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    Non è possibile paragonare i sionisti ai nazionalsocialisti

    Testimone per un’altra Norimberga

    Gilad Atzmon - Maurizio Blondet

    16/08/2006

    Noi voci critiche di Israele e del sionismo abbiamo una tendenza.
    Di volta in volta paragoniamo Israele al Terzo Reich; equipariamo la Israel Defense Force alla Wermacht; scopriamo somiglianze tra le tattiche dell’aviazione israeliana e la tecnica della Luftwaffe; e ci capita di avvicinare i crimini di guerra di Sharon e Olmert con quelli di Hitler.
    Io stesso sono caduto in questa trappola più di una volta.
    Ora me ne rendo conto: questo modo di parlare deve finire una volta per tutte.
    Considerare Hitler come il male assoluto non è altro che una resa al discorso sionista.
    Guardare ad Hitler come al peggiore degli uomini e al Terzo Reich come l’incarnazione del male significa assolvere Israele.
    Paragonare Olmert ad Hitler equivale a regalare ad Israele e ad Olmert un metaforico riparo morale: è come dire che Hitler è primo, e Olmert è in coda.

    Mia madre, donna intelligente, tempo fa mi ha rimproverato per questo: «Gilad, perché tu e i tuoi amici continuate a paragonare Israele ai nazisti? Israele non è abbastanza malvagio?».
    Allora trovai la sua osservazione divertente, ma il cinismo materno era nel giusto.
    Sì, Israele è «malvagio abbastanza».
    Israele ha già stabilito una nuova concezione di malvagità che è riuscita a superare ogni altra cattiveria.
    E’ venuto il momento di accettare il fatto: Israele e il sionismo sono l’ultima malvagità, senza uguali.
    E come non bastasse, diversamente dal nazismo che appartiene al passato, la malvagità del sionismo è un delitto che avviene sotto i nostri occhi e che peggiora.



    Chavez ha ovviamente il diritto di dire ciò che dice [che Israele è come il Terzo Reich, ndr.];
    ma devo ricordare all’adorabile presidente venezuelano che Hitler non ha mai spianato un Paese senza la minima ragione, mentre è esattamente questo che hanno fatto gli israeliani in Libano per quattro settimane, e a Gaza per anni ed anni.
    Assistere al massacro e alla devastazione del Libano non lascia spazio ad alcun dubbio. L’attuale brutalità di Israele non è altro che malvagità per il gusto della malvagità.
    Una punizione che non conosce pietà.Israele è la devastante resurrezione collettiva del biblico Sansone.
    E’ la rappresentazione moderna dell’uomo che ammazza donne, bambini e vecchi, il padrone ebraico vittorioso della cieca rappresaglia indiscriminata.
    Da anni, dei progressisti politicamente corretti che si dicono di sinistra insistono a dire che l’aggressione di Israele va interpretata in termini di colonialismo espansionista.

    Questa linea di pensiero è promossa da più di un attivista pacifista ebreo nel mondo [allusione a Noam Chomsky, ndr.]; la ragione è semplice: finchè Israele è uno Stato colonialista, allora è possibile applicare al conflitto il paradigma ortodosso e arcaico del marxismo del diciannovesimo secolo.
    Inoltre, se Israele è una forza regionale coloniale, allora non c’è nulla di radicalmente sbagliato negli israeliani: sono esattamente ciò che furono i britannici, solo 150 anni dopo.
    Sciocchezze!
    La suddetta datata interpretazione è errata alla radice e mira deliberatamente a fuorviare.
    E non è più applicabile, nemmeno come foglia di fico giudeo-centrica.
    Dopo aver visto la devastazione che s’è lasciata dietro l’aviazione israeliana, e il carnaio di morte in Libano, non si può più dubitare: tutto ciò non ha niente a che fare col colonialismo o l’espansionismo.


    Gilad Atzmon



    Dunque non è possibile paragonare gli israeliani e i nazisti.
    Se si deve fare un confronto, sono gli israeliani a vincere il campionato della ferocia, e i motivi sono ovvii.

