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    "Bisogna fare Comunità cristiane come la Sacra Famiglia di Nazareth che vivano nell'Umiltà , nella Semplicità e nella Lode , dove l'altro è CRISTO"
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    Predefinito Seminari Diocesani “Redemptoris Mater”: strumenti di evangelizzazione

    Conferma il Rettore del seminario di Madrid, Juan Fernández

    MADRID, domenica, 19 marzo 2006 (ZENIT.org).- E’ una realtà ancora giovane, ma il Seminario “Redemptoris Mater” della capitale spagnola si è già rivelato uno strumento di evangelizzazione per il mondo.

    Il 19 marzo, festa di San Giuseppe, in Spagna si celebra la Giornata del Seminario, che quest’anno coincide con il V centenario della nascita di San Francesco Saverio, patrono universale delle missioni.

    Per tale ragione, l’episcopato spagnolo ha proposto in questa Giornata il santo della Navarra come icona di ascolto e risposta alla chiamata di Dio nel contesto odierno, e come inviato ad evangelizzare.

    E’ questo uno dei tratti distintivi dei seminari “Redemptoris Mater” – ce ne sono già 64 nei cinque continenti – promossi dal Cammino Neocatecumenale, le cui comunità hanno prodotto ben 3.000 sacerdoti, 1.100 dei quali si sono formati in questi seminari.

    Il primo Seminario Diocesano Missionario “Redemptoris Mater” è stato eretto dal Cardinal Poletti, allora Vicario di Sua Santità per la diocesi di Roma, il 14 febbraio 1988. Si rispondeva in questo modo alla necessità di presbiteri diocesani per la Nuova Evangelizzazione.

    Appena un anno dopo iniziava la sua attività il Seminario “Redemptoris Mater” di Madrid (nell’anno 1989-1990), i cui seminaristi hanno iniziato a vivere, provvisoriamente, in casa di famiglie del Cammino Neocatecumenale. Erano allora 28 candidati di 8 Nazioni.

    Nell’anno 1990-1991 il numero è aumentato a 53 seminaristi di 18 Nazioni.

    Per la necessità di contare su un luogo adeguato alla formazione specifica al sacerdozio, i seminaristi si sono trasferiti nel convento dei domenicani San Pietro Martire, dove da allora risiedono in mancanza di una casa propria.

    Dall’anno 1993-1994 ad oggi, il numero degli ospiti di questo Seminario di Madrid si mantiene stabile sugli 80 seminaristi in formazione, provenienti da una ventina di Paesi. Tutti appartengono ad una Comunità Neocatecumenale nei loro luoghi di origine.

    Ci sono tratti specifici che delineano il profilo dei Seminari “Redemptoris Mater”: sono diocesani a tutti gli effetti, per cui sono totalmente sotto la giurisdizione del Vescovo, che designa i loro formatori; sono missionari, per cui tutti i loro membri hanno la disponibilità ad andare in tutti i continenti; sono internazionali, perché i seminaristi provengono da varie Nazioni e si preparano per la loro missione in diverse parti del mondo.

    A ciò si aggiunge uno degli elementi più caratteristici: combinare il Seminario – come ambito proprio per la preparazione al presbiterato – e la Comunità Neocatecumenale – come spazio per rivivere il Battesimo ricevuto – “di modo che il seminarista cresce in questa simultaneità”, ha spiegato a ZENIT Juan Fernández, Rettore del Seminario “Redemptoris Mater - Ntra. Sra. de la Almudena” di Madrid.

    In questa sede, nell’anno 2005-2006 ci sono 78 seminaristi di 18 Nazioni: 37 sono spagnoli, gli altri provengono da Cile, Cina, Colombia, Costa Rica, Ecuador, El Salvador, Francia, Guatemala, Italia, Messico, Nicaragua, Paraguay, Perù, Polonia, Repubblica Dominicana, Uruguay e Venezuela.

    Dopo un processo di discernimento – che può durare uno o vari anni – e una convivenza internazionale, gli aspiranti al sacerdozio vengono distribuiti rispondendo alle necessità di ogni Seminario, cercando un equilibrio tra il numero di seminaristi, la loro lingua, la preparazione accademica, ecc.

    Nella tappa di formazione filosofico-teologica è tipica dei Seminari “Redemptoris Mater” la realizzazione di un’esperienza di itineranza in un’équipe di evangelizzazione, sia in Spagna che in altri Paesi, o aiutando un sacerdote nel suo compito pastorale.

    In ogni caso, tutto l’itinerario formativo coniuga le dimensioni spirituale, umana, intellettuale e pastorale. “L’azione pastorale è per i seminaristi l’orizzonte della loro formazione spirituale e umana e del loro lavoro intellettuale”, ha sottolineato Juan Fernández.

    Del Seminario Diocesano Missionario “Redemptoris Mater” di Madrid sono già stati ordinati 98 sacerdoti di 21 nazionalità, “disposti ad accogliere le molte richieste dirette al Signor Cardinale Antonio María Rouco Varela provenienti da vari Paesi, così come a rimanere nella diocesi per il tempo che egli deciderà”, spiega il rettore.

    Attualmente, di questi 98 sacerdoti più della metà si trova già in missione (18 nell’America del Nord e Centrale, altri 18 in America Latina, 11 in Africa, Asia ed Europa e 14 in varie zone della Spagna).

