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Discussione: I nemici delle piante

  1. #1
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    Predefinito I nemici delle piante

    Una breve carrellata sui nemici delle piante ed alcuni sistemi per debellarli:

    Afidi

    Si individuano con facilità ed infestano quasi tutte le piante ornamentali, sia da interno che da esterno, oltre che le colture di interesse agrario.Esistono sia forme alate, che si possono spostare per decine di chilometri, sia forme senza ali. Vanno attaccati per tempo in quanto possono arrivare a diventare molto invadenti, favorendo la comparsa di altri parassiti come la cocciniglia. Con la melata prodotta attirano le formiche con le quali nel corso dell'evoluzione hanno instaurato una simbiosi mutualistica (in cambio le formiche offrono protezione e gli spostano su nuove piante) e oltre a provocare danni diretti con la sottrazione della linfa e con l'emissione di saliva che provoca alterazioni fisiologiche, producono gravi danni indiretti in quanto sono capaci di trasmettere moltissimi virus nutrendosi di piante infette prima e passando poi a quelle sane. La melata, inoltre, attira funghi e fumaggini che possono ulteriormente danneggiare la pianta.
    Nemici degli afidi sono le coccinelle, le vespe e le mosche, mantide religiosa.

    Piante a rischio: quasi tutte, in particolare afelandra, crisantemo, dalia, dizigoteca, edera, ibisco, ortensia, viola, petunia, radarmachera, rosa e yucca.

    Rimedi
    Pulire le foglie con del cotone bagnato in acqua, eliminando gli insetti ad uno ad uno.
    Tagliare i butti teneri; si individuano facilmente perchè è dove si vanno ad annidare per primi.

    Poichè spesso le piante sono in appartamento ed è impossibile ottenere l'aiuto indiretto dei predatori naturali o ricorrere ai rimedi chimici presenti in commercio, ecco alcuni macerati fatti in casa con cui nebulizzare la pianta colpita:

    Maceratodi aglio: Per ogni litro d'acqua prendere tre spicchi d'aglio freschi, spellarli e tagliare ogni spicchio in quattro parti.
    Lasciare riposare in acqua a temperatura ambiente per tre giorni. Avvertenze: Ha un odore nauseabondo, ma non permane sulla pianta nebulizzata.

    Macerato Di ortica: Per ogni litro d'acqua a temperatura ambiente, prendere quindici foglie fresche e sane d'ortica e lasciare a riposare finche' l'acqua non risulti essere verde brillante.
    Avvertenze: Preferibilmente non usare ortica raccolta ai bordi di strade trafficate. Altra versione: macerare 20g di pianta essiccata in un litro di acqua per due giorni e spruzzare il liquido ottenuto direttamente sugli insetti.

    Macerato di Peperoncino: prendere sei peperoncini, per litro d'acqua a temperatura ambiente, sbriciolarli e lasciar riposare per cinque giorni.
    Avvertenze: Nebulizzando attenzione agli occhi.

    Macerato di tabacco e nicotina: Per ogni litro mettere in acqua, a temperatura ambiente, sei mozziconi di sigaretta.
    Lasciare in acqua per tre giorni.
    Avvertenze: Quando si asciuga la nebulizzazione, le parti interessate rimangono leggermente appiccicose, si consiglia, una volta risolto il problema, nebulizzare con acqua distillata per lavare via le tracce del macerato.

    Un altro efficace e vecchio metodo di lotta contro gli afidi , delle rose e delle piante ornamentali in genere, è l'uso del sapone di Marsiglia
    si sciolgono uno o due etti di scaglie ( gli avanzi del sapone usato abitualmente x lavare ) di sapone puro di Marsiglia in 10 litri d'acqua .
    Si irrora e si lascia agire per due ore circa. Si sciacqua bene con acqua pulita .

