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Discussione: Irredentismo pugliese

  1. #11
    ital-bari
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    Citazione Originariamente Scritto da Federico II Visualizza Messaggio
    Geograficamente, in cosa Saredegna e Sicilia sarebbero 'italiane'?

    La zolla continentale europea comprende diversi Stati, come saprai... Quindi, parlare in senso 'geografico' non ha molto senso...

    Inoltre, la parte meridionale della Sicilia fa parte della zolla continentale africana... e anche se non fosse?

    La Costituzione è stata fatta da chi voleva l'unità d'Italia... ma per noi che non la vogliamo...

    Inoltre, vedo che Gronk non ha perso l'abitudine ad insultare...
    Vabbè allora andate a vedere su wikipedia, non so che dirvi, voi non volete convincervi...Mica le ho inventate io queste cose...
    La Costituzione è stata fatta circa 90 anni dopo l'Unità d'Italia quindi non ho ben inteso quando dici che "è stata fatta da chi voleva l'unità d'Italia..."
    Non la volete la Costituzione? La dovete avere x forza invece, non potete farci niente.

  2. #12
    LiberaMente
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    __________________________________________________ _____

    Ho capito... e anche se farete la vostra parte cosa sperate di ottenere? La Sardegna, come TUTTE le altre regioni d'Italia rimarranno regioni e basta... Non vi basta lo Statuto Speciale ???

    P.S.: Per geograficamente italianissime intendo che la Sardegna, come Sicilia e Corsica, fanno parte della Regione fisica italiana prendendo in considerazione in questo caso i confini marittimi; poichè la Sicilia è considerata una continuazione della penisola italiana e la Corsica, invece, la continuazione della Sardegna. Anche Malta fa parte della regione fisica italiana poichè considerata continuazione della Sicilia... Tutto questo non si può negare !!![/QUOTE]


    Le regioni italiane sono una creazione a tavolino della metà del 1900, senza storia e identità... la sardegna è ben altro!
    I pugliesi non si riconoscono identitariamente in una nazione pugliese, come campani, laziali etc.
    Ecco la differenza, noi sardi sì invece, perchè abbiamo un bagaglio culturale e identitario lungo secoli (nessuno può negare questo, ed infatti in europa non lo nega nessuno, solo certi stupidi italiani per partito preso): perfino i partiti di forza italia e an in sardegna riconoscono il popolo e la nazione sarda... il che è tutto dire!!
    Senza dimenticare che abbiamo una LINGUA nostra; che tu stoltamente definirai dialetto, ma mi chiedo come può essere dialetto dell'italiano il sardo che nasce prima di esso sia nella forma parlata che scritta!!
    L'italiano discende dal toscano e questo dall'italo-romanzo, il sardo invece ha avuto uno sviluppo autonomo e discende dal sardo-romanzo.
    Che dire poi di una delle bandiere più antiche d'europa creata alla fine dell'anno mille, i 4mori ed anche dell'albero deradicato della casata dei re d'Arborea, mi consta che più antica di queste sia solo la Saltire degli scozzesi...
    La regione fisica italiana... ma che dici??? geograf. e geologicamente la sardegna appartiene alla francia meridionale!!
    Su Templare

  3. #13
    LiberaMente
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    Citazione Originariamente Scritto da gronk Visualizza Messaggio
    Risposta al "sardaglolo" che rivendica discendenze che risalgono a 3000 anni fa: ciao paesano io discendo da incroci di arabiegizianibabilonesi che regnavano nel mediterraneo 3500 anni fa, cio' significa che io e te siamo ''PAESANI"" stammi bene santuzzo sardagnolo!!!!!!!
    PS. e il gregge di pecore come sta? tutto ok paesano sardagnolo?
    Potrei risponderti dandoti dell'albanese... ma non lo faccio per rispetto di albanesi e pugliesi, eppoi non mi piace scadere a certi livelli, nemmeno nascosto dietro un pc!
    Il gregge sta bene, grazie!
    Su Templare

