Sorge il Sole (24 Ore) e rispunta il Cav.
Le scosse servono perché poi nelle crepe filtra il dubbio: dov’è la crisi?



Berlusconi, a Vicenza il 18 marzo, aveva a suo modo affrontato la Confindustria. Cari industriali, “aprite gli occhi: dov’è la crisi?”. Di più: “L’Unione propone intese a voi e alla Cgil, c’è qualcosa che non va”. Il Sole 24 Ore, il giornale dell’associazione presieduta da Luca Cordero di Montezemolo, lo aveva definito “uno strappo”, sicuramente è stata una scossa. Da quel giorno Ferruccio de Bortoli, come un Luca Ricolfi versione direttore di prestigiosi quotidiani, ha raccontato cifre e dati, i più e i meno, tutti scritti nero su rosa.
Perché De Bortoli ama l’informazione anglosassone, precisa e composta come una pettinatura con la riga a modo, niente capelli arruffati da comizio. Meglio chiarezza, puntiglio e perfino un po’ di noiosa onestà intellettuale. Così negli ultimi giorni il Sole 24 Ore ha spiegato, sempre in prima pagina, che “l’export dell’industria è in ripresa” (21 marzo), che “aumenta l’occupazione” (22 marzo), che ci sono “punti da chiarire” nelle proposte dell’Unione sulla tassazione degli strumenti d’investimento (23 marzo), che il governo ha varato un codice degli appalti con “regole semplificate su lavori, servizi e forniture” (24 marzo), che gli investimenti in capitali di rischio tornano “a livelli record” (27 marzo), che la sanità è in deficit ma entrambi “i programmi elettorali non prevedono tagli” (28 marzo), che la flessibilità del mercato del lavoro (legge Biagi) è necessaria, come ha appena ricordato anche Montezemolo, e che è vero che l’Italia ha un problema di produttività “ma torna a salire la fiducia delle imprese” (29 marzo). Chiaro come il sole, poi, che è giusto smentire i “falsi miti sulla povertà in Italia” (30 marzo) e festeggiare invece l’“Italia regina dei dividendi: Piazza Affari rende il 3,65 per cento, è record europeo” (ieri). Vero, “il deficit 2006 risale al 3,8 per cento”, ma “raddoppia l’evasione fiscale scoperta”. Sempre ieri, giorno di uscita di un’indagine congiunturale del Centro studi di Confindustria: “La produzione industriale corretta mostra a marzo una crescita del 3 per cento”.
Certo, restano nero su rosa distinguo e critiche dure al Cav. Certo, l’abbraccio tra il buon salotto e la cucina fassiniana nel tinello bolognese di Prodi è caloroso. Certo, i giornali sono liberi di dire, disdire e contraddirsi ogni giorno (noi non facciamo altro). Ma a volte le scosse servono, perché creano delle crepe nella muraglia del giudizio conformista e nelle crepe filtra il dubbio: dov’è la crisi?