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  1. #1
    moderatore di bachelite
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    Predefinito Il mio viaggio in Ungheria (2000)

    Un Drugo un po’ diverso, un Drugo come non l’avete mai conosciuto

    Sapete, io mi sono iscritto a POL nell’agosto del 2002, quando quello che sto per raccontarvi era già successo due anni prima nella mia famosa vacanza di tre settimane in Ungheria.
    Visto che leggo costantemente i diari berlinesi tenuti da Naitmer, mi è sembrato giusto raccontarvi quello che ho vissuto sei anni fa, nell’estate del 2000. Premetto che tutto quello che leggerete è assolutamente vero anche se, per fortuna, non riscontrabile.
    Per raccontarvi questa storia, ho deciso di scendere in particolari, come voi stessi avrete modo di notare. Questo non per esigenze morbose, ma per dimostrarvi di cosa sono capace

    Una mia amica italiana dell’università, che chiamerò per comodità V, si offre per ospitarmi in una casa che aveva preso in affitto a Budapest. Premetto che con questa amica avevo già un rapporto un po’ particolare, nel senso che non eravamo fidanzati nel senso stretto del termine, però ogni tanto scopavamo.
    Io arrivo a Budapest nell’agosto del 2000, la mattina, con un autobus proveniente da Roma Tiburtina (250.000 vecchie lire A/R). Lei mi accoglie a casa sua in mutande (come già faceva), ci salutiamo con affetto, come due amici fraterni che non si vedono da molto tempo. Usciamo, facciamo colazione in un bar, se così si può chiamare, e lei mi confida di aver fatto sesso con due persone contemporaneamente. Io appizzo le orecchie, e mi faccio spiegare i particolari del suo sandwich di pochi giorni prima: ma poiché io la conosco e so che è una un po’ cazzara, vengo a scoprire che in realtà quello che lei ha scambiato per un’orgia a tre, era una scopata a due che lei ha avuto con un uomo, con l’amica accanto a loro due che dormiva placidamente in coma etilico nello stesso letto mentre loro due pompavano. E va bene, questo sarebbe il sesso estremo che avrebbe fatto lei… poi mi confida che le piace il piercing, io capisco “pissing” e ci mettiamo tutti e due a ridere.
    Viviamo in casa insieme, ma per le prime, diciamo, tre notti, come fratello e sorella. Io ogni tanto la massaggio (è una cosa che so fare bene a prescindere dal mio attuale rapporto con le donne). Di giorno andiamo alle terme, e quando c’è poca gente, lei si toglie regolarmente il reggiseno lasciandosi in topless (porta una terza abbondante).
    Un pomeriggio, mentre siamo alle terme, ci baciamo una volta, due volte, e prendiamo a pomiciare piuttosto pesantemente, immersi nell’acqua, ma senza scopare (c’era gente e poi eravamo in un posto pubblico). Erano tipo le sei del pomeriggio.
    Decidiamo di uscire, rivestirci, e tornare a casa. “Ti va di farmi un massaggio?” mi fa V mentre siamo sull’autobus. Io le dico di sì, che non c’è problema.
    Tornati a casa, sia io che lei ci spogliamo completamente nudi e ci mettiamo sopra un coltrone messo al centro della camera-salone. Lei accende due candele rosse e uno di quegli stecchi del cazzo che emanano un odore profumato. Io prendo l’olio canforato e comincio a spalmarle il collo, i seni, la pancia, le gambe. I miei movimento sono molto lenti e sensuali, come si convengono ad un massaggio a conclusione sessuale. Ogni tanto la accarezzo sui capelli, che V porta lunghi e ricci. Come un innamorato le sussurro paroline dolci su quanto è femmina e su quanto riesca a farmi sentire maschio ( ). Mentre glielo dico, io sono seduto per terra con le gambe aperte, e lei seduta davanti a me, di schiena. Ogni tanto le massaggio le braccia e pure il viso, e mi eccito a guardarle la sua pelle lucida per via dell’olio. Poi lei si gira davanti a me, e si sdraia per terra. Io comincio a massaggiarle polpacci e cosce, e per farlo, mi alzo con le ginocchia poggiate per terra. Con l’erezione che ho, mi avvicino a lei e continuo a massaggiarla anche sulla pancia. Lei ovviamente si accorge del mio stato ma senza scandalizzarsi minimamente, tutto procede con la massima naturalezza. Ogni tanto le bacio gli alluci e le piante dei piedi mettendomi la sua gamba sulla mia spalla così da sembrare che le stia facendo la posizione della pompa dell’acqua (molto apprezzata nei film porno).
    Lei mi si avvicina, mi abbraccia, mi bacia sulla bocca e, lentamente e continuando a baciarmi, scende, mentre io mi sdraio supino sul vecchio coltrone. Ormai, tecnicamente, siamo ai preliminari. Dopo un minuto di baci suoi sul mio collo, sul torace e sulla pancia, e mentre i suoi seni coi capezzoli induriti aderiscono al mio pisello, con la bocca arriva al mio membro. Le sue mani, che erano poggiate sui miei lombi, arrivano in contemporanea sul pisellino eretto.