  4. #14
    W il Patriottismo Siciliano!
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    Citazione Originariamente Scritto da ital-bari Visualizza Messaggio
    Vabbè allora andate a vedere su wikipedia, non so che dirvi, voi non volete convincervi...Mica le ho inventate io queste cose...
    La Costituzione è stata fatta circa 90 anni dopo l'Unità d'Italia quindi non ho ben inteso quando dici che "è stata fatta da chi voleva l'unità d'Italia..."
    Non la volete la Costituzione? La dovete avere x forza invece, non potete farci niente.
    Non possiamo farci niente? Beh... questo è opinabile. Anche il Montenegro era, per Costituzione, uno Stato unico con la Serbia... ma le cose possono cambiare.

    Inoltre, su Wikipedia posso scrivere anche io... anche il salumiere sotto casa, dato che si tratta di un'enciclopedia multimediale libera...

  5. #15
    ital-bari
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    Citazione Originariamente Scritto da Federico II Visualizza Messaggio
    Non possiamo farci niente? Beh... questo è opinabile. Anche il Montenegro era, per Costituzione, uno Stato unico con la Serbia... ma le cose possono cambiare.

    Inoltre, su Wikipedia posso scrivere anche io... anche il salumiere sotto casa, dato che si tratta di un'enciclopedia multimediale libera...
    il Montenegro e la Serbia erano delle repubbliche federali quando erano unite, in Italia ci sono le Regioni...
    Non c'è solo wikipedia, puoi anche vederlo su Encarta se ce l'hai oppure su una normale enciclopedia cartacea...

  6. #16
    W il Patriottismo Siciliano!
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    Citazione Originariamente Scritto da ital-bari Visualizza Messaggio
    il Montenegro e la Serbia erano delle repubbliche federali quando erano unite, in Italia ci sono le Regioni...
    Non c'è solo wikipedia, puoi anche vederlo su Encarta se ce l'hai oppure su una normale enciclopedia cartacea...
    Repubbliche federali, certo... Anche la Sicilia ha uno Statuto Autonomo che, sulla carta, dovrebbe rendere la Sicilia già così quasi uno Stato indipendente, e lo stesso Statuto fa parte della tua carissima Costituzione italiana... Eppure, nella realtà, la Sicilia non è né più né meno che una Regione a Statuto Ordinario. I primi a non rispettare la Costituzione sono proprio quelli che si dichiarano 'italiani' e fieri di esserlo.

    Per quanto riguarda il Wikipedia o una qualsiasi Enciclopedia, a cosa ti riferivi con esattezza? Alla 'geografia' italiana?

  7. #17
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    Citazione Originariamente Scritto da IRREDENTISTA Visualizza Messaggio
    P.S.: Se ora le Pelagosa fossero italiane, farebbero parte della regione Puglia, come le Tremiti.
    Non credo.. è vero che sono vicine alle Tremiti, ma negli anni tra le due guerre facevano parte della piccola provincia di Zara, insieme all'isola di Lagosta, per cui se fossero rimaste Italiane credo sarebbero in tale provincia.
    E anche vero che all'epoca le regioni (come enti) non esistevano..

  8. #18
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    Citazione Originariamente Scritto da Ithokor Visualizza Messaggio
    La regione fisica italiana... ma che dici??? geograf. e geologicamente la sardegna appartiene alla francia meridionale!!
    Ciao, ti chiedo di argomentare maggiormente questa tesi; che io sappia Sardegna e Corsica si sono staccate dalla Spagna un bel po' di tempo, fa ruotando man mano. Però che facciano parte della regione fisica francese mi sembra una follia, nemmeno suffragata dai fatti.

    A te la palla.

