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    Predefinito Dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa

    Nota di informazione sul dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa
    Pubblicata dal Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani

    CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 18 settembre 2006 (ZENIT.org).- Pubblichiamo un Nota diffusa dal Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani circa il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e quella ortodossa, in occasione della IX sessione plenaria della “Commissione Mista” istituita a tal fine (Belgrado, 18-25 settembre 2006).


    * * *

    Dal 18 al 25 settembre 2006 si terrà a Belgrado, la IX sessione plenaria della «Commissione Mista Internazionale per il Dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa nel suo insieme». La riunione sarà ospitata dal Patriarcato ortodosso di Serbia. Con l’incontro di Belgrado, la «Commissione» riprende i suoi lavori dopo la sessione plenaria a Baltimora (Stati Uniti), nel luglio 2000.

    Dal 13 al 15 dicembre scorso, il dialogo teologico ufficiale tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa, coordinato, da parte ortodossa, dal Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, aveva inaugurato l’attuale, nuova fase con la riunione del «Comitato Misto di Coordinamento» della Commissione, che aveva l’incarico di preparare la sessione plenaria di Belgrado e di stabilire il tema da trattare .

    La riattivazione del dialogo è stata possibile grazie ad una costante azione di mediazione e convincimento, incoraggiata da Papa Giovanni Paolo II, da Papa Benedetto XVI, dall’impegno del Patriarcato ecumenico, e da molteplici contatti e collaborazioni fra la Chiesa cattolica e le singole Chiese ortodosse. Essa si base su una decisione presa al Fanar nel settembre 2005, durante un incontro panortodosso convocato dal Patriarca ecumenico, Bartolomeo I.

    La prima fase, inaugurata nel 1980 con l’incontro a Patmos e Rodi, aveva così definito lo scopo perseguito: «Lo scopo del dialogo tra la Chiesa cattolica romana e la Chiesa ortodossa è il ristabilimento della piena comunione. Tale comunione, basata sull’unità di fede secondo l’esperienza comune e la tradizione della Chiesa primitiva, troverà la sua piena espressione nella comune celebrazione dell’Eucaristia».

    Sulla base di un «Plan pour la mise en route du dialogue théologique entre l’Eglise catholique et l’Eglise orthodoxe» concordato nella fase preparatoria all’inaugurazione del dialogo ufficiale, la «Commissione» aveva elaborato quattro documenti: «Il Mistero della Chiesa e dell’Eucaristia alla luce del mistero della Santa Trinità» (Monaco di Baviera, 1982); «Fede, Sacramenti e Unità della Chiesa» (Bari, 1987); «Il Sacramento dell’Ordine nella struttura sacramentale della Chiesa, in particolare l’importanza della successione apostolica per la santificazione e l’unità del popolo di Dio» (Monastero di Uusi Valamo, Finlandia, 1988); ed infine, «L’uniatismo, metodo d’unione del passato e l’attuale ricerca dell’unità» (Balamand, Tripoli del Libano, 1993).

    Il documento elaborato dalle sotto–commissioni e sintetizzato a Mosca nel 1990 dal «Comitato misto di coordinamento», in preparazione della plenaria di Freising (giugno 1990), sul tema: «Le conseguenze ecclesiologiche e canoniche della natura sacramentale della Chiesa: conciliarità ed autorità nella Chiesa», non era stato mai esaminato dalla plenaria della Commissione poiché, su richiesta degli ortodossi, era stata affrontata nel dialogo la questione del cosiddetto «uniatismo».

    Il «Comitato di Coordinamento» a Roma, nel dicembre scorso, ha pertanto stabilito che «in continuità con i documenti già concordati dalla Commissione, il contesto generale del suo lavoro è la teologia della koinonia, o comunione, e che tale contesto necessita di essere rafforzato con uno studio ulteriore per permettere di approfondire il dibattito su due questioni tra loro connesse e centrali per le relazioni tra le due Chiese, il primato del Vescovo di Roma ed il tema de «l’uniatismo», come anche altre questioni che permangono aperte. Di conseguenza, è stato concordato che il prossimo incontro della plenaria della Commissione a Belgrado studierà il progetto di documento preparato a Mosca nel 1990 durante l’incontro del Comitato Misto di Coordinamento, e non ancora discusso dalla plenaria della Commissione: “ Le conseguenze ecclesiologiche e canoniche della natura sacramentale della Chiesa: conciliarità ed autorità nella Chiesa”. Tale testo sarà studiato nella prospettiva delle citate questioni, e cioè il problema del primato e la questione de “l’uniatismo”».