    Il macerato di ortiche: dal tabaccaio acquistare due sigari toscani, poi raccogliere 1 kg di cime di ortiche tagliate a circa 20 cm. In un bidone d'acqua di circa 10 litri, mettere tutto a macerare: tabacco, ortiche 1/4 di tubetto di propoli liquida ( in erboristeria). Lasciar macerare per 48 ore, quindi filtrare e usare puro sugli alberi. Spruzzato ogni 15 giorni e' un'ottima prevenzione, valida anche per le cocciniglie.

    Macerato di Felce: Si fanno macerare 10g di foglie essiccate in un litro di acqua per due giorni , spruzzare il liquido ottenuto direttamente sugli insetti.


    N.B.: E' sconsigliato eliminare gli afidi con getti d'acqua, per due motivi:l'apparato inoculatore dell'afide rimarrebbe conficcato nella pianta; il possibile danneggiamento della pianta stessa.


  2. #2
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    Cocciniglie

    Le cocciniglie perforano la lamina fogliare o dei fusti giovani e si nutrono della linfa zuccherina in essi contentuta. In genere colonizzano le parti giovani delle piante, i germogli e le foglie; esistono anche specie che infestano le radici, causando grave danno alle piante.
    Descrivere questo insidioso parassita è un’impresa veramente ardua, infatti, la Cocciniglia presenta notevoli differenze a seconda dello stadio di sviluppo, del sesso e della specie (ne esistono migliaia, con caratteristiche molto diverse l’una dall’altra).

    I maschi hanno generalmente il corpo snello, un paio di ali, zampe sviluppate ed apparato boccale non funzionante o atrofizzato, perciò non rappresentano un pericolo per le piante. Le femmine, molto più grandi, hanno il corpo appiattito, privo di ali, con zampe cortissime o assenti ed apparato boccale molto sviluppato, provvisto di denti molto lunghi.

    La cocciniglia può apparire in forme diverse; la più visibile è la Cocciniglia cotonosa (Chloropulvinaria), che deve il suo nome ai “batuffoli di cotone” che produce durante la deposizione delle uova. Un’altra specie abbastanza visibile è la Cocciniglia a mezzo grano di pepe (Iceria, Saissetia), così chiamata perché il suo corpo è ricoperto da una lacca nera che la fa sembrare, appunto, un mezzo chicco di pepe attaccato al ramo o al tronco. Ceroplastes (con forme adulte ricoperte da uno scudetto ceroso) e Pseudococcus e planococcus (cocciniglia farinosa). Esistono, inoltre, tante altre cocciniglie (a virgola, a barchetta, rossa, bianca, ecc.) molto piccole ed a volte semitrasparenti, che ricoprono completamente le parti vegetali attaccate e delle quali ci si accorge solo dopo un’accurata osservazione.

    La cocciniglia può provocare ingenti danni: una volta sulla pianta (attaccano il tessuto vegetale di tronco, foglie, frutti e persino radici)attraverso i loro stiletti acuminati succhiandone la linfa e immettendo contemporaneamente la loro saliva tossica e secernono degli escrementi zuccherini sui quali si sviluppa facilmente il fungo della “Fumaggine”.

    Le piante soggette all’attacco delle Cocciglie sono: conifere, succulente, molte piante ornamentali , vite e agrumi, ma nel caso d’infestazione di una di queste essenze, anche le altre piante possono venire attaccate.
    Si sviluppano al meglio nelle fessure, negli anfratti e nei luoghi della chioma poco esposti alla luce, prediligono le piante che ricevono regolarmente concimi ad alto tenore di azoto, in luoghi con scarsa umidità e con scarsa ventilazione. Anche questi rincoti spesso vengono spostati sulle piante dalle formiche, che si nutrono di melata, talvolta la presenza di formiche sulle nostre piante può essere un campanello di allarme, che ci svela la presenza di parassiti in zone a noi non visibili.

