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Discussione: Storia del CN

  1. #1
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    "Bisogna fare Comunità cristiane come la Sacra Famiglia di Nazareth che vivano nell'Umiltà , nella Semplicità e nella Lode , dove l'altro è CRISTO"
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    Predefinito Storia del CN

    Mi avvicino commosso........




    Mi avvicino commosso a queste pagine nel rileggere questi testi (le parole di Paolo VI e Giovanni Paolo II al Cammino Neocatecumenale) per la tenerezza e la misericordia del Signore. Come non rendergli grazie tutto il bene che ci ha fatto!

    ERA l’anno 1968, alla metà del mese di Giugno , quando CARMEN , un sacerdote di Siviglia ed io , chiamati da Monsignor Dino Torregiani , fondatore dei Servi della Chiesa, arrivammo a Roma.
    Egli ci aveva ascoltato fare catechesi in Avila e aveva insistito perché venissimo a Roma, Siamo andati con lui dall’Arcivescovo di Madrid , Monsignor Casimiro Morcillo , che ci diede una lettera di raccomandazione per il Vicario del Papa , Cardinale Angelo Dell’Acqua.

    A Roma il povero Don Dino , già anziano e tanto santo , ci accompagnò di parroco in parroco , facendoci da interprete , nel tentativo di convincere alcuni di loro della necessità di aprire nelle Parrocchie un cammino post-battesimale di evangelizzazione per tanta gente che si era allontanata dalla Chiesa.

    Presto ci rendemmo conto della inutilità del nostro tentativo , così decidemmo di andare a vivere tra i poveri, aspettando che il Signore ci manifestasse la sua volontà aprendoci una porta.
    Trovammo nel Borghetto Latino di Roma , zona piena di baracche , un pollaio dove poter abitare , grazie a una suora che lavorava con i poveri e che ci aiutò. Carmen trovò posto presso una signora che la ospitò in una baracca vicina. Io e alcuni seminaristi di Avila , che nel frattempo ci avevano raggiunti , cominciammo la nostra vita tra i poveri.
    Là, Grazie ad un incontro . . . . . .


    Là , grazie ad un incontro di giovani delle parrocchie di Roma che lavoravano con i baraccati , tenuto a Nemi e al quale fui invitato per portare il contributo della mia esperienza , conobbi un gruppo della parrocchia dei Martiri Canadesi che , insieme al presbitero sacramentino don Guglielmo Amadei , portavano avanti un’esperienza di tipo liturgico . Dopo aver spiegato al sacerdote e a quei giovani la necessità di aprire un cammino di evangelizzazione formando piccolecomunità all’interno della parrocchia , accettarono che cominciassimoinvitando alcune coppie più adulte.
    Prima di iniziare la catechesi ci presentammo al Cardinale Dell’Acqua per chiedergli il permesso di predicare nella sua Diocesi, come facevamo sempre. Ci accompagnava un sacerdote di Bologna , don
    Francesco Cuppini , che si era unito alla nostra èquipe con il permesso del suo Vescovo. Il Cardinale Vicario ci ascoltò con attenzione e ci diede il permesso di cominciare la catechesi – sempre se il parroco fosse d’accordo – inviandoci a parlare con l’allora Vice-gerente, Mons. Ugo Poletti , che presto sarebbe diventato il Cardinale Vicario e che durante tanti anni ci ha aiutato e difeso in modo provvidenziale. Dopo ciò , come per miracolo, nacque la prima Comunità Neocatecumenale di Roma con cinquanta fratelli. L’anno seguente facemmo catechesi nelle parrocchie di S.Francesca Cabrini , della Natività e di S.Luigi Gonzaga , ai Parioli.


    In mezzo a tanti miracoli . . . .


    In mezzo a tanti miracoli e frutti di conversione che vedevamo, c’erano anche tante sofferenze , ma in esse la sorpresa immensa di sentire e vedere operare il Signore in nostro favore con segni e prodigi , come per esempio , quando fummo convocati alla Congregazione del Culto Divino e dei Sacramenti per le preplessità di un Vescovo Ausiliare di Roma a motivo degli esorcismi che facevamo durante il primo scrutinio. Ci trovammo di fronte a una Commissione presieduto dal Segretario della Congregazione, accompagnato dagli esperti che avevano lavorato nell’Ordo Initiationis Christianae Adultorum (OICA). Ciascuno aveva davanti a sé l’Ordo , appena stampato, ma non ancora nelle librerie. Ci presentammo pieni di paura , dopo aver pregato tanto la Vergine e il Signore di esserci vicini.
    Mentre noi spiegavamo che non facevamo altro che mettere le persone davanti alla prima parte del Battesimo che avevano ricevuto, e di cui gli esorcismi costituivano una parte importante, e dopo aver spiegato come era nato il Cammino , in che cosa consisteva , etc. , essi rimasero stupefatti , guardandosi gli uni gli altri: era la realizzazione pratica nelle parrochie di quanto loro avevano elaborato durante gli anni nell’ Ordo di iniziazione degli adulti.
    Ecco che lo Spirito Santo aveva già suscitato persone e mezzi per la sua attuazione. Così ci dissero pieni di ammirazione e di sorpresa.
    Dopo un periodo di studio delle tappe e dei riti del Cammino Neocatecumenale , durante il quale inviarono degli osservatori alle nostre celebrazioni , e dato che il Cap. IV dell’OICA estendeva l’uso dell’ Ordo anche ai battezzati che non avevano ricevuto una sufficiente catechesi , la Congregazione emanò un documento intitolato Riflessioni sul Cap.IV dell’OICA , in cui stabiliva quali riti del Catecumenato degli adulti si potevano ripetere per rivivere il Battesimo e quali no. Quindi fummo nuovamente convocati , lessero davanti a noi questo documento e ci espressero la gioia e la soddisfazione per il lavoro che stavamo facendo nella Chiesa , e ci dissero che avrebbero pubblicato nella rivista ufficiale della Congregazione , Notitiae , una Nota laudativa in latino per tutta la Chiesa per aiutarci. La nota inizia così :



    Omnes reformationes in Ecclesia novos gignerunt
    Inceptus novasque promoverunt instituta,
    quae optata reformationis ad rem deduxerunt.
    Ita eventi post Concilium Tridentinum ;
    nec aliter nunc fieri poterat…
    Praeclarum exemplar huius renivationis invenitur in
    “Communitatibus neocatechumenalibus”
    quae ortum habuerunt Matriti…

    Notitiae ,n.95-96,Luglio-Agosto 1974,p.229


    Grazie a questo fatto si stabilì con la Congregazione del Culto un dialogo molto fecondo, che sarà più tardi molto importante per il rapporto di Paolo VI con il Cammino Neocatecumenale.
    Anche il Card.Poletti....