    Il pompino che ha appena iniziato a tirarmi è la cosa più bella, sopraffina e sensuale che mio stia capitando in quel momento. Non mi par vero rivedere la sua bocca arrotondarsi sul mio tronco, con un movimento fluido e sensuale da donna esperta. Talvolta è lentissima, si ferma quasi con la bocca aperta sul glande, ma senza introdurre; talvolta tira fuori la lingua e lecca il glande come un ghiacciolo; poi il suo pompaggio si fa furioso una volta che il mio (uffa, non mi va di chiamarlo cazzo, è volgare) membro entra nella sua bocca. Per “pompaggio furioso” intendo un movimento molto scattoso e veloce della testa, con pollice e indice della sua mano sinistra, giunti, che fanno su e giù sul tronco. Ogni tanto mi fa quello che lei chiama “ricciolo”: ripreso il pompino, con la lingua all’interno della sua bocca, forma una specie di nodo, di ricciolo, con la sua lingua, sulla punta del mio glande.
    Stranamente e contrariamente alle previsioni, io resisto molto bene. V la conosco da anni, ci sono già stato a letto insieme, quindi diciamo che sono “abituato” a lei.
    Il pompino, che doveva essere preparatorio, dura (non esagero) circa 10/12 minuti (mi ricordo ancora di aver visto l’orologio a muro). Come ad un segnale convenuto, ci stacchiamo e, parlando piuttosto formalmente come se dovessimo decidere dove andare in gita, decidiamo se accoppiarci o no con il preservativo. Io espongo i miei dubbi perché so che il lattice non reagisce molto bene a contatto con qualsiasi tipo di olio. V invece opta decisamente per il sì al guanto. Dopo un brevissimo conciliabolo, prevale la linea di V ed è lei stessa ad alzarsi e prendere una scatola di preservativi da un cassetto, che lei stessa ha comprato.
    Il tipo è di una marcaccia ungherese: “Masculan”. Interrotto un attimo il rapporto sessuale, ci mettiamo a ridere pensando alla ridicolezza del nome. Aperto un preservativo (la scatola è da 12, dentro ce ne sono 9, vabbè), noto con una punta di piacere che il mio pisellino, dopo il lavoretto orale di V, non ha affatto perso erezione ed anzi misura (lo noto con sorpresa) uno od anche due centimetri in più.
    Indosso il preservativo (è un’operazione che mi piace, mi piace tenere il serbatoio schiacciato mentre dipano il lattice sul tronco, i fa sentire masculo ) e finalmente, cominciamo a scopare.
    Delle posizioni, mi ricordo molto bene di aver rifatto la pompa dell’acqua (questa volta però in piena penetrazione), di essermi messo sdraiato con lei sopra mentre V si metteva sulle piante dei piedi e faceva molla con le gambe, di averla presa da dietro a pecorina ma vaginalmente, e di essere venuto dentro lei nella posizione che preferisco e che più mi eccita: da tergo, io dietro lei, tenendole la coscia destra alzata, e penetrandola.
    Vi giuro che un orgasmo con una donna, dentro il suo sesso (ovviamente con il preservativo), vale cento seghe con il palmo della mano. Può sembrare un’ovvietà, ma tutto, dalle terminazioni nervose allo spirito di coppia che si viene a creare, contribuisce a far provare una sensazione intensissima che mi lasciava annichilito ad ogni contrazione eiaculatoria dell’uretra (mi piace essere lirico su queste cose).
    Dopo, nulla era più come prima. Vivevamo insieme, ma non più come fratello e sorella, ma come fidanzati ora.
    Ricordo una notte: verso le sei, in pieno raptus, ci svegliamo nel letto matrimoniale e come un sol uomo, ci mettiamo a scopare (piuttosto rumorosamente fra l’altro) ma questa volta senza preservativo. Io alla fine prendo V nella mia solita posizione preferita di cui sopra ma per fortuna, nonostante fossi in stato più di dormiveglia che di veglia vera e propria, al momento di eiaculare, abituato da anni ed anni di film porno, estraggo il mio membro. Mentre vengo, reggo il mio organo per la mano destra ma non lo vedo (è coperto dal corpo di V).
    Una volta pulitasi la pancia da alcuni schizzi di bambini mai nati ( ), mi dice che abbiamo rischiato grosso perché sa che uno studio (di che?) ha appurato che la maggior parte dei concepimenti avviene all’alba, quando ci sono i picchi di testosterone ma si è svegli con un occhio solo.

    1. continua (devo continuare? )

  2. #2
    What am I doing here?
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    Oh tu guarda

  3. #3
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    letto tutto?

  4. #4
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    sto ridendo come una scema

  5. #5
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    Citazione Originariamente Scritto da lauraf Visualizza Messaggio
    sto ridendo come una scema

    dimmi cos'è che suscita il tuo entusiasmo

  6. #6
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    Citazione Originariamente Scritto da DrugoLebowsky Visualizza Messaggio
    dimmi cos'è che suscita il tuo entusiasmo
    la minuziosita' di particolari scientifici, direi

  7. #7
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    ...scientifici?

  8. #8
    il merovingio
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    Un Drugo inedito.


    Ma sarà tutto vero?

  9. #9
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    allora? vuoi lasciarci sulle spine?


  10. #10
    Serenity is the devil
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    Cosa c'entra con un forum sui viaggio questo raccontino da rivista "le ore" o da porno web ?

 

 
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