    Questo Seminario “vuole essere uno strumento al servizio della diocesi, orientato soprattutto a coltivare le vocazioni di quanti, sotto la fiamma dello Spirito Santo, hanno maturato una scelta preferenziale per l’evangelizzazione di tutti i popoli”, ha concluso il Rettore.

    Il Cammino Neocatcumenale, i cui statuti sono stati approvati dalla Santa Sede il 29 giugno 2002, è al servizio dei Vescovi diocesani e dei parroci come una modalità per riscoprire il sacramento del Battesimo e di educazione permanente nella fede.

    Il Cammino è iniziato nel 1964, quando Kiko Argüello, all’epoca giovane pittore, seguendo le orme di padre Charles de Foucauld, lasciò tutto per vivere tra i più poveri, tra le baracche di Palomeras Altas, alla periferia di Madrid. Iniziatrice del Cammino è stata anche Carmen Hernández; li accompagna attualmente padre Mario Pezzi.

    Attualmente esistono circa 20.000 comunità del Cammino Neocatecumenale in più di 6.000 parrocchie di 900 diocesi, che riuniscono circa un milione di cattolici. Nel Cammino – oltre al citato numero di sacerdoti – sono nati 1.500 seminaristi e 5.000 religiose.

    ZI06031906

  2. #2
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    in canton ticino sono stati presi per eretici e gli è stata rifiutata una chiesa

  3. #3
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    IL battesimo post mortem dei carismatici
    una testimonianza dalla campania



    Dalle mie parti, fino a pochissimo tempo fa, l'unico gruppo dell'associazionismo cattolico presente, oltre ai vecchi gruppi di Azione Cattolica, erano i Focolarini.
    NeoCatecumenali, Carismatici e cosi via erano del tutto sconosciuti.
    Un paio d'anni fa, però, sono giunti in diocesi un Passionista, un Benedettino ed un Frate Minore carismatici. Loro e i loro amici di diocesi d'altre regioni, anche se geograficamente poste a poche
    decine di Km, ben presto "Fanno furore".
    Ben presto ottengono l'appoggio di una figura che in diocesi è ben conosciuta, anche se è brava a tenersi in disparte. Si tratta di una sorta di "santona", che ormai da quasi tre decenni dice di parlare con la Madonna.
    In altri tempi, già il fatto stesso di dichiarare di avere solo dei confessori e di non sentire il bisogno di un direttore spirituale fisso, l'avrebbe fatta considerare con diffidenza, oggi, invece, non sono pochi i preti, anche influenti, che pendono dalle sue labbra.
    Diversi tra i pochissimi preti giovani della mia zona (l'età media dei sacerdoti, tanto secolari, quanto
    religiosi supera ABBONDAMENTE i 60 anni) hanno preso la strada del “carismatesimo” su suo consiglio, ed hanno verso di lei (compreso un mio parente sacerdote francescano) i sentimenti che si dovrebbero avere per i propri superiori.
    Ma torniamo ai nostri tre religiosi di cui sopra.
    Insegnano alle vecchiette tutta una serie di pratiche che, oggi, cadono sotto le proibizioni degli
    ultimi documenti vaticani.
    La parte per il tutto: insegnano a cantare "SHALOM", oppure "Io DANZO come David", saltellando a destra e sinistra e battendo le mani.
    Tutti i giovedì sera organizzano gite nella diocesi vicina, dove si svolgono Messe di GUARIGIONE che durano, a volte, fino alle 3 di notte.
    Nel corso di una di tali celebrazioni, una coppia, marito e moglie si sono sentiti male. A quanto mi è stato detto, il celebrante (per la cronaca il Francescano del terzetto carismatico), ha fatto loro tutta una serie di domande, da cui si è venuto a sapere che i due, molti anni prima, si erano resi colpevoli di un aborto. Non so se tale confessione sia stata pubblica (ma dal contesto della narrazione fattami, così mi è sembrato), cosa che sarebbe già un "abuso".
    A questo punto, il Frate ha “battezzato a distanza” il bimbo abortito tanti anni prima.

    Si tratta di cose senza senso alcuno, però, purtroppo, molte anime semplici, ma senza formazione, hanno diffuso questa pratica del "battesimo dei NON-Nati".
    Ovviamente nulla a che vedere né con San Raimondo (appunto "Nonnato") né con le istruzioni che, negli anni 50, erano diffuse tra le levatrici perché potessero battezzare i feti abortiti in qualunque periodo di gravidanza.

    Incuriosito, mi sono informato.
    Questa pratica così eccentrica è nata una trentina di anni or sono in Germania.
    Un'infermiera che aveva perso il bimbo in seguito ad un incidente, cadde in una nevrosi profonda, fino a quando non sentì la spinta a spargere al vento dell'acqua benedetta, dando l'incarico agli Angeli che
    la portassero addosso al suo bimbo, ovunque si trovasse, o meglio ancora, gliela portassero forzando la barriera del tempo, fino a prima dell'aborto. Da quel momento, ogni giorno, nella propria stanza da letto sparge acqua santa ai quattro punti cardinali, con l'intenzione di battezzare tutti quei bimbi che malaugurati incidenti o genitori egoisti impediscono di venire al mondo.

