La situazione venutasi a creare in ambito A.P.A.T. a seguito del cambio del vertice di Direzione da qualche mese sta togliendo il sonno ad alcuni lavoratori che, non essendo raccomandati si ritrovano ad essere calpestati ed umiliati.
In tale contesto vorrei focalizzare l’elemento fondamentale che pone in assoluto disagio chi ha creduto e confidato in un’azione di governo equa e tutelante per quella fascia “di figli di un Dio minore” che si vedono, per colpa delle consulenze d’oro, penalizzati ed esclusi, malgrado gli stessi abbiano prestato la propria opera in ambito agenziale da sottopagati.

Per onore di chiarezza e d’esposizione dei fatti, non deve essere ignorato che, dall’insediamento del nuovo dicastero ad oggi, sono state rese note due comunicazioni piuttosto chiare ed eloquenti a firma del neocapo di gabinetto avv. Giuseppe Nerio Carugno.
La prima,“Gab/2006/4195/A06 del 23/05/2006, con la quale si invitava, il Direttore Generale Dott. Cesari visti i ristretti limiti posti dalla legge finanziaria, a limitare nell’ambito dell’amministrazione ordinaria le assunzioni degli impegni di spesa per contratti, convenzioni, consulenze e collaborazioni; in particolare il capo di gabinetto, intimava la dirigenza nell’immediato a sospendere i conferimenti di incarico per consulenza e, le assunzioni di personale a contratto, invitando gli stessi a relazionare urgentemente circa l’osservanza dei limiti di legge e le effettive esigenze di avvalersi di personale estraneo per consulenze e collaborazioni.
La seconda,“Gab/2006/ del 13/05/2006, con la quale si richiamava la nota su esposta, e nel terzo capoverso si invitata il Direttore a voler disporre gli atti necessari per il rinnovo dei contratti in parola.
Appare evidente che, allo stato dell’arte vi sia l’esigenza da parte del neo Direttore Avv. Viglione di verificare la situazione vigente, ma è eloquente, la situazione creata dalla Dirigenza uscente, che ha premiato i propri beniamini con l’inserimento degli stessi, in ambito agenziale.
Per onore d’informazione va chiarito che, i soggetti oggetto del dissesto finanziario della agenzia non sono certamente da individuare negli attuali esclusi, bensì fra quanti nel passato e se si vuole nel presente hanno e stanno approfittando dell’agenzia in nome della ricerca.
E’ quantomai irritante dover riscontrare che, gli esclusi dalla dirigenza della coalizione di centro destra, ora si vedono ignorati dalla dirigenza di centro sinistra, o se si vuole è intollerabile dover prendere atto, che a pagare i limiti di restrizione posti dalla finanziaria siano i lavoratori, che con onestà e spirito di appartenenza, hanno cercato di porre l’agenzia nella condizione di visibilità diversa, rispetto agli intenti suggeriti dai dirigenti uscenti.

Pur conscio del fatto che, i rinnovi contrattuali non sono un atto dovuto ma un’esigenza reale, vorrei ricordare quanto enunciato nella recente campagna elettorale per le politiche, ovvero l’impegno programmatico di creare stabilità, al fine di garantire la sopravvivenza delle persone.

E’ inconfutabile visto quanto esposto che con il persistere di tale situazione si sta privando i soliti “ piccoli contrattisti con stipendio lordo di € 1.200,00 dimenticati dall’A.p.a.t.” di quel diritto fondamentale del lavoro sancito dalla costituzione Italiana; resta comunque incomprensibilmente che si ponga una classe lavoratrice nella condizione non di flessibilità ma di precarietà ignorando il concetto prioritario del “merito e della diligenza”.

Faccio appello al Direttore Generale e alle parti politiche e sindacali affinché, si abbiano risposte coerenti con lo spirito della creazione della stabilità, anche con quanto contenuto nella finanziaria 2006, “garanzia dei rinnovi contratti di servizio”.
Come classe lavoratrice, vogliamo fiduciosamente attendere una risposta che confuti ogni ingiustizia e ci classifichi come cittadini degni d’appartenere a questa Nazione.
F.to Domenico SCAMPUDDU