    La Germania nazista era una tirannia, Israele è una democrazia guidata da un governo di centro-sinistra di unità nazionale.
    Ciò significa che non abbiamo nessuno strumento oggettivo per sapere quanti tedeschi approvavano i crimini nazisti (anzitutto i tedeschi non erano informati di tali crimini; secondo, non vigeva alcun sistema di sondaggio indipendente e obbiettivo nella Germania di allora); invece, gli israeliani approvano collettivamente i delitti del loro governo in Libano, e questo fatto è documentato in modo schiacciante da diversi sondaggi.
    Ormai ogni arabo sa che l’armata israeliana non è più tanto mitica. […]
    Più Israele colpisce le infrastrutture libanesi, più sono i missili che cadono sulle città israeliane; è solo questione di tempo perché Tel Aviv provi sulla sua pelle com’è la vita a Gaza o a Beirut.
    E Israele non ha alcuna strategia, alcun piano; si limita a praticare la più bassa forma di zelo barbarico.
    Israele demolisce per il gusto di demolire.
    Israele è malvagio senza paragone.
    Si deve ammettere che i nazisti erano bravi a provocare lo sdegno internazionale; non erano tanti ad amare Hitler al di là del mondo germanico e dell’aristocrazia inglese.
    Il cannibalismo di Israele, invece, è adorato da vari governanti occidentali, Blair, Bush ed anche la Merkel hanno paura di opporsi alla barbarie sionista.
    Il nazismo fu sconfitto 12 anni dopo aver preso il potere; la brutalità del sionismo è una valanga di odio disgustoso che non conosce frontiere né fine.
    Rotola sull’Occidente e recluta le forze più moralmente degradate che incontra nella sua corsa, che siano Blair e i suoi amici o i fondamentalisti cristiani americani.
    Il sionismo mira a trasformare il nostro pianeta in un unico campo di battaglia sanguinoso.
    E’ tempo di uscire allo scoperto e dirlo ad alta voce: Israele e il sionismo mettono in pericolo il mondo.
    Non si tratta solo del Libano e della Palestina e degli arabi che soffrono; sono ora l’ America e l’Inghilterra ad essere trascinate in una guerra demente.
    E’ l’intero Occidente che viene richiesto di salvare quel che gli israeliani hanno lasciato
    del Libano.
    «Dobbiamo tutti purificarci dal sionismo prima che sia troppo tardi.
    Dobbiamo ammettere che Israele, non la Germania nazista, è il male radicale.
    Non dobbiamo fare paragoni fra Israele e la Germania hitleriana: quanto a malvagità, Israele è primo».




    Gilad Atzmon



    Traduzione di Maurizio Blondet




    Gilad Atzmon, scrittore e musicista, è un israeliano che ha scelto di emigrare in Gran Bretagna per disgusto nei confronti di Israele.
    Perciò sarebbe un errore prendere il suo articolo, dato ad un’agenzia araba (1), per un brillante paradosso inteso a «èpater le bourgeois».
    E' invece una denuncia mortalmente seria, da raccogliere in vista di un futuro processo di Norimberga che - speriamo - un giorno sarà intentato contro i massimi criminali della nostra generazione.
    La serietà della denuncia va intesa nel senso più rigorosamente letterale.
    La Carta di Norimberga dell’8 agosto 1945, in base alla quale furono condannati i capi del Terzo Reich, descrive con precisione inequivocabile come delitti le operazioni israeliane in Libano e a Gaza.
    Israele e i suoi complici americani possono essere accusati di «Crimini contro la pace», secondo la definizione che se ne trova all’articolo 6/a della Carta di Norimberga: ossia «programmare, preparare, iniziare o scatenare una guerra d'aggressione, o una guerra in violazione di trattati internazionali, accordi o garanzie».
    E’ crimine contro la pace altresì «partecipare a un piano comune o associazione per il compimento degli atti di cui sopra».
    Evidentemente, il concetto stesso di «guerra preventiva», applicato contro l’Iraq e che i neocon intendono applicare contro l’Iran, cade sotto questa categoria delittuosa.



    Crimini di guerra sono altrettanto precisamente descritti, e si applicano con ogni evidenza alla devastazione deliberata del Libano e delle sue infrastrutture.
    Secondo l'articolo 6/b della Carta di Norimberga, sono crimini di guerra «il saccheggio del patrimonio pubblico o privato, la distruzione gratuita di città, cittadine o villaggi, o la devastazione non giustificata da necessità militare».
    Crimini contro l’umanità: sono definiti come segue nell'articolo 6/c: «omicidio, sterminio, riduzione in schiavitù, deportazione, ed altri atti inumani commessi contro ogni popolazione civile prima o durante la guerra».


