SCIENZA & TECNOLOGIA
Non più solo Usa e Russia . Cina, India e Europa pronte alla conquista del satellite
La polvere lunare contiene elio-3, preziosa fonte di energia
Riparte la corsa alla Luna
In cinque pronti al via
di ELENA DUSI
Sarà il sogno di ripetere le notti magiche dell'Apollo. Di appoggiarsi al satellite per spiccare il balzo su Marte. O, più concretamente, di ottenere fonti di energia pulite e illimitate. "Chi per primo si prenderà la Luna, vincerà la corsa per la leadership globale. E noi siamo in grado di farcela" ha dichiarato Erik Galimov, dell'Accademia delle scienze russe, nello svelare le ambizioni di Mosca sul satellite.
Russia, poi Cina, infine India. Con minore convinzione il Giappone. Europa, le cui mire si concentrano su Marte. E ovviamente la Nasa. Sono i concorrenti della corsa per la Luna, cui Newsweek dedica la copertina. Tutti alla ricerca della tecnologia necessaria per costruire una base sul satellite, raccogliere, liquefare e trasportare sulla Terra il prezioso elio-3, l'equivalente spaziale del petrolio. L'isotopo - estremamente raro dalle nostre parti - potrebbe alimentare centrali a fusione nucleare senza emissioni di gas serra. Il solo miraggio di poterne disporre ha scatenato una competizione spaziale che, a differenza della guerra fredda, vede coinvolti almeno quattro pretendenti credibili.
La Nasa, che con il suo budget di 16 miliardi di dollari sovrasta tutti, ha già fissato la data del prossimo allunaggio: 2020. Dispone del razzo vettore per trasportare il materiale della base, ha progettato i moduli per scendere sul suolo e gli automezzi per spostarsi lungo mari e crateri. Ma non sa ancora come rendere vivibile una stazione permanente in assenza di atmosfera. "L'agenzia Usa - spiega Newsweek - guida senz'altro la corsa. Ma Cina e Russia stanno dando potenza ai motori".
Mosca, con l'agenzia di stato Roscosmos, fa leva sul suo servizio di autobus per il cosmo. Ad acquistare il biglietto da Baikonur per la Stazione spaziale internazionale non sono solo turisti, ma anche astronauti europei e americani, rimasti a piedi dopo la tragedia dello Shuttle Columbia del 2003. Con questi soldi (1,7 miliardi di dollari il budget della Roscosmos) Mosca sostiene di poter inviare sulla Luna 5 sonde robotizzate entro il 2010. E realizzare nei cinque anni successivi una base permanente.
Con tutte le cautele del caso, per proteggere il segreto sulle proprie tecnologie di punta, la Russia ha cercato anche la cooperazione di Pechino. La Cina è l'unica nazione (insieme a Usa e Russia) ad aver mai completato una missione spaziale con astronauti a bordo. Il lancio della prima sonda cinese per la Luna è previsto per il 17 aprile, e nella base spaziale "Aerospace city", a nord della capitale, il palco per le autorità del Partito è già montato. Da quando Mao Zedong, nel 1957, si lamentò perché il suo paese non era in grado "di lanciare in orbita nemmeno una patata", il fiume di acqua ne ha fatta scorrere parecchia. E oggi la Cina promette di acquisire entro il 2020 il primo campione di polvere lunare (possibilmente con frammenti di elio-3).
Nelle retrovie corre l'India. Il premier Atal Bihari Vajpayee tre anni fa annunciò una missione con destinazione Luna entro il 2008. Nel frattempo Nuova Delhi ha deciso di puntare tutto sugli accordi di collaborazione internazionali, andando a studiare a casa della Nasa da un lato e costruendo strumenti insieme all'Agenzia spaziale europea dall'altro. Mosca con Pechino. Nuova Delhi con Washington e Parigi. Parigi con Mosca e Washington. A guardare meglio, quella che sembra una corsa per la conquista della Luna è in realtà una ragnatela di rapporti di cooperazione fra terrestri, in cui tutti (o quasi) si aiutano (e si controllano) l'un l'altro.
(29 gennaio 2007)