    Come difesa per prima cosa, bisogna eliminare i fattori che possono favorire lo sviluppo del parassita, collocando le piante in un luogo ventilato, ben illuminato e non troppo umido. Se l’infestazione è gia in atto, prima di effettuare la lotta chimica, è conveniente eliminare manualmente gli insetti visibili, spazzolando i tronchi ed asportando i “batuffoli” con una pinzetta dopo aver nebulizzato la pianta con acqua o acqua e sapone neutro. Successivamente è buona norma disinfettare i fori con un batuffolo intriso di alcol. A questo punto, un buon insetticida rappresenta “l’arma finale” per debellare il pericoloso intruso. E possibile intervenire utilizzando dell'olio bianco, magari attivato con un piretroide o con malathion, per un'azione più efficace. Per un risultato ottimale è consigliabile trattare le piante con anticoccidici all'inizio della primavera oppure in autunno-inverno, in modo da riuscire a distruggere la gran parte delle uova, evitando di danneggiare gli insetti utili, poco presenti in questi periodi dell'anno. Non utilizzare l'olio bianco sulle radici poichè potrebbe danneggiarle, ma utilizzando insetticidi da contatto.

    La lotta biologica alla cocciniglia si pratica utilizzando popolazioni di Cryptolaemus montrouzieri, un coccinellide che si nutre di cocciniglie; alcune piccole vespe perforano gli scudetti per deporvi le uova, le larve si nutriranno delle piccole cocciniglie. E' possibile utilizzare anche del macerato di ortica oppure una soluzione ottenuta con latte, olio e sapone: in un bicchiere d’acqua si mettono 3/4 di latte, un cucchiaio di olio di semi vari e metà cucchiaino di sapone liquido. Si mescola il più possibile cercando di emulsionare l’olio. Si puliscono poi le foglie e gli steli con un batuffolo di cotone imbevuto di questa soluzione, cercando di eliminare il più possibile le cocciniglie; mentre si bagnano con questa soluzione quelle che non si staccano. Dopo 2 o 3 giorni si lava la pianta con solo acqua. Dopo 2 interventi, ben eseguiti, le piante saranno più pulite e sane.

    Macerato di legno di Quassio: Si fanno macerare 20g di polvere micronizzata in un litro di acqua per due giorni assieme a 20g di sapone di Marsiglia , spruzzare il liquido ottenuto direttamente sulle piante.


    Curiosità: Questi insetti hanno avuto, ad hanno ancora, una grande importanza commerciale, in quanto dal corpo delle femmine si estrae un colorante alimentare, il rosso carminio; di solito gli "allevamenti" di cociniglia si sviluppano su grandi opuntie (fico d'india).
    In alcune zone desertiche un tipo di cocciniglia,la Trabutina mannipara che cresce su piante del genere Tamarix produce così tanta melata che si cristallizza e va a costituire la famosa "Manna" che sembra effettivamente piovuta dal cielo.
    Un altro appartenente a questa famiglia, il Kermes vermilio, viene utilizzato per la colorazione (rossa) di alcuni famosi aperitivi di uso comune.


    Chloropulvinaria


    Saisettia


    Ceroplastes rusci


    Pseudococcus citris


    Planococcus

    fonti (liberamente tratto da):
    www.bergamobonsai.it
    www.giardinaggio.it
    www.pagineverdibonsai.it

  3. #3
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    Pensavo di trovare anche la mia foto

  4. #4
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    ATTENZIONE, tenete questo avatar lontano da ogni vegetale conosciuto, nuoce gravemente alla salute delle piante!!

  5. #5
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    Tanto le tue piante non le compra nessuno!

  6. #6
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    perfido!

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    ACARI

    Sono parassiti appartenenti alla famiglia degli artropodi e si possono trovare su gran parte delle piante ornamentali ed orticole; in genere sulla pagina superiore delle foglie.

