ATAMBUA (Indonesia) - Disordini sono scoppiati a Atambua, a Timor ovest, dopo la fucilazione ieri sera nelle isole Sulawesi di tre cattolici. Dopo l'esecuzione centinaia di persone di fede cristiana si sono dirette verso gli uffici del procuratore generale rompendo i vetri a sassate e dando fuoco agli uffici. Il capo della polizia locale, un vescovo e altri esponenti religiosi hanno esortato i manifestanti alla calma. Un migliaio di persone si sono radunate per ascoltare le parole del prelato. Non è ancora chiaro se vi siano feriti o morti.

Fabianus Tibo, 60 anni, Marinus Riwu, 48, e Dominggus da Silva, 42, sono stati giustiziati ieri sera. Nel 2001 erano stati condannati a morte perché giudicati responsabili di un massacro di musulmani avvenuto durante gli scontri interreligiosi di Poso nel 2000. Dovevano essere uccisi lo scorso 12 agosto, ma l'esecuzione era stata rinviata dopo l'appello del Papa. Ieri sera, invece, non c'è stato nulla da fare. Secondo fonti attendibili, i tre sono stati giustiziati senza poter ricevere gli ultimi sacramenti. Il Procuratore di Palu ha infatti proibito a "Tibo e compagni" di partecipare alla messa prima della fucilazione. Ed è stato impedito anche l'allestimento della camera ardente nella cattedrale cittadina, come richiesto dai tre.

Il Vaticano ha espresso il proprio dolore per la triplice esecuzione: "Una notizia tristissima e dolorosa. Ogni volta che viene eseguita una pena capitale è una sconfitta per l'umanita", sono state le parole di padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa del Vaticano. "Viva deplorazione" è arrivata anche dal ministro degli Esteri, Massimo D'Alema.