    Anche il Cardinale POLETTI (che già ci aveva messi in contatto con il Direttore dell’Ufficio Catechistico della Diocesi di Roma, Mons. Giulio Salimei , il quale , impressionato dalle conversioni e dall’azione del Signore nelle parrocchie , ci fu di grande aiuto ) di fronte ad alcune difficoltà , ci inviò a parlare con il Segretario della Congregazione per il Clero , che era la Congregazione responsabile della catechesi nella Chiesa .
    Anche in quella occasione eravamo pieni di timore , ma con nostra sorpresa trovammo Mons. Massimino Romero, che avevamo già conosciuto quando era Vescovo di Avila e che ci aveva sostenuto e aiutato.
    La prima cosa che egli fece fu di chiederci gli schemi che usavamo per le catechesi , per farli esaminare da esperti di catechetica .Gli spiegammo che si trattava di pagine ciclostilate che non erano nemmeno state corrette per non dare loro molta importanza : erano delle tracce , dato che non volevamo formare i catechisti come ripetitori di testi scritti da altri, ma li formavamo durante anni di cammino alla vita e alla testimonianza cristiana ; in secondo luogo li preparavamo a una tradizione orale di annunzio del Kerigma e, infine , al momento di fare le catechesi , l’equipe , della quale faceva sempre parte un sacerdote , attualizzava le tracce . Pertanto non avevamo scritti ufficiali . I ciclostilati erano solo delle indicazioni , delle tracce , la trascrizione di una predicazione orale adattata alla gente che ascoltava , per aiutarla a riscoprire la prassi e la liturgia della Chiesa all’interno di un cammino di conversione.
    Nonostante tutto , egli ce li chiese. Anche questo fu provvidenziale : anni più tardi , infatti , , in Canada alcuni preti contrari al rinnovamento del Concilio e che erano venuti in possesso di queste pagine ciclostilate , vi vedevano eresie dappertutto e ritenevano che contenessero direttive segrete , etc…. Senza sapere che la Congregazione le aveva fatte studiare , facendoci poi conoscere il parere dei consultori che , grazie a Dio ,dal punto di vista dottrinale era molto positivo.

    Per nostra consolazione....



    Per nostra consolazione ci fecero conoscere la relazione di un consultore della medesima Congregazione che concludeva dicendo :”Intendo ora rilevare un altro aspettodi queste catechesi , o meglio , di questo Cammino Neocatecumenale . Come studioso della Storia della Catechesi antica , devo dire che il tentativo di Kiko e Carmen di attualizzare il Catecumenato è un tentativo riuscito . L’ esperienza personale ha fatto intuire loro quello che di profondamente valido conteneva questa istituzione della Chiesa dei primi tre secoli , e ha permesso loro di tradurla in una struttura, la quale, pur non ricalcando l’antica , ne assume gli elementi più importanti e li inserisce in un contesto nuovo : quello della conversione di battezzati che però non hanno mai fatto un’opzione personale di fede. In questo processo , che implica il suo tempo , questi battezzati delle Comunità Neocatecumenali vengono aiutati a fare la loro opzione globale di fede in un clima di comunità , a rendersi disponibili all’azione dello Spirito Santo che li introduce alla comprensione e all’accettazione del radicalismo evangelico , iniziandoli gradualmente e in modo esperienziale sia alla Parola di Dio , sia ai Sacramenti della conversione cristiana (Penitenza) che dell’Eucarestia. Io trovo tutto questo molto positivo. Perciò concludo questo mio giudizio invitando i responsabili della Sacra Congregazione del Clero a incoraggiare questo movimento , aiutandolo con comprensione e con paterna indulgenza a restare sempre nella linea intrapresa di servizio alle comunità parrocchiali per un loro autentico rinnovamento”.

    Possiamo dire che sono vere le parole di S.Paolo “Tutto contribuisce al bene di coloro che amano Dio” . Ogni volta che ci accusavano o che ci calunniavano presso la S.Sede , alla fine tutto si trasformava in bene per noi.
    Più tardi ci trovammo di fronte ad altre difficoltà : alcuni dicevano che queste comunità non avevano alcun impegno sociale (eravamo poco dopo il ’68 ed era tutto pieno di comunità di base politicizzate) , e che volevamo ripetere il Battesimo. La Santa Vergine Maria , la Madre di Gesù , ci venne in aiuto.

    Già appena arrivati, Don Dino....




    Già appena arrivati, Don Dino ci aveva portati al Santuario della Madonna di Pompei per mettere la nostra missione ai piedi della Vergine. E le prime parole che Paolo VI pronunciò sul Cammino Neocatecumenale furono dette l’ 8 Maggio 1974 , festa della Madonna di Pompei , o Madonna del Rosario :
    “Quanta gioia e quanta speranza ci date con la vostra presenza e la vostra attività!….Il vostro proposito , mentre per voi è un modo consapevole e autentico di vivere la vocazione cristiana , si traduce in una testimonianza efficace per gli altri : fate dell’apostolato solo perché siete quello che siete!…. Vivere e promuovere questo risveglio è quanto voi chiamate una forma di “dopo il battesimo” che potrà rinnovare nelle odierne comunità cristiane quegli effetti di maturità e di approfondimento che nella Chiesa primitiva erano realizzati nel periodo di preparazione prima del Battesimo:
    Voi lo portate dopo . Il prima o il dopo ,direi, è secondario. Il fatto è che voi mirate all’autenticità , alla pienezza ,alla coerenza , alla sincerità della vita cristiana. E questo è merito grandissimo , ripeto ,che ci consola enormemente…” .
    Ecco che il Papa rispondeva senza saperlo a quelle accuse :”fate dell’apostolato solo perché siete quello che siete!” e “ il prima o il dopo il Battesimo , direi, è secondario”. La data dell’8 Maggio fu per noi segno che la Vergine ci incoraggiava e ci faceva capire che era sollecita verso i nostri problemi.
    Infatti da allora non ci accusarono più di ripetere il Battesimo.

    Così potremmo raccontare innumerevoli fatti di come il Signore veniva costantemente in nostro aiuto .Ma uno soprattutto fu per noi decisivo...



    (segue)

  2. #2
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    A Madrid con i poveri....


    A Madrid con i poveri , agli inizi ,quando la polizia voleva buttare giù le baracche nella zona dove si trovava Carmen con una sua amica , chiamammo l’Arcivescovo perché venisse in nostro aiuto. Quando Monsignor Casimiro Morcillo venne alle baracche fu un vero miracolo : conobbe la piccola comunità di zingari , di barboni , di poveri , ci sentì pregare e fu profondamente commos-
    so per l’opera che lo Spirito Santo stava facendo in quella zona di trincea della Chiesa . Dopo avergli spiegato il bisogno di completare la catechesi di quella gente con dei segni concreti in una liturgia rinnovata , come già il Concilio stava proponendo , con nostra meraviglia disse al parroco della parrocchia più vicina , lì presente , di lasciarci la chiesa – un baraccone di legno in mezzo a una piazza – perché la comunità delle baracche vi potesse celebrare l’Eucarestia , una volta la settimana , permettendoci di celebrarla con le due specie , usando il pane azzimo invece delle ostie , come noi gli avevamo chiesto.
    Come pure , alcuni anni più tardi , in Madrid , quando la celebrazione della Veglia Pasquale (che noi celebravamo durante tutta la notte , nella riscoperta della forza di quella notte nella quale Cristo ha vinto la morte) creava problemi in alcune parrocchie e dibattemmo questi problemi con i parroci alla presenza dell’Arcive-
    scovo e dei Vescovi Ausiliari ; mentre pensavamo che forse l’Arcivescovo ci avreb-
    be proibito tutto , egli esordì dicendo : ” Come vorrei che la Veglia Pasquale diventasse il fulcro della vita della mia Diocesi , mentre vedo con tristezza che nella maggior parte delle parrocchie è ridotta a una messa vespertina con solo tre letture e che finisce ancor prima del tramonto del sole. Se grazie a voi la Veglia Pasquale recupera lo splendore e la forza che Dio ha voluto e che la Riforma Liturgica auspica , siate benvenuti. Vi lascio tutte le chiese vuote di Madrid affinché possiate celebrare tutta la notte fino all’alba , dando così esempio e testimonianza.”

