QUE VIVA LA MUSICA
di Andrés Caicedo
No, tu non arretrare davanti a nessuna sfida.
E non entrare a far parte di nessuna organizzazione.
Che non ti possano mai definire e incasellare.
Che nessuno sappia il tuo nome. E che nessuno ti dia la sua protezione.
Non cedere alle lusinghe della celebrità.
Se ti lasci dietro qualcosa di tuo, muori tranquillo, confidando in pochi buoni amici.
Non permettere mai che facciano di te una persona grande, un uomo rispettabile.
Non smettere mai di essere un bambino, anche se non riuscissi più a tenere gli occhi aperti e ti cominciassero a cadere i denti.
I tuoi genitori ti hanno voluto. Che i tuoi genitori ti mantengano sempre. E tu sputa nel piatto dove mangi.
A me che me ne frega?
Non risparmiare mai.
Non diventare mai una persona seria.
Fai della sventatezza e della contraddizione la tua norma di vita.
Elimina le tregue, scegliti per tua dimensione il danno, l’eccesso e il tremito alle mani.
Ogni cosa è tua. Hai diritto a tutto, e fallo pagare caro.
Non ti sentire mai sazio.
Impara a non perdere la vista, a non soccombere alla miopia di chi vive in città.
Armati dei sogni per non perdere la vista.
Scordati di poter mai raggiungere quella che chiamano la normalità sessuale. E non aspettarti che l’amore ti porti la pace. Il sesso è un atto delle tenebre e l’innamoramento, un unirsi di tormenti. Non sperare mai di raggiungere la comprensione con il sesso opposto. Non c’è nulla che sia più diverso e che sia meno adatto alla riconciliazione.
Tu, pratica il terrore, il ratto, la battaglia, la violenza, la perversione e il coito anale: se credi che la soddisfazione dipenda dalla strettezza e dalla posizione dominante. Se ti sottrai a ogni commercio sessuale, ancora meglio.
Per l’odio che ti hanno istillato i tuoi censori, non c’è rimedio migliore dell’assassinio. Per la timidezza, l’autodistruzione.
Dove si pratica meglio il rito della solitudine è nei cinema. Impara a sabotare i cinema.
Non cedere al pentimento o all’invidia o all’arrivismo sociale. È meglio scendere, declassarsi, raggiungere, alla fine di una carriera che non ha mai conosciuto splendore, l’anonima decadenza.
Per consolidare la tua forza, prova a sbattere la testa contro il muro.
Non esiste momento più intenso e più penoso del risveglio di chi va a letto all’alba. Complica e prolunga questo momento. Consumati in esso. Avrai un’agonia lenta e, di urlo in urlo, affronterai i nuovi giorni.
Ascolta musica prima di colazione.
Tu, maschera la perdita della memoria. Impara a contemplare imperturbabile la genesi di ogni cosa. Se sei tentato dal male, soccombi: finirete per rotolare avvinti in un forte abbraccio.
Mangia tutto quello che fa male al fegato: mangia acerbo e funghi e molto sale. E abituati ai risvegli con i vermi nella pancia. Crediti una ceiba che nutre i suoi parassiti.
Tu, non ti preoccupare.
Muori prima dei tuoi genitori, per risparmiargli la visione spaventosa della tua vecchiaia.
E incontriamoci là, dove è tutto grigio e non si soffre.
Siamo molti. Passa parola… </B>