    A Gaza si combatte cosi'.



    La Carta di Norimberga essendo stata concepita dai vincitori per colpire «solo» specifiche azioni imputate ai vinti, e precisamente la deportazione, il concentramento e lo sterminio dei civili ebrei nei lager, non menziona l’uso di armi vietate, che tra l’altro non risulta il Terzo Reich abbia mai usato; a ciò provvedono le convenzioni di Ginevra sul diritto di guerra.
    Ma certo l’uso di bombe bunker-buster contro i civili riparati nei sotterranei dai bombardamenti, di bombe a frammentazione che lasciano nel corpo schegge invisibili alla radiografia e costringono i medici all’esplorazione chirurgica; quelle schegge che provocano la necrosi inarrestabile dei tessuti, nonostante le amputazioni; quella certa bomba che colpisce con un getto di rame fuso e «cuoce» gli organi interni; quell’arsenale che provoca la morte del 30 % delle persone che ferisce, può essere denunciato come «armamento di sterminio» e di genocidio.
    Ed entrare nella categoria degli «atti inumani contro la popolazione civile».
    Quando Atzmon accusa Olmert di essere peggio di Hitler, evoca - lo sappia o no – l’articolo 7 di Norimberga: «La posizione ufficiale degli imputati, siano capi di Stato o responsabili di ministeri governativi, non sarà ritenuta valida per esentarli dalla loro responsabilità né per mitigarne la pena».
    L’articolo 8, notoriamente, obbliga al rifiuto di obbedienza i soldati cui siano ordinati crimini di guerra e contro l’umanità: «Il fatto che l’imputato abbia agito in obbedienza a un ordine del suo governo o di un superiore non lo esenta dalla responsabilità». (2)



    Queste leggi sono state fortemente volute dalla comunità ebraica.
    Ognuno può giudicare se esse oggi accusano lo Stato ebraico.
    E’ il grave problema della «colpa collettiva» del popolo tedesco, affermata storicamente
    dagli ebrei al tempo della vittoria alleata (il segretario americano Morgenthau propose di castrare tutti i maschi tedeschi, onde estinguere la nazione collettivamente colpevole) e ancor oggi ostinatamente affermata nel saggio di un ebreo, Daniel Goldhagen, «I volonterosi carnefici di Hitler».
    Perciò non va sottovalutato l’argomento di Gilad Atzmon: il Terzo Reich essendo una dittatura, non è dato sapere oggettivamente quanti tedeschi furono «volonterosi carnefici», e quanti avrebbero approvato i crimini del loro governo se li avessero conosciuti.
    Ma Israele è una democrazia, il suo governo è stato votato dagli israeliani liberamente, non è stato imposto loro con la forza; e i sondaggi d’opinione mostrano che gli israeliani d’oggi, a grande maggioranza, approvano i crimini di guerra e di umanità dei loro governanti.
    Chi ripete che Israele è «la sola democrazia del Medio Oriente» non rende un buon servizio agli ebrei.
    Essere una democrazia non è un’assoluzione, ma un’aggravante: i cittadini, votando, si dichiarano «volonterosi carnefici di Olmert» come prima di Sharon, complici volontari, informati e deliberati.



    Maurizio Blondet




    --------------------------------------------------------------------------------
    Note
    1) Gilad Atzmon, «Let’s admit it: it’s evolness for the sake of evilness», Arab News, 14 agosto 2006.
    2) Si noti che i codici militari inglesi e americani vigenti durante la guerra esentavano l’inferiore che avesse commesso un crimine di guerra in obbedienza ad un ordine superiore. Il «Manual Military Law» inglese, articolo 443 scrive: «I membri delle forze armate responsabili di violazione delle vigenti regole di guerra in seguito a un ordine del loro governo o dei loro comandanti non sono criminali di guerra e non possono essere puniti dal nemico». Le americane «Rules of Land Warfare», articolo 347: «I membri delle forze armate non sono punibili per detti crimini, se essi sono stati commessi in esecuzione di ordini». Appunto per evitare che gli imputati tedeschi di Norimberga invocassero a loro difesa questi due articoli di codici bellici nemici, essi furono furtivamente cambiati: nell’aprile 1944 dal codice britannico, sette mesi dopo dal codice americano.




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