Dalla Bibbia del Ricciotti editore Salani
I libri che formano la Bibbia non sono semplici libri umani, bensì divini, perchè hanno Dio per autore principale; infatti gli autori umani, a cui detti libri sono attribuiti, li scrissero sotto quella particolare assistenza divina che è chiamata «ispirazione». Questa dottrina è accennata, più o meno esplicitamente, in vari passi della Bibbia stessa (specialmente in 2ª Timoteo, 3, 16, e in 2ª Pietro, 1, 20-21); è stata poi insegnata con chiarezza sempre maggiore dai Padri e Dottori della Chiesa, e preposta come dogma di fede della Chiesa stessa.
Secondo questa dottrina l' «ispirazione» consiste in una particolare assistenza esercitata sugli autori umani dei libri biblici, per cui lo Spirito Santo «mediante una forza soprannaturale li eccitò e mosse a scrivere, e li assistette mentre scrivevano in tal maniera, che essi tutte e sole quelle cose che Egli comandasse, rettamente concepissero nella mente, fedelmente volessero scrivere, ed acconciamente esprimessero con infallibile verità » (enciclica Providentissimus, del 1893). Da ciò risulta che l'«ispirazione» importa, da parte di Dio, sia un'illustrazione delle facoltà intellettuali dell'autore umano, sia un influsso sulla volontà di lui, sia un'assistenza speciale durante l'intera esecuzione dell'opera ai fini dell'opera stessa.
Sarebbe, quindi, falso supporre che, per influsso dell' «ispirazione», l'autore umano divenisse un semplice amanuense che scrivesse conforme alla dettatura di Dio, ovvero che agisse inconsciamente e quasi in condizione estatica; al contrario, l'autore umano, conservando la sua piena libertà e personalità, con la sua indole naturale e il suo corredo culturale, fu elevato per intervento divino ad un ordine soprannaturale, sì da divenire strumento, umano e libero, della potenza divina per la concezione e scrittura di determinati libri.
Giustamente, perciò, si potrà e si dovrà attribuire ciascun libro della Bibbia e ciascuna sua parte sia a Dio, come ad autore principale, sia al suo scrittore umano, come ad autore strumentale; e di quest'ultimo autore si potranno legittimamente indagare l'indole, la cultura, lo stile letterario e simili cose, perchè la sua personalità umana è rimasta interamente anche sotto l'influsso dell' «ispirazione» e si è esplicata nella sua pienezza, salvo la possibilità di errare.
Quest'ultimo punto, infatti, è una conseguenza diretta e immediata della dottrina dell' «ispirazione». E in realtà, se Dio è l'autore principale degli scritti biblici, tutte e singole le affermazioni contenute in questi scritti sono affermazioni di Dio stesso: esse saranno perciò assolutamente immuni da errore, perchè Dio, ch'è verità per se stesso, non può nè ingannarsi nè ingannare. Ciò, tuttavia, non toglie che l'autore umano, servendosi del comune linguaggio umano pur sotto l'influsso dell' «ispirazione», ricorra o a metafore, o ad espressioni usuali per descrivere fenomeni della natura, e simili; le quali saranno da interpretarsi o come linguaggio figurato, o come descrizioni delle apparenze fenomeniche e non della realtà scientifica, e analogamente in simili casi. Sarà perciò una metafora quando ad es. la Bibbia attribuisce l' «ira» e il «pentimento» a Dio; sarà un'espressione usuale, quando afferma che il sole «sorge» o «cala»; e così di seguito.
Si abbia anche presente che non pochi errori reali possono ritrovarsi nelle odierne copie della Bibbia, introdottivi però dalla negligenza dei copisti, che lungo i secoli trascrissero male il testo primitivo o quello delle versioni.
Di questa dottrina dell' «ispirazione» è maestra e garante solo la Chiesa cattolica, la quale del resto nel proporla perpetuò l'insegnamento dell'antica sinagoga giudaica. I protestanti, che rigettarono l'autorità della Chiesa, cercarono in varie maniere lungo i secoli di sostituire tale autorità docente con altri criteri per dimostrare e riconoscere l' «ispirazione» della Bibbia; ma nessuna di queste sostituzioni riuscì ad essere ammessa largamente tra loro e a mantenersi a lungo, e oggi sono in pratica tutte abbandonate.
CIAO