    * * *


    Il Patriarca serbo Pavle darà personalmente il benvenuto ai membri cattolici ed ortodossi della Commissione, il 18 settembre, alla sede del Patriarcato. In continuità con quanto stabilito nella prima fase del dialogo, il giovedì 21 settembre i membri cattolici assisteranno alla Liturgia ortodossa nella Festa della Natività della Madre di Dio. Inoltre, il sabato 23 settembre i membri ortodossi parteciperanno alla messa nella cattedrale cattolica di Belgrado, mentre la domenica 24 settembre i membri cattolici parteciperanno alla divina Liturgia celebrata dagli ortodossi.

    La plenaria della Commissione è stata accuratamente preparata da parte ortodossa, in collaborazione con l’Arcivescovo di Belgrado, S.E. Mons. Hocevar, e con la continua assistenza del Nunzio Apostolico in Serbia e Montenegro, S.E. Mons. Eugenio Sbarbaro.

    * * *


    La «Commissione» è presieduta dal Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e dal Metropolita di Pergamo, Ioannis, e consta di due segretari, il Metropolita di Sassima, Gennadios, ed il Rev.mo Mons. Eleuterio F. Fortino, sotto–segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani. Gli altri membri cattolici, ufficialmente nominati, sono i seguenti:

    Sua Eminenza
    Il Cardinal William Henry Keeler
    Arcivescovo di Baltimora (Stati Uniti)

    Sua Eminenza
    Il Cardinale Christoph Schönborn, O.P.
    Arcivescovo di Vienna

    Sua Eminenza Rev.ma
    Il Cardinale Jean-Louis Tauran
    Bibliotecario e Archivista di S.R.C.

    S.E. Mons. Oscar Hugh Lipscomb
    Arcivescovo di Mobile (Stati Uniti)


    S.E. Mons. Antonio Maria Vegliò
    Arcivescovo tit. di Eclano, Segretario della Congregazione per le Chiese
    Orientali

    S.E. Mons. Paul El-Sayah
    Arcivescovo di Haifa e Terra Santa dei Maroniti

    S.E. Mons. Alfons Nossol
    Arcivescovo di Opole (Polonia)

    S.E. Mons. Ioannis Spiteris
    Arcivescovo di Corfù, Zante e Cefalonia

    S.E. Mons. Roland Minnerath
    Arcivescovo di Dijon

    S.E. Mons. Bruno Forte
    Arcivescovo di Chieti-Vasto

    S.E. Mons. Gérard Daucourt
    Vescovo di Nanterre

    S.E. Mons. Kurt Koch
    Vescovo di Basilea (Svizzera)

    S.E. Mons. Florentin Crihalmeanu
    Vescovo eparchiale di Cluj-Gherla
    Episcopia Româna Unita cu Roma, greco-catolica

    S.E. Mons. Gerhard Feige
    Vescovo di Magdeburg (Germania)

    S.E. Mons. Pero Sudar
    Vescovo ausiliare di Sarajevo

    S.E. Mons. Brian Farrell
    Vescovo tit. di Abitine, Segretario del Pontificio Consiglio per la
    Promozione dell'Unità dei Cristiani

    Rev.mo Monsignore Piero Coda
    Prelato Segretario della Pontificia Accademia di Teologia

    Rev.mo Mons. Dott. Prof. Iwan Dacko
    Presidente dell'Istituto per gli Studi Ecumenici
    presso l'Università Cattolica Ucraina a L'viv

    Rev.mo Monsignore
    Prof. Dimitri Salachas

    Rev. Dott. Paul McPartlan
    School of Theology and Religious Studies, The Catholic University of America

    Rev. Padre Dott. Thomas Pott
    Monastero Benedettino della Sainte Croix, Chevetogne

    Rev. Padre Prof. Charles Morerod, OP
    Facoltà di Filosofia, Pontificia Università San Tommaso d'Aquino

    Rev.mo Padre Prof. Hèctor Vall Vilardell, SI
    Rettore del Pontificio Istituto Orientale

    Rev.do Padre Frans Bouwen, M.Afr.
    Missionnaires d'Afrique [Pères Blancs]

    Dr. Theresia Hainthaler
    Philosophisch-Theologische Hochschule Sankt Georgen
    Frankfurter Theologische Fakultät

    Prof. Barbara Hallensleben
    Institut für Ökumenische Studien, Universität Freiburg

    Prof. Roberto Morozzo della Rocca
    Docente di Storia dell'Europa Orientale
    Università di Roma Tre - Facoltà di Lettere

    Rev.mo Mons. Eleuterio F. Fortino
    Sotto-Segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei
    Cristiani

    La «Commissione» è paritetica e comprende 30 membri cattolici ed altrettanti ortodossi.

