ROMA - Se in parrocchia ci sono lezioni di catechismo salta l'incontro tra il papa' separato e il proprio figlio. Questo il senso di una sentenza della Corte di Cassazione secondo la quale la catechesi ha la priorita' sul diritto dei genitori a vedere i propri figli.
La Suprema Corte ha annullato senza rinvio la condanna della Corte di Appello di Roma di una madre che non aveva rispettato la disposizione del giudice che stabiliva i giorni in cui l'ex marito avrebbe dovuto vedere la figlia minorenne.
Contro la sentenza la donna ha presentato ricorso sostenendo che sua figlia non poteva incontrare il padre nei giorni indicati dal magistrato per la coincidenza con le lezioni di catechismo fissate dalla loro parrocchia.
La Sesta sezione penale della Suprema Corte ha accolto l' istanza della madre perche' la condotta della donna ''non era sorretta dal dolo'': le lezioni di catechismo ''sono stabilite dal clero preposto alla parrocchia compatibilmente con gli impegni dei sacerdoti'' e quindi non sindacabili.
La sentenza ha sollevato proteste tra le associazioni ma anche nel mondo politico e tra gli avvocati. Per l'Associazione genitori separati dai figli ''questa del catechismo ha tutta l' aria di essere una buona scusa e la sentenza viola i diritti fondamentali dei genitori non affidatari''. Una decisione che fa sentire ''genitori di serie B'' i papa' dell'Associazione ''Figli negati'' perche' ''la Cassazione, neanche stessimo a Kabul, decide che gli impegni religiosi sono prioritari rispetto a quelli civili tra padre e figlio''.
Per Maurizio Paniz (Fi), relatore alla Camera del testo di legge sull'affidamento condiviso, la sentenza ''confligge in maniera totale con la nuova normativa sull'affido condiviso che elimina alla radice il problema, determinando il pari diritto-dovere di entrambi i genitori di assumere le decisioni relative alla vita dei figli minori''.
Secondo il presidente nazionale degli avvocati per i minori e le famiglie, Manuela Maccaroni, ''si tratta di un pronunciamento che nasce dal pregiudizio iniziale - prima del progetto di riforma con l'affido condiviso - dell'ordinamento italiano che stabilisce ad uno solo dei genitori separati la potesta' di decidere il bene e il male del proprio figlio''.
''Amarezza'' e' stata espressa dall'Associazione genitori scuole cattoliche ''nel constatare che sulla preoccupazione educativa nei confronti del figlio prevalgano le tensioni e i ricatti degli adulti, anche in questioni religiose''. Un'aspetto della vita privata ''eccessivamente estremizzata'' dalla Suprema Corte, secondo il Forum delle associazioni familiari, perche' sebbene ''sia opportuno che il diritto di visita di uno dei genitori separati sia compatibile con gli impegni religiosi e formativi dei figli, arrivare sino a questo punto e' esagerato''.
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