Originariamente Scritto da
Caterina63
2Tessalonicesi 2
.......non lasciarvi così facilmente confondere e turbare, né da pretese ispirazioni, né da parole, né da qualche lettera fatta passare come nostra, quasi che il giorno del Signore sia imminente.
3
Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, ........
5 Non ricordate che, quando ancora ero tra voi, venivo dicendo queste cose? 6 E ora sapete ciò che impedisce la sua manifestazione, che avverrà nella sua ora. 7
Il mistero dell'iniquità è già in atto, ma è necessario che sia tolto di mezzo chi finora lo trattiene.
8 Solo allora sarà rivelato l'empio e il Signore Gesù lo distruggerà con il soffio della sua bocca e lo annienterà all'apparire della sua venuta, l'iniquo, 9
la cui venuta avverrà nella potenza di satana, con ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri, 10 e con ogni sorta di empio inganno per quelli che vanno in rovina perché non hanno accolto l'amore della verità per essere salvi.
11
E per questo Dio invia loro una potenza d'inganno perché essi credano alla menzogna 12 e così siano condannati tutti quelli che non hanno creduto alla verità, ma hanno acconsentito all'iniquità.
.....
15
Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete apprese così dalla nostra parola come dalla nostra lettera.
Coppie di fatto equiparate alla famiglia
Precipita all'indietro La Puglia con la fregola del nuovo
Domenico Delle Foglie
Tre paroline tre, il gioco è fatto: la Puglia è la prima regione italiana a poter vantare, a tutt’oggi, l’approntamento dei «Pacs».
Un vero e proprio gioco di prestigio quello messo in scena nella commissione Sanità e servizi sociali del consiglio regionale pugliese. Con i diessini che scavalcano a sinistra il presidente rifondarolo e guadagnano una sostanziale equiparazione delle coppie di fatto alla famiglia.
Ma procediamo con ordine.
Torniamo alle tre paroline che, invertite, hanno attribuito tutto un altro significato al dispositivo della legge regionale. Il testo iniziale distingueva tra famiglia e persone.
Lo faceva non solo attraverso due distinti articoli di legge, ma anche mediante la dizione «persone di nuclei», con la quale si estendeva alle singole persone presenti nel nucleo il diritto ad usufruire di una serie di servizi sociali. Ma l’accordo, frutto di una complessa mediazione politica all’interno della maggioranza di centrosinistra, non ha retto alla prova del voto.
In commissione, proprio dai ds è partito lo strappo, con l’inversione dei termini: da «persone di nuclei» a «nuclei di persone».
È andato così in frantumi il fragile equilibrio costruito nel centrosinistra, con gli esponenti della Margherita che hanno votato assieme al centrodestra, sanzionando una spaccatura che, prim’ancora che politica, si qualifica sotto il profilo culturale e valoriale.
Pare evidente, a questo punto, che da parte della sinistra lì al governo
si sia voluto perseguire il preciso intento di equiparare le coppie di fatto alle famiglie.
In spregio a tutte le pregiudiziali poste non solo dai settori moderati della coalizione, ma anche da ampie fasce della società civile. A più riprese queste hanno manifestato disagio per un governo regionale che sin dai suoi primi passi non solo ha voluto segnare una profonda discontinuità,
ma ha quasi preteso di affermare una sorta di supremazia antropologica. Facendosi così portatore di un progetto illuministico, spesso condito
da esasperati sincretismi e da vantate eredità spirituali, mentre si consumava un’oggettiva forzatura sociologica e di costume nei confronti di una popolazione fortemente ancorata alle proprie radici.
Poiché non è in discussione il diritto delle persone ad accedere ai servizi sociali, dei quali viene giustamente sottolineato il «carattere universalistico», non resta che prendere atto del vero significato
del colpo di mano compiuto in commissione: riscrivere per legge la grammatica del vivere sociale in Puglia
e legittimare culturalmente le coppie di fatto, accreditandole arbitrariamente come alternativa alla famiglia delineata e valorizzata dal dettato costituzionale. Dunque, quella che si gioca in Puglia non è affatto una partita secondaria, anzi.
Il disegno di legge ora deve passare al vaglio dell’aula consiliare. In linea di principio c’è dunque il tempo per porre rimedio al blitz diessino ripristinando, nell’articolato, il primato della famiglia e i benefici «alle persone dei nuclei legati da vincoli di parentela, affinità, adozione, tutela e da altri vincoli solidaristici...». È giunto forse il momento di mettersi umilmente in ascolto delle genti di Puglia e domandarsi se davvero vogliono mettere in «liquidazione» la famiglia. Noi siamo certi che non lo vogliono. Anche se Bari, da qualche tempo, con i suoi spericolati giochi di parole, è sempre più simile a Bisanzio.
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