    13 settembre 2006

  2. #2
    Ut unum sint!
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    Caro P.Giovanni le porte sono aperte... attenzione nella foga di ritornare alla casa del Padre a non inciampare sul gradino d'ingresso!
    sempre con ironia e senza alcuna perfidia
    UT UNUM SINT!

  3. #3
    presbitero cristiano ortodosso
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    Citazione Originariamente Scritto da catholikos Visualizza Messaggio
    Caro P.Giovanni le porte sono aperte... attenzione nella foga di ritornare alla casa del Padre a non inciampare sul gradino d'ingresso!
    sempre con ironia e senza alcuna perfidia

    Stai attento invece tu a che tipo di ritorno potrebbe accadere....

    sempre con rionia e senza perfidia

    e poi seriamente e con cuore sincero: ha senso questa categoria del ritorno e non dico in sè e per sè(in se e per sè possiede senso e vigenza) ma in termini esistenziali ha senso....?

    Stai attento salvatore comunque e forse preparati ad asciugar le amarezze e gli ahimà di qualche nostro comune amico...tieniti pronti con la valigetta del pronto soccorso...

    credimi..credimi...e fidati di quel che sto scrivendo(ovviamente in tempi lunghi ma on lunghissimi...)

    Con affetto e in speranza

    Padre Giovanni

    PS Ovviamente nei tempi lunghi quando le sorprese ci saranno(e so che tu non avrai nè amarezze nè ahimè) sarò ben lieto di presentare alla tua vita nella Tradizione dell'Una ed Indivisa i santi Misteri del Risorto e lo dico di vero cuore

  4. #4
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    Citazione Originariamente Scritto da giovannipresbit Visualizza Messaggio
    e poi seriamente e con cuore sincero: ha senso questa categoria del ritorno e non dico in sè e per sè(in se e per sè possiede senso e vigenza) ma in termini esistenziali ha senso....?
    La nostra visione escatologica è (aimè) molto limitata, però penso che un senso lo abbia il contribuire a far in modo che vi sia comunione tra quanti sono "abbeverati a un solo Spirito".


    Non può l'occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi».
    Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie;
    e quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggior decenza,
    mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava, perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre.
    Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui.
    Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.

    (1 Corinzi, 12, 21-27)

    Tra l'altro quella che lei definisce "categoria del ritorno", non è ciò che la Chiesa cattolica intende per ecumenismo.

    "D'altra parte questa unità non significa quello che si potrebbe chiamare ecumenismo del ritorno: rinnegare cioè e rifiutare la propria storia di fede. Assolutamente no! Non significa uniformità in tutte le espressioni della teologia e della spiritualità, nelle forme liturgiche e nella disciplina. Unità nella molteplicità e molteplicità nell'unità: nell'omelia per la solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo, lo scorso 29 giugno, ho rilevato che piena unità e vera cattolicità nel senso originario della parola vanno insieme. Condizione necessaria perché questa coesistenza si realizzi è che l'impegno per l'unità si purifichi e si rinnovi continuamente, cresca e maturi.
    A questo scopo può recare un suo contributo il dialogo. Esso è più di uno scambio di pensieri, di un'impresa accademica: è uno scambio di doni (cfr “Ut Unum Sint”, n. 28), nel quale le Chiese e le Comunità ecclesiali possono mettere a disposizione i loro tesori (cfr “Lumen Gentium”, nn. 8; 15; “Unitatis Redintegratio”, nn. 3; 14s; “Ut Unum Sint”, nn. 10-14).
    È proprio grazie a questo impegno che il cammino può proseguire passo passo fino a quando, come dice la Lettera agli Efesini, finalmente arriveremo "tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomo perfetto, nella misura che conviene alla piena maturità di Cristo" (Ef 4, 13).
    È ovvio che un tale dialogo può svilupparsi solo in un contesto di sincera e coerente spiritualità. Non possiamo "fare" l'unità con le sole nostre forze. La possiamo soltanto ottenere come dono dello Spirito Santo. Perciò l'ecumenismo spirituale, e cioè la preghiera, la conversione e la santificazione della vita costituiscono il cuore dell'incontro e del movimento ecumenico (cfr “Unitatis Redintegratio”, n. 8; “Ut Unum Sint”, nn. 15s; 21 ecc.). Si potrebbe anche dire: la forma migliore di ecumenismo consiste nel vivere secondo il Vangelo."

