La denuncia. Un errore di trascrizione della legge sulla Gazzetta Ufficiale cancella dall'elenco i volontari
Centinai i militari che, dal '91, non hanno potuto riscuotere l'elargizione dalla Difesa.
Una virgola. Una virgola che per anni ha impedito a centinaia di militari volontari ammalati o morti per cause di servizio - tristemente celebri i casi di uranio impoverito - di ricevere gli indennizzi che sarebbero loro spettati per legge.
La legge in questione è la 308 del 1981: "Norme in favore dei militari di leva e di carriera appartenenti alle Forze armate, ai corpi armati ed ai corpi militarmente ordinati, infortunati o caduti in servizio, e dei loro superstiti". Legge modificata dalla 280 del '91, che nel testo licenziato dal Parlamento cita come destinatari del provvedimento anche "gli allievi delle scuole e collegi militari, i militari volontari o trattenuti". Ecco, nella dicitura pubblicata dalla Gazzetta Ufficiale il 14 agosto '91, la virgola che divide i "collegi militari" da "militari volontari" è sparita, creando la categoria degli allievi dei collegi e delle scuole militari (qui avviene l'elisione, ndr) volontari o trattenuti". Categoria che, peraltro, non esiste. Di fatto, la virgola mancante depenna dall'elenco dei beneficiari degli indennizzi l'esercito dei firmaioli, tenendo conto solo di quelli di leva o in carriera. Un errore di trascrizione che, doloso o no, ha determinato l'aborto di centinaia di domande, da parte del ministero della Difesa, per milioni di lire e poi di euro. Denaro che avrebbe permesso ai soldati di curarsi di più e meglio. E che invece non è mai arrivato. A causa di una virgola latitante in un punto strategico.
"Abbiamo cercato per anni il motivo per cui le richieste di molti militari venivano respinte. E la spiegazione era lì, in quella punteggiatura mancante" dichiara Falco Accame, ex presidente della Commissione Difesa ed attuale presidente dell'Ana-Vafaf (associazione familiari delle vittime delle forze armate). Accame ha ora inviato una lettera al Guardasigilli Clemente Mastella, con la richiesta di raddrizzare la stortura burocratica che ha seppellito sotto scarne formule la speranza di giustizia di centinaia di volontari. Volontari che si chiamavano Valery Melis e Fabio Porru, morti di tumore: non avevano diritto all'elargizione perchè in ferma breve. Che si chiamavano Giovanni Conti che non ha mai visto la risposta della quarta divisione del ministero della Difesa a suo padre Silvio, in cui l'istanza di speciale elargizione è respinta perchè "la S.V. non rientra tra i destinatari della legge 280: la stessa trova applicazione nei confronti degli eredi del personale di leva deceduto durante il servizio militare di leva. Il suo defunto figlio - prosegue il comunicato ufficiale - all'atto della morte si trovava nella posizione giuridica di volontario".
Appunto. Un volontario senza diritti.
da Il Sardegna del 06.09.2006