Apro una nuova discussione su questo tema, poiché , anche se avevo introdotto qualcosa in un messaggio sulla discussione della ridefinizione del proletariato, quest'aspetto mi sembra in realtà più specifico e merita una trattazione a parte.
Vi invito quindi a rispondere qui al mio messaggio.
Riassumendo rapidamente qui quello che dicevo, il punto è che a mio avviso il fulcro del capitalismonon è la distinzione tra proprietari e non proprietari, ma la proprietà in sè come rapporto sociale. Detto semplicemente, il problema del rapporto socaiale borghese permane identico anche nel caso estremo in cui tutti gli uomini sono proprietari di merci scambiabili e vendibili ( che non siano solo la forza lavoro ovviamente ). Questo perché il problema chiave resta la spinta aggressiva oggettiva dell'uomo contro l'uomo, cioé la concorrenza, e non solo sfruttamento ( anch'esso nei fatti importantissimo ) attraverso il ladrocinio del pluslavoro.
Credo, e questo se ci pensate si collega molto bene alla discussione sul proletariato, che oggi la rivoluzione, prima ancora di sovvertire il concetto cxulturale di dominazione, deve sovvertire il concetto culturale di lotta fratricida. Si somolgiano , ma le sfumature sono un po' diverse. Insomma più ancora dell'ideologia del profitto , è l'ideologia concorrenziale che oggi distrugge coscienze comunitarie e tessuti sociali. La concorrenza, infatti, è la sorella pratica del liberalismo teorico.