    Ora, se questa pratica, attuata dall'infermiera tedesca, può fare tenerezza e può essere vista come una sorta di panacea capace di tacitare i rimorsi della poveretta, lo stesso non si può dire per la diffusione che ha avuto tra il clero carismatico, perché qui si tratta di un fatto che fa grattare la testa.
    Delle due l'una: o il limbo esiste, ed io ne sono convinto FERMISSIMAMENTE, ed in tal caso si tratta di una pratica del tutto inefficace; oppure il limbo non esiste, ed in tal caso è una pratica UGUALMENTE inefficace.

    A questo punto si potrebbero ipotizzare due possibilità:

    1) Si tratterebbe di una sorta di "psico-dramma" soggettivo, finalizzato a scaricare la coscienza.
    Ma, simili azioni a “effetto placebo”, atte a tranquillizare la coscienza dei peccatori, sono attività
    diaboliche, specialmente se incoraggiate da religiosi.

    2) Circa i non-nati, nel passato ci sono stati dei teologi che hanno ipotizzato la possibilità del cosiddetto
    "Battesimo di desiderio VICARIO", consistente in preghiere a loro suffragio.
    Ora, ammesso e non concesso che la Chiesa (e non lo ha fatto) APPROVI una tale supposizione,
    si tratterebbe di una sorta di "formula" di preghiera, e cioè di una forma di preghiera di suffragio,
    i cui effetti, al pari di ogni preghiera, rimarrebbero subordinati alla volontà di Dio.

    Ora, è possibile pensare che vi siano state delle dichiarazioni ufficiali circa tale pratica?
    Se qualcuno ne ha notizia, la renda nota.
    lettera firmata

  4. #4
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    a parte le cantonate del canton ticino, che c'entrano i carismatici col cammino neocatecumenale? non che non sia un tema interessante, ma non mi sembra abbia molta attinenza...

  5. #5
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    Convivenza a New York di 253 Vescovi
    (1-5 Aprile 1997)
    5° giorno della convivenza: Eucarestia
    By Salvo Raio

    "Solo una nuova estetica salverà la chiesa".
    Nell'immagine in basso: i vescovi riuniti nella celebrazione eucaristica.
    La convivenza è stata un'occasione offerta ai vescovi perchè potessero conoscere che cos'è il Cammino Neocatecumenale, attingendo direttamente dalla sua fonte.
    La riflessione sulla necessità di una nuova estetica per evangelizzare il nuovo millennio non poteva trovare uno scenario più adeguato di quello della "Grande Mela", la capitale culturale del mondo contemporaneo. La "Nuova Estetica" introdotta dal Cammino Neocatecumenale attraverso la sua iniziazione biblica e liturgica, sta dimostrando nella realtà dei fatti, che è capace di far fronte all'impatto culturale della megalopoli che minaccia la vita della Chiesa.


  6. #6
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    Centomila giovani delle Comunità
    In quattromila hanno risposto alla chiamata vocazionale



    Centomila giovani delle comunita` neocatecumenali di tutto il mondo si sono riuniti a Bonn nel parco Rheinaue, il giorno dopo la grande riunione al Marienfeld con Benedetto XVI, e in quattromila hanno risposto alla chiamata vocazionale fatta da Kiko Argüello e Carmen Hernandez, iniziatori del Cammino Neocatecumenale, insieme con il Padre Mario Pezzi.

    “Apri il cielo e riempi i nostri cuori dello Spirito Santo e donaci una nuova pentecoste” ha pregato il Cardinale Joachim Meisner, Arcivescovo di Colonia, all’inizio dell’incontro che poi ha presieduto.

    A sottolineare il grande significato che la Chiesa attribuisce a questo evento, che fin dalla prima Giornata Mondiale della Gioventù` nel 1984 ha fatto sempre seguito all’incontro con il Santo Padre, settanta vescovi sono intervenuti tra cui dieci Cardinali: Nicolás de Jesus López Rodriguez, Arcivescovo di Santo Domingo e Primate delle Americhe, Antonio Maria Rouco Varela, Arcivescovo di Madrid, Angelo Scola Arcivescovo di Venezia, Christoph Schönborn Arcivescovo di Vienna, Georg Sterzinsky Arcivescovo di Berlino, Theodore McCarrick Arcivescovo di Washington, George Pell Arcivescovo di Sydney, Christian Wiyghan Tumi, Arcivescovo di Douala, Frederic Etsou Arcivescovo di Kinshasa. In rappresentanza del Vaticano erano presenti il Cardinal Dario Castrillon Hoyos, Prefetto della Congregazione per il Clero, venuto appositamente da Roma, il Nuovo Prefetto della Congregazione per la Fede, Arcivescovo Levada, che ha conosciuto molto bene il cammino Neocatecumenale come Arcivescovo di San Francisco, e l’Arcivescovo Paul Josef Cordes, Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum. Anche Monsignor Heiner Koch, Segretario Generale della Giornata Mondiale della Gioventù 2005, ha partecipato all’incontro.