    (Discorso di S.S. Benedetto XVI a Colonia, la sera del 19 agosto 2005, ai rappresentanti delle Chiese non cattoliche).

  5. #5
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    L'ecumenismo del ritorno, caro p.Gianni, noi lo intendiamo solo come ritorno alla comunione col successore di Pietro. Poi ammettiamo pluralità di tradizioni ecclesiastiche e liturgiche.
    Come l'intendi tu invece è il tipico errore ortodosso per cui noi eretici stiamo per abbandonare un'eresia e tornare nella Chiesa Ortodossa. O mi sbaglio?
    UT UNUM SINT!

  6. #6
    Ut unum sint!
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    Preciso che ritorno alla comunione con Pietro lo si piò certo avere a condizione di concordare con la dottrina cattolica. Ma ciò per gli ortodossi non dovrebbe essere difficile, poichè, liberati da schemi mentali che fanno vedere malvagio tutte le puntualizzazioni post 1054, si riconoscerà che professiamo la medesima dottrina. Se questo avverrà avremo l'unità, senza strane "sorprese".
    UT UNUM SINT!

  7. #7
    presbitero cristiano ortodosso
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    Citazione Originariamente Scritto da catholikos Visualizza Messaggio
    Preciso che ritorno alla comunione con Pietro lo si piò certo avere a condizione di concordare con la dottrina cattolica. Ma ciò per gli ortodossi non dovrebbe essere difficile, poichè, liberati da schemi mentali che fanno vedere malvagio tutte le puntualizzazioni post 1054, si riconoscerà che professiamo la medesima dottrina. Se questo avverrà avremo l'unità, senza strane "sorprese".

    Salvatore così invece su queste tue riflessioni restiamo distinti distanti e separati e a nulla serviranno i confronti

    Padre Giovanni

  8. #8
    presbitero cristiano ortodosso
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    Predefinito il prossimo colloquio a Belgrado tra cattolici ed ortodossi -invocazione ed epiclesi

    Credo che sia opprtuno postare anche qui l'intervento collocato sul 3d in rileivo iniziato da Yunus


    il prossimo colloquio a Belgrado tra cattolici ed ortodossi -invocazione ed epiclesi

    E’ cosi Signore inizia questo nuovo appuntamento di questa conferenza/colloquio tra cristiani ortodossi e cristiani rmano- cattolici. Si svolge a Belgrado ,simbolo incredibile di guerra e di pace, città di contraddizione ,città laica ed europea e città dove – ahinoi- ancora alligna la scimmia luciferina di noi ortodossi, la nostra eterna tentazione al filetismo, all’identificazione tra fede e nazione con i suoi rischi- diabolici- del culto della terra e dell’identità totale. Ma Belgrado è anche la città del tuo servo Paolo, piccolo grande patriarca e padre del suo popolo cristiano, che egli ama e che egli bastona. E che ha saputo governare e almeno controllarne i fondamentalismi . Ricordi Signore il buon Paolo ,insieme con la sua gente con le candele in mano sul ponte di Belgrado a pregare mentre sulla città piovevano le cristianissime bombe anglo-italo-americane?

    Eppure Signore tu sai anche che- certamente con moderazione e prudenza- Paolo riusci a distinguere e a battere dalla testimonianza della sua chiesa le impostazioni nazionalistiche ( ed anche altro.. genocide) di tutti quei serbi e montenegrini che sicuramente erano ortodossi ma sulla cui fede cristiana c’è da dubitare alquanto e sai anche che Paolo stesso difese -anche dentro lo stesso Sinodo che insieme con lui la chiesa di serbia governa- - i diritti totali dei popoli e delle genti di fede musulmana .

