Ratzinger da qui a settembre
Di Paolo Luigi Rodari (del 21/08/2006 @ 123:41, in Il Tempo, linkato 2 volte)
Nei prossimi giorni il neo segretario di Stato vaticano (entra in carica dal prossimo 15 settembre), il 71enne piemontese Tarcisio Bertone, ad oggi ancora arcivescovo di Genova, sarà in quel di Castel Gandolfo per incontrare Benedetto XVI e con lui discutere del futuro della curia romana, della nuova segreteria di Stato, degli appuntamenti più importanti dei prossimi mesi: viaggi apostolici, incontri diplomatici, nomine vaticane.
Qualche settimana fa Bertone aveva incontrato il Papa a Les Combes e prima della fine di agosto il Pontefice ha in animo di dedicare lui ancora un’altra giornata. Sul piatto dei lavori, oltre alla nomina del nuovo arcivescovo di Genova che da metà settembre dovrà prendere il posto dello stesso Bertone - una nomina importante perché Genova è sede cardinalizia -, vi è il riassestamento della segreteria di Stato.
Il Pontefice, infatti, deve decidere il nome del nuovo “ministro degli esteri” dopo che più di un mese fa, in coincidenza con la nomina di Bertone, egli ha deciso di promuovere monsignor Giovanni Lajolo, responsabile della sezione della segreteria di Stato che si occupa dei rapporti con gli Stati, al governatorato della Città del Vaticano al posto del cardinale Casimir Szoka. Il Papa deciderà il nome del successore di Lajolo in accordo con Bertone, il quale pare abbia in animo di suggerire al Papa, per questo delicato ruolo, un diplomatico straniero, al fine di internazionalizzare un po’ di più l’intero dicastero. Per quanto riguarda invece l’altra sezione della segretaria di Stato, quella che si occupa dei rapporti interni, pare che il Papa abbia in animo di lasciare al suo posto l’arcivescovo argentino Leonardo Sandri almeno fino a Natale.
Anche altri dicasteri della curia romana necessitano di importanti cambiamenti. Sono, parecchi infatti, i capi dicastero che da tempo hanno superato l’età pensionabile e al loro spostamento pare si voglia procedere a breve. Sono i nomi che già da tempo da più parti si sono fatti: Sebastiani, della prefettura per gli affari economici; Daoud, della guida delle chiese orientali; Herranz, della guida dei testi legislativi; Marchisano, arciprete della basilica di San Pietro; Castrillon, della congregazione per il clero; Poupard dalla guida dei pontifici consigli (oggi accorpati) della cultura e del dialogo interreligioso.
Benedetto XVI, in generale, cercherà di ridurre nel limite del possibile il numero totale dei dicasteri. Un assaggio di questa intenzione, lo si è visto con la nomina del gesuita padre Federico Lombardi alla direzione della sala stampa della Santa Sede. Egli ha mantenuto nel contempo anche la direzione della Radio Vaticana e del Centro Televisivo Vaticano e non è detto che in futuro, affidando L’Osservatore Romano ad un altro gesuita - si pensa a qualcuno proveniente direttamente da La Civiltà Cattolica, forse il suo attuale direttore Gian Paolo Salvini, ma qui bisognerà sentire il parere di Bertone - Lombardi non possa fare da super visore anche del quotidiano ufficioso della Santa Sede. Non solo: nei prossimi anni potrebbe essere anche previsto un graduale smantellamento del pontificio consiglio delle comunicazioni sociali, sempre assecondando il metodo Ratzinger: meno dicasteri, lavoro più snello ed efficiente.
Il Vaticano non intende, almeno nell’immediato, licenziare nessuno. Senz’altro, invece, si procederà al naturale ridimensionamento degli uffici lasciando andare via via in pensione coloro che lavorano per la Santa Sede. Si cercherà di assumere meno personale, di smantellare i dicasteri inutili e di portare a Roma, al posto dei capi dicastero oggi più anziani, nuove leve vicine al Pontefice e al suo nuovo segretario di Stato.
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