    “ Sapevo che eravate tanti, ma non mi sarei mai immaginato che eravate cosi` tanti” ha detto Stanislaw Rylko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, organizzatore e promotore delle Giornate Mondiali della Gioventù`, sottolineando che il papa “sa di poter contare sui giovani della comunita` neocatecumenali”.

    Il giorno prima anche Benedetto XVI aveva fatto riferimento alle nuove comunita` e movimenti come una grande speranza per la Chiesa: “Costruite comunita` basate sulla fede! Negli ultimi decenni sono nati movimenti e nuove comunita` nelle quali la forza del vangelo si lascia sentire con vivacità! Cercate la comunione nella fede come compagni di cammino che insieme seguono l’itinerario del grande pellegrinaggio che per primi i Magi d’Oriente ci indicarono.”

    Dopo il saluto e la preghiera di Meisner, Kiko ha presentato i diversi gruppi: tra questi, per la prima volta, erano presenti rappresentanze dell’Irak, del Marocco e della Cina continentale, salutate con grande entusiasmo dai giovani.

    L’incontro vero e proprio é iniziato con una solenne e suggestiva processione dei piu` di duemila presbiteri presenti che, attraversando il mare di folla, hanno portato sul palco due statue con le reliquie dei martiri Cassius e Florentius e una statua della Madonna.

    “ Sono prete da 43 anni- ha detto Meisner dopo la lettura del Vangelo dando la sua testimonianza personale- e testimonio davanti a Dio e a tutti gli uomini che non avrei potuto essere più felice che essendo presbitero: se dovessi nascere una altra volta non esiterei a seguire di nuovo questa chiamata”.

    Al termine della chiamata vocazionale di Kiko e Carmen circa duemila giovani si sono alzati offrendosi per il presbiterato e quasi duemila ragazze per la vita religiosa. I giovani si erano preparati all’incontro con il Santo Padre annunciando Gesu` Cristo attraverso la loro esperienza personale in molte citta` d’Europa: a Monaco, Berlino, Parigi, Amsterdam, Londra, Dublino, Praga.

    La polizia é rimasta stupita vedendo l’ordine con cui si è svolto l’incontro.

    “L’Australia ha bisogno di vedere la vostra testimonianza di fede”, ha concluso il Cardinale invitando i giovani a Sydney per la prossima giornata mondiale della Gioventù nel 2008.ù

  7. #7
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    MISSIONE AMSTERDAM


    "SOLA A SOLO, DONNA PIENA DI DIO , PREGA PER NOI CHE SIAMO PECCATORI"
    Kiko Arguello , Incontro preparatorio dei Giovani del Cammino Neocatecumenale alla GMG2005 di Colonia

    Amsterdam , 30 Aprile 2005


    Amsterdam, 30 Aprile 2005
    "Non possiamo rimanere tranquilli di fronte all'apostasia dell'Europa"


    Incontro dei Giovani del Cammino Neocatecumenale in preparazione
    della GMG2005 di Colonia




    Monsignor Stanyslaw Rylko, Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, è stato presente come inviato speciale del Papa Benedetto XVI all’incontro di circa 40.000 giovani europei del Cammino Neocatecumenale , avvenuto oggi nell’Arena Stadium di Amsterdam (Olanda), con gli iniziatori di questa realtà ecclesiale , gli spagnoli Kiko Arguello e Carmen Hernandez e il sacerdote italiano Padre Mario Pezzi. Erano presenti anche il Vescovo di Haarlem-Amsterdam Mons. Joseph Maria Punt e il
    Nunzio apostolico in Olanda.
    I giovani del cammino Neocatecumenale sono arrivati da 28 paesi d’Europa, principalmente dall’Italia (più di 15.000), dalla Spagna (più di 12.000) e Polonia (circa 5.000) , così come da altri paesi dell’est europeo come Croazia , Russia, Georgia, Bosnia, Romania e Ungheria. La presenza più applaudita è
    Stata quella dei 3 giovani provenienti dalla Turchia.
    Lungo la strada , i gruppi di giovani, che viaggiavano in pullman, si sono fermati presso alcune delle città più importanti che incontravano nel loro viaggio, più di 150, evangelizzando con canti e testimonianze.
    Per prima cosa , l’iniziatore Kiko Arguello, ha tenuto una predicazione nella quale, in modo speciale, si è riferito alla scristianizzazione dell’Europa e l’urgenza di una nuova evangelizzazione.
    Secondo Arguello “i cristiani non possono stare tranquilli davanti all’ apostasia dell’Europa, non possono permettere che i giovani europei vivano senza speranza, si suicidino, più ancora sapendo che Cristo ha offerto la sua vita per tutti gli uomini , anche per loro.
    In tutta la Costituzione europea non c’è alcun riferimento a Dio, né alle radici cristiane dell’Europa . Però se l’Europa non ha radici cristiane, noi da dove veniamo? Si è chiesto Kiko.
    “Per questo siamo venuti a questo incontro predicando, per mostrare che queste radici sono presenti in Europa !” , ha affermato Kiko.
    Lungo il suo intervento ,Kiko si è fermato sulla situazione attuale della Spagna, specialmente sulle recenti riforme giuridiche , come il “divorzio express” , e ha insistito molto che l’Olanda , uno dei primi paesi del trionfo del secolarismo , ciò nonostante sarà la prima a togliersi da questa schiavitù e sarà motivo di speranza per nazioni come la Spagna e l’Italia che stanno intraprendendo ora questo processo di secolarizzazione, ha aggiunto . Questa affermazione è stata ripetuta anche dal Vescovo di Haarlem/Amsterdam, Mons. Joseph Maria Punt , per sostenere la speranza di “una resurrezione spirituale dell’Olanda”.
    Per parte sua Mons.Rylko ha letto un messaggio di Papa Benedetto XVI per questo incontro, nel quale il Pontefice dichiara ai giovani che conta “con l’entusiasmo giovanile della vostra fede e il vostro animo missionario che avete dimostrato questi giorni annunciando Cristo nelle città d’Europa “ e aggiungendo “che l’Europa ha bisogno di voi”.

