di Paolo Luigi Rodari (del 23/08/2006 @ 13:00:11, in il Velino)
Dionigi Tettamanzi (arcivescovo di Milano), Angelo Scola (patriarca di Venezia) e Carlo Caffarra (arcivescovo di Bologna) sembrano ad oggi essere i porporati più vicini a succedere al cardinale Camillo Ruini alla presidenza della Cei. Si avvicina, infatti, la data (dal 16 al 20 ottobre) in cui i vescovi italiani si riuniranno al convegno ecclesiale di Verona. Un appuntamento che potrebbe sancire l’addio del cardinale Camillo Ruini alla guida della conferenza episcopale italiana. Ruini, infatti, ha dallo scorso 6 marzo concluso il suo terzo mandato (in tutto 15 anni) a capo della Cei ed è stato confermato «donec aliter provideatur» (finché non si provveda altrimenti) da Benedetto XVI. La conferma che Ratzinger fece a Ruini «donec aliter provideatur» avvenne lo scorso febbraio e fu dovuta alla notizia pubblicata sui giornali dell’indizione di un sondaggio promosso tra i vescovi italiani dal nunzio apostolico in Italia, Paolo Romeo, su chi sarebbe potuto essere il successore di Ruini. Un sondaggio che destò qualche perplessità in Vaticano per il fatto che solitamente è il Papa che, quando deve nominare un nuovo presidente della Cei chiede - se lo ritiene opportuno - un consiglio ai presidenti delle conferenze episcopali regionali. Il sondaggio indetto da Romeo, invece, venne indirizzato a tutti i vescovi italiani e fu anche per sopire le tante voci su quale personalità i vescovi italiani avrebbero votato che Ratzinger si adoperò subito per riconfermare Ruini e lasciarsi così qualche mese di tempo per decidere in tutta libertà il nome del suo successore.
Oggi, ciò che Ratzinger pare abbia in mente per il dopo Ruini, è una guida che garantisca continuità e che sappia discernere il pensiero della Chiesa rispetto alle tante sfide che la modernità pone all’uomo. Una guida che non necessariamente risieda a Roma ma, anzi, che da una diocesi relativamente piccola possa sobbarcarsi il grande lavoro fino ad oggi portato avanti da Ruini. E una voce che negli ultimi mesi è divenuta sempre più importante è quella dell’arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra, divenuto cardinale nell’ultimo concistoro. Caffarra, oltre che fine teologo, è esperto di questioni etiche, quelle stesse questioni che, negli ultimi tempi, sollecitano la Chiesa a continue prese di posizioni non sempre facili. Dalla sua Caffarra avrebbe il vantaggio di guidare una diocesi relativamente piccola e, dunque, pur rimanendo a Bologna, potrebbe reggere senza particolari difficoltà un compito così delicato. Stesso discorso vale per il cardinale Scola, anch’egli fine teologo, responsabile di una diocesi prestigiosa ma piccola (Venezia), e particolarmente apprezzato dal Pontefice. Diverso il discorso che riguarda Tettamanzi. Ad oggi è anche lui uno dei favoriti per succedere a Ruini. Pare, infatti, che egli abbia superato quota 50 voti nel sondaggio indetto da Romeo e che dunque sia in assoluto la personalità più votata tra i vescovi italiani. L’unico problema viene dalla grandezza della diocesi che egli guida (Milano) ed anche dal fatto che nessuno, ad oggi, sa dire quanto il Papa abbia intenzione di tenere conto del sondaggio indetto lo scorso febbraio da Romeo.