  9. #19
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    Predefinito Pelagosa nella prima querra mondiale

    Citazione Originariamente Scritto da IRREDENTISTA Visualizza Messaggio
    Ti spiego meglio,
    le isole di Pelagosa fanno parte della regione geografica italiana, come ad esempio la Corsica che attualmente è francese ma dal punto di vista geografico fa parte della penisola italiana, come Sicilia e Sardegna...
    Detto questo, le isole di Pelagosa sono state letteralmente "dimenticate" dall'esercito piemontese dopo che il Regno delle 2 Sicilie fu annesso al Piemonte stesso e, di conseguenza, le isole non furono mai annesse all'Italia. Le Pelagosa furono annesse all'Italia col trattato di pace della 1^guerra mondiale (assieme all'Istria e Trentino-Alto Adige) e sono rimaste italiane fino al 1947, anno in cui fu firmato il trattato di pace della 2^guerra mondiale. Le Pelagosa andarono perse assieme all'Istria e alla Venezia Giulia.
    Ecco in grosso modo le "vicende" delle isole di Pelagosa...

    P.S.: Se ora le Pelagosa fossero italiane, farebbero parte della regione Puglia, come le Tremiti.

    Caro irredentista,

    miu puo aiutare per piacere: nella prima quera mondiale le armata italiana
    e venuta alla Pelagosa nel 11.07.1915. Ma non sono sicuro quando hanno
    lasciato Pelagosa - credo 18.08.1915. Per piacere, puoi vedere se questi dati
    sono correti -GRAZIE! (Scrivo un romanzo e ho bisogno di questi dati).
    Se posso fare qualcosa per Te, faccio volentieri!

    Cordiali saluti,

    Nikola Antelj (Belgrado)

  10. #20
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    >>> IL RECUPERO DEL SOMMERGIBILE NEREIDE http://www.tuttostoria.net/focus_rec...nea.asp?id=146




    Il 30 luglio del 1915, la Marina Militare Imperiale Austriaca con una squadra composta di due incrociatori leggeri e di sei caccia, si presentava innanzi all’isola di Pelagosa, bombardandola ed effettuando uno sbarco. I nostri, subendo solo la perdita di due feriti, ricacciarono gli Austriaci, costretti a tornare a bordo delle loro navi. Il 5 agosto era ormeggiato a Pelagosa il Nereide, un nostro sommergibile costruito nel 1913 dall’ingegnere Bernardis, lungo 41 metri, stazzante 400 tonnellate emerso e 480 immerso. Poteva filare 14 nodi alla superficie e 12 in profondità.
    Lo comandava il capitano di corvetta Carlo del Greco, fiorentino. L’alba del giorno tragico sorgeva, quando i nostri sommergibilisti di vedetta avvistavano, a breve distanza, una silurante subacquea nemica emersa improvvisamente dalle onde. Ormeggiati presso la riva, Carlo del Greco e i suoi marinai avrebbero potuto facilmente salvarsi. Bastava lasciare il Nereide al suo destino, fuggendo sui gavitelli. Eroico soldato del mare cresciuto alla nobile scuola del dovere, il comandante del sommergibile in pericolo dimenticò se stesso, ricordando solo la missione che la Patria gli affidava. Così, incitato da lui, l’equipaggio s’affrettò a disormeggiare il Nereide, tentando l’immersione ed il lancio del siluro. Mancò il tempo alla manovra audace. Favorito dalle circostanze, il sommergibile austriaco riuscì a colpire per primo l’avversario, calandolo a picco. Bara frantumata, il Nereide scese negli abissi dell’isola tragica con tutto il suo equipaggio di valorosi. Alla memoria sacra di Carlo del Greco venne tributata la prima medaglia d’oro della Marina italiana nella grande guerra. (da: Storia illustrata della prima grande guerra 1914-1918 di Giovanni Mendel-Armando Gorlini editore, anno 1934)