    Al termine dell’incontro, come viene abitualmente fatto negli incontri in preparazione delle giornate mondiali della gioventù, i giovani che sentono una chiamata alla vocazione religiosa , sono stati invitati ad alzarsi.

    Si sono alzati 1050 ragazzi e 400 ragazze che hanno ricevuto la benedizione di Mons. Rylko.

  8. #8
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    Testimonianze - 1
    Mauro e Anna in missione con una figlia: da Vicenza ad Amsterdam via Basilea (Svizzera)

    La voglia di partecipare al pellegrinaggio è scattata quando è stato evidente che mia figlia Chiara, 13 anni, avrebbe fatto parte della comitiva diretta ad Amsterdam. In previsione di questo viaggio Chiara, che soffriva di frequenti aritmie e scompensi cardiaci, ha affrontato anche un lieve intervento che è andato benissimo e l'ha restituita alla sua vita normale. Come genitori avremmo voluto comunque seguirla ad Amsterdam. Ma non trovavamo nessuno a cui affidare gli altri nostri tre figli. Evidentemente un fratello di comunità ha interpretato questo nostro desiderio ed ha aggiunto altri tre posti alla sua tavola già affollata (ha sette figli). In seguito abbiamo visto che partecipare al pellegrinaggio è stato utile più a noi come coppia e come persone che per far da "guardiani" a nostra figlia.
    Come altre volte le esperienze legate al Cammino si rivelano importanti perchè "parlano alla nostra vita", rammentandoci come sia fondamentale avere radici
    non nelle preoccupazioni e nelle cose che ogni giorno ci affannano e ci prendono ma nell'affidarsi completamente nel Signore.
    Il patto con Chiara, prima di partire, è stato comunque questo: "noi non ti ossessioniamo - come si fa a casa - con le nostre apprensioni e i nostri ordini e tu non ci usi come portafoglio per le tue richieste". Così è stato. Ma tra genitori e figlia in questo pellegrinaggio è nato qualcosa di più. Il senso di stare bene insieme, finalmente in pace, con affetto e dolcezze rinnovati.
    Siamo partiti in 200 da Vicenza, giovedì 28 aprile alle 2 di notte, dopo aver caricato sui nostri 4 pullman zaini, panini, acqua e scorte varie.
    Prima tappa, la mattina di venerdì a Basilea, in Svizzera dove avremmo dovuto ad annunciare - soprattutto ai giovani - il prossimo appuntamento della giornata mondiale della gioventù a Colonia nell'incontro con il Papa.
    Mi ha colpito a Basilea il silenzio della città. La gente si muove in silenzio. Nelle strade persino le auto e gli autobus sembrano procedere in silenzio.
    Una bella giornata di sole ha salutato il nostro arrivo. Dopo aver preparato striscioni e bandiere con le scritte in tedesco "Non abbiate paura, aprite le porte a Cristo" e "Alziamoci, andiamo a Colonia per incontrare il Papa", ci siamo messi a cantare alcuni salmi (sempre in tedesco, con i foglietti della pronuncia davanti). Il nostro rumoroso arrivo è stato indubbiamente notato, ma la città sembrava come volerci avvolgere con il suo silenzio e la maggioranza della gente non voltava nemmeno la testa all'incedere del nostro corteo.
    Sostanzialmente siamo stati accolti con grande indifferenza. Anche se non sono mancati momenti di comunicazione con la gente. Come in Clarenplatz, davanti al sagrato di una delle chiese più antiche della città, riaperta da soli due anni, dove ci siamo messi a cantare le lodi. Qui molti italiani, residenti a Basilea, si sono fatti avanti incuriositi dal nostro accento veneto. Qualcuno si è fermato ad ascoltare, qualcun altro ha pregato con noi.
    Al capanello di gente si sono uniti altri strani personaggi: gente vestita di stracci, con la barba lunga che evidentemente aveva dormito per strada, zingari, suonatori ambulanti. Nel ripensare a certi volti viene da osservare che tra gli uomini che soffrono, dove più evidente è l'emarginazione c'è forse più disponibilità
    ad accogliere l'annuncio che Cristo può cambiarti la vita, che può guarirti, che può salvarti e che, in definitiva, ti vuol bene così come sei.
    Dopo le lodi ci siamo divisi in tre cortei e siamo andati in opposte direzioni della città, sempre cantando, distribuendo volantini che invitavano i giovani a Colonia. Alcuni di noi hanno raccontato la propria esperienza di vita tradotta in tedesco da un seminarista venuto da Vienna proprio per sostenere la missione dei vicentini. Molti hanno raccontato le proprie miserie, i propri dolori, ma anche le gioie e i cambiamenti
    operati dopo l'incontro con il Signore. Questo in "gergo" è quello che si chiama "dare testimonianza.
    Dopo qualche ora passata a camminare in lungo e in largo per la città siamo andati sul lungofiume. Era una bella giornata. Molta gente era per strada, a godersi il primo vero sole della stagione.
    Non siamo stati presi ad uova in faccia, ma - come già detto - molti giovani si sono voltati dall'altra parte, qualcuno ha sorriso con sufficienza, i più hanno detto "no, quello che dite non mi interessa" e qualcun altro ci ha sbeffeggiati. Stavamo chiudendo così la visita a Basilea quando, passando davanti ad un orfanatrofio, le finestre si sono aperte e sono spuntati bambini e adolescenti che ascoltavano i nostri canti con interesse. Nei loro sguardi c'erano tristezza e gioia insieme. Una coppia ha portato la sua testimonianza parlando di una gravidanza conclusa con la morte del piccolo e della decisione maturata, in seguito a questo fatto, di accettare la volontà del Signore. Nel bene e nel male,
    "Se non potremo avere figli nostri - ha detto la coppia di vicentini - cercheremo di adottare qualche bimbo abbandonato"
    A queste parole dalle finestre dell'orfanatrofio i bimbi hanno applaudito e una educatrice, indicando una bimba down che sorrideva, ha allargato le braccia con benevolenza:"venite qui, qui sono tutti bimbi abbandonati".
    Questo piccolo episodio è stato per noi molto importante, un fatto che ci ha parlato. Come se fossero stati questi bimbi ad evangelizzare noi.
    Lasciata Basilea siamo giunti dopo 8 ore di viaggio a Liegi, dove abbiamo dormito in una scuola. Dopo 4 ore di sonno siamo ripartiti per Amsterdam. Altre sei ore di viaggio e ci siamo trovati davanti l'ArenA stadio, tra comitive di fratelli catecumenali provenienti da tutta Europa. Dell'incontro con Kiko e Carmen mi sono rimaste impresse poche parole. Soprattutto il riferimento a San Girolamo al quale Cristo dice: "sono venuto a prendere i tuoi peccati".
    Alle chiamate è stato impressionante vedere il fiume di ragazzi che si sono alzati disponibili ad entrare in seminario. Più di un migliaio, una processione che sembrava non aver fine...
    Un altro momento forte è stato, il giorno successivo, la celebrazione dell'Eucarestia. Una messa in terra francese, in uno spicchio di prato in un autogrill sull'autostrada. Anche lì qualcosa ha certamente parlato alla nostra vita. Forse abbiamo avvertito tutti la misura in cui questo pellegrinaggio non sarà dimenticato e resterà un'esperienza di come, se ci si abbandona totalmente a Dio, lui può condurre la nostra esistenza. Anche se noi restiamo comunque uguali a noi stessi, con le nostre alienazioni e i nostri tic nervosi e comportamentali, l'esperienza di Dio modella il nostro essere, la nostra anima, il nostro sentire. Non servono più nemmeno le parole. E ti viene voglia di ascoltare lo Spirito che soffia, che lambisce anche te e ti trasforma.

