Per una volta, sono d'accordo. "Guerra Santa" è decisamente un ossimoro.
Per una volta, sono d'accordo. "Guerra Santa" è decisamente un ossimoro.
Interessante.
Scusa, non per romperti le uova nel paniere.
Ma per fare un'affermazione che, a mio avviso, è abbastanza scontata, bisogna aprire un thread?
Per una magra volta che do ragione a Benedetto XVI...a proposito, sgarzoli i suoi cappelli.
Ok
Sono d'accordo con te.
P.S: le prossime volte metti tutto in un post solo, sennò qualcuno potrebbe non capire che cosa vuoi dire...
Beh .... Gesù non è mica stato un liberale nè un libertino. Egli è la Verità, che rende liberi. E qui bisogna intendersi. Ma conosciamo le tue interpretazioni ......
Si, Dio è amore e chi dimora nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in Lui .
Il Papa cita esplicitamente l'islam: "la guerra santa è contro Dio"
Di Paolo Luigi Rodari (del 12/09/2006 @ 19:46:06, in il Velino, linkato 8 volte)
“La violenza è in contrasto con la natura di Dio e dell’anima”. Il Papa, in visita all’università di Ratisbona, durante il suo viaggio pastorale in Baviera, ha ribadito la negatività della guerra santa, considerata uno strumento “contro Dio”.
Nell’aula magna dell’ateneo, dove Ratzinger ha insegnato per otto anni dogmatica, il Pontefice ha analizzato le strutture della fede nella Bibbia e nel Corano e l’immagine di Dio e dell’uomo, osservando che “l’Islam fondamentalista contraddice il profeta Maometto.
La conversione mediante violenza – ha sottolineato Benedetto XVI –, è cosa irragionevole, quindi contraria alla natura di Dio, perché Dio agisce con logos e logos significa assieme ragione e parola”. Ma il dialogo tra le religioni è possibile, sostiene il Papa.
Se l’Occidente smette di essere “sordo al divino” e se “il cristianesimo riprende a dialogare con la scienza”. In occidente – ha spiegato il Papa al mondo scientifico, riunitosi nell’aula magna dell’università per ascoltarlo – “domina l’opinione che soltanto la ragione positivista e le forme di filosofia da essa derivanti siano universali.
Ma le culture profondamente religiose del mondo vedono proprio in questa esclusione del divino dall’universalità della ragione un attacco alle loro convinzioni più intime.
Una ragione – ha aggiunto –, che di fronte al divino è sorda e respinge la religione nell’ambito delle sottoculture, è incapace di inserirsi nel dialogo delle culture. Per la filosofia e, in modo diverso, per la teologia l’ascoltare le grandi esperienze e convinzioni delle tradizioni religiose dell’umanità, specialmente quella della fede cristiana, costituisce una fonte di conoscenza; rifiutarsi ad essa significherebbe una riduzione inaccettabile del nostro ascoltare e rispondere”.
Benedetto XVI, inoltre, ha ricordato le origini dell’Europa: l’incontro tra Cristianesimo e pensiero greco, arricchito dal patrimonio di Roma. “Lo scambio tra fede biblica e pensiero greco – ha precisato – è un dato di importanza decisiva non solo dal punto di vista della storia delle religioni, ma anche da quello della storia universale. Considerato questo incontro – ha aggiunto Papa Ratzinger –, non è sorprendente che il cristianesimo, nonostante la sua origine e qualche suo sviluppo importante nell’Oriente, abbia infine trovato la sua impronta storicamente decisiva in Europa”. Già nella mattinata, nel corso di un’omelia lunga e impegnativa, tenuta sulla spianata dell’Islinger Feld di Ratisbona, di fronte a una grande folla, il Santo Padre aveva spiegato che in un mondo che conosce “le distruzioni dell’immagine di Dio a causa dell’odio e del fanatismo, è importante dire con chiarezza in quale Dio noi crediamo e professare convinti questo volto umano di Dio. Solo questo Dio ci salva dalla paura del mondo e dall’ansia di fronte al vuoto della propria esistenza. Solo guardando a Gesù Cristo, la nostra gioia in Dio raggiunge la sua pienezza, diventa gioia redenta”.
