Il Proscritto Buffo


| Ugo Gaudenzi |
C’è un signore che si aggira per la CdL, tra Palazzo Madama e “il Giornale”, guance rosse, capelli stinti rossi pure, nevrotico e allucinato anzichenò.
Sì, è proprio lui, è Paolo Guzzanti.
Quel giornalista à la page, quello che, quando lavorava a La Repubblica, durante gli anni di piombo, faceva parte di quel “Comitato di redazione rosso” che presiedeva “tribunali speciali” interni al giornale contro i collaboratori, i corrispondenti e i redattori del giornale tacciati - per chissà quale vago odore - di “fascismo”. Erano i tempi di comunismo è bello: quando, per comune morale, processare, o, meglio: “uccidere un fascista non (era) reato” .
Da quando ha fatto il passo del gambero rosso (per carità: mica lo ha fatto solo lui, la lista dei tardo-illuminati è lunga, lunghissima...) ha accumulato visioni su visioni, le ha mescolate con i dossier Mitrokin, ha inventato la pista Carlos per la strage di Bologna, e ora vede spie e killer di Putin dietro ogni divano. Anche dietro i divani di casa sia di Prodi che del Cavaliere. Come pure accanto i lampioni di fronte a casa sua.
In un crescendo wagneriano scomoda Zola e accusa tutti - amici e nemici - di non vedere “il grande pipistrello” putiniano intento a iniettare polonio 210 radioattivo nelle portate dei proscritti. Si dichiara lui stesso iscritto d’ufficio da Putin nelle liste di morte del Fsb ex Gru ex Kgb ex Gpu, “morituro” come già la Politkovskaia, come già Litvinenko.
I suoi amici di merenda tacciono. Anzitutto tace Berlusconi, che probabilmente teme che il suo Guzzanti sia irrimediabilmente caduto in paranoia. Alcuni, come Arturo Diaconale, si chiedono se sia o non sia diventato matto.
Tacciono anche i suoi rampolli che, dello spirito paterno, hanno ereditato sia la parte comico-strutturale, (quella, tanto per rammentare, capace di imitare alla perfezione l’allora presidente Sandro Pertini, il killer - per generale definizione: “buono” - di Mussolini) e sia la parte rosso-zecca, quella ancestrale d.o.c. da comunista al caviale.
Certo, il caso (clinico) è proprio buffo. Guzzanti che grida al lupo e si propone come vittima predestinata all’assassinio, perché... “nemico di Putin” è sintomo dello squilibrio totale sul quale galleggiano i nostri politicanti.
Ignoranti e sideralmente pieni di sé, intangibili dal senso del ridicolo, buffoni che si pavoneggiano e si agitano sulle scene della società dello spettacolo e della (dis)informazione per qualche attimo e dei quali presto non si parlerà più.
Tornando a Guzzanti: chissà se ora che si sente “proscritto” - virtualmente - si ricorda quando era lui a stendere concrete liste di proscrizione...
No. Sicuramente no. Quel tempo è stato opportunamente rimosso.

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