    1964 - Gli inizi delle Comunità neocatecumenali
    Kiko con i primi fratelli , zingari "quinquis" di Palomeras Altas , periferia estrema di Madrid e della dignità umana





    Josè Agudo e la sua famiglia, missionari in Cile



  3. #3
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    Queste righe di introduzione....


    Queste righe di introduzione sono fondamentalmente una occasione per benedire Dio , per ringraziarlo del dono dello Spirito che ha voluto fondare la sua Chiesa su Pietro e sugli Apostoli . Senza i Vescovi , e soprattutto senza Pietro , non esisterebbe oggi il Cammino Neocatecumenale.
    Giovanni Paolo II il 3 Settembre 1979 invitò alla Messa a Castelgandolfo Carmen , Padre Mario (missionario comboniano che era in equipe con noi da alcuni anni ) e me.
    Era la prima volta che lo vedevamo , sapevamo che aveva accolto il Cammino nella sua Diocesi quando era Cardinale a Cracovia e aveva difeso , di fronte a certi parroci , l’Eucarestia del Sabato sera in comunità. Finita la Messa ci venne a salutare e io gli chiesi di poter parlare con lui, da solo . Mi domandò : “Subito o un altro giorno?.” Gli risposi : “Anche subito “. Mi invitò a seguirlo attraverso un corridoio , mi fece entrare in una biblioteca , dove , ricordo , filtrava un forte sole.
    Si sedette dietro la scrivania , mi invitò a sedere di fronte a lui e a parlare.
    Con grande sofferenza gli raccontai come avevo sentito dalla Vergine Maria di fare piccole comunità come la Sacra Famiglia di Nazareth , che vivessero in umiltà semplicità e lode , e dove l’altro è Cristo . La mia grandissima difficoltà proveniva dal fatto che pensavo potesse immaginare di aver davanti un visionario , un esaltato o qualcosa del genere . Dopo avermi ascoltato e dopo alcuni minuti di silenzio mi disse che durante la Messa , pensando a noi , aveva visto davanti a sè
    ATEISMO – BATTESIMO - CATECUMENATO
    Ebbi la sensazione che si riferisse ai paesi dell’est e mi impressionò che avesse invertito l’ordine mettendo la parola Catecumenato dopo il Battesimo . La verità è che avrei voluto mettermi in ginocchio , ringraziando il Signore!
    Più tardi , quando il Papa cominciò a visitare le parrocchie di Roma , dove c’era sempre un incontro particolare con le Comunità Neocatecumenali , avemmo occasione tante volte di parlargli del Cammino , soprattutto Carmen.
    Le sue parole sono sempre state sorprendenti , generose , sempre più in là di quello che uno si aspettava : come quando chiedemmo una udienza per i Seminaristi provenienti dalle Comunità del Cammino e lui volle che l’incontro avvenisse nella Cappella Sistina. Non c’entravamo , eravamo più di 1200 persone , ma volle che fosse lì , voleva parlare dela sua elezione a Papa in quel luogo per sigillare , in quei giovani aspiranti al sacerdozio , un’esperienza così forte dello Spirito Santo.

    Che dire di quando....


    Che dire di quando venne a Porto S.Giorgio , il 30 Dicembre 1988 , a celebrare l’Eucarestia con noi (avevamo da pochi giorni ricevuto l’autorizzazione dalla Sacra Congregazione per il Culto Divino di poter spostare il rito della pace a prima dell’anafora e di celebrare con le due specie tutte le domeniche), e fu lui pieno di coraggio, il primo a celebrarla con quegli adattamenti? E anche ad inviare cento famiglie , con tantissimi figli, nelle zone più povere e più scristianizzate dell’America Latina e dell’Europa , cosa che suscitava anche tante critiche?
    Se noi chiedevamo cinque , egli ci dava cento. E’ il suo stile. Sembra che conosca prima di noi il vero “nemico” ( il demonio) e ci difenda come un padre difende suo figlio , come il pastore difende le sue pecore , senza paura , rischiando se stesso. Dando esempio come Vescovo di Roma.
    Noi siamo sempre stati i primi ad essere sorpresi delle sue affermazioni sul Cammino , delle sue lodi , del suo rimarcare aspetti nuovi anche per noi.
    Quando nel Novembre 1980 venne alla parrocchia dei Santi Martiri Canadesi , la prima parrocchia di Roma nella quale avevamo iniziato il Cammino Neocatecumenale , lì egli – davanti alle undici comunità che si erano già formate – parlò a braccio per più di mezz’ora. E di fronte alle critiche costanti con cui ci accusavano di fare un cristianesimo d’èlite , separato dalle altre realtà delle parrocchie, come se noi ci credessimo gli unici, ecco che il Papa andò ancora più in là , parlando della terribile realtà di oggi , di confronto radicale : “Fede a antifede , Chiesa e antichiesa , Dio e antidio” , invitandoci con forza a un cristianesimo radicale e ad andare avanti , dandoci coraggio.
    E le cose sono andate così non soltanto con Giovanni Paolo II . Era successo lo stesso anche con Paolo VI. Il quale nell’udienza generale di Mercoledì 12 Gennaio 1977 , in cui erano presenti più di cinquecento parroci che hanno il Cammino nelle loro parrocchie , con sessantesette vescovi che li accompagnavano , ci sorprese dicendo che dedicava quella allocuzione al Cammino Neocatecumenale e la intitolava “ Dopo il Battesimo”. Egli concluse dicendo : “..tanta gente si polarizza verso queste Comunità Neocatecumenali perché vede che lì c’è una sincerità , c’è una verità , c’è qualcosa di vivo e di autentico : c’è Cristo che vive nel mondo “.
    Quell’allocuzioneè un breve trattato sistematico sulla necessità di riscoprire le ricchezze del Battesimo come base dell’evangelizzazione . Diceva : “Ecco il ripristino
    Della parola Catecumenato , che certamente non vuole invalidare né sminuire l’importanza della disciplina battesimale vigente , ma la vuole applicare con un metodo di evangelizzazione graduale e intensivo che ricorda e rinnova in certo modo il Catecumenato d’altri tempi….Si prospetta così una catechesi successiva a quella che il Battesimo non ha avuto : la pastorale degli adulti…”.
    Mai una critica. Era come se qualcuno lo spingesse ad incoraggiarci . Lui stesso la prima volta che usò la parola “Neocatecumenato” , aggiunse alzando gli occhi dal testo scritto :
    “Ecco i frutti del Concilio”.

