Conosco Santa Fiora soprattutto perchè il paese di padre Ernesto Balducci, uomo di rara e profonda cultura umanista e religiosa, per contraccambiare la visione delle belle immagini ti passo un suo scritto:
"La stanza in cui dormivo da piccolo aveva una
finestra che dava su un dirupo (la casa è ancora lì,
appollaiata sulle mura medievali) oltre il quale si
alzava una breve cornice di poggi. Ai lati del di-
rupo, la lunga sagoma di un antico convento di
Clarisse. Di notte, a più riprese, la campanella
chiamava le monache a "mattinar lo sposo". Di
tanto in tanto, mi capitava di scendere dal letto, al
suono della campanella, per osservare nel buio
accendersi una dopo l'altra le minuscole finestre
delle celle e poi spegnersi. Ora mi spiego il fasci-
no di quello spettacolo notturno, che mi godevo
da solo, quasi furtivamente. Era come se mi af-
facciassi all'altro versante della vita, dove il tempo
ha ritmi diversi dal nostro; è un tempo inutile, è il
tempo dell'Essere, il tempo che gira su se stesso,
col passo di danza, e non si cura del nostro, che è
il tempo dell'esistere. Potrei dire che io, da quella
finestra, non mi sono mai mosso".
(Il cerchio che si chiude).