    Questo incontro/colloquio Signore è importante dopo il fallimento del precedente colloquio di Baltimora . Avevo sempre pensato(fino all’elezione di Benedetto XVI a vescovo di Roma Antica) che tutto si sarebbe concluso(e per certi aspetti l’ho sperato) nel solito –come diciamo noi in Sicilia- babbiu e in fondo mi lamentavo dello stesso babbiu perché comunque esso è mass medialmente equivoco e in corto circuiti equivoci noi cristiani siamo esperti e noi cristiani ortodossi non scherziamo . Tu sai Signore che certi gesti sono teologicamente corretti ma sono equivoci perché non sono compresi dalla gente. E’ corretto ad esempio che ogni volta che Bartolomeo I partecipi ad una Celebrazione Eucaristica della Chiesa di Roma Antica possa stare in presbiterio fino al Vangelo e poi al momento del Credo scenda. È corretto, ma chi lo capisce?

    L’elezione di Benedetto XVI a Vescovo di Roma Antica e alcuni suoi segnali importanti ci hanno convinto( ed ancora lo siamo) che questo Vescovo può ( i segni ci sono tutti) riservare a noi tutti e dico a tutta quanta la cristianità sorprese incredibili ed accellerazioni totali nell’imprevedibilità dello Spirito Santo che soffia dove vuole e alcuni tra noi ortodossi hanno iniziato a pregare che l’ntero nostro popolo ortodosso fosse in grado di comprendere le soprese e porsi in situazione di ascolto e non di chiusura .Signore tu lo sai per noi questo Vescovo di Roma Antica è un’inversione di tendenza totale e notevole nei confronti del suo predecessore .E’ stata ed è questa la nostra intuizione ed è stata ed è questa la nostra speranza
    Senza per questo trasformarsi in ecumenisti dei bacetti ,senza per questo assumere una scelta unitistica senza ragione e consapevoli anche comunque che la chiesa ortodossa, la sinfonia unitaria delle chiese ortodosse sarà chiamata a scegliere davanti a te Signore e molto probabilmente l’unitarietà dell’attuale configurazione della sinfonia non resisterà all’impatto e molto probabilmente Signore molti di nostri i fratelli e di nostre sorelle –in assoluta buona fede e in coscienza cristallina ma in torto teologico e spirituale- troveranno dimora presso le chiese ortodosse non in comunione con la sinfonia,cioè le chiese tradziionalistiche e sostanzialmente(li abbiamo anche noi) sedevacantiste e privazioniste .molti di noi hanno puntato sull’imprevedibilità del Santo Spirito che riuscirà a vincere e a convincere i talebani di entrambe le chiese ,i talebani del fondamentalismo romano-cattolico e i nostri talebani ,(Ricordi Signore Filantropo ,il film Uccidete la colomba bianca dove estremisti bellicisti americani si accordano con estremisti bellicisti sovietici per uccidere il segretario del Partito Comunista Sovietico perché fautore del disgelo e della pace?)

    Ma negli ultimi giorni, una paura ci sta stringendo il cuore ed è la paura che tu,tu stesso Signore potresti non farcela…

    Sta montando dentro tutta quanta la cristianità, ma proprio tutta , un’aria malsana ,un’aria anticristica, un’atmosfera crociata, lo spettro identitario della presunta difesa a tutto tondo di una presunta civiltà esclusivamente cristiana dell’occidente eurocentrico, l’odio per l’altro, il diverso, visto come il nemico, l’avversario e la chiamata nel migliore dei casi alla vigilanza e nel peggiore allo scontro e allo scontro di civiltà. L’hanno chiamato cristianismo per distinguerlo giustamente dalla tua sequela e molti dei suoi teorici sono stati definiti teo-con o si sono definiti atei devoti. Ti Ricordi Signore in Francia Maurras con l’Action Francaise che si definiva cattolico ma non cristiano tanto quanto la scimmia filetista che sta dentro casa ortodossa e come sempre l’uso delle fede come strumento per e del potere .. Quest’aria malsana ha già individuato il nemico da violare, l’uomo e la donna di fede musulmana e va violato dovunque e comunque e con tutti i mezzi possibili . Non è qui in questione l’atteggiamento degli uomini e delle donne musulmane né la lettura della loro fede, né l’ermeneutica del loro libro sacro ,le loro ragioni e i loro torti,le loro virtù e le loro violenze ,è in questione Signore la nostra testimonianza ,la testimonianza a della cristianità tutta quanta e questa tetsimonianza implica e deduce oggi che con la sapienzialità della fede e la virtù laica della mediazione noi si trovi un alto modus vivendi di coabitazione con gli uomini e le donne di fede islamica

    Cosa temiamo allora, di cosa abbiamo paura ?