    Non possiamo non ricordare . . .


    Ma non possiamo non ricordare Giovanni Paolo I , che incontrammo personalmente quando era Patriarca di Venezia nel 1972 e che ci diede il permesso di aprire il Cammino nella sua Diocesi. Negli anni successivi lo incoraggiò e lo seguì presiedendone personalmente tutte le tappe e gli scrutini . Inoltre eresse un Centro Neocatecumenale Diocesano mettendo a disposizione del Cammino la bellissima chiesa di San Tomà , ma soprattutto permise di celebrare la Veglia Pasquale tutta la notte , confermando in tutto la nostra prassi di fronte ad alcuni parroci che avevano sollevato qualche difficoltà. Ancora riecheggia nelle nostre orecchie la gioia delle sue parole nell’omelia pronunciata due mesi prima di essere eletto Papa , quando consegnava il Salterio ai fratelli della prima Comunità Neocatecumenale nella parrocchia di S.Maria Formosa, giunta all’iniziazione della Preghiera , e li incoraggiava citando i Padri : “Vado a pregare , vado a combattere” .
    Più del 50 % di coloro che sono nelle Comunità si trovava fuori dalla Chiesa , cioè gente che in genere aveva dei preconcetti contro la gerarchia , contro il Vaticano , contro il Papa . Oggi da tutti è riconosciuto l’amore che i fratelli nel Cammino Neocatecumenale hanno per la Liturgia , per il Papa , per i Vescovi. Questi fratelli hanno sperimentato le menzogne che il demonio semina costantemente nella società, menzogne che soltanto l’esperienza di gestazione che hanno avuto nel Cammino all’interno della Chiesa ha potuto cancellare dal loro animo , per far nascere un profondo amore alla Chiesa e alla Vergine Maria.
    Anni più tardi , il 9 Maggio 1986 , fummo chiamati dalla Congregazione della Fede che ci sottopose un questionario sull’ermeneutica , sulla pastorale , sulla dottrina.
    Dopo aver studiato le nostre risposte , fummo convocati dal Card.Ratzinger per un incontro in cui , ci dissero, potevamo essere accompagnati da un teologo. In quell’incontro di comunicarono che avevano studiato tutto , che si erano anche informati e che volevano aiutarci. Ci proposero di collegarci a una Congregazione,
    perché era necessario trovare una collocazione giuridica. Noi dicemmo che vero aiuto sarebbe stato un “Breve” del Santo Padre , mentre si studiava più profondamente l’aspetto giuridico . Come risultato il Papa nominò Mons. Josef Paul Cordes , vicepresidente del “Consilium pro Laicis” come incaricato “ad personam” per aiutarci e per fare da tratto d’unione con le Congregazioni. E poiché non si usavano più i “Brevi” , accettarono il fatto che il Santo Padre ci desse comunque un appoggio più ufficiale .
    Come per Israele , quando tante volte il mare oscuro ci chiudeva il passo , il Signore lo apriva di fronte alla nostra meraviglia : essendo noi spettatori gioiosi della sua gratuità.

  4. #4
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    Sii umile e fedele alla Chiesa


    Quando ,più tardi , vedemmo nelle nostre mani la Lettera di riconoscimento del Cammino Neocatecumenale che Giovanni Paolo II aveva scritto a Mons. Cordes , non potei fare a meno di ricordarmidelle parole che Paolo VI mi aveva detto nell’udienza privata che aveva concesso alla nostra equipe il 12 Gennaio 1977 , allorché , guardandomi intensamente (ricordo ancora i suoi occhi azzurri e penetranti ) , e dopo aver domandato . “Chi è Kiko? “ , mi mise la mano sulla spalla e mi disse:

    “SII UMILE E FEDELE ALLA CHIESA E LA CHIESA TI SARA’ FEDELE”

    Ricordo che ci diede anche una medaglia e Carmen gli disse che , invece della medaglia, preferiva che le imponesse le mani , al che Paolo VI in piedi sul trono, sorridendo , accettò , e facendola inginocchiare davanti a sé le impose le mani.
    E’ sorprendente oggi vedere come le parole .” Si stabilisca il Catecumenato degli adulti” , che lo Spirito Santo ha ispirato nel Concilio ( Sacrosantum Concilium 64) , le abbiamo viste realizzate per opera sua , durante questi quasi trent'anni , non a tavolino , ma in una storia con fatti e persone , sostenuti e appoggiati dai Vescovi e soprattutto dal Papa.
    Tutto sempre ci ha talmente sorpassato da non poter fare altro che attendere giorno per giorno , di discernere le orme di Cristo che Egli ci invitava a seguire .
    In questo senso oggi , al vedere tanti Seminari “Redemptoris Mater” per la Nuova Evangelizzazione , sorti grazie all’appoggio del Santo Padre per venire in aiuto alle Diocesi che si trovano in grave difficoltà , e migliaia di vocazioni che sorgono da queste piccole comunità , possiamo solo dire con San Pietro dopo la pesca miracolosa .

    “Allontanati da me , Signore , perché sono un peccatore”


    KIKO ARGUELLO E CARMEN HERNANDEZ


    Roma 15 Agosto 1992
    Solennità dell’Assunzione della Beata Vergine Maria



    Fine

    Tratto dal libro “Il Cammino Neocatecumenale secondo Paolo VI e Giovanni Paolo II “ - Edizioni San Paolo 1993
    ************************************************** ************************

    Statuti del Cammino Neocatecumenale



    Il 29 Giugno 2002, Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo ,
    il Pontificio Consiglio per i laici presieduto da S.E. il Card. James
    Francis Stafford , Segretario Mons. Stanislaw Rylko, approvava
    il testo degli Statuti del Cammino Neocatecumenale , nella forma
    "ad experimentum" per la durata di cinque anni.
    Questo atto ufficiale della Santa Sede giungeva al termine di un
    lungo periodo di osservazione e di verifica del Cammino da parte
    delle varie Congregazioni competenti, in particolare la Congregazione
    del Clero, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei
    Sacramenti e la Congregazione per la Dottrina della Fede , allora
    guidata dal Card. Joseph Ratzinger , oggi Papa Benedetto XVI.
    Lo stesso Papa Giovanni Paolo II ha aiutato in molte occasioni il
    procedere dell'iter di verifica del Cammino nelle sue varie espressioni,
    sia con pubbliche manifestazioni di appoggio che attraverso documenti
    ufficiali .
    Dunque questi Statuti sono lo strumento-cardine che guida il Cammino
    Neocatecumenale nello svolgimento della sua missione nella Chiesa e lo
    confermano come uno dei frutti che lo Spirito Santo ha suscitato dal
    grande e meraviglioso evento del Concilio Vaticano II.
    Gli Statuti sono anche un chiaro e inequivocabile strumento di conoscenza
    del Cammino Neocatecumenale a disposizione di coloro che ancora non lo
    conoscono : Vescovi , Parroci e semplici fedeli. Uno strumento quindi che
    aiuta i Pastori a discernere con certezza i contenuti e la prassi di una realtà
    ecclesiale che riporta in piena luce un antico , anzi originario, percorso di
    preparazione e di conversione delle persone che desideravano diventare
    cristiani nel Battesimo ed essere incorporati nella Chiesa nei primissimi anni
    del cristianesimo.
    Un "itinerario di formazione cattolica , valido per la società e i tempi odierni"
    secondo le parole di Papa Giovanni Paolo II , scritte nella sua Lettera di
    riconoscimento del Cammino Neocatecumenale , dell'Agosto 1991.