    Anno 1972: Il recupero dello scafo
    Nel gennaio del 1972, il governo Jugoslavo dopo svariate richieste inoltrate dal nostro Ministero degli Esteri decise di recuperare il sommergibile Nereide affondato a Pelagosa, il 5 Agosto 1915. La nostra troupe subacquea della RAI TV (TG1) fu invitata a filmare l’avvenimento. A metà maggio, partimmo con le nostre attrezzature subacquee da Roma per Spalato. Lì giunti, c’imbarcammo sulla Spasilach, nave appoggio per il recupero subacqueo della Marina Militare Slava, simile alla nostra Proteo, che ci portò, dopo nove ore di navigazione, all’isola di Pelagosa. Il giorno successivo, dopo aver localizzato il relitto a circa 250 mt dalla costa, iniziarono le immersioni a -37 mt per i sopralluoghi.
    Il Nereide giaceva sul fondo, appoppato di circa 20°. Dopo 57 anni era ancora in buone condizioni, eccetto il primo guscio quasi del tutto inesistente. Aveva il siluro di coperta innescato ed i portelli di lancio, prodieri e poppieri, chiusi. A poppavia, 13 metri dall’elica verso prua, lo scafo presentava uno squarcio passante di circa 80 cm. e, si vedeva l’albero di trasmissione, unico legame dei due tronconi. Si provò a perforare alcuni punti della coperta dai quali uscirono piccole bolle d’aria. Con la fiamma ossidrica, fu tagliato l’albero motore e le parti metalliche che ancora mantenevano uniti i due tronconi.
    Furono passate sotto lo scafo, sei fasce di nylon larghe circa 80 cm.: quattro, per la parte prodiera e due per la poppiera. Fummo fortunati a non incappare nell’effetto ventosa, quindi ci servimmo soltanto delle idrovore e, non usammo esplosivi. Alle fasce di nylon, furono agguantati quattro serbatoi di ferro, chiaramente allagati, due più grandi al troncone di prua e due piccoli a quello di poppa.

    Il Nereide torna in superficie
    Inizia la fase più pericolosa, quella del recupero. Viene immessa aria compressa nei serbatoi agganciati al troncone prodiero dai quali contemporaneamente tramite le valvole di ritegno ne esce l’acqua. La manovra viene eseguita con la massima perfezione, calibrando l’immissione dell’aria man mano che il troncone sale onde evitare l’effetto pallone; ed infatti dopo un paio d’ore il relitto raggiunge la superficie senza alcun danno.La stessa manovra è stata fatta per la risalita della parte poppiera. Dopo il recupero, le condizioni del mare, si fecero proibitive, ed il maltempo, stando alle previsioni, non sarebbe migliorato. La sera stessa lo Spasilach levò gli ormeggi e fece rotta verso l’isola di Scionta con i due tronconi a rimorchio. Noi la raggiungemmo il giorno seguente con tutto il materiale caricato su due motosiluranti messe a disposizione dalla Marina Militare Slava. Trovammo il Nereide ormeggiato tra i due grandi serbatoi prodieri, agguantati a loro volta ad un pontone gru.

