Famiglia e procreazione. La presa di posizione della Santa Sede
di Mattia Bianchi/ 07/06/2006
Riconoscimento del matrimonio e difesa della vita, toccando anche il tema della bioetica e della procreazione assistita. Con un documento del Pontificio Consiglio della Famiglia, la Santa Sede torna a fissare i paletti della morale familiare.
Nella stessa giornata in cui è stato presentato il programma dettagliato del V incontro mondiale delle famiglie di Valencia, la Santa Sede è tornata a fissare i paletti della morale familiare. Lo ha fatto con un documento di 60 pagine sul tema “Famiglia e procreazione umana”, elaborato dal Pontificio Consiglio per la Famiglia e firmato dal cardinale Alfonso Lopez Trujillo. È un testo che focalizza l'attenzione sul riconoscimento della famiglia e del matrimonio, sul legame con la vita umana, toccando anche il tema della bioetica e della procreazione assistita. "La Chiesa - si legge nel testo diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede - è chiamata oggi a proporre il pensiero cristiano sulla procreazione responsabile e familiare a tutti gli uomini del nostro tempo". Ma soprattutto occorre rispondere alle minacce e alle "deviazioni culturali del nostro tempo, sia nell'ambito della famiglia, che in quello della procreazione". Minacce "contro la famiglia, poiché l'uomo viene concepito soltanto come individuo" e "contro la procreazione responsabile, poiché l'uomo così concepito - osserva il dicastero vaticano - deve tentare tutte le possibilità della scienza e della tecnica per la produzione di un nuovo uomo, costruito secondo i criteri offerti dalla tecnica". La condanna del Vaticano va dritta al punto. "Come confermano pratiche funeste oggi legalizzate in alcuni paesi - scandisce - se l'uomo si arroga il potere di fabbricare l'uomo, allora si arroga anche il potere di distruggerlo". Ma "questa concezione dell'uomo influenza fortemente i programmi ostili alla famiglia e alla procreazione umana". Invece, occorre ritornare al punto fondamentale: "L'uomo è stato creato per amore - sottolinea il Pontificio consiglio per la Famiglia - capace di amare. E' stato creato maschio e femmina; il loro corpo e le loro anime sono complementari e correlativi, capaci di fare dono di se stessi e di trovare nei figli una proeizione e un senso alla loro esistenza". Infine, un accenno alla sfera sessuale. "Maschio e femmina - si legge nel documento - hanno pari dignità. La sessualità è complementare: l'uomo è attratto dalla donna e questa dall'uomo. Così l'amore tra uomo e donna è fondamento del matrimonio e questo - osserva ancora il dicastero vaticano - della famiglia umana che trasmette la vita ai figli e li educa per la vita sociale”.
"L'istituzione naturale del matrimonio e della famiglia è vittima di attacchi violenti”, scrive il cardinale Trujillo, notando come “da correnti radicali, siano sorti nuovi modelli di famiglia". Eppure, "non si può concepire la famiglia senza tener conto del suo legame con la vita”. In questo senso, "solo la famiglia è il luogo adeguato per la procreazione”, aspetto da difendere e valorizzare. Per questo, il documento esprime contrarietà ad "ogni mezzo contraccettivo", a favore dei "metodi naturali", in cui "si riscontra un atteggiamento di apertura e di affidamento al volere divino così come lo conosce il giudizio di una coscienza formata e responsabile". "Guardando ai mezzi a cui si ricorre per evitare di avere figli, mezzi che includono non soltanto la contraccezione ma anche l'aborto - scandisce il documento - appare chiara l'eclissi di ogni riferimento di Dio nella visione predominante, oggi, sulla procreazione responsaile". Da qua nasce la necessità di una "esposizione chiara, decisa ed integrale della dottrina cristiana sulla famiglia, la sessualità e la procreazione".
"Mai nella storia del passato - si legge nel testo - la procreazione umana, e quindi la famiglia, che è il suo luogo naturale, sono state minacciate come nella cultura odierna". Tra le cause principali, il dicastero vaticano elenca "l'eclissi di Dio": questa "sta alla radice della profonda crisi attuale della verità tutta intera sull'uomo, sulla procreazione umana e sulla famiglia". Il Vaticano condanna "le coppie formate da omosessuali" che "rivendicano gli stessi diritti riservati al marito e alla moglie, reclamano perfino il diritto di adozione". "Donne che vivono un'unione lesbica - scandisce il Vaticano - rivendicano diritti analoghi, esigendo leggi che diano loro accesso alla fecondazione eterologa o all'impianto embrionale". Ma anche "certe correnti di bioetica non sono estranee alla crisi della famiglia". In questo settore, per il dicastero per la Famiglia, "è la morale ad essere mobilitata per cercare di giustificare pratiche bio-mediche che separano, nell'unione coniugale, il fine unitivo da quello procreativo, la sessualità dall'amore".
E se l'aborto rimane "un delitto abominevole", un "disordine morale grave", una "uccisione deliberata di un essere umano innocente", c'è un terzo fronte che sta particolarmente a cuore al Vaticano: quello delle "politiche di controllo delle nascite". "Il comportamento sessuale delle coppie - sottolinea il documento - è sempre più vittima di pressioni, cioè di forme di coercizione, emanate da autorità pubbliche, nazionali o internazionali, e riprese da Ong senza scrupoli". È proprio per questo che "il matrimonio è sempre più tardivo, la nascita del primo figlio avviene sempre più avanti negli anni, il divorzio è sempre più frequente e facile, una percentuale crescente di giovani tende a vivere in unioni consensuali libere. La situazione - conclude il documento vaticano - resta drammatica".