Oggi al teatro Quirino sono enerse in modo chiarissimo le questioni di fondo sulle quali si arenerà la costruzione del partito democratico. E quella sostanziale l'ha evidenziata Edomodo berselli, giornalista dell'Espresso. Anzi in verità ne ha sintetizzate in modo eccellente le due fondamentali: la definizione di come i partiti più grandi affronteranno l'approccio con la costruzione di questo partito e cioè se "sciogliendosi" (come richiede Prodi e Santagata) o "fondendosi" come sarebbe più gradito ai partiti.
Ovvo che non sognandosi minimamente di sciogliersi, DI FATTO il partito democratico non vedrà mai la luce.
E poi perché c'è una distanza TOTALE tra come ancora quegli energumeni sul palco intendevano la politica ed i tempi della politica e come la intende la gente che in platea docrà costituire l'ossatura fondamentale operativa di quella costruzione. In modo cioè diametralmente opposto.
Dopo aver sprecato inutilmente 11 anni per NULA i partiti, pur continuando a perdere consenso, credono di avere ancora tempo, molto tempo anche in presenza di una platea che non avevo mai visto tanto esasperata, stufa (anche per le opinabili scelte di questo governo in merito al numero di ministri e sottosegretari) ed in vena di contestazione. Tanto che alla battuta "infelicissima" della Melandri sul fato che rappresenti un vero problema che Berlusconi non riconosca e non legittimi questo governo uscito dalle urne è stata sommersa letteralmente da una serie impressionante di "chissenefrega" non percependo affattoi la platea questo come un problema. La verità è che quella della Melandri era un premessa che comportava il fatto che con una opposizione così che non legittima non si può neanche "inciuciare" né fare accordi della crostata o del montblanc...
Stupita che un poltico possa essere contestato in quel modo (ma quando si da finalmente la parola, anche se molto "guidata" come ha fatto David Sassoli, il rischio è sempre questo. Per questo alle feste dell'Unità da secoli ormai hanno blindato la possibilità ai militanti di intervenire.
Sarà dunque perché effettivamente aveva altri impegni, sarà perché è rimasta senza parole invocando "rispetto" (della serie l'abisso che separa le chiacchiere dal coraggio di affrontare situazioni spiacevoli ma assolutamente legittime quali l'esser contestati dai cittadini), alla Melandri non è rimasto che andarsene di corsa seguita da Santagata che l'andava a consolare...
Comuqnue la sintesi migliore di tutto l'incontro e dello stato della costruzione del partito democratico l'ha offerta Berselli (molto più in sintonia con la vivacissima platea) quando ha osservato come vi sia il rischio che si ripetano gli errori della classe politica della Germania Est e Ovest poco prima della caduta del muro di Berlino. E cioè menre quelli erano tutti intenti ha discutere del come e quando, i cittadini hano preso i picconi ed hanno proceduto...
Si, credo proprio che questi abitino su Marte...