    http://www.catechumenium.it/public/f...tecumenale.pdf

    2002 - Discorso di Giovanni Paolo II a catechisti e presbiteri del Cammino Neocatecumenale
    Il ringraziamento del Cammino al Santo Padre per l'approvazione degli Statuti , Castelgandolfo 21 Settembre 2002



    1. È con grande piacere che vi ricevo, cari Catechisti e Presbiteri del Cammino Neocatecumenale, convenuti oggi qui per incontrare il Papa. Saluto e accolgo ognuno di voi con affetto e, nelle vostre persone, saluto tutto il Cammino Neocatecumenale, una realtà ecclesiale ormai diffusa in molti Paesi, con apprezzamento da parte di non pochi Pastori. Ringrazio per il caloroso indirizzo che mi ha rivolto il Signor Kiko Argüello, iniziatore del Cammino insieme alla Signorina Carmen Hernández. Con le sue parole egli, oltre ad esprimere il vostro fedele attaccamento alla Sede di Pietro ha testimoniato il vostro concorde amore per la Chiesa.
    2. Come non ringraziare il Signore per i frutti portati dal Cammino Neocatecumenale nei suoi oltre trent’anni di esistenza? In una società secolarizzata come la nostra, dove dilaga l’indifferenza religiosa e molte persone vivono come se Dio non ci fosse, sono in tanti ad aver bisogno di una nuova scoperta dei sacramenti dell’iniziazione cristiana; specialmente di quello del Battesimo. Il Cammino é senz’altro una delle risposte provvidenziali a questa urgente necessità. Guardiamo le vostre comunità: quante riscoperte della bellezza e della grandezza della vocazione battesimale ricevuta! Quanta generosità e zelo nell’annunzio del Vangelo di Gesù Cristo, in particolare ai più lontani! Quante vocazioni al sacerdozio e alla vita religiosa sorte grazie a questo itinerario di formazione cristiana!
    3. Ho vivo nella memoria il nostro ultimo incontro svoltosi nel mese di gennaio 1997, subito dopo il vostro raduno nei pressi del Monte Sinai per commemorare i trent’anni di vita del Cammino Neocatecumenale. In quel momento vi ho detto che la stesura degli Statuti del Cammino «è un passo molto importante, che apre la strada verso il suo formale riconoscimento giuridico da parte della Chiesa, dando a voi una ulteriore garanzia dell’autenticità del vostro carisma» (Insegnamenti, vol. XX/1, p. 143).
    Il nostro incontro odierno esprime la gioia per la recente approvazione degli Statuti del Cammino Neocatecumenale da parte della Santa Sede. Sono lieto che questo itinerario, iniziatosi più di cinque anni or sono, sia stato portato a compimento mediante un intenso lavoro di consultazione, riflessione e dialogo. Il mio pensiero va ora alla persona del Cardinale James Francis Stafford, al quale desidero manifestare il mio ringraziamento per 1’impegno e la sollecitudine con cui il Pontificio Consiglio per i Laici ha accompagnato l’Èquipe responsabile internazionale del Cammino in questo processo.
    4. Desidero sottolineare l’importanza degli Statuti appena approvati per la vita presente e futura del Cammino Neocatecumenale. Infatti questa norma, innanzi tutto, ribadisce ancora una volta la natura ecclesiale del Cammino Neocatecumenale che, come ho già avuto modo di dire alcuni anni fa, costituisce «un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni» (AAS 82 [1990] 1515).
    Gli Statuti del Cammino Neocatecumenale, inoltre, descrivono, gli aspetti essenziali di questo itinerario rivolto ai fedeli che nelle loro comunità parrocchiali desiderano ravvivare la loro fede, come pure a quelle persone ormai adulte, che si preparano a ricevere il sacramento del Battesimo. Soprattutto, però, gli Statuti, stabiliscono i compiti fondamentali delle diverse persone, che hanno specifiche responsabilità nel portare avanti questo iter formativo all’interno delle comunità neocatecumenali, cioè: i presbiteri, i catechisti, le famiglie in missione e le équipes responsabili ad ogni livello. In questa maniera, gli Statuti devono costituire per il Cammino Neocatecumenale una «chiara e sicura regola di vita» (Lettera a S. Em. R. il Card. James F. Stafford 5 aprile 2001), un punto di riferimento fondamentale affinché questo processo di formazione, che ha come obiettivo di portare i fedeli ad una fede matura, possa essere realizzato in un modo confacente alla dottrina e alla disciplina della Chiesa.
    5. L’approvazione degli Statuti apre una nuova tappa nella vita del Cammino. La Chiesa si aspetta adesso da voi un impegno ancora più forte e generoso nella nuova evangelizzazione e nel servizio alle Chiese locali e alle parrocchie. Pertanto voi, Presbiteri e Catechisti del Cammino avete la responsabilità che gli Statuti siano mesi in opera fedelmente in tutti i loro aspetti, così da diventare un vero fermento per un nuovo slancio missionario.
    Gli Statuti costituiscono, altresì, un importante aiuto per tutti i Pastori della Chiesa, particolarmente per i Vescovi diocesani, ai quali è affidata dal Signore la cura pastorale e, in particolare, l’iniziazione cristiana delle persone nella diocesi. "Nel loro paterno e vigile accompagnamento delle comunità neocatecumenale" (Decreto del Pontificio Consiglio per i Laici, 29 giugno 2002), gli Ordinari diocesani potranno trovare negli Statuti i principi-base di attuazione del Cammino Neocatecumenale in fedeltà al suo progetto originario.
    Desidero specialmente rivolgere una parola a voi sacerdoti, che siete impegnati al servizio delle comunità neocatecumenali. Non dimenticate mai che, in quanto Ministri di Cristo, avete un ruolo insostituibile di santificazione, di insegnamento e di guida pastorale nei confronti di coloro che percorrono l’itinerario del Cammino. Servite con amore e generosità le comunità a voi affidate!
    6. Cari Fratelli e Sorelle, con l'approvazione degli Statuti del Cammino Neocatecumenale si è giunti felicemente a definirne l'essenziale configurazione ecclesiale. Ne ringraziamo insieme il Signore.
    Spetta ora ai Dicasteri competenti della Santa Sede esaminare il Direttorio catechetico e tutta la prassi catechetica nonché liturgica del Cammino stesso. Sono certo che i suoi membri non mancheranno di assecondare con generosa disponibilità le indicazioni che loro verranno da tali autorevoli Fonti.
    Continuo a seguire con viva attenzione la vostra opera nella Chiesa e nelle mie preghiere vi affido tutti alla Santissima Vergine Maria, Stella della Nuova Evangelizzazione, e vi imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