    Il recupero delle salme
    Eravamo in una baia a ridosso e potemmo tranquillamente eseguire la triste riesumazione. Fu aperto il portello della torretta e ci calammo a turno nell’interno ormai allagato, con muta, maschera, erogatore collegato esternamente ad un bombolone d’aria ed un faro Farallon a batteria. Il paiolato era sovrastato da 30 cm. di melma. Alcuni corpi giacevano scheletriti nelle loro cuccette ancora vestiti con maglione, calzoni blu della tuta e stivali verdi alti fino al femore, altri erano sul paiolato. Gli stipetti erano ordinati, con il vestiario ben ripiegato al suo posto ma, appena lo si toccava, si sbriciolava dissolvendosi nell’acqua. Recuperammo le salme, usando dei sacchi bianchi di plastica, nei quali, immettemmo: prima il cranio poi il costato, il bacino e le braccia; le gambe le lasciammo negli stivali. Il tutto veniva passato in coperta dopo aver forato con i coltelli da sub la base dei sacchi per evacuare l’acqua e svuotato il contenuto dentro due bare. I crani, avevano delle ciocche di capelli ancora al loro posto e le ossa erano rosate. Il conteggio finale fu di 10 corpi. Degli altri 25, alcuni furono dilaniati probabilmente dall’esplosione e fuoriuscirono dallo squarcio di poppavia gli altri annegarono nel tentare la risalita in superficie. Allora, si tentava la risalita con delle camere d’aria nere, tipo quelle dei vecchi palloni da calcio, che, data la pressione esterna di quasi 5 atm, sarebbero state inutilizzabili. Da 37 mt. è impossibile tornare in superficie con una sola boccata d’aria compressa, senza che i polmoni esplodano durante la risalita, per via dell’espansione dell’aria in essi contenuta e, tralasciamo le conseguenze dell’embolia gassosa, alla quale sarebbero andati incontro. Oltre alle salme, recuperammo: il diario di bordo, un binocolo, dei portamonete di cuoio con qualche spicciolo, piastrine di riconoscimento, un fucile, un cannocchiale con treppiede in legno, qualche foto, bottiglie di vino e d’olio ecc. L’asta della bandiera di poppa e la barra del timone di coperta furono da noi prelevate e consegnate al museo sito nel Santuario di Redipuglia dove tutt’oggi sono conservate. Alle operazioni di recupero, parteciparono circa 24 sub, i Mornar, della Marina Militare Slava, ben addestrati alla scuola per sub di Odessa, svolsero un ottimo lavoro pur avendo attrezzature subacquee fatiscenti rispetto alle nostre.

    Organizzazione delle immersioni
    Il responsabile era un dottore della medicina iperbarica slovena, il quale aveva a disposizione sullo Spasilach, due camere iperbariche, una singola e l’altra ad otto posti. I subacquei, scendevano a turni alterni, otto alla volta, con permanenza sul fondo di 35'. Ad ognuno, veniva scritto, con pennarelli indelebili, un numero progressivo sul dorso della muta, e sulla mano destra il tempo di permanenza sul fondo, nonchè quello di decompressione, 35 minuti, da rispettare a 3mt. nella risalita. L’ora di discesa per ogni elemento della squadra era registrato su di un brogliaccio, e tre sub, avevano il compito di intervenire rapidamente per avvisare colui che si attardava. I bibombole venivano caricati con aria compressa a 210 atm. per travaso dai 15 bomboloni che erano in coperta i quali, venivano ripristinati automaticamente dai quattro compressori di bordo.

    Conclusione del recupero
    Una volta recuperate le salme ed oggetti vari, i due tronconi dello scafo furono portati in località a me sconosciuta e fatti esplodere utilizzando i siluri di bordo. Fu così che il Nereide s’inabissò per la seconda volta. L’11 Giugno 1972 a Spalato furono resi alle salme gli onori militari, da parte delle autorità Slave, prima che le stesse venissero imbarcate sul dragamine Mogano, della Marina Militare Italiana. Per la cerimonia, furono approntate 10 cassette di zinco, all’interno di ognuna fu deposto un cranio ed alcune ossa. Ciò che resta di quei marinai, riposa in pace nel cimitero di Brindisi, dove prima della tumulazione, furono di nuovo resi gli onori militari da parte della nostre autorità.

    Le mie impressioni
    Riflettendo su quanto da me sopra riportato, mi domando oggi a 29 anni di distanza, se sia stato veramente umano e necessario, svolgere tutto questo lavoro per riportare in patria i resti di dieci marinai, morti nell’adempimento del loro dovere durante la prima grande guerra, quando, sparsi negli oceani e nei mari del mondo intero, ve ne sono ancora a migliaia.

    Marcello Capitani, aprile 2001

    Per gentile concessione del Sig. Ranieri Meloni


    Nell'immagine, una bella fotografia del sommergibile Nereide in navigazione durante le prove in mare.


    [ inserito il 01/07/2007 | Visualizza in formato Pdf ]

 

 
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