    Le principali piante colpite sono :afelandra, aquilegia, asparagus, aspidistra, azalea e rododendro, begonia, bromeliacee, cactacee, camelia, coleo, crisantemo, croco, croton, dalia, dieffenbachia, dracaena, felci, ficus, fresia, fucsia, garofano, geranio, gerbera, giglio, gladiolo, ibisco, impatiens, iris, lillà, malvone, nasturzio, orchidea, ortensia, palma, passiflora, peperone, pervinca, pittosporo, primula, rosa, stella di Natale, strelitzia, viola, acero, gieditschia, ippocastano, robinia, tasso.

    Sono piccolissimi, tanto che non è possibile osservarli a occhio nudo; il corpo è tondeggiante, morbido, di colore giallo, arancione, verde o rosso; in genere le femmine hanno dimensioni maggiori rispetto ai maschi. Gli acari hanno quattro paia di zampette, questa caratteristica li fa appartenere alla classe degli aracnidi.
    Una specie di acaro molto nota è il Tetranychus urticae, noto come ragnetto rosso.

    Una infestazione da ragnetto rosso si identifica facilmente, infatti è possibile riscontrare: una generale perdita di vigore della pianta, presenza di ragnatele, quasi sempre sulla parte superiore della pianta, caratteristici scolorimenti delle foglie, che tendono a diventare color bronzo e successivamente a cadere, presenza di ingrossamenti e galle.
    Quando ci si accorge dell'infestazione di solito è troppo tardi per isolarla (il ragnetto rosso si lascia trasportare dal vento ed è un buon camminatore). Gli acari si moltiplicano per via sessuale e depongono notevoli quantità di uova sferiche e rugose in superficie.

    Lottare contro il ragnetto rosso negli ultimi anni è diventato sempre più problematico, per via del martellante utilizzo di acaricidi che ha finito per generare individui completamente indenni a questo tipo di prodotti chimici, oltre ad averne purtroppo sterminato i nemici naturali.
    Questi parassiti hanno fortunatamente molti predatori in natura; primo fra tutti un altro acaro, più grosso e visibile ad occhio nudo: Phytoseiulus persimilis, un piccolo ragno di colore arancione brillante (come le sue uova), lungo 4-5 millimetri, che si ciba degli esemplari adulti di ragnetto rosso. Questo ragnetto "buono" viene allevato nelle principali Biofabbriche mondiali e venduto in flaconi contenenti le femmine. Ma la chiave del successo nell'impiego di questo acaro predatore si basa sulla velocità di sviluppo, più elevata della sua preda: a 20 °C infatti il Phytoseiulus raggiunge la maturità in 9 giorni rispetto ai 16-17 dell'acaro rosso.
    Altri nemici naturali sono le coccinelle che si cibano spesso di acari, alcune piccole vespe, ed altri insetti.

    L’acaro non sopporta l'umidità e predilige gli ambienti secchi tipici ad esempio degli appartamenti nel periodo invernale, quindi l’acqua e l’umidità in genere sono sue nemiche. Un'ottima prevenzione consiste quindi nel nebulizzare le piante e pulirne le foglie con una spugnetta bagnata periodicamente.

    Un altro metodo "dolce" di cura prevede di immergere in acqua a 45°C(massimo 50°C) la pianta infetta che dovrà essere lasciata nell'acqua per un periodo non superiore al minuto (un tempo più che sufficiente ad eliminare i parassiti, senza lessare la pianta). Ricordiamo che, di solito, l'uso del "biologico" è consigliato negli ambienti protetti (serre, tunnel, ecc.) nel caso del ragnetto rosso però potremo usare con successo la lotta "biologica" anche sulle piante che teniamo all’aperto.

    Infuso di Aglio: Se ne prepara l'infuso utilizzando 10g di bulbi tritati in un litro di acqua da spruzzare sulle piante infestate.


    In caso di infestazione molto grave può divenire necessario utilizzare dei prodotti chimici per debellare gli acari, ovviamente si utilizzano degli acaricidi specifici presenti in commercio.