    Mauro e Anna con Chiara


    Nela foto in alto : la Croce Gloriosa e la Cattedrale di Basilea

  9. #9
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    Testimonianze - 2
    "Annunciare il Vangelo mi ha riconciliato con la mia storia"






    Intanto ciao a tutti!Sono un fratello di Roma .Ho 27 anni,
    sono alla tappa della traditio, ed ero ad Amsterdam qualche
    giorno fa!
    Come molti anche io sono un "habituè" dei pellegrinaggi
    essendo cresciuto col Cammino e in una famiglia del
    Cammino.
    Noi abbiamo fatto la missione a Friburgo sulla piazza
    dell'università ed è stata stupenda!Abbiamo dato il
    kerigma in semplicità e abbiamo cantato e ballato come
    al "nostro solito".Invece di dare io, do testimoninza
    che è stato il Signore a darmi tanto attraverso
    quest'esperienza, come accade quando facciamo traditio
    nel quartiere.Predicare il Vangelo mi ha riconciliato
    con la mia storia, riportandomi vividi nel cuore tutti i
    memoriali che il Signore ha fatto con me e...sono
    tornato confortato come un bimbo che viene coccolato
    dalla madre!
    L'incontro con Kiko è stato stupendo, e per la prima
    volta durante le presentazioni ho avuto la certezza
    assoluta che la Chiesa è viva in tutto il mondo, che le
    mie lotte con la sessualità, l'obbedienza ai genitori ,
    il discernimento sulla volontà di Dio sono una realtà
    che viviamo in tanti , tantissimi!!e pure questo mi ha
    dato consolazione rinvigorendomi nello spirito e
    facendomi sentire in comunione con tutti i 35mila
    presenti all'Arena.Il viaggio è stato stancante???46 ore
    di pulman, dormire per terra, mangiare poco sono state
    scomodità???Macchè!!!!Io alle porte di Roma al rientro
    ero triste....
    Ripartirei domattina senza nemmeno pensarci!!!!