    (nella foto ) GIOVANNI PAOLO II accarezza Kiko in occasione dell'incontro a Castelgandolfo

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    2002 - Discorso del Presidente del Consilium Pro Laicis Card. J.F.Stafford
    Alla tenda di Porto S.Giorgio l'incontro di ringraziamento per gli Statuti con il Card. Stafford, 30 Giugno 2002


    Porto San Giorgio
    Domenica 30 Giugno 2002


    Sono lieto di essere qui a Porto San Giorgio con voi , catechisti itineranti , venuti da tutti i continenti e radunati in preghiera di lode e ringraziamento a motivo dell’approvazione degli Statuti del Cammino Neocatecumenale da parte del Pontificio Consiglio per i Laici. Il 28 scorso , infatti , ho consegnato nelle mani di Kiko Arguello , di Carmen Hernandez e Don Mario Pezzi , il Decreto di approvazione degli Statuti
    firmato da me , come Presidente del Dicastero e da S.E. Mons. Stanislaw Rylko , come Segretario del medesimo , e recante la data del 29 Giugno 2002 , solennità dei SS. Pietro e Paolo.

    Si tratta certo di un atto giuridico , ma di profondo significato ecclesiale e di questo occorre essere ben convinti . Sbaglierebbe chi pensasse che tale approvazione statutaria sia un mero adempimento burocratico,
    quando invece rappresenta il compimento di un vivo desiderio del Santo Padre , espresso fin dall’incontro del 24 Gennaio 1997 – che voi certamente ricorderete – e ribadito nella Lettera autografa a me indirizzata il 5 Aprile 2001 , con la quale confermava al Pontificio Consiglio per i Laici l’incarico di portare a termine il delicato processo di discernimento e di approvazione degli Statuti come “appuntamento ineludibile” per “l’esistenza stessa del Cammino”.

    Il mio breve discorso di oggi toccherà tre punti principali : in primo luogo il grande dono che il Cammino Neocatecumenale rappresenta per la Chiesa ; in secondo luogo il significato del processo di elaborazione degli Statuti e l’importanza degli Statuti stessi e in terzo luogo quattro campi che richiedono speciale attenzione nella vita del Cammino , ossia il rapporto con i Vescovi , i sacerdoti e la Parrocchia nel suo insieme nonché le altre comunità ecclesiali , come pure il rispetto scrupoloso della libertà del singolo , con speciale enfasi sul “foro interno”.

    Già in diverse occasioni il Santo Padre aveva sottolineato l’abbondanza di frutti di conversione , di fede matura , di comunione fraterna e di slancio missionario delle Comunità Neocatecumenali riconoscendo il
    Cammino come “ un itinerario di formazione cattolica , valida per la società e per i tempi odierni” (AAS82(1990)1513-1515) . Non posso inoltre non ricordare le parole che il Papa vi rivolgeva per i trent’anni di vita del Cammino : “Quanta strada avete fatto con l’aiuto del Signore!Il Cammino ha visto in questi anni uno sviluppo e una diffusione nella Chiesa veramente impressionanti (…) come l’evangelico granello di senape , è diventato , trent’anni dopo , un grande albero che si estende ormai in più di 100 paesi del mondo(…)” sottolineando inoltre “l’abbondanza dei doni che il Signore ha concesso in questi anni a voi e ,
    per mezzo vostro , a tutta la Chiesa”. Perciò il Papa in quel discorso inseriva questo vostro fecondo sviluppo nel quadro di una fioritura di carismi e di nuove modalità espressive della Chiesa in quanto mistero di comunione missionaria ( cfr. Giovanni Paolo II , Discorso del 24/1/1997 ).

    A questo incoraggiante riconoscimento occorreva tuttavia dare concreta risposta mediante l’esame e la conseguente approvazione degli Statuti del Cammino . La realtà tanto consistente quanto composita , costituita dalla presenza delle Comunità neocatecumenali in numerosissime Diocesi e Parrocchie di tanti paesi diversi , l’opera dei catechisti itineranti e delle famiglie in missione , l’esistenza di oltre quaranta seminari diocesani “Redemptoris Mater” legati all’esperienza del Cammino , come non poteva contare su una “chiara e sicura regola di vita “ (cfr. Giovanni Paolo II , Lettera autografa , cit. n2) traducibile nella stesura di norme statutarie ?. Affidandosi alla sola tradizione orale , non si andava forse incontro al rischio
    Dell’indeterminatezza , lasciando il tutto in balia di eventuali arbitrarietà dovute alla mancanza di riferimenti certi , da tutti conosciuti e rispettati ?. Oggi queste norme statutarie approvate dalla Santa Sede – come ben si dice nel Decreto – costituiscono ferme e sicure linee-guida per la vita del Cammino.


    L’importanza di uno Statuto è stata sempre più consapevolmente capita dagli iniziatori del Cammino , i quali , insieme ad alcuni collaboratori , si sono instancabilmente impegnati nel dialogo con il nostro Dicastero , affinché potesse essere conseguito lo scopo indicato dal Santo Padre per il bene della Chiesa e , in particolar modo , del Cammino Neocatecumenale stesso. Oltre cinque anni sono stati impegnati nello studio delle diverse e successive bozze di Statuti , sottoposte al Pontificio Consiglio per i Laici .
    Il dialogo è stato vivace , a volte anche difficile , ma sempre guidato da un alto senso di consapevolezza e di carità ecclesiale. ( il grassetto è nostra evidenziatura)
    Durante questi anni , il Pontificio Consiglio per i Laici ha sempre operato in stretta collaborazione con gli altri Dicasteri della Curia Romana direttamente interessati alla questione , in ragione e nell’ambito delle rispettive competenze.

    Diverse osservazioni ci sono pervenute dalla Congregazione per la Dottrina della Fede , che sono state debitamente incorporate nel testo definitivo . In questi anni numerosi sono stati i contatti con i singoli Presuli e Conferenze Episcopali di tutto il mondo per la valutazione dell’esperienza del Cammino a livello locale , Diocesano e nazionale , mentre numerosi Patriarchi , Cardinali e Vescovi hanno scritto al Santo Padre per incoraggiare l’esame e l’approvazione degli Statuti . Ripetute sono state da parte nostra le consultazioni con esperti in materia canonica e non abbiamo tralasciato di considerare con attenzione tantissime altre testimonianze ed osservazioni provenienti da persone che conoscono da vicino l’esperienza del Cammino .
    Questo lungo processo di elaborazione e di esame degli Statuti è stato allo stesso tempo occasione provvidenziale e tempo forte di discernimento della proposta e dell’esperienza del Cammino Neocatecume-
    nale da parte della Santa Sede e si conclude con questa “ulteriore garanzia dell’autenticità del vostro carisma”
    (cfr. Giovanni Paolo II Discorso del 24/1/1997 ; Lettera autografa cit., n.2) , quale è l’approvazione degli Statuti.

