m. Campiglia (To), fine III secolo
Secondo la tradizione, Besso era un soldato della legione Tebea convertitosi al Cristianesimo. Intorno al 286 , l' imperatore romano Massimiano si trovava con le sue truppe ad Agaunum (Saint Maurice, nel Canton Valais- Svizzera). I 6600 soldati cristiani della legione Tebea, vennero massacrati per aver rifiutato di sacrificare al dio Giove. All'eccidio scamparono solo pochi legionari, che presero a vagare per i monti, portando il messaggio della nuova fede. Questi soldati spesso martirizzati, furono i primi evangelizzatori di molte vallate della Alpi Occidentali. Anche Besso riuscì a convertire un gran numero di montanari della Val Soana, finchè venne catturato e scaraventato giù dal Monte Fantono. Besso morì, ma lasciò miracolosamente la sua impronta sulla roccia sottostante, dove ora sorge il Santuario a lui dedicato.
Patronato:Campiglia (To), Valprato Soana (To)
Emblema: Palma, Spada, Stendardo, Croce Mauriziana, Elmo con piume di struzzo
Incerte e oscure sono le notizie che lo riguardano. La leggenda ne ha fatto un ex soldato della legione tebea rifugiatosi in Piemonte, o un vescovo dì Ivrea vissuto nel sec. VIII; anche la festa liturgica è doppia, poiché in un santuario alpestre tra Campiglia e Cogne è venerato il 10 agosto, mentre ad Ivrea il 1° dicembre. Si può avanzare l'ipotesi, peraltro non suffragata da antiche fonti, che si tratti di due personaggi distinti: il primo sarebbe stato un eremita morto e venerato nel santuario alpestre, il secondo un martire di Ivrea, qui venerato fin dall'antichità, il quale, però, mancando notizie certe, fu confuso, a volte, con il più noto eremita e a volte fu creduto addirittura vescovo della città.
Secondo le tradizioni, della Chiesa di Ivrea che rimontano al sec. XV, Besso, soldato della legione tebea sfuggito al massacro ordinato da Massimiano, si rifugiò in un luogo solitario tra Vercelli e Ivrea, presso Campiglia, e qui visse per qualche tempo da eremita nella preghiera e nel digiuno. Avendo un giorno rimproverato alcuni ladri di bestiame, fu da essi crudelmente trucidato e poi precipitato da un'alta rupe. Il suo corpo, ritrovato da alcuni contadini, fu prima trasferito a Ozegna e poi a Ivrea, dove fu sepolto nella cattedrale. Sul luogo del martirio fu eretta una piccola cappella che divenne meta di pellegrinaggi.
Autore: Attilio Vaudagnotti
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