    Pace a tutti
    Carmelo

  10. #10
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    Testimonianze - 3
    "Mi dimenticai di tutto e c'era solo il Signore che pregai perchè mi indicasse la strada"



    La mia esperienza ad Amsterdam



    Siamo partiti dalla mia parrocchia di S. Maria del
    Buoncammino a Napoli con un gruppo di circa 40 persone
    tutte di comunità diverse. Abbiamo viaggiato 26 ore in
    Pullman, che sono state bellissime (dormire sul
    sediolino forse non proprio ma lo rifarei 1000 volte).
    Io prima di partire per Amsterdam cercavo qualcosa nella
    mia vita, nonostante io fossi e sono da 3 anni e mezzo
    in cammino, mi sembrava non dico di non aver capito
    niente ma di non riuscire spesso a rendermi conto
    dell'importanza di stare vicino al Signore. Non sapevo
    neanche perchè andavo ad Amsterdam, seppi che c'era il
    pellegrinaggio qualche giorno prima e non immaginavo
    neanche come il Signore si sarebbe manifestato dentro di
    me. Durante queste 26 ore e arrivati al capannone dove
    dovevamo dormire, ti lascio immaginare un capannone
    grandissimo tipo quelli dove parcheggiano i tir ma era
    completamente vuoto e c'erano 500 o più persone nei
    sacchi a pelo. Dicevo mentre eravamo arrivati e stavamo
    entrando sentivo dentro di me una gioia bellissima, era
    un dono bellissimo essere lì, ad Amsterdam, per un
    peccatore e ribelle come me, ad annunciare le meraviglie
    dell'amore di Gesù Cristo. Fuori al Capannone c'erano 3
    file di fratelli che danzavano e cantavano con al centro
    chi suonava la chitarra e i cembali, un'emozione
    spettacolare danzare e cantare al Signore fino a tardi.
    Poi siamo rientrati nel capannone per andare a dormire
    nei sacchi a peli, c'era un silenzio e una pace
    incredibile, una libertà da questo mondo e dalle cose di
    questo mondo bellissima, mi ero dimenticato di tutto e
    c'era solo il Signore, che pregai quella sera perchè mi
    indicasse la strada. La mattina successiva sveglia alle
    6 e ci dovevamo "lavare" solo grazie a dei lavandini,
    eravamo un pò in precarietà, che dono. Un sacerdote di
    Rohrmund (la città dove eravamo) viene da noi nel
    capannone verso le 9 e ci parla del bisogno
    dell'evangelizzazione in Olanda, e io dentro di me stavo
    molto preoccupato, sai quando il Signore ti chiama... ci
    dividemmo in gruppi e mi venne affidato a me (e
    ringrazio il Signore) di portare per 6 km davanti al
    gruppo una Croce realizzata con delle aste di legno e
    ferro. Camminavamo per le strade, c'ero io davanti con
    quella Croce portata alzata e tutti dietro che seguivano
    e cantavano e pregavamo tutti insieme. Per quei 6 km le
    braccia non mi hanno fatto male nemmeno per un attimo,
    poichè portava Cristo con me quella Croce. Arrivati alla
    scuola dove dovevamo evangelizzare, entrammo a parlare
    con i ragazzi, a danzare, si avvicinavano incuriositi ma
    un pò freddi. Ci siamo fermati a parlare con qualcuno di
    loro, e io e altri tre abbiamo girato per la scuola
    fermando i ragazzi e raccontando le nostre esperienze
    con il mio inglese un pò arrangiato, ma mi sono fatto
    capire poichè loro rispondevano e li capivo, e abbiamo
    distribuito volantini ai ragazzi per Colonia. Dalla
    scuola poi nel pomeriggio abbiamo di nuovo camminato
    fino ad arrivare nel centro della città e nelle piazze,
    che circondavamo con le danze e i canti e chi si sentiva
    ispirato dal Signore annunciava, grazie ad un fratello
    che traduceva, il Kerigma (non so se si scriva cosi) e
    cosa Cristo aveva fatto nella loro vita e che Gesù è la
    Verità. Subito dopo si fece sera e ci dirigemmo tutti i
    gruppi verso la Cattedrale di Rohrmund dove c'era il
    Vescovo. L'eucarestia più bella della mia vita, non ho
    parole ancora oggi. La Cattedrale bellissima, i fratelli
    provenienti anche dalla Spagna, i Cembali che nel canto
    Grazie a Jahvè facevano tremare la Cattedrale, e sul
    canto finale Andate ed Annunziate ai miei fratelli
    abbiamo fatto la danza salendo sull'altare dal quale si
    vedeva tutta la Chiesa, e la gioia di Cristo sui nostri
    volti era incredibile, mai visto qualcosa di simile.
    Tornammo di nuovo nel capannone e prima di andare a
    dormire tornammo a fare la danza fuori e a lodare il
    Signore. Lo Spirito e la Gioia dentro di me in quei
    momenti non te la so descrivere. Posso solo dirti, non è
    nulla di questo mondo. Il giorno dopo c'era l'incontro
    con Kiko, e mi sentivo tremare dentro per quello che il
    Signore voleva fare con me (la chiamata vocazionale) ma