  8. #8
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    Help! Il mio ficus benjamin ha cominciato a perdere troppe foglie. Osservando attentamente la pagina inferiore delle foglie ingiallite ho notato un puntino bianco fra la pagina della foglia ed il gambo di attacco al ramo, facilmente asportabile con l'unghia. Ho provato una disinfezione con una soluzione blanda di olio anticoccidico (pensando fosse una cocciniglia). Il problema si è attenuato, ma non risolto....Devo riprovare con una soluzione più strong oppure si rovina la pianta con il disinfettante troppo concentrato?
    Grazie.....

  9. #9
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    Citazione Originariamente Scritto da puma49
    Help! Il mio ficus benjamin ha cominciato a perdere troppe foglie. Osservando attentamente la pagina inferiore delle foglie ingiallite ho notato un puntino bianco fra la pagina della foglia ed il gambo di attacco al ramo, facilmente asportabile con l'unghia. Ho provato una disinfezione con una soluzione blanda di olio anticoccidico (pensando fosse una cocciniglia). Il problema si è attenuato, ma non risolto....Devo riprovare con una soluzione più strong oppure si rovina la pianta con il disinfettante troppo concentrato?
    Grazie.....
    Se la pianta è molto danneggiata e nessuna soluzione di tipo naturale ha risolto il problema penso che la cosa migliore da fare è provare con qualcosa di più forte senza paura, le cocciniglie sono comunque devastanti per le piante e il tuo ficus finirebbe comunque per morire...

  10. #10
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    Ho trovato anche questi rimedi naturali:

    Equiseto contro i funghi: Si raccoglie, si sminuzza e si mette a macerare. Il liquido è pronto per l'uso dopo 8 giorni di macerazione. Il filtrato viene usato nella lolla preventiva contro qualsiasi fungo che può colpire la pianta orticola. Previene: la Peronospora, la Ruggine, la Septoria ed i vari seccumi, l'Oidio, la Botrytis, il Phytium e qualsiasi marciume. La lotta preventiva risulta più efficace, se i franamenti verranno ripetuti ogni settimana. Il filtrato sarà doppiamente efficace, se vi si aggiungerà 10 g per 1, di Silicato di Sodio.
    Con il filtrato di Equiseto non c'è mai il pericolo di un super dosaggi o, come invece esiste per quello d'ortica. Con l'Equiseto si può preparare velocemente un decotto: 300 g. di piante fatte bollire in 5 l. d'acqua per 40 minuti, il filtrato ottenuto si diluisce in 25 1. d'acqua; è subito pronto all'uso nei trattamenti alle orticole, per difenderle dai vari parassiti vegetali.

    Assenzio contro i bruchi: È il comune Assenzio volgare o Artemisia. con il quale si prepara il filtrato mettendo a! macero la pianta come già descritto per l'ortica.
    Il liquido ottenuto ha la proprietà di tener lontana la Cavolaia e combattere tutte le larve in genere.
    Contro le larve di Agrotidi, Nottue ecc, che vivono nel terreno e che costituiscono un flagello dei trapianti di cavoli, cavolfiori ecc. si consiglia di innaffiare ogni pianta, con un bicchiere circa di liquido.
    Si consiglia di aggiungere al decotto, 10 g per 1. di Silicato di Sodio (1%). Il filtrato risulla efficace anche contro ali Afidi.

    Quassia Amara contro gli insetti: È una pianta la cui corteccia, reperibile nelle Erboristerie, serve per praparare un prodotto efficacissimo per combattere qualsiasi insetto che può colpire l'orticola.
    Si opera in questo modo: 1) in 10 l. d'acqua si fa macerare per alcuni giorni 300 g. di corteccia di quassie, ben sminuzzata: 2) si fa bollire il macerato per 40 minuti: 3) si filtra: 4) si diluisce in 901. d'acqua: 5) si pone in recipiente chiuso pronto per essere utilizzato nei trattamenti, contro tutti gli insetti parassiti dell'orto. Agisce per ingestione e per contatto.
    Risulta velenoso per gii insetti, ma e assolutamente innocuo per l'uomo.

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