    Abbiamo paura e temiamo che a Belgrado non si discuta tra cristiani la modalità comune per essere alla tua sequela, ma si discuta e si organizzi un’unità visibile cristiana come cristianista ,come blocco monolite delle chiese sacramentali ed episcopali contro questo nemico e questo avversario. Temiamo che a Belgrado l’unità visibile si concretizzi ma a spese del Vangelo e della sequela e si concretizzi come forma di potere mondano(e come tale luciferino e diabolico) mass mediale e ,veicolato dai poteri forti del globo e da essi voluta .Temiamo che a Belgrado si realizzi l’unità cristiana ma non l’unità dei cristiani e che poi attorno a questo primo blocco monolitico a raggiera si adeguino man mano le chiese episcopali e presbiteriane della riforma ma sempre in ottica di mondanizzazione e di identità dell’occidente contro il pericolo del nemico dell’Eurabia come l’atea devota Oriana Fallaci(ovviamente Signore de mortuis nisi bene)aveva tematizzato e richiesto

    Signore Filantropo e misericordioso ti preghiamo di fermare lo stesso primo pensiero ,l’eventuale primo vagito di questa apostasia se essa dovesse presentarsi. Se essa si presenta Signore tu confondi i partecipanti alla conferenza ,confondili ,confondili ,fai loro vivere una santa babele perché rispetto all’unità nell’apostasia del tuo Vangelo è meglio il peccato della divisione continua ma che assicuri paradossalmente ancora la possibilità della sequela e del discepolato , ciascuno dentro la sua tenda

    Ma se per i tuoi disegni( o anche Signore noi questo non lo trascuriamo per la tua sconfitta in questa battaglia) l’apostasia dovesse prevalere con le sue guerre,i suoi rumori di guerra, il suo odio, l’anticristo che nasce dentro l’unità cristiana(quale beffa e quale tragedia Signore!!!) tu Signore -nonostante il misterium iniquitatis- -dona alla tua chiesa un gruppo di resistenti che uscendo dalle chiese coinvolte nell’apostasia si riaggreghino davanti al tuo Vangelo ,si ritrovino -da divisi che erano-fratelli e sorelle proprio a prescindere dalle teologie per testimoniare l’intero tuo evento e l’intera tua storia ,il chicco di grano solo se muore da frutti ,e in tale tua storia la possibilità che non esistano diversi e nemici ed avversari ma tradizioni spiriruali e sapienziali al plurale dove ciascuno viva affidandosi alla libertà di coscienza e trovando da se a se tesso ,certo attraverso l’ascolto e la predicazione, il proprio orizzonte di senso.

    E cosi la cristianità comunque –per diritto o per rovescio -non sarà mai unita

    [
    [QUOTE]Cita:
    B]L’apocalisse è allora già iniziato

    Signore non tardare [/B

    ]

    Padre Giovanni festa

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da catholikos Visualizza Messaggio
    Preciso che ritorno alla comunione con Pietro lo si piò certo avere a condizione di concordare con la dottrina cattolica. Ma ciò per gli ortodossi non dovrebbe essere difficile, poichè, liberati da schemi mentali che fanno vedere malvagio tutte le puntualizzazioni post 1054, si riconoscerà che professiamo la medesima dottrina. Se questo avverrà avremo l'unità, senza strane "sorprese".
    Quoto in pieno

  10. #10
    Ut unum sint!
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    Citazione Originariamente Scritto da giovannipresbit Visualizza Messaggio
    Salvatore così invece su queste tue riflessioni restiamo distinti distanti e separati e a nulla serviranno i confronti

    Padre Giovanni
    E allora stiamo separati caro p.Giovanni.
    Ma io ho seri motivi per credere che appunto non professiamo cose diverse. Ed ho speranze che gli ortodossi lo capiscano. E proprio l'unia o la perenne comunione (come per i Maroniti) lo dimostrano.
    Finanche molti atoniti lo hanno compreso e ci rimproverano cose che in verità noi stessi ci rimproveriamo, come la dissacrazione della liturgia, la scarsa fiducia nel Santo spirito... beh ma nessuno qui sostiene che non ci siano "difetti" nella spiritualità della Chiesa latina.

    Ora lasciamo lavorare la commissione, non mi dilungo oltre. Se vi saranno sorprese, chissà... magari festeggeremo insieme il dogma della dormitio Mariae tra un paio d'anni
    UT UNUM SINT!

 

 
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