    prima di addormentarmi pregai e dissi che qualsiasi cosa
    il Signore volesse per me e la mia storia, io ero nelle
    sue mani. La mattina andammo in pullman fino ad
    Amsterdam e nel pullman venivamo estratti a sorte e chi
    era scelto doveva leggere un Vangelo e raccontare la sua
    esperienza fino ad allora. Ad un certo punto chiusi gli
    occhi e chiesi a Gesù Cristo che cosa aveva preparato
    per me, quale strada, cosa sarebbe stato della mia vita.
    Appena ho pensato queste cose, fu chiamato il mio nome e
    cognome. Giuro è un'emozione assurda. Vado lì e apro il
    prologo del Vangelo di Giovanni, dove parla del Verbo,
    della luce, e Giovanni servitore di Cristo. Da quel
    punto in poi, avevo capito che la mia vita sarebbe
    stata,sempre e comunque, nell'amore di Gesù Cristo e
    sotto il suo nome, perchè da quel momento in poi e
    ancora ora e spero in eterno, dentro di me non riconosco
    niente di più grande ed importante del Signore, non c'è
    cosa che possa confrontarsi, NON c'è emozione nel mondo
    come quella che ho sentito ad Amsterdam con il Signore
    dentro di me ed il suo amore, non è cosa di questo
    mondo. Arrivati ad Amsterdam, vidi lo stadio dell'Ajax
    dove avremmo incontrato Kiko, sentii un'emozione
    fortissima dentro. Arrivammo fuori lo stadio con
    tantissimi fratelli da diverse nazioni. Entrati nello
    stadio, c'era una atmosfera bellissima, c'era Gesù
    Cristo, c'era il quadro di Kiko grandissimo, non
    esistono parole non so come dire come mi sentivo lì, ma
    ripeto non è niente di questo mondo, avevo dentro uniti
    sentimenti di gioia, grazia, beatitudine, non so che più
    dire, c'era e c'è l'Amore del Signore. Kiko iniziò la
    catechesi e quando cantammo Io Vengo A Riunir Tutte le
    Nazioni mi guardavo intorno e vedevo realizzata questa
    Parola e Canto: 35000 fratelli da tutta Europa che tutti
    e 35000 eravamo andati il giorno prima ad evangelizzare
    chi in Olanda, chi in Francia, in Germania... e ora
    tutti uniti nello stadio, sia Lode al Signore. La
    catechesi di Kiko fu bellissima, intervennero anche
    Carmen e Padre Mario, e altri sacerdoti, Kiko annunciò
    che Cristo è la verità, è salvezza eterna, e che la
    Chiesa aveva bisogno di presbiteri e aveva bisogno che
    la Parola del Signore e il suo Amore fossero portati in
    Europa contro la scristianizzazione. Dalla prima
    all'ultima parola della Catechesi dentro di me già
    sentivo un sentimento fortissimo, che è poi continuato a
    crescere fino a quando Kiko ha chiesto chi voleva
    seguire il Signore e un attimo prima che chiamasse ho
    chiesto al Signore di donarmi lo Spirito Santo e di
    agire lui al posto mio. Un silenzio incredibile, tutti
    seduti, appena Kiko disse di alzarsi, mi trovavo non so
    come in piedi insieme ad altri, iniziò il Canto Tu Sei
    il più Bello, tremavo tutto e scoppiai in lacrime di
    gioia, Gesù Cristo era accanto a me, mi diressi verso il
    palco, Kiko ci fece inginocchiare, io mi girai indietro
    a guardare le 35000 persone che Cantavano, questo
    ricordo è stato impresso nel mio cuore e niente ripeto
    niente è stato cosi forte nella mia vita, come Gesù
    Cristo in quel momento. I sacerdoti poi ci imposero le
    mani, e dovevamo tornare tra la gente dello stadio.
    Vedevo fratelli che mentre piangevo mi mettevano una
    mano sulle spalle, poi tornato dai miei fratelli corse
    per primo ad abbracciarmi lo stesso fratello che la sera
    prima nella Cattedrale mi aveva dato la mano nel Canto
    finale e non so come abbia fatto a vedermi (visto che
    non era del mio gruppo) ma corse da me e ci abbracciamo
    per diversi minuti, eravamo in lacrime entrambi, e
    seguirono gli abbracci degli altri fratelli. In quel
    momento guardavo in alto mentre ero in lacrime ma avevo
    un sorriso incredibile, guardavo qualsiasi cosa con una
    gioia dentro immensa che mi era stata posta da Gesù
    Cristo. Uscimmo dallo stadio, ripresi la Croce e la
    alzai, giuro che non capivo più niente, non capivo
    niente più ma mi sentivo in una beatitudine incredibile,
    il sentimento che avevo non ha un nome se non Amore di
    Gesù Cristo dentro di te e gioia nel Suo Spirito, non è
    un sentimento umano, ve lo posso giurare.

    Mi sono dilungato un pò ma volevo condividere con voi
    cosa il Signore ha fatto nella mia vita. non mi ha tolto
    nulla, mi ha dato tutto, e per me non esiste niente di
    più importante e io resto fermo nella mia decisione di
    dare la mia vita per il mio Signore, qualsiasi strada
    abbia preparato.

    Valentino

 

 
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