    Gli iniziatori del Cammino e coloro che li hanno aiutati durante questo processo possono attestare con quanta determinazione il Pontificio Consiglio per i Laici ha proceduto per adempiere il mandato del Santo Padre nell’ambito della propria competenza , nonché con quanta cura e rispetto ha operato affinché fosse interamen-
    Te rispettata la realtà del Cammino secondo le linee proposte dai suoi iniziatori . Non è infatti diritto del nostro Dicastero elaborare e imporre norme statutarie alle diverse realtà , le quali godono della libertà di esprimere negli Statuti sottoposti alla considerazione della Santa Sede il carisma , gli scopi , la pedagogia , lo stile e le modalità specifiche di procedere e di operare loro propri .Anche nel caso del Cammino dunque , l’in-
    tervento dell’autorità ecclesiastica si è limitato a verificare e ad assicurare la conformità degli Statti alla dottrina e alla disciplina della Chiesa , affinché l’esperienza del Cammino possa ancora dare maggiori frutti di quel “radicalismo evangelico e di straordinario slancio missionario che esso porta nella vita dei fedeli laici, nelle famiglie , nelle comunità parrocchiali (insieme alla ) ricchezza di vocazioni suscitate alla vita sacerdota-
    le e religiosa “ (cfr. Decreto del Pontificio Consiglio per i Laici , 29 /VI/2002 ) , assicurando altresì che questi buoni frutti si radichino sempre più nel terreno fecondo della Chiesa Cattolica.

    Nello stesso tempo la Santa Sede ha molto insistito su alcuni aspetti fondamentali e sui quali vorrei ora richiamare la vostra attenzione. I rapporti dei cristiani tra loro sono governati dalla grande legge dataci da San Paolo :”Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo” (Ef 5,21) . Questo principio dottrinale e morale,
    radicato nella dignità di ogni battezzato , governa i rapporti tra tutti i cristiani .Nell’ultima parte del quinto capitolo della sua lettera , S.Paolo applica questo principio al particolare rapporto esistente nell’ambito della Chiesa . I primi catechisti nella Chiesa sono i Vescovi , successori degli Apostoli , consacrati da Dio e assistiti
    dallo Spirito Santo per essere buoni Pastori del loro gregge , a capo delle diverse Chiese locali , incaricati quindi della delicata e pressante responsabilità di annunciare il Vangelo di Cristo , di essere i dispensatori dei divini misteri , di insegnare la verità della fede e della sicura dottrina e di presiedere su tutti i fedeli , radunati nell’unità della carità . Ai Vescovi quindi , uniti al Santo Padre nel collegio Apostolico , dovete fare sempre rispettoso e ubbidiente riferimento.Nulla senza il Vescovo ! Lo Statuto è dato ai Vescovi – come viene detto nel Decreto – quale “importante sostegno” nel loro “paterno e vigile accompagnamento delle Comunità Neocatecumenali” (cfr Decreto del Pontificio Consiglio per i Laici , 29,VI,2002). Lo Statuto è strumento al servizio della comunione e perciò è “strumento al servizio dei Vescovi” (cfr Art. 5 degli Statuti) . Ci piace ricordare e applicare qui quanto diceva il Santo Padre nella sua Lettera Enciclica Redemptoris Missio , quan-
    do , al n.72 , chiedeva ai Vescovi cordialità e magnanimità nell’accoglienza delle nuove realtà presenti nelle Diocesi e a quelle un vero spirito di umiltà nel proporre e seguire il proprio cammino , inserendosi nel tessuto vivo e multiforme delle comunità cristiane . E’ vero che l’approvazione degli Statuti da parte della Santa Sede
    è come un invito e una garanzia perché l’esperienza del Cammino continui a svilupparsi in molte nuove Diocesi , fermo restando che , come dicono gli Statuti stessi , tocca ad ogni Vescovo “autorizzare l’attuazione del Cammino Neocatecumenale nella Diocesi”.(art.26) , perché proceda nelle Parrocchie dove è stato espressamente invitato . Lo Statuto investe quindi i Vescovi di grande responsabilità . “Siate sottomessi gli uni agli altri nel timore di Cristo” : questo principio governa i rapporti tra i Vescovi e tutti coloro che appartengono al Cammino.

    La Santa Sede si è anche preoccupata di precisare negli Statuti il peso da dare alla figura del parroco , nonché di valorizzare la presenza , nella Comunità Neocatecumenale , del presbitero e del suo compito di governo , di insegnamento e di santificazione ; così come porre l’accento sul rispetto dovuto alla vocazione dei chierici e alla disciplina dei religiosi che percorrono il Cammino.

    Molto sentita è stata la forte affermazione della salvaguardia del “foro interno” delle persone , intesa non a restringere il “cammino “ di conversione secondo la pedagogia propria della comunità , bensì a garantire la libera scelta delle persone , al contempo valorizzando sempre di più il sacramento della Penitenza , secondo quanto recentemente indicato dal Santo Padre nel Motu Proprio Misericordia Dei . Molte sono le osservazioni incorporate nel testo e in tutto ciò devo dare atto agli iniziatori del Cammino di aver accolto con ubbidienza ed intelligenza quanto proposto , che secondo loro corrisponde alla vera natura e prassi del Cammino stesso.

    Ciò che veramente importa è che questi Statuti , approvati dal Pontificio Consiglio per i Laici adempiendo al desiderio del Santo Padre , siano per voi motivo di gratitudine , letizia , sicurezza e speranza nel vostro cam-
    mino , nonché richiamo della divina Provvidenza ad una sempre più grande responsabilità verso il dono che il Signore vi ha dato per la santificazione delle persone , per l’edificazione delle comunità cristiane , per un crescente slancio di “nuova evangelizzazione” sino agli estremi confini della terra a maggior gloria di Dio.

    A chiunque abbia conosciuto il Cammino neocatecumenale è familiare la rappresentazione della croce glorio-
    sa , che alcuni hanno anche a casa loro. Nella catechesi per la convivenza del primo scrutinio , Kiko Arguello proclama :”La croce gloriosa è il segreto profondo del cristianesimo … La croce è proprio il Cammino della
    nostra salvezza”.

    E’ la croce di Gesù che informa il Decreto e gli Statuti , la cui approvazione celebriamo oggi . Il mistero della croce , nella quale ogni cristiano è stato battezzato , è un unico mistero , il mistero dell’amore del Padre e del Figlio. Fino alla fine del suo pellegrinaggio terreno , il Figlio si è abbandonato in amore obbediente a Dio :
    “Padre , nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23,46 ).

    In questi anni in cui camminerete insieme nell’applicazione di questi Statuti , vi chiedo di essere attenti a tutte le strade che portano a Dio , indicate dall’amore obbediente di Colui che è morto in croce . L’accettazione e l’applicazione fedele degli Statuti nonché l’obbedienza al Santo Padre e ai Vescovi della Chiesa sono centrali nella ricompensa promessa a coloro che seguono la strada segnata dalle Beatitudini : “Una buona misura versata nel vostro grembo, pigiata , scossa e traboccante “ (Lc 6,38).

