L’ALTRA ESTATE
«Datti un’opportunità» è il tema dell’iniziativa promossa dalla Gifra che ha preso il via ieri con la Messa presieduta dall’arcivescovo di Pisa, Alessandro Plotti, e l’adorazione eucaristica
Ragazzi di Parola sul lido di Viareggio
Gioventù francescana, è partita la «Missione giovani»
In 400 fra spiagge e ombrelloni per incontrare i turisti
Suddivisi in «équipe di spiaggia», ciascuna col proprio gazebo, vanno fra i villeggianti per portare una parola
d’amicizia e speranza
Da Viareggio (Lucca)Marco Bennici
Costruire sulla roccia. Lasciando le proprie orme sulla sabbia. Non è un gioco di parole con la celebre espressione evangelica. È il luogo - le spiagge della Versilia - scelto dalla missione della Gioventù francescana (Gifra Minori) nazionale, che ha preso finalmente il via. Sorrisi, zaini, volantini e Vangelo: solo di questo sono "armati" i ragazzi della Gifra che da ieri hanno iniziato a «peregrinare» lungo il litorale di Viareggio. Dopo la Messa celebrata al mattino dall'arcivescovo di Pisa, Alessandro Plotti, si è aperta ufficialmente l'avventura di questi 400 «missionari». Il cielo un po' velato ha dato tregua soprattutto ai ragazzi ai quali sono state affidate le spiagge libere della Darsena di Viareggio, alcuni chilometri di sabbia da battere a piedi ombrellone per ombrellone.
La prima mattina di missione - come tutte quelle che seguiranno - si è aperta con la celebrazione eucaristica. Ieri Plotti, nell'omelia, ha ricordato ai ragazzi l'urgenza dell'annuncio. Di fronte a tanti «vuoti di senso» in cui ci imbattiamo continuamente, Cristo è l'unica vera risposta. Tra le panche della chiesa di Sant'Antonio il colpo d'occhio permetteva di distinguere i missionari gifrini</B> tutti in maglia celeste da altre decine di fedeli che stavano partecipando all'Eucarestia.
I ragazzi durante la Messa hanno cantato alzando le mani; hanno inarcato le braccia quasi a volersi riscaldare per affrontare le prossime giornate di missione, sorridendo, si sono abbracciati. Hanno chiaro il senso di poter portare Cristo al prossimo solo restando tutti uniti.
Al termine della Messa un momento di adorazione eucaristica. Il silenzio dei giovani in preghiera era interrotto solo dalla voce che chiamava le varie équipe di spiaggia per partire. I ragazzi si sono alzati dai loro posti, si sono inginocchiati davanti al Santissimo, e in ordine sono usciti per raggiungere i pullman che li hanno accompagnati sul mare. Solo quanti vanno in missione sui bagni della passeggiata, si recano a piedi fino alla loro destinazione.
Ogni équipe di spiaggia ha il proprio gazebo. Sotto, zaini e scatole di volantini da distribuire ai bagnanti. Alcuni volantini attaccati sui quattro lati di queste «tende di servizi» richiamano l'attenzione dei passanti. Colpiscono i colori e lo slogan. «Datti un'opportunità», è il titolo della missione. Ed è proprio di un'opportunità che parlano i missionari avvicinando alcune persone stese al sole. «Noi in questi giorni siamo qua», dice ad alcuni ragazzi Laura, «siamo sotto il gazebo che vedete laggiù. Se vi facesse piacere incontrarci, parlare della Chiesa e di Dio, veniteci a trovare». A seguire, l'invito alla festa di ieri sera, un concerto con Francesco Sportelli e i Cometha. Una festa, certo. Ma i missionari non sono andati lì solo per divertirsi.
La raccomandazione di Giovanni Turiano, presidente nazionale della Gifra, è quella di cogliere l'opportunità di questi momenti organizzati in piazza per incontrare la gente. Per raccontare loro un mondo che forse per molti è sconosciuto oppure letto secondo una serie di pregiudizi che tutti questi missionari vorrebbero sfatare.
La spiaggia ha le sue regole. Per alcuni d'estate diventa un'estensione dei propri domicili privati. Dopo pranzo allora si abbassa il volume dell'annuncio. La testimonianza si fa silenziosa, discreta, ma comunque vigile. Verso mezzogiorno l'ingresso dei missionari invece è fantasioso, movimentato, colorito. Entrano al ritmo delle canzoni che caratterizzano i loro incontri e le loro fraternità durante l'anno. Che sia un convento o il cielo aperto delle spiagge d'estate non importa. L'annuncio è sempre quello. Qualcuno alza la testa guardando di sbieco questi piedi che danzano sulla sabbia bollente. Altri mormorano qualcosa sottovoce e riabbassano la testa. Non mancano i sorrisi. Tanti, sinceri, luminosi. Finalmente un po' di allegria. Sotto il sole ci si annoia facilmente.
Dopo un panino all'ombra dei gazebo bianchi, i ragazzi a coppie prendono un mazz o di volantini con il programma di questi giorni. Nel rispetto della pennichella quotidiana, vanno a presentarsi ai giovani che trovano svegli.
Raccontano di sé, della Gioventù francescana. Si soffermano sul perché hanno scelto di dedicare alcuni giorni delle loro estati a questa forma di annuncio. Alcuni si piegano sulle gambe per parlare più da vicino con le persone che chiedono maggiori informazioni. Le danno e salutano sempre, anche nell'ipotesi in cui sia «andata buca», con il sorriso sulla bocca.
«Sta andando bene», dicono alcuni missionari entusiasti. I mazzi di volantini perdono sempre più spessore. Nelle scatole sotto il gazebo si infilano tante mani a prenderne altri. Ieri era il primo giorno di missione, ancora si deve rompere il ghiaccio. Nei prossimi giorni sotto il sole ci saranno vecchie e nuove facce. Alcune di queste diventeranno familiari. «Nel 2003 a Ortona - racconta Marco - al terzo giorno la gente cominciava a salutarmi, non me lo sarei proprio aspettato».
Con ieri siamo solo al primo giorno di missione. Un dialogo, specialmente quello sui valori fondamentali della nostra esistenza, ha sempre bisogno di tempo, pazienza ed entusiasmo. A questi ragazzi non sembra mancare proprio nessuna di queste tre variabili.
http://www.db.avvenire.it/avvenire/e...lo_674603.html