MILANO - Turbato? Per niente. Infastidito? Un po’. Dopo le due telefonate fra Pairetto e Facchetti (settembre 2004), intercettate dalla Procura di Torino, nelle quali il rappresentante italiano nella Commissione Uefa comunicava il nome degli arbitri delle due partite dell’Inter in Champions League (a designazioni già avvenute da dieci giorni, «c’è lo svizzero Meier a Valencia»), ha parlato Massimo Moratti ( foto ), che dell’Inter è l’azionista di maggioranza. Non per difendere (da chi? e da che cosa?) il presidente nerazzurro, ma soltanto per puntualizzare: «Quelle due telefonate sono un’ulteriore dimostrazione della bellezza d’animo, della pulizia morale, della correttezza, del rigore e dell’onestà della persona Facchetti. Non si può confondere una richiesta di informazione su un fatto già accaduto con un’imposizione per sé e per gli altri. Un conto è chiedere una cosa come si chiede: che tempo fa? Un conto è cercare di dettare delle regole. Facchetti è una persona davvero fantastica e l’ha confermato anche in questa occasione. Stiamo attenti a non confondere ruoli e posizioni». Argomento chiuso.


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