    L’amore obbediente richiede la povertà che informa le Beatitudini . Mediante l’amore obbediente sarete sempre più condotti nel mistero della pienezza della gloria di Dio rivelata nella croce di Gesù . Quanti tra voi camminano per queste strade benedette saranno come bambini , come gli angeli che vedono costantemente il volto di Dio ,. La vostra santa semplicità vi schiuderà l’indivisibile semplicità di Dio .



    (nella foto : il Cardinal James Francis Stafford)

  6. #6
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    Benedetto XVI invia in missione duecento famiglie di comunità neocatecumenali
    Prima udienza di questo pontificato ai membri del Cammino



    CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 12 gennaio 2006 - Concedendo la sua prima udienza come Papa alle comunità neocatecumenali, Benedetto XVI ha inviato più di duecento famiglie in missione nelle diocesi dei vari continenti.

    All’incontro, che ha avuto luogo nell’Aula Paolo VI del Vaticano, hanno partecipato circa diecimila persone, tra le quali cinque Cardinali e trenta Vescovi.

    Oltre agli iniziatori del Cammino, Kiko Argüello, Carmen Hernández e padre Mario Pezzi, erano presenti 1.100 sacerdoti formatisi nei 63 seminari “Redemptoris Mater” nati da queste comunità, così come circa mille seminaristi e circa 700 catechisti itineranti in tutto il mondo.

    Rivolgendosi alle famiglie – genitori e figli – che lasciano il proprio Paese per andare ad evangelizzare terre sconosciute, il Santo Padre ha riconosciuto che “sono famiglie che partono senza grandi appoggi umani, ma contando prima di tutto sul sostegno della Provvidenza divina”.

    “Care famiglie, voi potete testimoniare con la vostra storia che il Signore non abbandona quanti a Lui si affidano. Continuate a diffondere il vangelo della vita”, ha raccomandato loro.

    “In un mondo che cerca certezze umane e terrene sicurezze, mostrate che Cristo è la salda roccia su cui costruire l’edificio della propria esistenza e che la fiducia in lui riposta non è mai vana”, ha spiegato.

    Le “famiglie di missione” sono nate nel 1986 in risposta all’appello di Giovanni Paolo II ad intraprendere una nuova evangelizzazione. I loro membri, appartenenti a comunità neocatecumenali, si offrono volontariamente per raggiungere le Nazioni in cui è necessario aiutare la Chiesa.

    La destinazione di ciascuna di loro è stabilita dai responsabili del Cammino, tenendo conto delle necessità specifiche di ogni zona e in risposta alle richieste dei Vescovi che chiedono l’invio di famiglie nelle loro diocesi. Giovanni Paolo II ha presieduto una celebrazione di invio il 12 dicembre 1994.

    Nelle parole rivolte loro in italiano, il Papa ha riconosciuto che nei loro pochi anni di esistenza le comunità neocatecumenali hanno potuto realizzare molto e che “numerose vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata sono nate all’interno” del Cammino.

    Come ha sottolineato lo stesso Benedetto XVI, le comunità hanno chiesto che sia il Papa ad inviare le famiglie in missione, “perché la vostra azione apostolica intende collocarsi nel cuore della Chiesa, in totale sintonia con le sue direttive e in comunione con le Chiese particolari in cui andrete ad operare, valorizzando appieno la ricchezza dei carismi che il Signore ha suscitato attraverso gli iniziatori del Cammino”.

    Il Pontefice ha presentato come centro della missione Cristo, che “celebrato nei riti liturgici costituisce una via privilegiata e indispensabile per costruire comunità cristiane vive e perseveranti”.

    In questo contesto, ha spiegato che per “aiutare il Commino Neocatecumenale a rendere ancor più incisiva la propria azione evangelizzatrice in comunione con tutto il Popolo di Dio, di recente la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti vi ha impartito a mio nome alcune norme concernenti la Celebrazione eucaristica”.

    “Grazie all’adesione fedele ad ogni direttiva della Chiesa, voi renderete ancor più efficace il vostro apostolato in sintonia e comunione piena con il Papa e i Pastori di ogni Diocesi. E così facendo il Signore continuerà a benedirvi con abbondanti frutti pastorali”, ha affermato il Vescovo di Roma.

    Attualmente ci sono circa 20.000 comunità del Cammino Neocatecumenale in più di 6.000 parrocchie di 900 diocesi, che riuniscono circa un milione di cattolici.

    Il Cammino ha prodotto 3.000 sacerdoti (mille dei quali hanno studiato nei Seminari “Redemptoris Mater”), 1.500 seminaristi e 5.000 religiose.

    Il Cammino Neocatecumenale, i cui statuti sono stati approvati dalla Santa Sede il 29 giugno 2002, è “al servizio dei Vescovi diocesani e dei parroci come una modalità per riscoprire il sacramento del Battesimo e di educazione permanente nella fede”.

    Il Cammino ha avuto inizio nel 1964, quando Kiko Argüello, allora giovane pittore, seguendo le orme di padre Charles de Foucauld lasciò tutto per vivere tra i più poveri, nelle baracche di Palomeras Altas, alla periferia di Madrid.

    ZENIT
    Benedetto XVI compiaciuto degli applausi





    La consegna delle croci ai 7 presbiteri inviati "ad gentes"






    La consegna del Crocifisso ad una famiglia






    Tenerezza del Santo Padre



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    Un abbraccio ideale a tutti i presenti






    Il saluto finale









    19Novembre2005: davanti a Pietro
    Kiko, Carmen e Padre Mario ricevuti da Papa Benedetto XVI





    Attualmente esistono circa 20.000 comunità del Cammino Neocatecumenale in
    più di 6.000 parrocchie di 900 diocesi, che riuniscono circa un milione di
    cattolici. Nel Cammino Neocatecumenale, le cui comunità hanno prodotto ben 3.000 sacerdoti, 1.100 dei quali si sono formati in questi seminari 1.500 seminaristi e 5.000 religiose
    .




  8. #8
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    è vero che Kiko Arguello è gay?

  9. #9
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    ...no comment...se è lecito, questa novità da dove è uscita?

  10. #10
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    Citazione Originariamente Scritto da uva bianca
    è vero che Kiko Arguello è gay?
    Non mi risulta sia omosessuale (gay è altra cosa).

    Tu posti questo contro chi diffama la Chiesa:

    http://www.politicaonline.net/forum/...&postcount=124

    eppoi fai delle domande di questo genere?

    E se anche fosse omosessuale cambierebbe qualcosa o ce l'hai con loro (con gli omosessuali) per caso?.

    Vedi da noi li accettiamo sia uomini che donne con grande misericordia e rispetto, e senza giudicarli. nella mia comunità ci sono due fratelli omosessuali, un ragazzo e una ragazza (fratelli di carne per giunta) e da 14 anni che camminiamo insieme e con loro abbiamo visto miracoli.

    Tu invece pensi che sia motivo di disprezzo?

 

 
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