Dopo le parole molto dure rivolte domenica scorsa contro un Occidente incapace di riconoscere Dio (un’incapacità che spaventa le culture a esso estranee), il Papa è tornato quindi a parlare della necessità di credere, sottolineando però chi sia questo Dio a cui è necessario credere. Egli - ha detto il Papa - è “Amore, Bontà” e dunque il contrario del Dio sanguinario con cui sovente si giustificano attentati suicidi e atti di terrorismo di massa. Da qui la critica alle “distruzioni dell’immagine di Dio a causa dell’odio e del fanatismo”. La scelta, per il Papa, è sempre la medesima per ogni uomo. Ognuno è libero di decidere se aderire alla “Ragione creatrice, lo Spirito che opera tutto e suscita lo sviluppo”, o “all’Irrazionalità che, priva di ogni ragione, stranamente produce un cosmo ordinato in modo matematico e anche l’uomo, la sua ragione”. Un affondo, quest’ultimo, sulla necessità di riconoscere da chi l’uomo dipenda, da chi egli sia stato creato: i cristiani, per il Papa, non credono che l’uomo sia “soltanto un risultato casuale dell’evoluzione e quindi, in fondo, anche una cosa irragionevole”. “Noi cristiani - ha invece detto il Papa - diciamo: ‘Credo in Dio Padre, Creatore del cielo e della terra’ - credo nello Spirito Creatore. Noi crediamo che all’origine c’è il Verbo eterno, la Ragione e non l’Irrazionalità”. Dunque, a pochi giorni da un seminario svoltosi a porte chiuse a Castelgandolfo e dedicato alla creazione e all’evoluzione con i suoi ex allievi, il Papa, in visita in Baviera, è tornato a ribadire come il mondo non sia “un risultato casuale dell’evoluzione” ma piuttosto il volere dell’amore di Dio.
http://www.palazzoapostolico.it/dblog/
Il Papa: «La guerra santa dell'Islam è contro Dio»
Lezione all'università di Regensburg su ragionevolezza della fede
12/9/2006
Papa Benedetto XVIREGENSBURG. Il Papa prende spunto da una disputa avvenuta nel 1391 tra un erudito persiano e l'imperatore bizantino Manuele II Paleologo sull'irragionevolezza delle conversioni operate dai musulmani con la spada e, in occasione di una 'lezionè all'Università di Regensburg, in Baviera, critica la «guerra santa» perché «non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio».
«L'imperatore - ha raccontato Benedetto XVI agli universitari convenuti all'inizio del suo discorso - tocca il tema della jihad, guerra santa. Sicuramente l'imperatore sapeva che nella sura 2, 256 (del Corano) si legge: 'Nessuna costrizione nelle cose di fedè. È una delle sure del periodo iniziale in cui Maometto stesso era ancora senza potere e minacciato. Ma, naturalmente, l'imperatore conosceva anche le disposizioni, sviluppate successivamente e fissate nel Corano, circa la guerra santa», ha detto Papa Ratzinger. Citando poi le critiche dell'imperatore bizantino che dovette confrontarsi con una epocale avanzata dei turchi («Per convincere un'anima ragionevole non è necessario disporre né del proprio braccio, né di strumenti per colpire né di qualunque altro mezzo con cui si possa minacciare una persona di morte»), il Papa ha così concluso: «L'affermazione decisiva in questa argomentazione contro la conversione mediante la violenza è: non agire secondo ragione è contrario alla natura di Dio».
Sulla base di questo «punto di partenza», il Papa ha poi svolto un lungo discorso per sottolineare la «ragionevolezza della fede». Non prima di aver citato Theodore Khoury, l'editore del dialogo tra l'imperatore e il dotto persiano: «Per la dottrina musulmana Dio è assolutamente trascendente. La sua volontà non è legata a nessuna delle nostre categorie, fosse anche quella della ragionevolezza». Quanto alla teologia cristiana, il Papa ha fatto una sorta di autocritica, quando ha sottolineato che «per onestà bisogna annotare che, nel tardo Medioevo, si sono sviluppate nella teologia tendenze che rompono la sintesi tra spirito greco e spirito cristiano», tra ragione e fede. In particolare, Papa Ratzinger ha citato Duns Scoto.
http://www.lastampa.it/redazione/cms...0609girata.asp