un consenso informato per l'aborto terapeutico le è apparsa chiara soprattutto dopo aver parlato col papà di quel bimbo che non avrebbe dovuto nascere: «Mi ha raccontato che dopo il parto i medici gli hanno messo sotto gli occhi un modulo dove dichiarava di accettare le cure intensive per il figlio. Mi ha detto che in quel momento non capiva niente e che ha firmato».

    Femminista, attiva nella Fiapac, l'associazione internazionale operatori dei servizi per l'aborto, in prima linea quando si tratta di sostenere la battaglia per la pillola Ru486, la Scassellati testimonia la durezza della sua professione: «Negli ospedali del Nord per essere sicuri che il bimbo malformato non sopravviva praticano il feticidio, somministrando cloruro di potassio attraverso il cordone ombelicale, come in Francia. A Roma non lo facciamo, ma che sofferenza poi trovarsi di fronte a queste storie. Non c'è da stupirsi se ci sono tanti obiettori di coscienza...».

    Margherita De Bac - Corriere della Sera

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da Dottor Zoidberg Visualizza Messaggio
    Leggete qui:

    Al San Camillo di Roma
    Una firma per non curare il feto nato vivo
    Tre mesi fa un caso simile a quello fiorentino. Ora il modulo per il consenso informato

    ROMA — Anche lui non sarebbe dovuto nascere. Anche i suoi genitori avevano scelto di rinunciare a lui, colpito da due gravi malformazioni cardiache che, secondo chi le aveva diagnosticate durante la gravidanza, erano incompatibili con la vita. Invece il bambino quando ha lasciato l'utero della mamma si muoveva, era vitale. Aveva poco più di 23 settimane. A quel punto i ginecologi hanno dovuto curarlo con tutte le terapie disponibili: tubi, farmaci per spalancare i polmoni e favorirne la maturazione, culle speciali. E' morto dopo circa una settimana. Senza quegli aiuti se ne sarebbe andato in poche ore. Un precedente molto simile al caso Careggi, avvenuto tre mesi fa al San Camillo-Forlanini di Roma. E per questo, da allora, a chi chiede un aborto terapeutico tardivo si chiede di firmare il consenso informato per rinunciare alle cure intensive nel caso il piccolo sopravviva al parto. In questo modo riceve solo le cure cosiddette compassionevoli. Niente tubi, né macchinari, né accanimento farmacologico.

    «Quel giorno non ero in ospedale, quando ho saputo sono rimasta sconvolta, non ho dormito quattro notti», racconta Giovanna Scassellati, responsabile del centro per le interruzioni volontarie di gravidanza della grande azienda romana, una che alla legge 194 ha sempre creduto e l'ha applicata con convinzione. Il risultato della sua insonnia è stato appunto il modulo per rinunciare alle cure intensive. Iniziativa unica in Italia con cui si è cercato di trovare una soluzione per i casi estremi, fornendo un supporto scritto al neonatologo e al ginecologo: «Per noi è una grande responsabilità — continua la Scassellati —. Il nostro è diventato un mestiere difficilissimo. La tecnologia oggi consente di rianimare feti molto prematuri. Non vorrei mai trovarmi nei panni del collega di Firenze. Nel '78 quando è arrivata la legge lo spirito era diverso. Non piace a nessuno fare questo mestiere ora che ogni giorno il Papa parla di tutela della vita. Anche i non obiettori hanno sentimenti. Quando ho cominciato, il mio primario mi chiamava Attila. Oggi ho dei cedimenti». La necessità di formulare un consenso informato per l'aborto terapeutico le è apparsa chiara soprattutto dopo aver parlato col papà di quel bimbo che non avrebbe dovuto nascere: «Mi ha raccontato che dopo il parto i medici gli hanno messo sotto gli occhi un modulo dove dichiarava di accettare le cure intensive per il figlio. Mi ha detto che in quel momento non capiva niente e che ha firmato».

    Femminista, attiva nella Fiapac, l'associazione internazionale operatori dei servizi per l'aborto, in prima linea quando si tratta di sostenere la battaglia per la pillola Ru486, la Scassellati testimonia la durezza della sua professione: «Negli ospedali del Nord per essere sicuri che il bimbo malformato non sopravviva praticano il feticidio, somministrando cloruro di potassio attraverso il cordone ombelicale, come in Francia. A Roma non lo facciamo, ma che sofferenza poi trovarsi di fronte a queste storie. Non c'è da stupirsi se ci sono tanti obiettori di coscienza...».

    Margherita De Bac - Corriere della Sera
    Poverina la Scassellati, si è accorta che praticando aborti uccide delle vite, e questo la turba un pò, specie se il bambino nasce vivo, anche se basta una firma e lo si lascia morire senza troppi patemi d'animo. Blondet una volta fece della cupa ironia ipotizzando una proposta di legge dei radicali per praticare aborti fino al terzo anno. Purtroppo non è improbabile che un giorno ci arriveremo, se si è arrivati a praticare aborti su bambini già nati. Ma ovviamente la soluzione c'è: basta avvelenare il feto nell'utero e nessuno dovrà più sorbirsi lo il triste spettacolo di una vita che lotta per non spegnersi, specie quando si è sbagliata la diagnosi. Ma lei e tutti quelli come lei, gente che arriverebbe a non curare un bambino perchè qualcuno ha messo una firma su un pezzo di carta, non si vergognano di quello che fanno? Quanto siamo scesi in basso per accettare impunemente che si commettano simili mostruosità?

 

 
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